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Autore: wolf9543    11/01/2013    0 recensioni
I nostri sguardi si incrociarono, strano che tra tanti lui avesse proprio raccolto il mio.
Non lo distoglieva, e cominciavo ad infastidirmi forse.
L'ironia di quell'uomo a volte mi dava alla nausea, ma quando i nostri sguardi si inconcrociavano ero quasi convinta che tra noi due ci fosse puro feeling!
Pensai tra me e me.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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LETTURA CONSIGLIATA CON "RISE ABOVE" DI VEIGAR MARGEIRSSON <3 BUONA LETTURA ;)

I giorni a venire furono molto diversi,
Ray non mi degnava di uno sguardo,
non mi dava più passaggi,
sembrava quasi che quel rapporto che stava cercando di venire fuori si era bloccato all'improvviso per una complicazione abbastanza preoccupante.
Mi sentivo tranquilla, fuori da qualcosa di pericoloso.
Ma... allo stesso tempo mi sentivo sola.
Era come se quel mio sorriso strappato per lui non fosse mai esistito.
Quello sguardo curioso, nascosto, proibito, quelli durante la lezione, quelli che... ti fanno sentire speciale, unica.
Non era rimasto più niente.
Anzi, qualcosa era rimasto: un professore qualunque.
"DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIN"
La campanella suonò, e sobbalzai, ero come entrata in un sogno e questo sogno mi aveva portata ad entrare in uno stato di presenza soltanto fisica.
Era ricreazione, e dovevo fare un giro in segreteria a vedere se riuscivo a vedere Ray, almeno per dirgli "ciao", e mi avviai anche se il cuore non riusciva a non battere, al sol pensiero di incontrare il suo sguardo...

"Ray." ed eccolo lì proprio davanti ai miei occhi, a firmare alcuni fogli
"Ray!" ripetei facendomi sentire questa volta
Ma non si voltava, e allora capii a che gioco stava giocando.
"Professore" dissi questa volta alzando di poco la voce
Si gira questa volta, e mi guarda, gli occhi spenti, le labbra che gli tremano, e le gambe, le sue lunghe gambe... anch'esse tremavano.
Mi avvicino a lui, preoccupata, e mi stavano venendo anche gli occhi lucidi.
"Cosa c'è?" chiesi quasi allungando una mano per accarezzargli il viso, quasi per tranquillizzarlo, per dirgli che se ha bisogno... io potevo essere presente per lui.
Mi fermò la mano a metà strada, prima che le mie dita sfiorassero la sua pelle... e colpita io non riuscii a dire niente.
"No." disse soltanto chiudendo gli occhi e girando la testa di lato.
"Non sto facendo nulla di male." dissi alzando l'altra mano
"Non puoi sfiorarmi, non puoi farlo, non puoi prenderti questa libertà che non hai, tu...,cosa significa questo tuo comportamento?" disse mentre la voce gli tremava
"No, dimmi tu cosa hai, stai tremando, le tue labbra non riescono a... muoversi normalmente." dissi finalmente sfiorandogli la guancia
"No provarci più, me ne vado da questa scuola, devo andarmene." disse prendendo la sua valigetta nera
"Cosa? Che significa?" dissi mentre lui ormai si era girato completamente e stava mettendo tutti i libri, le fotocopie, matita, penna, gomma, nella valigetta.
"Io e mia moglie ci stiamo separando!" disse con occhi lucidi, senza speranza
Quelle parole suonavano tanto dolci quanto dolorose.
Il mio viso, i miei occhi, le mie labbra, un misto di dolore e infelicità... per lui, per il suo dolore. E felicità allo stesso tempo.
Restai in silenzio, le mie braccia si abbandonarono lungo i fianchi, e quella figura che si allontanava mi stringeva il cuore.
"Aspetta non andare!" dissi ad alta voce
"Cos'altro c'è!" disse sbuffando
Trattenni il respiro per qualche secondo, finalmente i nostri sguardi si incrociarono e io riuscii a sostenere il suo.
"Non stare male per una donna che non ti merita" dissi avvicinandomi a lui
Cioè... per lasciare un uomo simile devi essere proprio una stronza. Volevo dire.
"Non sai nulla tu, sei solo una bambina, pensa a divertirti che poi nel corso della vita arrivano i problemi." disse dandomi le spalle
"Tu Ray non sei così, eri spiritoso poco tempo fa, eri speranzoso, amavi tutto, e ora invece, guardati. Cos'è questo cambiamento?" dissi con tono da delusione
"Mi comporto come la vita mi suggerisce." disse quasi accennando un sorriso
"Allora hai doppie facce, sei tante persone diverse, e lo sai ora che persona sei, anzi che tipo di persona... un coglione!" dissi voltandomi anche io di spalle
"Spero ti troverai bene con il nuovo professore di matematica." disse scendendo le scale
"Vaffanculo!" gli gridai affacciandomi dal primo gradino di una lunga serie di scale
Tutti si voltarono, mi guardarono con fare disgustato.
Lui nemmeno si era accorto di nulla, se ne stava andando, e ora lo avevo perso, ora era finito tutto. Avevo alzato la voce, gli avevo dato del coglione e infine lo avevo mandato a fare in culo.
Perfetto, mi ero superata, ora si che sarebbe stato meglio, sono proprio io la cogliona, ma che cazzo mi ha preso.
Cominciai a piangere.
La vergogna,
l'agitazione,
la paura di non rivederlo mai più,
la paura di restare soli.

RAY POV
Quella ragazzina era il diavolo.
Devo andarmene da qui, o andava a finire male.
Dovevo sistemare la situazione con mia moglie, dovevo chiarire, non potevo fare questo alle mie figlie, non era giusto.
Ma allo stesso tempo non riuscivo a smettere di pensare a lei,
cazzo io avevo promesso.
Avevo promesso che non mi sarei mai più innamorato di un alunna, mai più, perchè quando mi innamorai di lei, di Ilaria, non c'erano speranze.
E lo sapevo benissimo.
Lei... diceva sempre che... l'età non esisteva,

RAY AND ILARIA 2000
"Sto per partire." disse prendendo la valigia che c'era sopra il letto, piena quasi a scoppiare di vestiti invernali
"Cosa?" chiesi massaggiandomi le tempie
"Non può andare questa cosa, prima o poi ci scopriranno." disse abbassando lo sguardo
"Hai 18 anni, nessuno può intromettersi." mi alzai di scatto, non potevo lasciarla andare
"Ti amo Ray." mi baciò, mi baciò come non mi aveva mai baciato e la presi per i fianchi e...
"Ti amo anche io." dissi guardandola come non avevo mai guardato nessuno
Una lacrima gli rigò il viso.
Mise il giacchetto, prese la borsa e aprì la porta, e non feci in tempo nemmeno quasi a... capire cosa diavolo stava facendo.
Restai fermo in silenzio, con le braccia ancora aperte, non ero ancora coscente, non ero ancora coscente per capire che avevo lasciato andare la mia donna, via per la sua strada.
Sul comodino aveva lasciato un fogliettino, piccolo, rosso. Il suo colore preferito.
"L'età non esiste. L'amore si."



  
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