Storie originali > Soprannaturale > Vampiri
Segui la storia  |       
Autore: Ella ago 98    12/01/2013    1 recensioni
La storia di una ragazza di media borghesia che scoprirà che cos'è l'amore vero. :)
SpErO vI pIaCcIa! =D
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Buona lettura =D

Tutto diventò improvvisamente nero. Caddi giù, giù, sempre più giù.
 
Spalancai gli occhi di colpo, ero sudata, nel mio amato letto. Accanto a me il nulla, Matthew era di nuovo sparito. Stavolta non c’era nessun bigliettino ad attendermi. Mi alzai e mi misi il mio adorato abitino verde con ricami floreali argentei e il pizzo sul seno. Andai in cucina, Marta non c’era, era tutto molto strano. Mi presi dal cassetto in basso a destra un pezzetto di pane e lo mangiai piano piano, facendo cura a non lasciare briciole. Mi diressi in libreria. Stracolma di libri, mi faceva sempre effetto vederla. Presi un libro che spiccava tra gli altri. La sua copertina era in cuoio antico, chiuso da una cintura di cuoio. Era tutto tinto di blu con dei dettagli in oro. Stupendo, spesso, e sperai anche interessante. Iniziai a leggerlo. Non riuscivo a tenerlo in mano, era pesantissimo. Presi un tavolino alto e mi sedetti sulla poltrona in pelle che regnava in mezzo alla stanza. Iniziai a leggere. Il grosso libro era molto particolare, parlava di vampiri, come crearli, come si nutrono e … come ucciderli. Era di certo una presa in giro, chi ci credeva ai vampiri? I vampiri non esistono! Ne ero certa. Ma nonostante tutto avevo deciso di leggerlo tutto.
 
Matthew arrivò a casa tardi. Mi chiamò da sotto, scesi e mangiammo cena insieme. Ci recammo a letto e … baci, baci e ancora baci. Era una routine ormai. Ero sicura che lui volesse qualcosa di più, ma io non potevo, non volevo, ero troppo giovane.
-Elisa?
-Sì?
-Pensi che ci baceremo per tutta la vita?
- … - non sapevo cosa dire, inspirai a pieni polmoni. - … no, non credo, farò tutto quello che vuole, io ormai sono tua. – ma come mi erano venute quelle parole? Io non ero di nessuno, ne tanto meno avrei fatto tutto ciò che voleva lui.
-Va bene, buona notte.
Scampata un’altra volta, per fortuna. Mi addormentai.
 
La luce era di nuovo scura, opaca, verde. Le grosse querce affiancavano un lungo sentiero. Io ero nuda. Un uomo arrivo da dietro, mi abbraccio e sussurro :” stai tranquilla, non farà male.” Ancora quella frase? Ma che senso aveva? Provai a liberarmi dall’abbraccio, ma l’uomo mi strinse ancora più forte e mi prese alla gola. Lo morsi.
-Pensi di farmi male?
-Cosa?
-Sei solo una stupida umana.
Non capivo cosa intendesse. Stupida umana? Gli tirai un calcio sul ginocchio, lui mi liberò.
-Stupida.
-Scappa! – la voce di un uomo, era allarmata, preoccupata, dolce melodiosa, ma chi era? Troppe domande e nessuna risposta.
Scappai, corsi più veloce che potevo, dopo tre miglia e mezzo l’alta foresta di querce finì. In lontananza vidi la nostra casa.
 
-Elisa? Si svegli.
-Marta … ?
-Sì, stava gridando nel sonno.
- Scusami, è presto?
-No, sono le dieci e trenta.
-Grazie Marta, io oggi vado a fare una passeggiata.
-Comprendo Milady.
Marta uscì dalla stanza, mi recai in bagno per sciacquarmi il viso e mi vestii. L’abito era lo stesso del giorno precedente. Mi spazzolai i capelli e li raccolsi in uno chignon basso. Salutai Marta e mi incamminai per le campagne di casa mia. Arrivai in un punto e vidi l’alta foresta di querce. Il sentiero era reale, non lo avevo mai visto prima, come avevo fatto a sognarlo. Mi addentrai all’interno di essa. Più entravo e più le uguaglianze con il mio sogno era straordinarie. Sbucai in uno spiazzo circolare, il sole non arrivava lì, ma era molto più illuminato del resto del tragitto. Dalla borsetta tirai fuori il grosso libro e continuai a leggerlo. Non so cosa mi attraeva di quel libro, non so cosa mi faceva continuare a leggerlo.
Passarono un paio d’ore, l’aria era fresca e piacevole. Mi alzai, era quasi il crepuscolo, era ora che tornassi a casa.
 
Arrivai a casa dopo una ventina di minuti, mi ero persa, immaginai come avrebbe reagito Matthew quando glielo avrei detto. Entrai in casa, poco dopo arrivò Matthew.
-Ciao.
-Ciao Matthew.
-Mangiamo? – era freddo, distante, irraggiungibile.
Ci accomodammo al tavolo e mangiammo. Mi coricai subito. Si accomodò accanto a me, come al solito. Non mi baciò, non mi parlò, non … non facemmo niente. Sentivo il suo cuore pompare sangue, il suo respiro tranquillo. Non riuscivo più a trattenermi.
-C’è qualcosa che ti preoccupa?
-No, non c’è nulla. Buona notte! – pareva scocciato. Lasciai perdere, non sapevo che altro fare. Mi addormentai.
 
Mi svegliai, feci lo stesso sogno per l’ennesima volta. Chi erano quei due uomini? Mi vestii, Matthew non era a letto ma lo sentivo parlare in cucina. Andai da lui.
-Buongiorno, Elisa, parto per una settimana.
-Buongiorno Milord, comprendo, vi aspetterò qua. – in pubblico gli davo del voi. In intimità (camera da letto) no.
-A presto.
-A presto. – mi diede un bacio sulla fronte e partì sulla carrozza del nostro matrimonio.
-Marta io vado dove sono andata ieri, ritorno al crepuscolo.
-Comprendo, a più tardi.
 
Arrivata nello spiazzo iniziai a leggere il pesante libro sui vampiri. Pagina 528: gli occhi dei vampiri. Interessante, mi erano sempre piaciuti gli occhi. Lessi ad alta voce.
-Gli occhi dei Vampiri, o anche detti uomini della notte, possono essere di vario tipo. Ogni nutrizione può dare sfumature diverse, possono essere oscuri o brillanti. I vampiri più forti ce li hanno argento, spesso gli cambiano colore, ma si nota sempre la differenza, in quanto i loro sono molto luminosi.
Capitolo interessante, ma tutto ciò mi faceva pensare che non esistessero, troppo superficiale e poi l’autore come faceva a sapere tutte quelle cose su di loro? Continuai a leggere.
Il crepuscolo era ora vicino. Mi avviai verso casa, mi pareva di sentire dei passi alle mie spalle, ma ogni volta che mi voltavo a controllare non c’era nessuno. Mangiai una mela per cena e mi coricai, mi ero stancata quel giorno.
Il rumore di una carrozza mi svegliò, cosa era successo? Mi alzai, mi vestii e corsi in cucina.
-Chi c’era qua?
-Nessuno milady.
-Sicura?
-Sì milady, stavo sbucciando delle patate e poi, appena lei si fosse alzata, avrei pulito la sua camera e quella di Caleb.
-Comprendo, grazie Marta. Ci vediamo al crepuscolo.
Già, Caleb, era da parecchi giorni che non lo vedevo. Chissà dov’era? Avrei chiesto indizi la sera.
Arrivai nel mio amato spiazzo e mi sedetti sull’erba morbida. Ripresi a leggere.
-Come ammazzare un vampiro.
Bel titolo. Non mi interessava, ma decisi di leggerlo lo stesso. Una mano mi strinse la bocca per fermare l’urlo, che era rimasto intrappolato nella mia gola.
-Semplice, non si può.
Provavo ad urlare, non riuscivo a liberarmi. Allentò piano piano la presa.
-Chi sei? – chiesi con voce spavalda, in realtà stavo morendo di paura, che cosa avrei fatto ora?
-Sono un essere ‘’vivente’’.
-Questo lo so!
-Allora perché chiedi.
Mi lasciò libera di muovermi, non sapevo chi fosse, cosa fosse, ne cosa volesse.
-Lasciala andare! – la voce melodiosa e mielosa mi era familiare, ma non sapevo di chi fosse, era in preda ad un attacco isterico.
-Perché dovrei, fratellino? Ha un profumo così buono.
-Oh, Faber, ha un profumo delizioso, non solo buono, ma non voglio che tu la uccida.
-Oh! Io non voglio ucciderla.
-Non voglio che sia trasformata.
-Certo che no fratello.
L’uomo che mi tratteneva allora si chiamava Faber. Nome alquanto particolare. Mi strinse di nuovo a se e mi morse al collo, non erano i morsi che ci davamo io e Matthew, era dolorosissimo.
-D … d … dio! – la voce mi mancava, non riuscivo a respirare tanto era forte il dolore. L’uomo mi lasciò di colpo, caddi a terra come un corpo inerme, non riuscivo a muovermi. L’ultima cosa che udii fu un urlo acutissimo, tanto acuto che pensavo fosse solo nella mia testa.
-Svegliati! Svegliati Elisa! – la voce sembrava preoccupata, non era il caso, stavo bene.
-C … -una fitta fortissima mi bloccò il respiro.
-C? cosa? Aspetta … tra poco sverrai di nuovo, vado a parlare io a Marta, tu stai tranquilla qua, non aprire gli occhi, peggioreresti solo le cose.
Annuii con un movimento lievissimo del capo, tanto lieve che mi stupii che il ragazzo avesse compreso.
-Bene a dopo, mi raccomando, non aprire gli occhi.
Mi addormentai.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Vampiri / Vai alla pagina dell'autore: Ella ago 98