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Autore: milly92    01/08/2007    1 recensioni
Poi… Nello stesso istante, pronunciarono “Expelliarmus!” puntandosi le bacchette contro e qualcosa accadde. La terra iniziò a tremare, l’aria si fece gelida, come se ci fossero in giro dei Dissennatori, e…. “Aaaaaaahhhhhhhh!”. Si guardarono. E scoprirono l’orribile verità. Hermione aveva urlato con la voce di Pansy e Pansy con la sua. Hermione indossava un vestito nero, e Pansy un vestito rosa sgargiante. Hermione aveva le unghie dipinte di nero e verde, Pansy di rosa. Hermione aveva i capelli lisci, Pansy li aveva ricci… Hermione aveva davanti a sé una sua copia ed anche Pansy. E l’orribile verità venne a galla. Si erano scambiate di corpo. Poco lontano, si udì un fruscio tra i cespugli e l’ultima ciocca di capelli biondi che aveva visto l’accaduto se ne ritornò alla festa. Questa è la mia prima fan fic! Immaginate cosa potrebbe succedere se Hermione e Pansy Parkinson si scambiassero di corpo con tutte le conseguenze, tra cui una Hermione innamorata di Draco? Riusciranno a resistere nel corpo dell'altra? Lo scoprirete solo leggendo!
Genere: Romantico, Commedia, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Nuovo personaggio, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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capitolo cinque

Capitolo cinque- Rimpianti,momenti romantici e lotte

Pansy stava sudando freddo: quello era l’evidente segno che non era lei, e Ginny già quella mattina aveva notato delle stranezze! Cosa fare? Ma prima che potesse pensarci, tutta la famiglia Weasley ritornò. Pansy non li aveva nemmeno sentiti arrivare, così non chiuse nemmeno la porta del bagno e Ginny entrò. La reazione è facile da prevedere. Era rimasta immobile, sbalordita. “Hermione, che…? “ Pansy si girò dall’altra parte: cosa inventare? Decise di dire la verità, in parte, ovviamente. “Ehm, Ginny, ho lavato i capelli e per la fretta ho sbagliato a prendere la crema sulla mensola… Ho preso la tua per capelli rossi sbiaditi invece che quella per capelli ricci e crespi!” Ginny scoppiò a ridere. Poi, prima che potessero dire qualcos’altro, Harry passò per il bagno e si fermò. Come Ginny, era incredulo e si stropicciò gli occhi essendo sicuro di non aver visto bene. “Hermione! Ma cosa…?!” e anche lui scoppiò a ridere. Pansy s’infervorò. “Ehi, ma andatevene al diavolo!” e li sospinse fuori dalla stanza con la forza e chiuse la stanza a chiave. All’improvviso, si manifestò tutta la rabbia che non aveva provato nelle ultime ore. Scoppiò a piangere, rendendosi conto che la sua vita sarebbe stata complicata e snervante. Rimase lì finché non bussò Ron. “Hermione, sono ore che sei lì dentro! Tutto ok? L’ultima volta eri rinchiusa con un troll… Dai, posso entrare?”  “Vai a rompere qualcun altro, idiota!!”  sbottò Pansy, non riuscendo a nascondere le lacrime nella voce. “Ok, allora mi costringi ad usare le maniere forti…  Ti avviso, sto entrando, non è colpa mia se poi ti trovo mezza nuda…” si sentì un piccolo “Alohomora!  e il ragazzo entrò. Ma non rise quando la vide, al contrario le si avvicinò e le mise una mano sulla spalla, che tuttavia Pansy distolse. “Dai, Hermione! Perchè fai così? A tutti capita di sbagliare, non fa niente, tanto tra un mese la colorazione si toglierà! “ Pansy lo guardò. “Senti, se vuoi fare il comprensivo con me non ci riesci rosso! Ok? Ora vai a trovare qualcun altro da scocciare”  e fece per uscire, ma Ron la bloccò con un braccio.”Hermione, ma cosa dici? Non mi avevi mai parlato in questo modo! Cosa ti prende?!”  “Mi prende che se non mi fai passare ti levo quell’espressione da deficiente che hai stampata in faccia e te la attacco sulle figurine dei maghi dispersi!”  disse Pansy, infervorata, e tolse il braccio del ragazzo per poi andarsene in giardino correndo. Ovviamente si era resa conto di cosa avrebbe comportato essere Hermione Granger, ma solo in quel momento sembrava essersi resa davvero conto di tutto quello che la aspettava, che sarebbe successo, che sarebbe cambiato…

Draco Malfoy passeggiava per l’immenso giardino della sua maestosa villa, con indosso dei jeans scuri e una maglietta nera a mezze maniche. C’era una lieve brezza che gli faceva venire la pelle d’oca, ma stava bene così. Era molto pensieroso, e preferiva camminare quando aveva qualcosa a cui pensare. Il fatto era che Pansy lo stava sorprendendo, all’improvviso l’aveva vista più matura, timida e cresciuta, come l’aveva dimostrato il fatto che avesse preferito pensarci su quando le aveva chiesto se l’anno dopo l’avrebbe voluto sposare. Questa nuova Pansy le piaceva molto di più, ed era davvero la donna dei suoi sogni. Prima di questo cambiamento era eccessivamente elettrica, dinamica, pettegola, e stava seriamente prendendo in considerazione l’ipotesi di lasciarla. Ora invece ne era innamorato più che mai.  I suoi pensieri furono interrotti da una voce alle sue spalle. “Draco, ti stavo cercando!” Il ragazzo si voltò: un uomo sulla quarantina alto, con lisci capelli biondi platino e dei profondi occhi grigi stava venendo verso di lui. “Buonasera, padre” disse. “Draco, è un po’ che non parliamo da soli, ultimamente siamo stati molto lontani per il mio lavoro. Come stai? Ti vedo strano e cresciuto!”  “Padre, non è niente, solo che tuo figlio è davvero innamorato della sua ragazza,tutto qui.” Lucius Malfoy gli riservò uno sguardo strano, quasi di rimprovero. “Draco! Lo sai che l’amore è una cosa effimera, che prima o poi ci lascia, scomparendo e rimanendoci delusi,te l’ho sempre detto!” Anche Draco lanciò uno sguardo indecifrabile al padre. “Queste sono solo tue ipotesi, padre. Io amo Pansy e nessuno mi farà mai cambiare idea.“ E con queste parole se ne andò, lasciando da solo il padre che  si chiese cosa aveva fatto di male per meritarsi un figlio che credeva nell’amore.

Hermione era seduta sul divano del salotto. Pensava ad Harry e Ron, a Ginny che doveva essere felicissima perché stava con Harry, alle nozze di Bill e Fleur… E poi il giorno dopo ci sarebbe stata quella maledetta cena a casa Malfoy. Aveva paura di sembrare strana, e non sapeva come comportarsi perché se avesse fatto la pettegola e immatura ragazzina diciassettenne Draco se ne sarebbe accorto. Decise di non pensarci quando si ricordò che doveva ancora dare la risposta a Draco. Andò nella sua stanza e trovò il famoso braccialetto, disse “Draco” e poi si sentì un’interferenza. “Pansy!” disse la voce del ragazzo. Hermione sospirò, sollevata. Ce l’aveva fatta. “Draco! Senti io ci ho pensato e…”  “Allora?”  “Certo che voglio sposarti!”  “Amore mio! Sapessi quanto sono felice…” Hermione dal canto suo si morse il labbro e si guardò allo specchio. Pansy Parkinson le restituiva lo sguardo. E se fosse davvero stato come pensava quest’ultima? Se avessero davvero svelato l’incantesimo a qualcuno e sarebbe rimasta per sempre nel suo corpo? Sarebbe stata per sempre la signora Malfoy? Il solo pensiero le fece venire il mal di stomaco, ma solo perché una parte di lei era felice al solo pensiero… “Hermione, ma cosa pensi!” si disse, buttandosi sul letto. Quella era proprio una brutta faccenda.

Ron era in sella alla sua scopa, turbato per il comportamento di Hermione. Decise di non pensarci e continuò a volare, avviandosi a Dreamming Street, dove abitava Lola Grant. Sperava  di incontrarla per strada, non gli andava di andarla a trovare a casa. Assorto in questi pensieri, posò la scopa in un prato nei dintorni e  iniziò a camminare, guardandosi intorno. Poi una coda di cavallo bionda e riccia apparve quando girò l’angolo, era lei, con indosso dei jeans e una maglietta azzurra e stava cantando la canzone che avevano ballato la sera prima, “I love You”.

“ I love you prince of my life, you are the star of my sky, I will love you forever…”

Ron sorrise: era un buon segno il fatto che stesse cantando quella canzone, voleva dire che quel momento le era rimasto impresso… Decise di fare qualcosa di romantico, tanto per farla sorridere un po’. Fortunatamente lei era di spalle così non lo aveva vista. Per Ron quello era il momento giusto per fare colpo, la strada era deserta e c’era il tramonto… Decise di andarle vicino e continuare la canzone.

“I love you princess of my life, you are so beautiful and nice, when I see you I see the paradise…I would be there with you because I love you, I will love you forever…”

Terminò il ritornello e Lola si girò, rimanendo stupita. Quando lo vide rimase a bocca aperta. “Ron! Ma che ci fai qui?”  “Niente, facevo un giro lontano da casa” Lola arrossì. “Oh Dio, hai sentito che stavo cantando la canzone che abbiamo ballato ieri sera…”Ron fece finta di non capire. “E allora? Che fa?” Lola scrollò le spalle e decise di cambiare argomento.” Facevo un giro, tanto per distrarmi dalla solitudine, è così brutta l’estate!”  “Perchè? Insomma, in estate non c’è scuola, siamo più liberi di fare quello che vogliamo…”. Lola fece uno sguardo sognante. “Quello che voglio fare è avere avventure, ed io le ho solo ad Hogwarts, cioè, il massimo che mi è capitato è sgaiattolare nella sala dei prof  per vedere se c’erano i test di Pozioni…” Ron rise. “Dovresti essere amica di Harry, non ti annoieresti mai! Comunque, se ti va di vivere un’avventura ci sono sempre io, se ricordi che posso materializzarmi…” Gli occhi della ragazza brillarono. “Davvero? Insomma,non è illegale…?” Ron fece l’occhiolino. “No, e poi sarebbe una bella avventura fare qualcosa di illegale, non trovi?!”  Lola annuì, entusiasta, e lo abbracciò. “Grazie Ron!” Il ragazzo arrossì, e decise dove portarla. Le sarebbe piaciuto di sicuro… si smaterializzarono e si ritrovarono a Londra. Erano in un luna park. Ron aveva preso quest’idea da un film Babbano che Hermione gli aveva fatto vedere un pò di anni prima, e sperò che quest’idea piacesse a Lola. C’era tanta gente, bambini minuscoli con in mano lo zucchero filato e i palloncini, mamma premurose che gli tenevano la mano. C’erano degli strani “monumenti” simili a quelli del film e Ron ricordò che si chiamavano giostre, tutte illuminate alla luce del tramonto. “Ron, ma dove…?” chiese Lola, esterrefatta. Non era mai stata in quel luogo così strano ma allo tempo così magnifico e affascinante. Il ragazzo le rivolse un sorriso rassicurante. “Si chiama Luna Park, è un luogo dove vanno i Babbani per divertirsi, ora seguimi…” La condusse davanti alla ruota panoramica. Lola sgranò gli occhi: non credeva che i Babbani, nonostante fossero privati della magia, avessero le risorse per creare quelle cose meravigliose. “Dai vieni!” la invitò Ron, e la fece salire sopra la giostra. Ma Lola assunse un’espressione strana appena la ruota iniziò a salire. “Che c’è?”  “Ron, io… io soffro di vertigini!!!” Ron rimase mortificato. “Lola, io non lo sapevo…”  La ragazza non rispose , ma tremava. “Ron, mi gira la testa”  “Tra un po’ finirà, vieni qui, vediamo se ti passa,comunque non ti avrei mai portata qui se lo avessi saputo!” Lei si avvicinò, e il ragazzo le accarezzò i capelli, stringendola a sé. Dal canto suo, Lola si sentì subito meglio.

“Allora, Pansy, cosa vorresti fare una volta finiti gli studi ad Hogwarts?” chiese Narcissa Malfoy alla sua futura nuora mentre la cameriera stava servendo il dolce. Hermione  e i genitori erano arrivati a casa alle otto e per tutta la cena non si era parlato altro che di lavoro, del Ministero della Magia e del professor Piton. Fortunatamente era quasi finita; la ragazza non si sentiva a suo agio lì, con quelle persone che non pensavano altro che criticare gli altri e addirittura ad un certo punto erano fuoriusciti anche i nomi di Ron, Harry e lei, e si era dovuta trattenere dal non buttare in faccia a Lucius Malfoy la bottiglia di Burrobirra. Non lo sopportava proprio, e questa era una motivazione in più per impegnarsi a tenere la bocca chiusa: tra tanti suoceri, Lucius Malfoy era l’ultimo che avrebbe preferito! Ma era arrivato il momento che Draco tanto attendeva: annunciare le loro nozze. Le fece segno che avrebbe parlato lui per primo e si schiarì la voce. I loro genitori lo guardarono, perché si aspettavano una risposta da Pansy, non da lui. Jack Parkinson tremava: era un brutto segno che, proprio riguardo il suo futuro, Pansy lasciasse rispondere il suo ragazzo, e nella sua mente non riuscì a pensare altro che a qualcosa di brutto, tipo che sua figlia fosse incinta. Tremava, e se fosse stato vero? Gli avrebbe rotto la faccia a quel bamboccio, di sicuro, ma i suoi pensieri furono interrotti proprio da quest’ultimo. “Bene, io e Pansy volevamo annunciarvi che Pansy è…”  Il signor Parkinson non gli lasciò finire la frase e iniziò ad urlare, pensando di aver pensato giusto. “Allora è così? Bene, bene, Pansy, fuori da casa mia! E quanto a te, idiota, avresti potuto aspettare, hai trascinato mia figlia nell’inganno! Il bambino ve lo crescerete voi, io non vi aiuterò!” Tutti guardavano Jack Parkinson strabiliati, Hermione specialmente. La cameriera si era immobilizzata nell’atto di servire il dolce a Narcissa Malfoy.Poi sua moglie rise. “Tesoro! Ma cosa ti è saltato in mente?! Draco mica ha detto che nostra figlia è incinta?!? Ma stai bene? Lo dicevo io che non dovevi bere quell’idromele, ti fa alzare la pressione…” L’uomo arrossì: si era lasciato trasportare dalla paura, che figuraccia, ma almeno non era vero, sua figlia non era incinta!! Draco ritossì, e tutti lo guardarono. “Vi stavo dicendo, Pansy è stata felicissima di accettare la mia proposta di matrimonio e abbiamo deciso di sposarci al più presto una volta terminati gli studi ad Hogwarts.”  Silenzio. La cameriera si affrettò a servire l’ultima porzione di dolce e se ne fuggì in cucina, sicura che sarebbe successo il pandemonio. Le due donne si guardavano vacue, poi Lucius fu il primo a prendere in mano la situazione. “Cosa?” chiese, con una faccia assassina. Tuttavia Draco si sentiva spavaldo. “Ho appena detto che io e Pansy abbiamo deciso di sposarci appena terminati gli studi, padre” Lucius perse il controllo e tentò di alzarsi, ma sua moglie lo trattenne. “Calma, caro, calma, ora ne parliamo!” L’atmosfera era fredda e impaurita, Hermione avrebbe tanto voluto fuggirsene da quella casa. La seconda a parlare fu la signora Parkinson. La sua voce tremava appena, ma decisa a risolvere la questione. <> iniziò a dire, guardando sua figlia in tralice. “Ma, ragazzi, insomma, avrete appena diciott’anni! Perché non le posticipate, solo di pochi anni? Insomma, così potete ancora godervi la gioventù, trovarvi un lavoro con più calma, e il tutto con il nostro appoggio…” Ma il signor Malfoy la interruppe. “Scusami, Christine, ma dopo questo mio figlio non avrà nessun appoggio da parte mia, e di conseguenza nemmeno da mia moglie, vero cara?” chiese minacciosamente alla moglie, la quale si guardò intorno spaventata.” Lucius, non fare così!” chiese con veemenza, ma il marito le puntò la bacchetta contro. Hermione e la signora Parkinson sobbalzarono, la cameriera spiava il tutto con un’aria impaurita. “Cosa?? Donna, vuoi che abbandoni anche te…?”  “Basta!” Hermione si era alzata, cacciando fuori tutto il suo coraggio di Grifondoro. “Mi scusi, Lucius, ma non capisco perché se la prende tanto! Insomma, cosa le costa parlarne con noi? Così non risolve niente, se non mettendosi davvero contro suo figlio!”  Lucius la guardò sprezzante. “Pansy, ti stai lasciando trascinare da mio figlio, o sei tu che lo trascini nel mondo del coraggio, dell’amore…? Volete capire o no che l’amore non esiste e ne rimarrete fregati tra nemmeno dieci anni?”  Queste parole furono ascoltate con attenzione dai presenti, che sentivano l’atmosfera sempre più pressante, ma Narcissa ne parve offesa. “Ah, è così? Allora perchè non me lo dici in faccia che non mi ami più?”  sbottò, con gli occhi che luccicavano. “ Ma Narcissa, non fraintendere…”  “Ah no? Guarda che io lo avevo capito, sai? Sempre al Ministero, sempre a cena con i tuoi amici e tua moglie ha dovuto crescere tuo figlio! Poi, diciassette anni dopo, te ne esci dicendo a tuo figlio che l’amore non esiste… Cosa pretendi, dopo essertene infischiato di lui da sempre? Sono anni che mi tengo dentro queste parole!! Draco?” chiese infine a suo figlio, “Ti impartisco la mia benedizione, e anche a te Pansy. “Il marito se ne andò fuori, sbattendo la sedia e la porta violentemente, mentre i Parkinson autorizzavano la figlia a sposarsi. Ma Hermione  e Draco sapevano che oramai era iniziata una battaglia, e che Lucius Malfoy li avrebbe ostacolati fino allo sfinimento.

Alla fine di un’altra giornata, Pansy, dopo essere stata tutto il giorno seduta in giardino, se ne andò a dormire. Non ce la faceva più, voleva la sua vita. E poi, si era anche persa la cena a casa dei Malfoy. Chissà com’era andata! Sperò con tutto il suo cuore che fosse filato tutto liscio e che nessuno avesse sospettato di Hermione,e soprattutto che i genitori avessero acconsentito alle loro nozze. Con questi pensieri si addormentò, sognando di restare tutta la vita con i capelli rossi e costretta a portare i fiori sulla tomba della signora Weasley per questo.

 

 

  
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