Capitolo cinque- Rimpianti,momenti romantici e lotte
Pansy stava sudando freddo: quello era
l’evidente segno che non era lei, e Ginny già quella mattina aveva notato delle
stranezze! Cosa fare? Ma prima che potesse pensarci, tutta la famiglia Weasley
ritornò. Pansy non li aveva nemmeno sentiti arrivare, così non chiuse nemmeno la
porta del bagno e Ginny entrò. La reazione è facile da prevedere. Era rimasta
immobile, sbalordita. “Hermione, che…? “ Pansy si girò dall’altra parte: cosa
inventare? Decise di dire la verità, in parte, ovviamente. “Ehm, Ginny, ho
lavato i capelli e per la fretta ho sbagliato a prendere la crema sulla
mensola… Ho preso la tua per capelli rossi sbiaditi invece che quella per
capelli ricci e crespi!” Ginny scoppiò a ridere. Poi, prima che potessero dire
qualcos’altro, Harry passò per il bagno e si fermò. Come Ginny, era incredulo e
si stropicciò gli occhi essendo sicuro di non aver visto bene. “Hermione! Ma
cosa…?!” e anche lui scoppiò a ridere. Pansy s’infervorò. “Ehi, ma andatevene
al diavolo!” e li sospinse fuori dalla stanza con la forza e chiuse la stanza a
chiave. All’improvviso, si manifestò tutta la rabbia che non aveva provato
nelle ultime ore. Scoppiò a piangere, rendendosi conto che la sua vita sarebbe
stata complicata e snervante. Rimase lì finché non bussò Ron. “Hermione, sono
ore che sei lì dentro! Tutto ok? L’ultima volta eri rinchiusa con un troll…
Dai, posso entrare?” “Vai a rompere
qualcun altro, idiota!!” sbottò Pansy,
non riuscendo a nascondere le lacrime nella voce. “Ok, allora mi costringi ad
usare le maniere forti… Ti avviso, sto
entrando, non è colpa mia se poi ti trovo mezza nuda…” si sentì un piccolo “Alohomora!” e il ragazzo entrò. Ma non rise quando la
vide, al contrario le si avvicinò e le mise una mano sulla spalla, che tuttavia
Pansy distolse. “Dai, Hermione! Perchè fai così? A tutti capita di sbagliare,
non fa niente, tanto tra un mese la colorazione si toglierà! “ Pansy lo guardò.
“Senti, se vuoi fare il comprensivo con me non ci riesci rosso! Ok? Ora vai a
trovare qualcun altro da scocciare” e
fece per uscire, ma Ron la bloccò con un braccio.”Hermione, ma cosa dici? Non
mi avevi mai parlato in questo modo! Cosa ti prende?!” “Mi prende che se non mi fai passare ti levo
quell’espressione da deficiente che hai stampata in faccia e te la attacco
sulle figurine dei maghi dispersi!” disse Pansy, infervorata, e tolse il braccio
del ragazzo per poi andarsene in giardino correndo. Ovviamente si era resa
conto di cosa avrebbe comportato essere Hermione Granger, ma solo in quel
momento sembrava essersi resa davvero conto di tutto quello che la aspettava,
che sarebbe successo, che sarebbe cambiato…
Draco Malfoy passeggiava per l’immenso
giardino della sua maestosa villa, con indosso dei jeans scuri e una maglietta
nera a mezze maniche. C’era una lieve brezza che gli faceva venire la pelle
d’oca, ma stava bene così. Era molto pensieroso, e preferiva camminare quando
aveva qualcosa a cui pensare. Il fatto era che Pansy lo stava sorprendendo,
all’improvviso l’aveva vista più matura, timida e cresciuta, come l’aveva
dimostrato il fatto che avesse preferito pensarci su quando le aveva chiesto se
l’anno dopo l’avrebbe voluto sposare. Questa nuova Pansy le piaceva molto di
più, ed era davvero la donna dei suoi sogni. Prima di questo cambiamento era
eccessivamente elettrica, dinamica, pettegola, e stava seriamente prendendo in
considerazione l’ipotesi di lasciarla. Ora invece ne era innamorato più che
mai. I suoi pensieri furono interrotti
da una voce alle sue spalle. “Draco, ti stavo cercando!” Il ragazzo si voltò:
un uomo sulla quarantina alto, con lisci capelli biondi platino e dei profondi
occhi grigi stava venendo verso di lui. “Buonasera, padre” disse. “Draco, è un
po’ che non parliamo da soli, ultimamente siamo stati molto lontani per il mio
lavoro. Come stai? Ti vedo strano e cresciuto!” “Padre, non è niente, solo che tuo figlio è
davvero innamorato della sua ragazza,tutto qui.” Lucius Malfoy gli riservò uno
sguardo strano, quasi di rimprovero. “Draco! Lo sai che l’amore è una cosa
effimera, che prima o poi ci lascia, scomparendo e rimanendoci delusi,te l’ho
sempre detto!” Anche Draco lanciò uno sguardo indecifrabile al padre. “Queste
sono solo tue ipotesi, padre. Io amo Pansy e nessuno mi farà mai cambiare
idea.“ E con queste parole se ne andò, lasciando da solo il padre che si chiese cosa aveva fatto di male per
meritarsi un figlio che credeva nell’amore.
Hermione era seduta sul divano del
salotto. Pensava ad Harry e Ron, a Ginny che doveva essere felicissima perché
stava con Harry, alle nozze di Bill e Fleur… E poi il giorno dopo ci sarebbe
stata quella maledetta cena a casa Malfoy. Aveva paura di sembrare strana, e
non sapeva come comportarsi perché se avesse fatto la pettegola e immatura
ragazzina diciassettenne Draco se ne sarebbe accorto. Decise di non pensarci
quando si ricordò che doveva ancora dare la risposta a Draco. Andò nella sua
stanza e trovò il famoso braccialetto, disse “Draco” e poi si sentì
un’interferenza. “Pansy!” disse la voce del ragazzo. Hermione sospirò,
sollevata. Ce l’aveva fatta. “Draco! Senti io ci ho pensato e…” “Allora?” “Certo che voglio sposarti!” “Amore mio! Sapessi quanto sono felice…”
Hermione dal canto suo si morse il labbro e si guardò allo specchio. Pansy
Parkinson le restituiva lo sguardo. E se fosse davvero stato come pensava
quest’ultima? Se avessero davvero svelato l’incantesimo a qualcuno e sarebbe
rimasta per sempre nel suo corpo? Sarebbe stata per sempre la signora Malfoy?
Il solo pensiero le fece venire il mal di stomaco, ma solo perché una parte di
lei era felice al solo pensiero… “Hermione, ma cosa pensi!” si disse,
buttandosi sul letto. Quella era proprio una brutta faccenda.
Ron era in sella alla sua scopa, turbato
per il comportamento di Hermione. Decise di non pensarci e continuò a volare,
avviandosi a Dreamming Street, dove abitava Lola Grant. Sperava di incontrarla per strada, non gli andava di
andarla a trovare a casa. Assorto in questi pensieri, posò la scopa in un prato
nei dintorni e iniziò a camminare,
guardandosi intorno. Poi una coda di cavallo bionda e riccia apparve quando
girò l’angolo, era lei, con indosso dei jeans e una maglietta azzurra e stava
cantando la canzone che avevano ballato la sera prima, “I love You”.
“ I love you prince of
my life, you are the star of my sky, I will love you forever…”
Ron
sorrise: era un buon segno il fatto che stesse cantando quella canzone, voleva
dire che quel momento le era rimasto impresso… Decise di fare qualcosa di
romantico, tanto per farla sorridere un po’. Fortunatamente lei era di spalle
così non lo aveva vista. Per Ron quello era il momento giusto per fare colpo,
la strada era deserta e c’era il tramonto… Decise di
andarle vicino e continuare la canzone.
“I love you princess of my life, you are so beautiful
and nice, when I see you I see the paradise…I would be there with you because I
love you, I will love you forever…”
Terminò
il ritornello e Lola si girò, rimanendo stupita. Quando lo vide rimase a bocca
aperta. “Ron! Ma che ci fai qui?” “Niente,
facevo un giro lontano da casa” Lola arrossì. “Oh Dio, hai sentito che stavo
cantando la canzone che abbiamo ballato ieri sera…”Ron fece finta di non
capire. “E allora? Che fa?” Lola scrollò le spalle e decise di cambiare
argomento.” Facevo un giro, tanto per distrarmi dalla solitudine, è così brutta
l’estate!” “Perchè? Insomma, in estate
non c’è scuola, siamo più liberi di fare quello che vogliamo…”. Lola fece uno
sguardo sognante. “Quello che voglio fare è avere avventure, ed io le ho solo
ad Hogwarts, cioè, il massimo che mi è capitato è sgaiattolare nella sala dei
prof per vedere se c’erano i test di
Pozioni…” Ron rise. “Dovresti essere amica di Harry, non ti annoieresti mai!
Comunque, se ti va di vivere un’avventura ci sono sempre io, se ricordi che
posso materializzarmi…” Gli occhi della ragazza brillarono. “Davvero?
Insomma,non è illegale…?” Ron fece l’occhiolino. “No, e poi sarebbe una bella
avventura fare qualcosa di illegale, non trovi?!” Lola annuì, entusiasta, e lo abbracciò. “Grazie
Ron!” Il ragazzo arrossì, e decise dove portarla. Le sarebbe piaciuto di
sicuro… si smaterializzarono e si ritrovarono a Londra. Erano in un luna park.
Ron aveva preso quest’idea da un film Babbano che Hermione gli aveva fatto
vedere un pò di anni prima, e sperò che quest’idea piacesse a Lola. C’era tanta
gente, bambini minuscoli con in mano lo zucchero filato e i palloncini, mamma
premurose che gli tenevano la mano. C’erano degli strani “monumenti” simili a
quelli del film e Ron ricordò che si chiamavano giostre, tutte illuminate alla
luce del tramonto. “Ron, ma dove…?” chiese Lola, esterrefatta. Non era mai stata
in quel luogo così strano ma allo tempo così magnifico e affascinante. Il
ragazzo le rivolse un sorriso rassicurante. “Si chiama Luna Park, è un luogo
dove vanno i Babbani per divertirsi, ora seguimi…” La condusse davanti alla
ruota panoramica. Lola sgranò gli occhi: non credeva che i Babbani, nonostante
fossero privati della magia, avessero le risorse per creare quelle cose
meravigliose. “Dai vieni!” la invitò Ron, e la fece salire sopra la giostra. Ma
Lola assunse un’espressione strana appena la ruota iniziò a salire. “Che c’è?” “Ron, io… io soffro di vertigini!!!” Ron
rimase mortificato. “Lola, io non lo sapevo…” La ragazza non rispose , ma tremava. “Ron, mi
gira la testa” “Tra un po’ finirà, vieni
qui, vediamo se ti passa,comunque non ti avrei mai portata qui se lo avessi
saputo!” Lei si avvicinò, e il ragazzo le accarezzò i capelli, stringendola a
sé. Dal canto suo, Lola si sentì subito meglio.
“Allora,
Pansy, cosa vorresti fare una volta finiti gli studi ad Hogwarts?” chiese
Narcissa Malfoy alla sua futura nuora mentre la cameriera stava servendo il
dolce. Hermione e i genitori erano
arrivati a casa alle otto e per tutta la cena non si era parlato altro che di
lavoro, del Ministero della Magia e del professor Piton. Fortunatamente era
quasi finita; la ragazza non si sentiva a suo agio lì, con quelle persone che
non pensavano altro che criticare gli altri e addirittura ad un certo punto
erano fuoriusciti anche i nomi di Ron, Harry e lei, e si era dovuta trattenere
dal non buttare in faccia a Lucius Malfoy la bottiglia di Burrobirra. Non lo
sopportava proprio, e questa era una motivazione in più per impegnarsi a tenere
la bocca chiusa: tra tanti suoceri, Lucius Malfoy era l’ultimo che avrebbe
preferito! Ma era arrivato il momento che Draco tanto attendeva: annunciare le
loro nozze. Le fece segno che avrebbe parlato lui per primo e si schiarì la
voce. I loro genitori lo guardarono, perché si aspettavano una risposta da
Pansy, non da lui. Jack Parkinson tremava: era un brutto segno che, proprio
riguardo il suo futuro, Pansy lasciasse rispondere il suo ragazzo, e nella sua
mente non riuscì a pensare altro che a qualcosa di brutto, tipo che sua figlia fosse
incinta. Tremava, e se fosse stato vero? Gli avrebbe rotto la faccia a quel
bamboccio, di sicuro, ma i suoi pensieri furono interrotti proprio da
quest’ultimo. “Bene, io e Pansy volevamo annunciarvi che Pansy è…” Il signor Parkinson non gli lasciò finire la
frase e iniziò ad urlare, pensando di aver pensato giusto. “Allora è così?
Bene, bene, Pansy, fuori da casa mia! E quanto a te, idiota, avresti potuto
aspettare, hai trascinato mia figlia nell’inganno! Il bambino ve lo crescerete
voi, io non vi aiuterò!” Tutti guardavano Jack Parkinson strabiliati, Hermione
specialmente. La cameriera si era immobilizzata nell’atto di servire il dolce a
Narcissa Malfoy.Poi sua moglie rise. “Tesoro! Ma cosa ti è saltato in mente?!
Draco mica ha detto che nostra figlia è incinta?!? Ma stai bene? Lo dicevo io
che non dovevi bere quell’idromele, ti fa alzare la pressione…” L’uomo arrossì:
si era lasciato trasportare dalla paura, che figuraccia, ma almeno non era
vero, sua figlia non era incinta!! Draco ritossì, e tutti lo guardarono. “Vi
stavo dicendo, Pansy è stata felicissima di accettare la mia proposta di
matrimonio e abbiamo deciso di sposarci al più presto una volta terminati gli
studi ad Hogwarts.” Silenzio. La
cameriera si affrettò a servire l’ultima porzione di dolce e se ne fuggì in
cucina, sicura che sarebbe successo il pandemonio. Le due donne si guardavano
vacue, poi Lucius fu il primo a prendere in mano la situazione. “Cosa?” chiese,
con una faccia assassina. Tuttavia Draco si sentiva spavaldo. “Ho appena detto
che io e Pansy abbiamo deciso di sposarci appena terminati gli studi, padre”
Lucius perse il controllo e tentò di alzarsi, ma sua moglie lo trattenne. “Calma,
caro, calma, ora ne parliamo!” L’atmosfera era fredda e impaurita, Hermione
avrebbe tanto voluto fuggirsene da quella casa. La seconda a parlare fu la
signora Parkinson. La sua voce tremava appena, ma decisa a risolvere la
questione. <
Alla
fine di un’altra giornata, Pansy, dopo essere stata tutto il giorno seduta in
giardino, se ne andò a dormire. Non ce la faceva più, voleva la sua vita. E
poi, si era anche persa la cena a casa dei Malfoy. Chissà com’era andata! Sperò
con tutto il suo cuore che fosse filato tutto liscio e che nessuno avesse
sospettato di Hermione,e soprattutto che i genitori avessero acconsentito alle
loro nozze. Con questi pensieri si addormentò, sognando di restare tutta la
vita con i capelli rossi e costretta a portare i fiori sulla tomba della
signora Weasley per questo.