12770. Sono trascorsi vent’anni da quando mio figlio mi cacciò dal pianeta Dafar-Ali. Grazie a degli ingegneri qui sul mio pianeta sono riuscito a costruire un dispositivo che renda la mia nave invisibile al potere di Marduk, per potermi avvicinare di nuovo al suo pianeta senza essere notato dal suo enorme potere. Mi avviai e una volta arrivato decisi di atterrare in una zona boscosa, per far notare di meno la presenza dell’astronave in caso di guardie. Dall’alto ero riuscito a scorgere il tempio dove ero stato condotto l’altra volta, così decisi di ritornare lì. Una volta arrivato, notai che le torce tutt’intorno erano spente, e il tempio sembrava disabitato. Decisi di entrare. Una volta dentro, lo spettacolo che si dipanò davanti ai miei occhi fu orribile. Decine e decine di corpi erano ammassati da tutte le parti; alcuni erano stai scuoiati, ad altri erano stati tolti persino i muscoli, e messi lì accanto al corpo, per chissà quale gioco crudele e perverso. C’erano dei corpi a cui erano stati strappati i denti, e a giudicare dall’espressione del volto ciò era stato fatto mentre erano ancora in vita e senzienti.
“ Mio figlio “ pensai “ Tutto questo è davvero opera di mio figlio? “
Persino il trono era ricoperto di cadaveri, e decisi di andare ad ispezionarlo più da vicino. Corpi, corpi e ancora corpi, tutti abitanti del pianeta morti per un destino crudele o per saziare chissà quale sete di sangue. Ad un certo punto notai una strana protuberanza sulla parete a destra del trono; la premetti e vicino ai miei piedi si aprì una botola, e fecero capolino delle scale da cui derivava un odore peggiore di quello che si era sentito fino ad ora. Scesi, e lo spettacolo fu agghiacciante. Il pavimento era ricoperto di sangue e vermi che si dimenavano fra quelli che un tempo dovevano essere degli esseri viventi, ma ora erano solo un groviglio indistinguibile di carne, muscoli e ossa. Risalì le scale e uscii di corsa dal tempio, mettendomi a piangere. Mio figlio non poteva essere diventato davvero così. Immerso nei pensieri decisi di riavviarmi verso l’Enuma Elish poiché Atrandor, la stella che illumina Dafar-Ali e tutto il sistema di cui fa parte stava per sparire all’orizzonte, e la notte incombeva.
Ma una volta arrivato all’astronave, scoprì che era stata distrutta.