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Autore: tsubychan1984    13/01/2013    2 recensioni
"Ogni volta che chiudo gli occhi ho paura.
Paura che sia l'ultima volta, paura di non riaprirli, paura di quello che c'è dietro le mie palpebre che presto resteranno chiuse per sempre.
Ma soprattutto ho paura di riaprire gli occhi e non ritrovare i tuoi."
Songfic sui Klaine. Character death.
"Non so come... non so quando. Ma prometto di ritrovarti."
Genere: Malinconico, Song-fic, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Glee e i suoi personaggi non mi appartemgono, così come la canzone usata. Scritta perché certe volte mi piace farmi del male.

Avvertimenti: Character Death. Songfic.

Note: OK, non dovevo riesumare i vecchi cd. Ho trovato questa canzone e mi è venuta fuori sta cosa. Ispirata da “Occhi di Speranza” di Eros Ramazzotti, ho sempre adorato questa canzone anche se è triste.

Ci si sente in fondo!






Ogni volta che chiudo gli occhi ho paura.

Paura che sia l'ultima volta, paura di non riaprirli, paura di quello che c'è dietro le mie palpebre che presto resteranno chiuse per sempre.

Ma soprattutto ho paura di riaprire gli occhi e non ritrovare i tuoi.

Invece no, anche stavolta sei seduto accanto al mio letto a tenermi la mano. Si vede che sei stanco, che stai facendo di tutto per non piangere e crollare davanti a me, eppure non ti muovi da qui.

Sei una persona meravigliosa, Kurt, è per questo che ti amo così tanto.

Riesci a sorridermi appena ti accorgi che mi sono svegliato, passandomi lentamente una mano tra i capelli.

Concentro le mie forze nel ricambiare il sorriso, ti stringo la mano sperando scioccamente di non lasciarla mai. Probabilmente sarà così, il mio “mai” al momento è un periodo di tempo piuttosto limitato.

Lo sento, nei muscoli che protestano per ogni minimo movimento, nel respiro che si fa sempre più difficoltoso. E devo ringraziare tutta la morfina che ho in circolo per questo. I medici ormai non possono fare più niente tranne che calmarmi il dolore.

Sento mio padre avvicinarsi, ma non stacco gli occhi dal tuo viso. Annuisco appena quando mi dice che andrà a chiamare mia madre. Lei non ce la fa a stare qui. La capisco, non gliene faccio una colpa. Deve essere dura vedere come la vita mi stia abbandonando così in fretta e non poter fare niente. Sono il suo bambino, e gli sto scivolando via dalle dita come sabbia.

Quasi non posso credere che siano passati solo un paio di mesi da quando abbiamo vinto le nazionali. Sembra una vita fa, e forse lo è davvero. Un altro tempo, un'altra vita. Prima di quella strana stanchezza, prima dei cali di pressione e degli svenimenti, del letto d'ospedale e di tutte quelle analisi, quando ancora non sapevo che sulla mia testa pendeva una sentenza di morte.

Siamo proprio come foglie, vero Kurt? Io sto già volando nel vento e sto per posarmi a terra. Tu no, tu sei il bocciolo di un fiore che sta per aprirsi al mondo, già bello ma che promette di diventare meraviglioso. Il mio rimpianto più grande è proprio il fatto che non sarò lì per vederti brillare sempre di più.

Quasi mi scappa una lacrima al pensiero, ma mi trattengo. La sento fermarsi tra le mie ciglia, esitante. Sbatto subito le palpebre per cacciarla via, non voglio che tu mi veda piangere ancora, non adesso. Ho troppo poco tempo per sprecarlo con le lacrime. Voglio solo riempirmi lo sguardo di te, non riesco a pensare ad altro.

I tuoi occhi Kurt, i tuoi occhi sono tutto il mio mondo.

La prima volta che li ho visti erano chiari, luminosi e sgranati dallo stupore. Azzurri come il cielo d'estate.

Su quello però mi sbagliavo, non sono semplicemente azzurri. A volte mi perdevo a guardati anche solo per capire di quale sfumatura fossero quel giorno. Era come guardare una notte stellata in montagna, quando il cielo è così pieno di luci e stelle che non puoi fare altro che stare fermo ad ammirarlo in silenzio.

Sono così espressivi che a volte parlano per te, ed è un altro dei motivi per cui non mi stancherei mai di fissarli.

Come si illuminano quando sorridi per le piccole cose belle che succedono ogni giorno. O sembrano in tempesta quando sei arrabbiato.

Erano colmi di speranza e gioia incredula poco prima del nostro primo bacio.

La prima volta che abbiamo fatto l'amore mi hai fissato per tutto il tempo e credevo sul serio che il cuore mi sarebbe scoppiato da quanto mi batteva forte in quel momento.

Mi ritengo fortunato anche solo per aver potuto vedere un simile spettacolo.

Cerco di non pensarci perché non voglio altre lacrime di tristezza e rabbia, voglio andarmene con l'immagine dei tuoi occhi nei miei per un'ultima volta.

Solo che è dannatamente dura lasciarti andare Kurt. Non vorrei mai smettere di accarezzare la tua mano, ma presto, troppo presto, non avrò più la forza di stringerla.

Eppure c'è una parte di me che continua a sperare di rivederti. Sei l'amore della mia vita, non posso arrendermi al fatto di doverti lasciare in questo modo. Ed è completamente da folli, lo so. Forse sono solo stupidi pensieri dovuti al fatto che vivrò ancora, in qualcun altro. Io non ci sarò più, ma i miei occhi si apriranno ancora.

E so già che non faranno altro che cercare i tuoi.

Sorrido al pensiero e tu ricambi.

- Ti amo.- sussurro. Mi spaventa sentire com'è flebile la mia voce.

Mi accarezzi una guancia prima di rispondere.- Sssshhh, ti amo anch'io Blaine. Non sforzarti.-

- A quel... paese.- ansimo pesantemente ma non voglio fermarmi.- Voglio dirtelo finché posso.-

Sospiri prima di portarti la mia mano alla bocca e baciarla. Non aggiungi altro, non ne hai bisogno. Ma io ho qualcosa da dirti.

- Ti troverò di nuovo.-

- Cosa?-

- Ti... troverò di nuovo, Kurt. Lo prometto.-

Ti mordi le labbra per un attimo, immagino per non piangere. Quanto vorrei avere tutta la tua forza.- Blaine...-

-No, asc...ascoltami. So che non credi in Dio o... che ci sia qualcosa dopo. Ma non è questo. Non so se esiste qualcosa... il destino o altro, o se tutto accade per caso. Ma quello che c'è tra noi non finirà così. Non so come... non so quando. Ma prometto di ritrovarti.-

Stai tremando ora nel tentativo di trattenere le lacrime. Vederti così mi uccide più della malattia.

- Però... tu devi vivere, capito? Vivi per me Kurt. Fai... fai tutto quello che volevamo fare insieme. E anche di più. Emozionati ancora. Ar... arrabbiati. Canta. Innamorati. Tutto quello che vuoi. Io ti troverò.-

A quel punto ti chini su di me e mi baci. Posso sentire tutto l'amore che ci metti nel farlo e te ne sono così grato che non saprei come dirlo. Basta che mi tocchi ancora, solo quello.

- Mi credi?- ti sussurro sulle labbra quando ti stacchi.

- Si.-

- Promettimelo.-

- Te lo prometto Blaine. Sul serio.-

Sorrido di nuovo, mentre ti rialzi.

Poco dopo entrano i miei genitori. Mia madre singhiozza mentre mi prende l'altra mano, stringo anche la sua anche se la vita sta scivolando via.

Respiro. Guardo i tuoi occhi. Respiro. Sono così stanco. Respiro. Devo averlo sussurrato, perché il tuo sguardo si fa dolce mentre mi dici di dormire. Respiro. Fisso quel cielo stellato e sento l'ombra di un sorriso sulle mie labbra. Respiro. Chiudo i miei occhi esausti portando con me l'immagine dei tuoi.




Tu che mi vuoi restare accanto
fino all'ultimo momento
tu non parli mentre qui
qui
una lacrima si impiglia
nella rete delle ciglia
e rimane ferma lì
col timore di cadere
non si vuole far vedere
da nessuno né da te
anzi quando me ne andrò
lo farò con un sorriso
così luce resterà
nei miei occhi appena offerti
a chi non li ha mai aperti
ma ben presto lo farà
e allora sì




Kurt non si mosse e non pianse. Restò accanto a quel letto ad ascoltare il pianto sommesso della signora Anderson, mentre Blaine chiudeva lentamente gli occhi. Gli accarezzò dolcemente la mano mentre ascoltava il suo respiro sempre più lento. I macchinari in sottofondo con i loro bip scandivano i minuti che se ne andavano. Non avrebbe saputo dire quando tempo era passato, sempre e comunque troppo poco.

Alla fine il petto di Blaine si alzò per un'ultima volta, poi rimase innaturalmente fermo. Si chinò a baciarlo in fronte, sussurrando “Buonanotte amore” sulla sua pelle ancora calda, ma Blaine non c'era più. Non era più lì.

Uscì, e ancora non piangeva. Lasciò i signori Anderson nel loro dolore, lasciò i medici al loro lavoro ed uscì fuori ora che Blaine non c'era più. Suo padre lo aspettava fuori dalla stanza con Finn e Rachel, ma non si fermò quando lo chiamarono, accelerando il passo fino a correre fuori dall'ospedale.

L'aria frizzante di una sera di fine estate lo accolse, ancora calda e carica di gioia, di risate con gli amici e avventure. Ma Blaine non era più lì.

Solo a quel puntò Kurt iniziò a piangere e a urlare.





gli occhi miei vedranno ancora
dietro gli alberi l'aurora
che dal buio salirà

e vedranno infinità
di ragazzi e di colori
in un'unica città
grande quanto grande è
questo sguardo di speranza
che ho di rivedere te




A volte era strano vedere.

Era stato al buio per così tanto tempo che quasi non ci credeva quando apriva gli occhi la mattina ed era invaso dai colori.

Ricordava quando era bambino e il suo mondo era piombato nel buio. Aveva cercato disperatamente di aggrapparsi ad ogni memoria, ad ogni sprazzo di luce, ma a volte era così difficile credere che fossero esistiti sul serio. Sembrava un altro mondo rispetto al suo, fatto di tatto e udito.

Per questo quando aveva riaperto gli occhi era stato come ricominciare tutto da zero.

Era stato seguito da uno psicologo prima e dopo l'intervento, perché un cambiamento del genere alla sua età e dopo essere stato cieco per tanto tempo poteva essere disorientante.

Lo era stato, certo, ma era anche un dono così grande da non riuscire a descriverlo. Ringraziava ogni giorno la persona che gli aveva dato quella possibilità, anche se non avrebbe mai saputo chi era. Il modo migliore per onorare la sua memoria era sfruttare il suo dono quanto poteva. La vita era breve e imprevedibile, no? E lui non voleva più perdersi niente.

Aveva guardato l'alba sul mare e la neve cadere in montagna. La luna piena nel cielo estivo e la pioggia che cadeva fitta in autunno, lavando via i colori delle foglie.

Osservava tutto e aveva visto delle cose davvero meravigliose, grandi e piccole.

Eppure a volte aveva come la sensazione che mancasse qualcosa. Per quanta bellezza vedesse intorno a lui, c'era sempre quella strana sensazione che gli sussurrava “non ancora”. Per quanto stupido, era come se i suoi occhi fossero alla ricerca di qualcosa. I suoi occhi nuovi, con quel colore particolare. Sua madre li trovava bellissimi, suo fratello sghignazzava che quel colore gli donava. Lui si guardava allo specchio ogni giorno per esaminare quella persona che ricambiava il suo sguardo. Certe volte era ancora strano riuscire a conoscere il proprio aspetto. Non badava a quelle battute, perché quello ora era lui.

Il trillo della porta interruppe i suoi pensieri. Non alzò lo sguardo da quella rivista che in realtà non stava leggendo, ma quando sentì quella risata...

Era di nuovo quel ragazzo, quello che incrociava così spesso nella lavanderia vicino casa sua, come in quel momento. Distoglieva lo sguardo con imbarazzo ogni volta, perché gli bastava sbirciarlo per arrossire ed era una cosa assolutamente ridicola.

La prima volta che lo aveva sentito canticchiare a bassa voce era rimasto immobile a chiedersi se per caso non fosse un angelo o qualcosa del genere.

Come faceva il resto della clientela a restare indifferente?

Ed ecco, di nuovo, quel suono bellissimo. Aveva ricominciato a canticchiare tra sé mentre sistemava le sue cose.

Si alzò per distrarsi, visto che aveva finito con la sua roba, ma quella voce...

Chiuse gli occhi, restando ad ascoltare. A volte si sentiva ancora a suo agio nel buio, quasi al sicuro. Iniziò a svuotare l'asciugatrice con gesti automatici, sempre tenendo gli occhi chiusi e senza distogliere l'attenzione da quel suono meraviglioso a pochi passi da lui. Per questo non si accorse di niente finché non si scontrò con un altro cestino e sentì uno stizzito “attento, idiota!”, mentre le sue cose finivano a terra. Barcollò per un attimo, riaprendo gli occhi per fissare l'uomo che stava uscendo, guardandolo male.

- Che razza di maleducato!- esclamò qualcuno alle sue spalle.- Aspetta, ti do una mano.-

Rimase a bocca aperta. Quella specie di angelo si era chinato vicino a lui e stava iniziando a sistemare il suo bucato nel cestino.

- Oh, non... non devi disturbarti.-

E aveva iniziato a balbettare, perfetto.

- Nessun disturbo, se non ci si aiuta tra vicini... Insomma, abiti qui intorno vero? Ti vedo spesso in questa lavanderia e io sto praticamente dietro l'angolo.-

- Si, abito qui. Anch'io ti vedo spesso.-

Il ragazzo si rialzò con un sorriso, guardandolo dritto negli occhi.

E in quel momento capì cosa gli mancava, cosa stava cercando fin da quando aveva riacquistato la vista. Quegli occhi, quegli occhi erano la cosa più bella che ci fosse al mondo.

Restò a fissarli senza dire nulla, incapace di fare altro se non sorridere. Li aveva trovati, finalmente.

Il ragazzo arrossì sotto il suo sguardo, diventando ancora più adorabile.

- Scusa.- mormorò, incapace di staccare lo sguardo.- E' solo che non ho mai visto niente di più bello dei tuoi occhi.-

Per un attimo pensò di aver fatto un errore a lasciarsi sfuggire quelle parole, perché l'altro reagì in modo strano, quasi sussultando spaventato. Si avvicinò di un passo, quasi incredulo, e con una serie di emozioni che gli illuminavano lo sguardo. Speranza. Ecco, era come se avesse paura di sperare in qualcosa. Lo fissò con attenzione, come cercando qualcosa. Pregò che la trovasse, qualsiasi cosa fosse. Non voleva lasciarlo andare.

Ma poi si sciolse in un sorriso dolcissimo, mormorando sottovoce.- Lo avevi detto che mi avresti trovato.-

Gli scappò un ghigno allegro.- Davvero?-

- Penso di sì.- disse, continuando a sorridere. Gli tese la mano.- Io sono Kurt.-

Kurt. Si, era perfetto per lui. Kurt. Finalmente lo aveva trovato.

- Damien.-



e poi vallate sterminate
incredibili stellate
tutto questo i miei occhi
lo vedranno come prima
e se poi ti incontreranno
rideranno perché allora
riconosceranno i tuoi




Ola!

Spero sia venuta decente, di certo mi sono limitata perché non ne venisse un papiro, già così mi chiedo che mi è saltato in testa di scrivere death!

Qualsiasi imprecisione è ovviamente colpa mia e me ne scuso.

E prima o dopo dovrete togliermi l'ipod prima di fare altri danni :P


Grazie a chiunque abbia letto e commentato!




See you!

Ciriciaux!

Tsubychan1984


   
 
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