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Autore: Splendente come il sole    13/01/2013    2 recensioni
Marco è un ragazzino appena arrivato in Italia dalla Francia, solo con la madre. Il padre è rimasto nella città natale per lavoro, ma dovrebbe raggiungerli a breve.
Nel frattempo la mamma va al lavoro, ed il ragazzino scopre una cantina. Una cantina dove si nasconde qualcosa di particolare, o qualcuno.
Da lì, comincerà tutto. Marco non sa nulla di chi è davvero e di cosa lo aspetta, è solo un bambino ingenuo, apparentemente fragile ed indifeso, che si ritrova ad affrontare nuove realtà, verità crudeli ed inaspettate, esseri insoliti provenienti da un'altra dimensione, e ... sé stesso.
Come affronterà tutto questo Marco ? Immaginate se ad uno di voi, un giorno qualsiasi, capitasse di scoprire una cantina in casa, di vedere chissà cosa, e che da lì la vostra vita cambiasse totalmente... Dalla realtà ad un fantasy pieno di suspense. ;)
Genere: Fantasy, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Marcoooo! Alzati, su !" urlò la mamma dal bagno.
"Sì sì, mamma, un attimo !" urlai di rimando.
"E sbrigati, devi andare a scuola !".
"Oh, e lo so !" pensai, seccato.
Perchè, dannazione ?
Mi alzai controvoglia, e mi guardai intorno.
Totto non c'era.
Ieri, quando la mamma mi aveva chiamato per la cena, gli avevo detto di nascondersi nell'armadio e di non muoversi di lì per nessun motivo.
Speravo mi ascoltasse, ma quando sono tornato in camera mia e ho aperto l'armadio, beh... lui era sparito di nuovo.
Sbuffai e mi diressi in bagno, ancora assonnato.
Feci una doccia veloce, e mi vestii con abiti leggeri.
Ci stavamo avvicinando all'estate e faceva caldo, ormai.
"Insomma Marco, visto che ore sono ?" sbraitò la mamma.
"Sì, mamma, ho capito : oggi niente latte col cacao."
Ed infatti...
Mi diede due euro ed uscimmo rapidamente di casa, lei con la borsa in mano, io con lo zaino sulle spalle.
Mia mamma salì in macchina. "Mi raccomando, sbrigati ad andare."
"Certo, mamma." E prima che potesse chiudere lo sportello, pronta ad avviarsi a lavoro, le scoccai un bacio sulla guancia.
Lei mi riservò uno dei suoi rari sorrisi, poi partì a tutto gas.
Sospirai e mi avviai lungo il marciapiede.
La scuola era vicina, al contrario del negozio d'abbigliamento dove lavorava la mamma, ed io ci andavo sempre a piedi.
All'improvviso, tre miei compagni di scuola apparvero lungo il vialetto e mi vennero incontro. 
Antonio, Gianni e Alessio... Oh no...
"Ehi, cretino ! In ritardo oggi, eh ?" sghignazzò Alesso facendomi infuriare.
"Non mi pare" ribattei senza fermarmi. "Voi sì, se non vi muovete."
Antonio mi afferrò per la collottola e mi strattonò.
Cercai di divincolarmi e di colpirlo, ma gli altri due mi afferrarono e mi buttarono a terra. Poi scoppiarono a ridere.
Arrossii per la vergogna, e sperai che in giro non ci fossero altri compagni. 
No, che figura...
Ma all'improvviso i tre ragazzini volarono via. 
Letteralamente.
Sorrisi. Forse mi ero guadagnato un protettore.  


 





 

   
 
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