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Autore: haroldsecret    13/01/2013    0 recensioni
Vacanza studio. Londra. Due anni.
Una ragazza italiana alle prese con un'amica egocentrica, un ragazzo famoso e, di conseguenza, la celebrità da affrontare.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Viola! Quanto tempo!! Ma quanto sei bella?!?»
Non feci in tempo neanche ad uscire dal terminal che ce l'avevo addosso.
La riconobbi solo dalla voce.Era alta, magrissima, con degli occhi di ghiaccio e i capelli nerissimi e mossi che gli scendevano su due spalle quasi misurate con il righello.  Era stupdenda. Dall'aspetto non avrei mai capito. Non poteva  essere la bimbetta impacciata con le treccine e il gattino di peluche che era otto anni fa. No.
«E... Emma?»
«Non dirmi che non mi riconosci. Chi vuoi che sia?»
Mi saltò addosso e, automaticamente, ci mettemmo a piangere tutte e due. Emma, la MIA Emma.
Rimanemmo lì per moltissimo tempo fino a quando, asciugandosi le lacrime e tirando su col naso, mi prese la mano e mi accompagnò fuori.
«Allora, adesso ti porto a casa tua e poi vieni subitissimo da me. Sono la casa di fianco alla tua, non puoi non trovarmi. Oggi ci rilassiamo, domani alle 8.00 hai il colloquio all'Hard Rock Cafè per l'ammissione. Sono o non sono l'amica più in gamba del mondo? Questo pomeriggio ti porto ad Abbey Road, dato che ami così tanto i Beatles. Poi un giretto sul London Eye e poi ...»
«Emma, calma. Adesso svuoto la valigia, poi dormo. Non hai idea di cosa voglia dire svegliarsi alle cinque di mattina dopo aver passato la serata in discoteca. 
«E i miei? Non li vuoi salutare? Mio fratello? Ti piaceva alle elementari, ricordi?»
«Emma! Sono passati otto anni! Non si ricorderà più neanche il mio nome!»
«Ma se era gasatissimo solo all'idea di vederti! No, non ti ha dimenticato, te lo dico io ...»
«Gasato o no, sono stanca. Poi voglio vedere la casa, devo abituarmi al fatto di essere a Londra.»
«Si, hai ragione. Però ti do massimo due ore, poi vieni con me; voglio fare un giro, è inammissibile che il tuo primo pomeriggio lo passi in casa.»
«Non sarebbe male, in effetti.»
«Tu esci con me, con le buone o con le cattive.»
Ecco. Questa era la Emma che ricordavo. Quando si metteva in mente una cosa, andava fatta. E, come vedevo, in questo non era cambiata.
 
Mi portò a casa con la sua magnifica 500 gialla decapottabile, ascoltando One Direction a tutto volume.
Se ne fregava totalmente della gente che ci guardava come se fossimo degli zombie. Lei era fatta così: il mondo era solo suo, il resto non contava. Avrei voluto scomparire. 
Arrivate davanti a casa mia mi diede le chiavi, mi spiegò quale fosse il suo appartamento, che stava dall'altra parte della strada, mi diede un bacio e scappò via.
E, tutto sommato, pensai che non si fosse accorta che non mi parlava a voce da quasi otto anni.
  
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