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Autore: EvansLove    01/08/2007    3 recensioni
la storia della vita d James e Lily da quando qualcosa comabiò...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era sera tarda a Godric's Hollow. L'aria era immobile se non per qualche refolo che faceva muovere le foglie degli alberi del viale principale del paese ogni tanto.

La casa dei Potter sembrava più strana del solito ai Babbani del villaggio, perchè il giorno prima, James Potter, un'uomo sui vent'anni, con grandi e vivaci occhi nocciola e capelli neri sempre arruffati, aveva portato in casa sua strani oggetti argentati.

Non si sognavano nemmeno lontanamente che James era un mago e gli strani oggetti erano Detector Oscuri.

Quella notte, la luce della loro camera da letto faticava a spegnersi, per l'agitazione della moglie di James, Lily Potter. Aveva occhi a mandorla verde smeraldo e capelli di un rosso intenso, e quando sorrideva era splendida, peccato che in quel momento, il viso era segnato da una profonda inquietudine. Era ormai un anno che erano sotto il mirino del mago più oscuro che il mondo magico avesse mai visto, Lord Voldemort. Un anno in cui, nonostante tutte le precauzioni che i Potter avevano preso, di Voldemort non si era sentito neanche il sospiro ed era per quella ragione che Lily era così preoccupata.

Era seduta vicino il lettino del figlio Harry, che aveva fatto un anno da pochi mesi, e sospirò. James, da dietro, le cinse le spalle. L'amore che provavano l'uno per l'altra era grandissimo, anche se lei ci aveva messo sette anni a capirlo.

"Hai paura amore mio?" lei annuì e deglutì. "E più del solito!" guardò fisso davanti a sè, come se la finestra avesse potuto regalarle forza, e prese le mani del marito. Le scese una lacrima, mentre respirava lentamente, sospirando.

James le baciò la testa e guardò l'orologio, stringendole forte le mani. Era mezzanotte meno venti. Ancora pochi minuti e anche quella giornata di terrore sarebbe passata. Ma ne sarebbe venuta un'altra, e un'altra ancora, almeno fino a che Voldemort non sarebbe stato sconfitto. E avrebbero potuto mancare anni, decenni...

A James salì la rabbia, perchè non poteva fare niente per sua moglie che piangeva impaurita e per regalare un futuro sicuro a suo figlio. Poteva solo stargli vicino con tutto l'amore che provava.

Pop.

Qualcuno si era materializzato. Portando velocemente la mano alla bacchetta, James si girò "Ehi, Ramoso, calma!" era Remus. Lui posò la bacchetta sospirando. Per un attimo aveva temuto il peggio. Guardò il suo amico. Nonostante i vent'anni, strisce grigie avevano cominciato a farsi vedere fra il castano intenso. Sperava che quella visita avesse portato buone notizie, ma fu chiaro che non lo erano.

Remus fece il baciamano a Lily e si sedette. Attorno a lui, i due ragazzi aspettavano.

Lui si strofinò gli occhi e prese a parlare, angosciato "Peter è stato rapito!A casa sua ci sono segnali di lotta!" Lily si portò una mano alla bocca, incapace di dire o fare altro e James spalancò gli occhi nocciola "Ne sei sicuro?" purtroppo, Remus dovette annuire.

Peter era una di quelle precauzioni che i due si erano procurati, l'avevano nominato Custode Segreto. Nessun altro, a meno che non fosse informato da lui, avrebbe potuto entrare o sapere dove si trovavano Lily e James, e ora che era stato rapito, la loro vita era sul filo di un rasoio. L'orologio segnava mezzanotte meno dieci.

All'improvviso, un'urlo squarciò la notte. "Aiuto!" gridava la voce, una voce che tutti in quella casa conoscevano bene, perchè apparteneva a Peter Minus.

Nella camera scoppiò il finimondo. Lily si affacciava alla finestra, prendendo il coraggio a due mani; Remus si smaterializzò da Albus Silente, il loro preside, il solo che poteva aiutarli e James... James che sarebbe morto per salvare un amico, corse giù a vedere cosa succedeva.

Non fece in tempo a vedere l'espressione d'orrore sul volto di sua moglie che aveva visto il Marchio Nero, il segno di Voldemort, non fece in tempo a sentire lei che gli gridava di fermarsi e scese.

Aprì la porta e si trovò davanti un'uomo incappucciato con una fredda voce metallica che sembrava non poter provare sentimenti. Serrò il pugno sulla bacchetta. Il cielo era illuminato dal Marchio, ma nella sera di Halloween, a nessuno sarebbero venuti sospetti, perchè lo avrebbero scambiato per un fuoco d'artificio spettacolare.

"Che cosa vuoi?" disse il ragazzo a denti stretti. Gli rispose una risata fredda, acuta, penetrante. "Sciocco ragazzino, levati!" a quel punto James, sicuro di morire come erano morti Fabian e Gideon Prewett, dovette fare l'unico, disperato tentativo di salvare la sua famiglia "Lily, scappa!Prendi Harry e scappa!" di nuovo quella risata. "Credi, Potter, di potermi fermare?" lui gli ringhiò contro "Tentar non nuoce!" . Voldemort era calmo e tranquillo, quasi come se uccidere non fosse una cosa che gli appartenesse "Molto bene!Vedo che sei preparato in saggezza popolare!Ma questo, temo, non ti salverà!" e tirò fuori la bacchetta. Veloce, troppo veloce, aveva gridato il suo Anatema che Uccide, e con un semplice raggio verde, spezzava una vita.

E mentre James Potter sentiva la vita morire dentro di lui, sentiva che avrebbe voluto solo una parola da dire a sua moglie: "Ti amo!", rivide in pochi secondi il loro primo incontro, gli innumerovoli scontri, il giorno in cui finalmente si erano baciati, il loro matrimonio, Harry appena nato e poi... e poi era morto per salvarla. Un sorriso gli disegnò il viso mentre moriva. Aveva fatto quello che sentiva di dover fare in caso di pericolo. Poi non potè più pensare.

Voldemort scavalcò il corpo ancora caldo. Salì le scale come un'incubo scivola nella nostra e arrivò a Lily. Il suo vero obbiettivo era Harry, che in braccio alla madre, non capiva cosa succedeva e vedeva tutto come un gioco nella purezza del suo primo anno d'età.

Lily stringeva il piccolo a sè. Se Voldemort era salito, James era morto. E lei non avrebbe perso anche Harry. "Levati stupida, levati!" Lily non si mosse "Se devi uccidere lui, ucciderai anche me!" la determinazione negli occhi era forte e non era per niente sorpresa del levarsi della bacchetta che aveva già ucciso. Sapeva che sarebbe successo, che lei sarebbe morta per salvare Harry, e non uscì neanche un tremito da lei. In effetti, volò un sorriso mentre il raggio verde la invadeva.

Perchè avrebbe raggiunto James e perchè era riuscita a proteggere Harry. Finchè il bambino sarebbe stato protetto dai suoi parenti, nessuno avrebbe potuto ucciderlo, neanche il mago più oscuro di sempre. Poi il cuore smise di battere.

Nella stanza, invece, due cuori ancora battevano. Uno puro e innocente, l'altro freddo come la pietra. Il bambino accoglieva col suo sorriso anche quella figura scura, e non sospettava che era intenzionata a ucciderlo. Fece un gesto con le mani, come per essere preso in braccio, ma Voldemort, invece, abbracciò la sua bacchetta "Non sarai te a fermarmi!" il getto verde fu sprizzato con violenza, ma con la stessa violenza, appena toccò la fronte del bambino, tornò indietro.

Il bambino rise, come se quello fosse un gioco. Aveva solo sentito un solletico forte alla fronte, e poi l'altra figura si era accasciata a terra. Ma la mamma glielo aveva detto "Forse devo andare via per un pò. Ma tu non piangere se sarai da solo!Verranno presto da te e non sarai solo!" poi gli aveva dato un bacio.

E lui aveva capito. Ma era tardi e si addormentò sul tappeto, con uno sbadiglio, senza sapere che in quel momento, a poca distanza da lui, piangevano e lo cercavano. Fu presto caricato su una motocicletta volante, e arrivò nella casa dove sarebbe cresciuto. Ma dormiva, e non sapeva che era famoso, che la notte appena vissuta sarebbe diventata un marchio per lui e che aveva una cicatrice a saetta sulla fronte che l'aveva predestinato. Non sapeva niente di tutto questo, ma la mamma gli aveva detto "Ci rivedremo presto!", con la sua solita espressione dolce.

  
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