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Autore: LovelyDead    02/08/2007    1 recensioni
Questa ff ho cominciato a scriverla pensando alla canzone "my sweet prince". Ho ideato una storia dietro e spero di riuscire a renderla come vorrei. Premessa: non è una fiction che scrivo molto spesso, per mancanza di tempo/fantasia/voglia, spero comunque che sia di vostro gradimento. [p.s. come si può facilmente intuire, è sui Placebo XD]
Genere: Romantico, Triste, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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7. Così il 12 Dicembre 1998, una qualsiasi Domenica londinese immersa nel bianco della neve prese vita intorno le 5.30 a.m., quando le follie notturne si erano definitivamente placate e il sole cominciava a rivendicare la sua porzione di cielo.
La luce filtrava dalla finestra del bagno, mentre Brian era concentrato su una vite cadente del lavandino.
"Fottuta vite." disse secco dandole un colpo con la mano.
"Quasi quasi mi sto preoccupando!" esclamò Judy entrando nella stanza con uno sbadiglio.
"Guarda che roba... Perde acqua dannatamente!"
"Ma fottitene, dillo a Steve, lui può tutto."
*Quell'uomo ha quest'aura falsa di saggezza* "Mah... Gli lascio un messaggio in segreteria."
Il ragazzo prese il telefono nella stanza accanto e attese la segreteria.
"Ciao sono Steve, non sono in casa, potete...ah? No, sta zitta, lascia fare a me. Cosa? Elin, ti prego!Oh cazzo, è acceso! Hum, dicevo: lasciate un messaggio dopo il beep." Beep. Brian cominciò a ridere.
"Amico ho bisogno del tuo aiuto qui, passa quando hai un minuto... La tua segreteria comunque è da oscar."
Judy stava sorridendo.
"Lo so, è un grande!" esclamò Brian pensando che lei fosse divertita dalla telefonata.
"No, non ridevo per quello."
"Cosa allora?"
"Niente, è che... Ripensavo a un anno fa."
"E che ci sarebbe di divertente?"
"Huh, I will explain ya soon."
Ancora una volta ritornava alla mente della ragazza il passato, quel così soave passato. Il ricordo, incredibile come trasformi l'evento in qualcosa di così magico, enfatico.
Ancora una volta, reminescenze del passato.
"Ok, lasciamo stare quest'argomento poco originale, piùttosto cos'hai intenzione di fare adesso?" chiese Brian riportando bruscamente Judy alla realtà.
"Eh?" chiese confusa.
"Che vuoi fare ora?"
"Non so, se hai da fare torno a casa..."
"Aw, ora che ci penso, non vorrei abbandonarti così, ma tra non molto avrò una riunione band... e poi Steve dovrà sistemare il lavandino..."
"That's okay. Chiamami più tardi allora."
"Contaci!"
Brian la salutò. Nel frattempo si stava chiedendo se avesse mai provato amore per una donna; uomini forse, ma donne mai, arrivò a questa conclusione.
Gli tornarono alla mente i tempi del liceo, quando era ancora un adolescente con l'infanzia bruciata e una storia con il suo ipotetico bassista, Stefan. In effetti che avesse provato qualcosa di più oltre che bene per lui, non ne era sicuro...
Era certo però che con le donne, aveva fatto solo scappatelle. Già, in quel suo buio periodo della vita in cui nacque la prima bozza di Bruger Queen, poco più di un anno prima.
Il ragazzo sentì improvvisamente il suono (o meglio, rumore) assordante del campanello: era Steve, stranamente in anticipo.
...
Sì, era proprio come lo ricordava: scarlatta e rettangolare, apparentemente una scatola qualsiasi. Ma non lo era, e Judy lo sapeva bene; continuava a fissarla da ore, lì, in un angolo polveroso della soffitta, chiedendosi se davvero era pronta ad affrontare di nuovo tutti quegli scheletri. Forse no. Così nel dubbio, la aprì e rivide ancora quelle foto, quegli oggetti, quelle lettere... Quella sua porzione di vita che le era sembrata tanto meravigliosa quanto inverosimile tanto che nel giro di un mese si perse come lacrime nella pioggia.
Judy passò molto tempo lì sopra, senza accorgersi di quanto questo stesse passando si accasciò a terra, prese un cuscino e con l'intenzione di chiudere un attimo gli occhi, si addormentò.
Trascorsa qualche ora, qualcuno irruppe nella soffitta, ma lei non se ne accorse.
"C'è qualcosa del tuo passato che Brian non sa, non è così?" La ragazza si ridestò spaventata.
"Oh... Stefan! Che ci fai qui?"
"Bri mi ha mandato a prenderti, mi ha dato le chiavi, dice che puoi raggiungerlo al solito bar tra mezz'ora."
"Oh... Hey, ti ringrazio!"
"Di nulla... Anzi è stato un piacere, credo proprio che tu sia una di quelle persone che non deludono mai il prossimo..."
"Esageri! Non mi conosci nemmeno..."
"Be', a pelle, fai a tutti questa impressione."
"Ti ringrazio..." Judy arrossì leggermente.
"Senti un po', cos'è tutta questa roba in questa scatola rossa?"
Lei guardò in direzione dell'oggetto, lo prese velocemente e lo ripose nell'armadio dove di solito risiedeva.
"E'...niente." disse infine con poca convinzione.
"La curiosità mi sta uccidendo! Se me lo dici giuro che non ne farò parola con Bri."
"Humpf... è solo una storia vecchia..."
"Io le adoro le storie vecchie!"
Stefan fece la tipica faccia di quello saggio.
"D'accordo... dunque, fino all'anno scorso stavo con un certo Dave... Siamo stati insieme per 6 anni, poi abbiamo rotto."
Ricordi, ricordi, ricordi. Quante menzogne.
"Perchè?"
"L'ho trovato a letto... con un altro."
Quante volte l'aveva sentito dire che andava fuori per lavoro.
"Mi... dispiace..."
"Mi è passata... Lui era... Bisex e non me l'aveva detto... Mi tradiva da 4 mesi quando l'ho scoperto..."
"Ma Brian è..." cominciò il bassista. Poi si fermò. Pensò che lei non sapesse della sessualità di Brian, ed effettivamente così era.
"Brian è cosa?"
"Brian... ne è a conoscenza?" non doveva intromettersi tra loro.
"No... Non deve saperlo."
"D'accordo..."
Per uno strano scherzo del destino, Judy forse, si trovò in una situazione analoga, ignara di esserlo.
"Direi che è ora di andare." concluse Stefan facendole fretta per evitare il discorso.
"Okay, solo un secondo."
  
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