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Autore: chitta97    13/01/2013    6 recensioni
Jack rappresenta un po' l'inverno , ma le altre stagioni? E' possibile che un umano abbia dei poteri speciali?E una leggenda può innamorarsi?
Storia ambientata dopo il film e che vede come protagonista Jack Frost alle prese con tanti dubbi e sorprese....
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jack Frost, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Amore è dolore?
 

Tremava, questa era una delle poche cose che riusciva a concepire in quello stato d'ansia opprimente.

 

Non era una ragazza adatta per le feste, né tanto meno ad un vestito del genere; certo, meraviglioso, ma anche decisamente sfarzoso !

In effetti l'abito che indossava era il classico modello da principessa: busto leggermente stretto e decorato da incantevoli roselline che scendevano in ghirigori per tutto il tessuto, maniche a sbuffo di un bel bianco candido, gonna ampia e sfumata con un rosa aranciato, il tutto completato da delle semplici ballerine con un piccolo e altrettanto semplice fiocco, niente a che vedere con quello gigante che aveva stretto in vita.

 

Certo, il ballo era a tema ottocentesco, quindi vestiti del genere erano d'obbligo, però...

 

la timidezza non si tirava mai indietro in lei, e la paura di non essere adatta alle situazioni in generale l'accompagnava costantemente.

 

Un passo, due.

Ormai era entrata.

Le luci di mille lampadari quasi l'accecarono e si sentì come opprimere dalla moltitudine di gente presente.

 

Una mano sulla spalla la fece voltare, scostandole la vista dalla miriade di acconciature elaborate e papillon, a un sorriso rassicurante e due semplici codini bruni;

 

Era Roxy, una sua amica, che, gentilmente, le prese la mano e la condusse in un piccolo spiazzo vicino all'angolo buffet.

 

Lì c'erano dei ragazzi, tutti volti più o meno conosciuti.

Alcuni suoi compagni di classe, altri amici di amici, e poi...

Lui...

Jack era lì, con un mezzo sorriso sulla faccia e gli occhi che corsero a lei.

 

Mh...Ciao mh...”

La sua espressione di pura gioia al solo vederlo, si spense.

Non si ricordava nemmeno il suo nome.

 

Ciao Jack”

Rispose ugualmente.

 

Magari era solo imbarazzato, o forse, be, magari...magari aveva la gola secca o-o....

 

Salve ragazzi!”

Una sua coetanea si frappose ai suoi pensieri consolatori.

La conosceva di vista:

bionda, un paio d'occhi smeraldini, isfoggiava un abito purpureo lungo e scollato sulla schiena.

E un sorriso a trentadue denti (malizioso?) stampato sul viso.

 

Ciao Lola”

di lei però se l'era ricordato il nome,

constatò con amarezza, sfumando quell'incresparsi delle labbra in una più sconsolata smorfia.

 

 

Che stupido!

Non poté trattenersi dal sussurrare un (all'apparenza) giovane ragazzo che stringeva tra le mani un bastone decorato da piccole schegge di ghiaccio.

E' proprio uno stupido quel Jack...!”

 

Era rimasto fuori, ma aveva osservato tutto, da quando era entrata timorosamente nella grande sala -stupenda ma allo stesso tempo così diversa in quell'abito principesco, solo i capelli rimasti uguali, adornati da una semplice rosa bianca screziata di rosa.- a quando aveva visto la luce di speranza in quei dolcissimo occhi, spegnersi subitamente alle poche, ma dolorose, parole del suo tanto odiato omonimo.

 

Senza volere, con il suo nervosismo, aveva fatto nevicare un poco.

 

Ogni tanto pensava che forse era meglio andare, che non era giusto spiarla così, però...

Non voleva, non voleva e non ci riusciva.

Per questo accalappiava ogni genere di scuse, seppur patetiche, come “Ma in fondo l'ho aiutata io ad imparare a ballare” o “Devo controllare che vada tutto bene” già...

Ma per il momento non è che andasse poi tutto così bene!

 

Un sospiro.

Quanto avrebbe voluto esser lì, come un normale ragazzo di 16 anni, e ballare insieme a lei, come i questi giorni avevano continuamente fatto.

 

Intanto la musica aveva cominciato ad espandersi, riempendo il clima con un misto di trepidante attesa, gioiosa speranza e amara tristezza.

 

Gli occhi della maggior parte delle ragazze brillavano di emozione, desiderose che, il proprio amato, le invitasse per un dolce e romantico ballo.

 

Alcune furono subito accontentate, altre aspettavano, altre ancora rifiutavano gentilmente inviti non graditi, c'era addirittura chi era andata personalmente ad invitare il proprio cavaliere (!).

 

Evelyn rimaneva ferma nel solito punto, da sola, con il famoso Jack.

 

Un brivido di fastidio percorse la schiena dello spirito del gelo.

 

Tu sai già con chi ballare?”

aveva appena chiesto lui

No, veramente no”

rispose mentre abbassava repentinamente lo sguardo, cercando di celare il rossore, propagatosi sulle gote solitamente nivee.

 

Ah. Allora..”

Quel luccichio brillò più forte nelle iridi color miele della ragazza.

 

Potresti..”

Si?”

Potresti dirmi se trovi Lola?”

Oh...certo.”

 

Cocente delusione si impossessò disperatamente di lei e a malapena le ciglia trattenevano le lacrime.

 

Perciò se ne andò con un improbabile scusa;

lasciò l'edificio e correndo percorse il giardino, fermandosi solo una volta nel piccolo gazebo.

 

Si sedette, la testa tra le mani, aveva cominciato a piangere, sobbalzando ogni volta che sopraggiungeva un singhiozzo più forte.

 

Si era illusa.

Perché avrebbe dovuto invitare proprio lei d'altronde?

Lola era molto più bella e simpatica e...Oh! Maledetta! Perché per una volta non poteva essere lei il centro del gruppo, invece che la solita Evelyn, timida e gentile? Per una volta le sarebbe piaciuto essere al centro dell'attenzione, degli sguardi di tutti, magari mentre danzava con il suo principe azzurro, anche un po' invidiata.

 

Stupide fantasie!

Imprecò mentalmente, in cerca di qualcuno di diverso da lei, a cui dare la colpa.

 

 

Una brezza lieve la circondò e davanti a lei comparve Jack, Jack Frost però.

 

I suoi occhi arrossati dal pianto si posarono su di lui, con quasi una supplica all'interno di quel mare di miele, un ulteriore punta di tenerezza in quello sguardo.

 

Che è successo?”

Una semplice domanda condita dal sorriso rassicurante del guardiano, che voleva essere un gesto di comprensione, riservatezza, con il rischio di suscitare altro dolore nella ragazza.

Lui sapeva, ma non voleva, non poteva, parlare come se fosse lei, perché sarebbe stato un'ipocrita,

perché una minima felicità persisteva dentro di se, velata da quel non-so-cosa che bloccava le esclamazioni di gioia e soddisfazione nello stomaco, lasciando un magone fastidioso e persistente.

Non era pena, ma qualcosa di diverso, una realtà che quasi lo collegava a lei, impedendogli di gioire se lei era triste.

 

Lui...lui”

Un altro scoppio di lacrime che, dirompenti, sgorgavano sulle candide guance.

 

E' uno stupido.”

Mh?”

Sorpresa alzò il volto, dando la possibilità alla luna di rischiararlo.

Ma magari hai solo frainteso, magari te lo avrebbe chiesto dopo.

O forse è ancora troppo ottuso per capire quanto tu sia speciale e che ragazza meravigliosa ha davanti, e ha la fortuna di poter conoscere.”

 

Si avvicinava sempre più e il discorso sembrava sempre più lontano dal generale.

 

La mano sfiorò quella guancia ormai scarlatta, ma si ritrasse all'istante, quasi avesse toccato delle fiamme ardenti, per posarsi più amichevolmente su di una spalla.

 

Quindi se lui non ha colto l'occasione, allora lo farò io:

vuoi concedermi questo ballo?”

 

L'ombra di un sorriso affiorò.

Come i mille prima di questo? Certo che si!”

Un guizzo di divertimento mentre gli prendeva la mano e, ormai automaticamente, assumeva le solite posizioni che tanto avevano studiato.

 

Uno

Due

Tre

Cullati dai suoni della natura che avevano accompagnato le loro numerose lezioni, così diversi dall'orchestra che animava la festa all'interno dell'edificio.

 

Eppure così splendidi in quella loro abitudinarietà.

 

E mai si era sentita così leggera;

tutta quella struggente malinconia, apparsa appena sentite quelle parole, ora veniva accantonata in un recondito angolo della sua mente, che era invece occupata da una dolce quanto ricercata spensieratezza.

 

Mentre i capelli castani si muovevano al vento e il bastone giaceva vicino alla panchina, compagna del suo sfogo, minuscoli bagliori, risplendevano tra le timide lucciole e i fili d'erba imperlati da una leggera rugiada.

 

Luccichii di un anomalo fascino nelle loro tenui sfumature pastello, da cui nasceva qualcosa, dapprima piccolo, quasi insignificante, per poi diventare più slanciato e sbocciare in un semplice fiorellino.

 

Una magia, la magia che modesta, senza attirare l'attenzione, si propagava intorno alla coppia che ballava serena.

 

Ma forse era giusto che quell'incanto rimanesse così, privato, senza spettatori. Perché una magia naturale e bella come una piccola vita che nasce, forse non ha bisogno di essere acclamata: solo l'importanza di ciò, seppur riguardante solo piante, vegetali, lo rende magnifico senza bisogno che ci sia nessuno a confermarlo.

 

E chissà se quel, quei fiori, si rendono conto di quanto la loro vita sarà breve, strappati da una manina paffuta per essere regalati con innocente amore ad una madre, o, più crudelmente calpestati da scarpe pesanti.

Forse la loro esistenza sarà inutile.

 

O forse la loro presenza servirà;

servirà a far sbocciare un sorriso sul volto di un'adolescente innamorata,

o a far strabuzzare gli occhi di un novizio di questo mondo,

o semplicemente a dar lavoro a quelle povere api che lavorano tutto il giorno senza sosta,

o ancora per concorrere con le farfalle per i colori più vivaci e allegri.

 

Ma i due paia di occhi lì presenti non sembravano poter accorgersi di niente che non fosse ogni sfumatura delle iridi dell'altro, dove stavano affogando durante quella danza.

 

 

Era tardi, sicuramente troppo per i suoi standard, ma ancora non riusciva a dormire.

 

Certo, non era la serata che aveva immaginato, ma...era stata ugualmente bellissima!

 

Si era divertita, si era sentita leggera, adatta alla situazione per una volta, come fosse a casa, come se Jack Frost fosse la sua casa, il suo rifugio.

 

Un sospiro sfuggì alle sue labbra rosate.

 

E si ritrovò a pensare a Jack.

 

Ma chissà perché i capelli dorati schiarivano ad un candido bianco, e al posto delle iridi verdi e magnetiche ne comparivano due dalle sfumature del ghiaccio, che si tuffavano subito (o forse era lei a tuffarsi?) nei suoi, mischiando il ghiaccio al miele in un ambrato colore;

 

e subito quella figura diventava la protagonista indiscussa di quelle patetiche fantasticherie adolescenziali.

 

Invano cercava di sostituire a quella carnagione innaturalmente pallida, l'abbronzata di Jack.

 

Già, Jack...

Quel nome.

 

Perché ultimamente i portatori di quel nome si mescolavano nei suoi pensieri?

 

Oh, doveva smetterla di arrovellarsi in stupide elucubrazioni mentali!

 

Si disse e, tiratasi addosso le coperte in un gesto brusco, impose alle palpebre di chiudersi e alla mente di spegnersi.

 

 

Troppo vicini...

In quei giorni la distanza tra di loro era parecchio, troppo, diminuita.

 

E ne aveva paura.

 

Non poteva permettersi di perdere ancora il controllo, come stava succedendo alla loro prima lezione.

 

Lei era innamorata; di uno stupido, vero, ma doveva comunque rispettare i suoi sentimenti.

 

Ancora non ci credeva:

oggi aveva avuto l'occasione di infangare il proprio rivale e invece,

invece lo aveva addirittura difeso.

 

Doveva essere davvero scemo (forse anche più del suo omonimo) per compiere un gesto così masochista.

 

E mentre si accusava tra se e se, continuava a camminare per le vie di quella città lasciando dietro di se un leggero strato di brina.

 

Era ormai notte e lui adorava passeggiare per le strade del villaggio quando tutto taceva, avvolto dal clima di tranquillità e silenzio dato dal sonno che cullava ognuno, grazie a Sandman.

 

Ma anche un'altra entità agiva di notte.

 

Un lieve batter d'ali accompagnò quella mano che, impreziosita da piume multicolori, lo toccò piano, in un misto tra il voler farsi notare, e simbolo di fraternità e comprensione.

 

Si girò di scatto, trovandosi davanti a due occhi color pervinca e un sorriso dolce.

 

Dentolina..!

Che ci fai qua?”

Domandò automaticamente, per poi battersi una mano sulla fronte

Giusto, lavoro! Il dente, questa volta, è caduto per una rissa o per mano del pomello della porta?”

Stava cercando di rendere il tono quanto più simile allo scherzoso, ma evidentemente non ci riuscì molto...

 

Jack, non devi mentire con me.

Io...io ti capisco”

Abbassò lo sguardo, gli occhi improvvisamente lucidi.

Ora Frost era preoccupato.

 

In che senso mi capisci?”

L'espressione della fatina era mutata ulteriormente in una supplica compassionevole.

Ricacciò indietro le lacrime che premevano per sfuggire alle ciglia.

 

Io...Anch'io ero...Innamorata

Q-quando?”

Quando ero appena diventata una leggenda...”

 

Prese fiato, sembrava che l'ossigeno diminuisse sempre più.

 

Ti sei mai chiesto perché il mio palazzo somiglia ad un palazzo indiano? Be, perché io una volta, era una giovane donna indiana, che si sacrificò per ridare di che vivere al suo popolo.

Una volta divenuta la fatina dei denti, in principio, andavo personalmente dai bambini.

E inevitabilmente rincontravo tutte le persone che conoscevo...

Mi faceva male, ma andavo avanti.

Finché un giorno..”

 

Deglutì a fatica.

 

Finché, un giorno, lo incontrai...

Un ragazzo della mia età se fossi stata umana, o poco più.”

 

Ma come, cioè, a quell'età cadono ancora i denti?”

Sapeva di poter risultare inopportuno, ma davvero non riusciva a capire.

 

No.

Era il fratello di un bambino di circa 6 anni, a cui era caduto il primo dentino.

Il caso, o forse il destino, volle che cadessero, in tempi brevi, altri tre o quattro denti, e così gli feci spesso visita.

E ogni volta che lo vedevo il mio cuore saltava un battito.

Lui però...Lui non mi vedeva.

Era grande, troppo, perché credesse ancora in me.

E io soffrivo in silenzio, cercando, scioccamente, di lasciare indizi del mio passaggio, come una piuma, o una traccia di rossetto.

Lui, però, pareva non accorgersene, ignorava volutamente quelle traccie.

Ma io continuavo cocciutamente, e spesso andavo in quella casa anche se non dovevo...

Ero innamorata.

Ero solo stupidamente innamorata.

...

Un giorno decisi di mostrarmi al suo fratellino, così magari mi avrebbe aiutato.

Scelsi il giorno sbagliato.

E mi ritrovai davanti la sua fidanzata.

Non ressi il colpo.

Incominciai a singhiozzare e mi rifugiai nel mio palazzo disperata.

Per tutto quel tempo...

mi ero solo illusa.”

 

Le stille salate ora sgorgavano senza ritegno sul bel viso della fata.

 

Da allora smisi di andare personalmente dai bambini.

Perché quando, anche per sbaglio, incrociavo i suoi occhi, neri come liquirizia, un brivido mi prendeva e...”

Un altro sussulto.

Vedi come il solo ricordarlo mi fa questo effetto?!”

 

Il guardiano del divertimento ora appariva confuso.

 

Allora l'amore era solo dolore.

 

Ripensò ad Evelyn, a lui, anche a Dentolina, e tutto gli parve un patetico e illusorio copione, sempre, inesorabilmente, uguale.

 

 

 

 

Ma mentre quella triste scena si svolgeva nella notte buia, rischiarata da ben poche stelle, misteriosi passi felpati, troppo per essere uditi dai due, risuonarono da un angolo più (o)scuro.

 

Un sorriso strano di una tetra felicità, accompagnava la macabra figura incappucciata dall'identità sconosciuta che emanava uno strano alone di un colore opaco, seppur indefinito.

 

Dietro di se, ad ogni passo, la lieve brina di Frost diventava ghiaccio, distruzione della speranza di vita dei poveri germogli.

 

Il gelo naturale mutava in sola, amara desolatezza, e i fiori novizi appassivano, privati del vigore primaverile.

 

Forse qualcosa stava per cambiare, mutando l'ordine naturale in distruzione, e brama di dominio .

 

Quindi è qua che si trovano le 4 stagioni...”

Di nuovo quel ghigno, un luccichio sinistro dai toni rossastri, come il sangue di una vita che, lentamente, lascia questo mondo...

 

Note dell'autrice:

In primis: scusatemi per il mostruoso ritardo >

Spero che il capitolo un po' più lungo (anche se non di molto in realtà :/ ) compensi in parte...Anche se ho i miei dubbi, ho paura di avervi deluso, mi sembra tutto patetico e pieno di cliché. Ma magari (seee!) mi sbaglio. Spero di non avervi deluso troppo, soprattutto Anaisx, a cui voglio dedicare questo capitolo.

Ovviamente se fa troppo schifo tesoro puoi anche ignorare ciò u.u

Bene, credo di aver concluso, quindi

Bacioni e alla prossima ;)

  
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