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Autore: PinkSpark_    13/01/2013    4 recensioni
Ylenia, una comune sedicenne italiana in cerca di qualcosa (o forse qualcuno) che la faccia star bene davvero, si trova improvvisamente catapultata in una vacanza con due delle sue amiche più care.
Le cose prenderanno una svolta quando sulla sua strada comparirà un ragazzo, quello perfetto per lei. Chi lo sa, forse questa sarà l'estate che le cambierà la vita.
Nota:
Mi sono dilungata molto all'inizio, è stato un errore mio, ma la storia si farà interessante più avanti.
Dal capitolo 8:
"[...] quello che vidi non fu quello che mi immaginavo.
Davanti a me c'era un ragazzo.
Indossava una felpa rossa con il cappuccio calato sul viso e un paio di occhiali da sole scuri Ray-Ban.
Dovevo avere un'espressione sorpresa perchè dopo avermi guardata per un momento mi sorrise mi chiese:“Ciao, tutto bene?”
“Sì, è solo che non mi aspettavo di vedere un ragazzo... pensavo fosse uno scherzo delle mie amiche” ammisi leggermente imbarazzata.
“Capisco” mi disse lui sorridendomi.
Oh-oh, allarme rosso.
Quel sorriso era... era semplicemente fantastico.
'Calma calma calma, respira respira' pensai tra me e me mentre mi sentivo morire dentro.
Quella reazione l'avevo solo con una persona. E no, era impossibile."
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 22

-You should talk with him.-

Il tic tac regolare e continuo dell'orologio mi stava innervosendo, tanto che dovetti compiere uno sforzo sovraumano per non alzarmi dal letto e scagliare quell'oggetto infernale fuori dalla finestra. 
Stavo impazzendo, nel vero senso della parola.
Come se non bastasse la mia testa era una centrifuga di pensieri e continuavo a chiedermi com'era potuto succedere.ù
Che schifo di situazione, era tutto così confuso che non capivo proprio più niente.
Insomma, chi l'avrebbe mai immaginato che avrei reagito così? 
'Sono stata una stupida, ho sbagliato tutto', dissi ancora una volta a me stessa.
Strinsi il cuscino e chiusi gli occhi, cercando di scacciare la feroce emicrania che ormai sembrava essersi appropriata della mia mente. 
'Tutto questo è assurdo e contro ogni logica' mi ripetei per la milionesima volta.
Guardai lo schermo del cellulare con occhi stanchi, leggendo il numero delle chiamate perse: 22, tutte sue.
Niall” mormorai.
Un debole sorriso si fece strada sulle mie labbra: sembrava impossibile eppure era vero.
Tutto d'un tratto sentii l'immediato il bisogno di uscire di lì e così feci: uscii in corridoio trascinando le gambe intorpidite e gettai uno sguardo alla camera di Cate.
Improvvisamente mi assalì un grande senso di colpa: lei era lì quando, con respiro affannato e un'aria tutt'altro che serena, avevo iniziato a salire velocemente le scale per chiudermi nella mia stanza. Aveva anche provato a chiedermi cosa fosse successo ma io l'avevo ignorata e avevo continuato a camminare con passo spedito.
Una stronza, ecco cos'ero stata: lei era la persona più disponibile e comprensiva di questo mondo, non si meritava certo un trattamento del genere.
Avrei voluto scusarmi ma, dopo aver controllato in tutte le stanze, constatai che in casa non c'era anima viva.
Sospirai: avrei risolto quella questione più tardi. 
Scesi al piano inferiore e uscii dalla porta d'entrata con la testa bassa, sperando di non incontrare nessuno sulla mia strada.
Andai dove mi portarono i piedi e una lacrima mi rigò la guancia quando, alzando lo sguardo, scoprii di essere ritornata nella via in cui io e Niall, allora conosciuto da me come Al, eravamo entrati nella pasticceria dei cupcakes.
Gettai uno sguardo alla vetrina e vidi qualcosa, o qualcuno, che mi sembrava stranamente familiare.
Quando realizzai di chi si trattava iniziai a camminare velocemente mentre cercavo invano di asciugarmi le lacrime.
Ylenia!” sentii qualcuno urlare il mio nome.
Ylenia!” non mi girai e continuai a camminare.
Qualcuno mi afferrò per il braccio e mi chiamò ancora una volta, anche se con voce più bassa, costringendomi a girarmi nella sua direzione.
Lo guardai per un secondo ma distolsi subito lo sguardo: non volevo che mi vedesse in quelle condizioni.
Hey, guardami” mi disse con voce calma.
No.” risposi risoluta.
Ti devo parlare.” continuò lui senza curarsi della mia risposta.
Non credo di avere niente da dirti, Liam” dissi questa volta guardandolo negli occhi.
Beh, forse non avrei dovuto: quando incontrai il suo sguardo vi scorsi tutta la sincerità e bontà del mondo e mi lasciai convincere ad entrare per fare qualche chiacchiera.

*Later...*

Non capisco” disse lui incrociando le braccia dietro alla testa dopo che gli avevo spiegato il perchè della mia reazione.
Nemmeno io” ammisi. “Penso che tra tutte le reazioni che avrei potuto avere questa è la più ridicola, infantile e insensata.”
Mi osservai le mani, non sapendo più cosa dire.
Credo di dovermi scusare” esordì lui dopo un po'. “Avrei dovuto dirtelo. Avremmo dovuto.”
No, non ti devi scusare. Credo che abbiate avuto dei buoni motivi per farlo.” dissi guardandolo.
Annuì e continuò:“Sai, ci capita raramente di conoscere ragazze come voi. Penso che Niall abbia voluto proteggerti: essere ventiquattro ore su ventiquattro sotto i riflettori certe volte è estenuante e uscire con noi, seppure da amici o conoscenti, significa essere sulla bocca di tutti.”
Capisco.”
Credo dovresti parlargli” disse guardandomi negli occhi.
Lo penso anche io” ammisi.
Prenditi il tempo necessario ma parlaci, ti prego... ci sta davvero male.”

Arrivai davanti a casa quando il sole stava ormai tramontando e vidi le luci accese.
Feci un respiro profondo e spalancai la porta incontrando gli sguardi delle mie amiche.
Vi va un po' di sushi?” dissi, mostrando la borsina che reggevo con la mano destra.
Con mio grande sollievo le loro bocche si allargarono in un sorriso e mi fecero segno di sedermi accanto a loro sul divano.
Mangiammo tranquillamente, parlando del più e del meno fino a quando non arrivai all'argomento che tutte stavamo aspettando.
Cate... ti devo delle scuse” le dissi abbassando la testa.
Ti va di raccontarci cosa è successo?” mi chiese Anna con un filo di voce.
Annuii e iniziai a parlare loro di ciò che mi era accaduto, compresa la chiacchierata con Liam.
Alla fine della storia, guardandole, incontrai i loro sguardi vispi e i loro sorrisi, che mi confortarono almeno un po'.
Sai, ti brillano gli occhi quando ne parli” mi disse Anna senza smettere di sorridere.
Abbassai lo sguardo imbarazzata e sentii la voce di Cate dire che in fondo era sempre stato così. 
Sentii le guancie prendere colore e cercai di nascondere il viso nella felpa.
Le risate delle mie amiche provocarono a poco a poco anche la mia e capii che dopotutto nulla era perduto.
Vi voglio bene” dissi con il sorriso sulle labbra.
Anche noi” risposero con le loro voci allegre. 
Fu a quel punto che, senza bisogno di altre parole, ci unimmo in un caloroso abbraccio di gruppo.
"E adesso cosa pensi di fare?" mi chiese Cate sorridendo.
"Adesso è tutto da vedere."

Il giorno seguente uscii di buon ora per una passeggiata, anche solo per riflettere: non mi sentivo ancora pronta per parlargli, non avevo idea delle parole che avrei dovuto scegliere per scusarmi né tantomeno quando avrei potuto farlo.
Ormai non sapevo cosa fare, cosa dire, cosa pensare... Non potevo fidarmi più nemmeno di me stessa.
Camminai velocemente con le cuffie nelle orecchie e la testa piena di parole e non mi resi nemmeno conto del piccolo miracolo che avvenne dentro di me: come una ciliegia tira l'altra, anche le mie paure e i rimorsi fecero lo stesso e mi sentii alleggerita... così, tutto d'un tratto.
Immersa nei miei pensieri, mi ritrovai a vagare per la bellissima Londra che, con la sua aria romantica e la magia nascosta in ogni angolo, aveva portato una ventata di novità anche nella mia vita. In men che non si dica le mie labbra si allargarono in un sorriso: mi stavo lentamente rendendo conto della fortuna che avevo nel trovarmi lì e nell'essere parte di un mondo bellissimo e tutto da scoprire, nel poter cantare a squarciagola per la strada, totalmente incurante di chi mi passava accanto lasciandomi un sorriso o uno sguardo pieno di curiosità.
Forse non ero esattamente l'incarnazione della fortuna nelle relazioni amorose ma almeno potevo godermi la mia vacanza, no?
Camminai senza mai smettere di sorridere ed arrivai in uno dei tanti luoghi di cui si legge sui libri di scuola: il famoso Hyde Park.
Mi sedetti sulla verde erba inglese e ascoltai la conversazione di alcune ragazze sedute non molto distanti da me. Parlavano di quanto fosse stupido, estremamente illogico e imprevedibile l'amore. Sorrisi perchè sapevo che avevano ragione: quando meno te l'aspetti arriva e ti sconvolge la vita, ed io ne ero l'esempio concreto.
Quando se ne andarono cominciai a guardare i passanti e fu così che vidi qualcuno che mi sembrava di conoscere...


*Angolo Autrice*

Lo so, lo so, lo so! Scusate per l'ENORME ritardo! Ho avuto problemi con il cumputer e la connessione e non ho potuto aggiornare prima.

Ora... cosa dire? Questo capitolo non mi piace per niente e lo trovo alquanto deludente, spero di far meglio nel prossimo...
Però
c'è Liaaam sdbhiztxgkcvctnyt **
Anyway, avete qualche idea sulla persona che Yle incontra al parco?
Provate a fare qualche ipotesi ;)
Eeeee cosa ne pensate in generale della storia?
Io sto quasi pensando di cancellarla... non mi piace come è scritta, a rileggerla ora mi sembra ridicola.
Ditemi voi se vale la pena di continuare o no.

Xoxo (?),
Yle
 

PS: Quanto è bello il video di Kiss You?! fvsdhcnyjogtn i miei coglioncelli :')
PPS: Non mi lascia mettere l'immagine, sorry ç.ç

  
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