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Autore: Nakatsu    14/01/2013    0 recensioni
Quante volte si era detto di non volersi far coinvolgere dalla vicenda che ora si apprestava a vedere da diversi punti di vista, ma per quanto si sforzasse non riusciva a capire perché una ragazza si dovesse infiltrare sotto false spoglie in una boy band giapponese, di soli uomini, per coprire una terza persona.[...]
Il suo nome era Sakura Haruno, ma più ci pensava più rimaneva sgomento di come una ragazza avesse potuto ingannarlo sul fatto di essere un'altra persona: addirittura un membro della boy band.[...]Per la prima volta Naruto Uzumaki capiva di essere innamorato follemente di quel qualcuno e quel qualcuno era proprio la ragazza infiltrata. Oltre a rispondere alla domanda perchè lei? Aveva da rispondersi ora che so chi è cosa farò? Bella gatta da pelare.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Naruto Uzumaki, Rock Lee, Sabaku no Gaara , Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Gaara, Naruto/Sakura, Sasuke/Sakura
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Nessun contesto
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Angolo dello scrittore: altro capitolo, altro accenno alla misteriosa avventura dell’eroina di questo racconto, che spero che con l’addentrarsi della trama, vi possa appassionare e perché no? Piacere. Ribadendo e accennando che i nostri beniamini tratti dal manga Naruto, vivono esperienze di un mondo parallelo rispetto a quello citato dall’omonimo manga, alcuni character tipici di alcuni personaggi potrebbero risultare un po’ “anomali” rispetto agli standard. Di questo mi scuso ma era per adattarli al contesto non solo della storia ma anche per renderli più credibili come personaggi tratti in una “realtà” di mondo quotidiano ai giorni nostri.Come sempre vi auguro una buona lettura!

Pretty Princess

Svolgimento degli eventi

Una figura tormentata continuava ad aggirarsi per le sale della registrazione. Ora che era stata scoperta, niente di tutto quello che aveva imparato ad amare come professione di promettente cantante sarebbe valso nulla poiché rischiava solamente di perdere tutto per un banale malinteso. Che dire poi della complicazione sentimentale che si andava a creare in una sorta di triangolo amoroso, il cui vertice era proprio lei? L’infiltrata anonima in un mondo maschile di rockettari. Il pensiero volava a Gai, il padre acquisito, che avrebbe detto ora che la propria figlia acquisita si stava schierando dalla parte di coloro che lui pregiudicatamente considerava folli? Forse si, non aveva tutti i torti Gai a considerarli tali. In un certo senso tutti i rocker erano un po’ fumati al naturale, ma doveva ammettere a sé stessa che per la prima volta aveva incontrato degli amici sinceri e mancandogli la figura di persone reali con sani principi, si era aggrappata tanto da farsi subito scoprire da quel insospettabile sfinge di Sabaku no Gaara, il cui amore era palesemente appiccicaticcio al cantante della piccola boy band: Uzumaki Naruto. Guarda caso, sfortuna volesse che lui fosse proprio il ragazzo che voleva motivare a far tornare a cantare amando particolarmente la voce e il sound dell’intera band. Ma l’amore che pensava, da ingenua fan, di protrarre all’infinito per l’incommensurabile Sasuke Uchiha:  figo anche nella vita quotidiana, non contrastava di certo il senso di colpa di riscoprirsi innamorata di un altro. Aiutata da un insolito virile Uchiha e alquanto più passionale di quanto mostrasse in pubblico, per via della notorietà: ora si apprestava a soppesare i pro e i contro dei due ragazzi contesi. Anche se il biondino non aveva la minima idea se lui ricambiasse quei sentimenti che temeva venissero scoperti da un momento all’altro. Con aria melanconica poggiava la testa sul piano liscio e trasparente della finestra della sala prove. Un brivido di freddo e due occhi neri le trapassavano da parte a parte la testa, ben sapendo che fossero accompagnati da altri due paia d’occhi azzurri ma di gradazione e intensità differente appartenenti rispettivamente ad un rossino scettico e ad un biondino incredulo. Avvertiva di quest’ultimo un’aria quasi ferita e scossa, se solo avesse avuto la cortezza di essere più sincera ora non stavano in questa situazione così imbarazzante. Eppure nemmeno quando era in mezzo ai guai, poteva pensare di divenire un membro definitivo in una band di soli maschi, causando loro innumerevoli sofferenze ma anche gioie che nessuno dei tre pensava minimamente di provare nella loro caotica vita di rock star in erba lanciate da poco nel mondo dei VIP.
La mente della ragazza rimase appesa a quei giorni in cui lei stessa non era che una sciocca ragazzina piena di arroganza, pensando di fare la differenza nella vita di uno sconosciuto la cui cosa nota era solo il nome e la riconoscenza di averla salvata da una morte quasi certa. Già bei giorni quelli, ma così lontani che a stento non poteva osare pensare che fosse già trascorso un anno da allora, un anno esatto. Un anniversario denso di significati.

Era trascorso esattamente un anno dall’arrivo in Giappone presso la Todai Studios, un istituto per giovani talenti rigorosamente maschili per boy band di successo. Dopo essersi camuffata per le selezioni nazionali statunitensi, ora doveva anche passare il  blocco dei controlli delle visite mediche obbligatorie per ammettere del tutto i giovani talenti nell’accademia. Ma anche a questo aveva pensato bene ad uno stratagemma per uscirne illesa e del tutto insospettata poiché non era nel proprio intento, farsi scoprire si dal primo giorno di essere ciò che non era: un uomo. Ma bensì di essere una ragazza infiltrata sotto false vesti. Camminando a testa alta con in mano un certificato medico del fratello, seppur ben contraffatto e sostituendo i dati anagrafici quanto personali riguardo a peso/altezza propri fisici, era un effettivo certificato medico a tutti gli effetti.  Anche se si sapeva benissimo che fosse una contraffazione.
Il cuore però le batteva forte nel petto e con indosso indumenti maschili, tentava in tutti i modi di sminuire la femminilità del proprio fisico, che , sol nel camminare aveva un che di sospetto troppo movimento di fianchi e poco di spalle. Quindi camminando a gambe più dritte e impettita più che altro a spalle belle dritte, volto dritto dinnanzi a sé, mascherava la propria femminilità. Seppur sta volta non indossasse nemmeno una parrucca nera, ma i propri veri capelli rosa tagliati semi caschetto ma tenuti fermi con un codino basso che metteva in terribile evidenza la propria fronte ampia e alta, spaziosa. Ma si sa che qualche difetto pur deve metterlo in mostra in quanto ragazzo poco curante dei particolari. Indossando un paio di jeans larghi a vita bassa, coprendo i fianchi con una maglia nera larga e un jilet nero ai piedi delle all stars consunte. Appariva come un ragazzino mal vestito americano medio che era appena tornato in patria. Cambiatasi di abito a casa del padre giapponese, il vero padre biologico, si rese conto che indossando la divisa scolastica aveva buona probabilità di essere scoperta. Nel tragitto tra la scuola e la infermeria andava a sbattere contro un ragazzo dall’aria trasognata e dagli incredibili occhi color onice, il cui sguardo divenne duro come pietra poiché la ragazza che cozzò contro di lui, si alzava malamente infuriata additandolo:
- ehi tu, razza di idiota guarda dove metti i piedi..sarò anche un nano ma esisto!- seppur infuriata Sakura si era calata perfettamente nella propria contro parte mascolina, dimostrando di essere piuttosto pungente.
- ehi tu chi e cosa? Ma chi sei? Ma sai con chi stai parlando ragazzino dai capelli rosa? Oddio un Homo in presenza di un etero…siamo messi bene…- un Uchiha davvero adirato sfoggiava lo sfottò epico dinnanzi ad altri due componenti rimasti spettatori silenziosi del disastro appena avvenuto.
- ma chi sei tu, potresti essere anche un Sasuke Uchiha, ma mi sei venuto addosso…quindi come vedi io ho di meglio da fare cocco! E se vuoi sapere chi sono…- addita senza però rendersi conto del madornale errore appena commesso – Mizuki Haruno la prossima promessa e stella nascente dei D.E.M.O.N. ! Comunque addio babbeo io vado a farmi largo tra la marmaglia insignificante come te!- cosa avrebbe dato per sapere che quello che stava insultando fosse il proprio Uchiha dei sogni proibiti, ma camuffata la voce e l’aspetto più ordinario quanto sciatto rispetto all’immagina pubblica, Sakura diede spettacolo lasciando due ragazzi a terra a ridersela per l’espressione e aura di autentico omicidio aleggiante attorno alla figura del moretto impietrito da tanta audacia e sfrontatezza mostratagli senza un minimo di remore.
I due ridaroli si sapeva avevano finito di ridere preso poiché fulminati dallo sguardo omicida del moretto.
La ragazza, ignara completamente di ciò che aveva innescato come reazione a catena, si dirigeva con cuore contrito verso l’infermeria dato che aveva di “meglio da fare” che imbrogliare un povero medico in erba.
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La visita medica nemmeno avvenne, poiché la ragazza con la propria parlantina in ambito medico, grazie alla vocazione materna per tale materia, da convincere senza alcun sussiego il medico pur di non udire più la sua voce stridula e saccente nella testa per il resto della giornata: perché era chiaro come il sole, che qualunque cosa stesse nascondendo o per carattere il medico stava morendo di trombo al timpano già perforato da svariati minuti e con un “ sisi va bene…d’accordo va per carità…vai dai tuoi amici e studia sodo! Il prossimooo!!!” con tono esasperato. Con propria grande entusiasmo, si dirigeva verso il campus nonché dormitorio per poggiare e cambiarsi d’abito ma si sentiva da un po’ osservata. Difatti non si stava minimamente sbagliando. Un paio di occhi azzurro cielo estivo da quando era uscita dall’infermeria la stavano seguendo con sguardo molto divertito e pieno di ironia. Infatti quando  lei si girava di scatto ecco che quegli occhi divennero sgranati ed ecco come due estranei si incontrarono la prima volta: verde chiaro e sguardo sincero con azzurro cielo estivo intenso ridente, in una miscela esplosiva che aveva già fatto effetto sulla ragazza dai capelli rosa che aveva per prima distolto lo sguardo da quelli appartenenti ad un ragazzo biondo sempre allegro ma segnato da sottili cicatrici lungo le gote imberbi.
- scusa… non volevo spaventarti Haruno vero? – il biondino era il primo a rompere quello strano silenzio imbarazzante caduto fra di loro sorridendo e inclinando il capo da un lato mostrandole così quanto fosse innocuo e amichevole, seppur la ragazza tentasse di omettere il tono di voce sottile:
- etoo…tranquillo non mi hai spaventa..to. Cioè, si un po’ non pensavo di essere seguit..o e quindi come dire. Da quanto lo stai facendo? – occhi strizzati dalla vergogna perché già consapevole sottopelle, di avere già fatto una figura molto brutta poiché temeva che la stesse seguendo dopo la performance di stordimento al povero medico di turno in infermeria.
- mh, devo essere sincero? Okei, lo sarò. Ammetto che ti stavo seguendo da quando hai fatto quella filippica interminabile con il povero Saotome, quel medico è un santo non so come abbia fatto a trattenersi a non sbatterti fuori prima… - piccolo risolino, poi rendendosi conto che forse era stato troppo sfacciato ponendo le mani a mo di resa dinnanzi al petto – bhe senza offesa ma è stata una cosa davvero ridicola…e forte si. Hai per caso qualcuno della tua famiglia invischiato nel campo medico? – curioso come una scimmia attendeva la risposta da quel ragazzo così divertente e dalla capigliatura stramba addirittura : rosa.
Adorava di certo la originalità e poi già l’aveva preso in simpatia da quando aveva fatto infuriare quella sfinge del Teme per cui era già inconsapevolmente entrato nelle proprie grazie di Dobe testa quadra come simpatia. Ma la ragazza ignara di ciò che passasse nella testa del biondino che continuava a sondare ogni proprio piccolo singulto emotivo, stava vivendo un inferno interiore: poiché amante della propria immagine di ragazza e persona  equilibrata ma già temeva di essere compromessa con quella sfuriata con quel maleducato con cui si era scontrata qualche ora prima. Dopo quel colpo basso subito dal biondino, che per il stupore di ritrovarselo davanti quasi stava per tradire il proprio segreto di infiltrata, la stava mettendo alle strette senza saperlo. In cuor proprio in quel determinato istante lo stava odiando con manie omicide.
- etoo… si mia madre è un medico. Però mio padre è  un insegnante di arti maraziali piuttosto convinto si fa chiamare semplicemente Gai e mio fratello si chiama Rock Lee. – Non aveva modo di aggiungere altro perché l’espressione dipinta sul volto del ragazzino divenuto da abbronzato a bianco cencio la spaventava a morte difatti:
- ehi…ma stai bene? Che è successo? Oddio…hai un malore?? Che devo fare…aiutooo…aiuta-t…- ma veniva interrotta da una mano che si aggrappava alla maglia di lei e la fissava con occhi del tutto diversi pieni di luce ed emozione: quasi delle stelline stessero risplendendo tutte assieme a fare da faro.
- tu…sei figlio di Gai e hai come fratello Rock Lee..che dopo il padre è il secondo lottatore professionista di karatè!? Ma è magnificooo…sugoiiii! Voglio che mi adottiate…ecco non è possibile di sicuro, poi sarebbe strano.. già. – dapprima saltellando sul posto esultante, poi ponendo una mano sotto al mento con fare riflessivo dava di sé una pessima reputazione alla povera ragazza, rimasta del tutto di sale e impietrita, che era del tutto fuori di sé e le prudevano le mani perché aveva una gran voglia di strozzarlo. “sono una stupida mi son preoccupata per un Bakasaru del genere…” più arrabbiata con sé stessa che con quell’odioso biondino che continuava a sorridere sempre molto cordialmente al neo amico dandole una pacca ben piazzata sulla schiena. La ragazza pensava di aver smesso di respirare. Ripiegata in avanti, sulle ginocchia, non dava segni di ripresa sino a che si mise a tossire forte.
- oddio…mi dispiace non volevo..stai bene?- con voce ansante il biondino si accucciava accanto a Sakura cercando di capire se stesse bene.
- secondo…te…sto bene dopo…QUEL COLPO A TRADIMENTO! IDIOTA!- e detto ciò un cazzottone partì colpendo/cozzando sul capo duro ma veramente duro del ragazzo biondo che portava le mani al capo dolente:
- AHIA! Manesco…manesco!! Ed io che ti volevo come amico…ahiaaaa!- si metteva a strillare e saltellare dal dolore sul sedere poiché per l’urto non si reggeva più sulle gambe destando però nella ragazza un cambiamento totale di sentimento. Ilarità improvvisa si impossessava del suo corpo senza alcunché di controllo, né tanto meno ragione razionale spiegabile per il fenomeno che stava accadendo.
Ma nonostante le incomprensioni, la faccia di Naruto che era un programma: fu la cosa che ruppe il ghiaccio fra loro due e così dopo essersi alzati e presentati, fu la prima volta che avvenne l’incontro tra i tre in modo del tutto bizzarro e casuale.

  
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