Angolo dello scrittore: altro capitolo, altro accenno alla misteriosa avventura dell’eroina di questo racconto, che spero che con l’addentrarsi della trama, vi possa appassionare e perché no? Piacere. Ribadendo e accennando che i nostri beniamini tratti dal manga Naruto, vivono esperienze di un mondo parallelo rispetto a quello citato dall’omonimo manga, alcuni character tipici di alcuni personaggi potrebbero risultare un po’ “anomali” rispetto agli standard. Di questo mi scuso ma era per adattarli al contesto non solo della storia ma anche per renderli più credibili come personaggi tratti in una “realtà” di mondo quotidiano ai giorni nostri.Come sempre vi auguro una buona lettura!
Pretty Princess
Svolgimento
degli eventi
Una figura
tormentata continuava
ad aggirarsi per le sale della registrazione. Ora che era stata
scoperta,
niente di tutto quello che aveva imparato ad amare come professione di
promettente cantante sarebbe valso nulla poiché rischiava
solamente di perdere
tutto per un banale malinteso. Che dire poi della complicazione
sentimentale
che si andava a creare in una sorta di triangolo amoroso, il cui
vertice era
proprio lei? L’infiltrata anonima in un mondo maschile di
rockettari. Il
pensiero volava a Gai, il padre acquisito, che avrebbe detto ora che la
propria
figlia acquisita si stava schierando dalla parte di coloro che lui
pregiudicatamente considerava folli? Forse si, non aveva tutti i torti
Gai a
considerarli tali. In un certo senso tutti i rocker erano un
po’ fumati al
naturale, ma doveva ammettere a sé stessa che per la prima
volta aveva
incontrato degli amici sinceri e mancandogli la figura di persone reali
con
sani principi, si era aggrappata tanto da farsi subito scoprire da quel
insospettabile sfinge di Sabaku no Gaara, il cui amore era palesemente
appiccicaticcio al cantante della piccola boy band: Uzumaki Naruto.
Guarda
caso, sfortuna volesse che lui fosse proprio il ragazzo che voleva
motivare a
far tornare a cantare amando particolarmente la voce e il sound
dell’intera
band. Ma l’amore che pensava, da ingenua fan, di protrarre
all’infinito per
l’incommensurabile Sasuke Uchiha:
figo
anche nella vita quotidiana, non contrastava di certo il senso di colpa
di
riscoprirsi innamorata di un altro. Aiutata da un insolito virile
Uchiha e
alquanto più passionale di quanto mostrasse in pubblico, per
via della
notorietà: ora si apprestava a soppesare i pro e i contro
dei due ragazzi
contesi. Anche se il biondino non aveva la minima idea se lui
ricambiasse quei
sentimenti che temeva venissero scoperti da un momento
all’altro. Con aria
melanconica poggiava la testa sul piano liscio e trasparente della
finestra
della sala prove. Un brivido di freddo e due occhi neri le trapassavano
da
parte a parte la testa, ben sapendo che fossero accompagnati da altri
due paia
d’occhi azzurri ma di gradazione e intensità
differente appartenenti
rispettivamente ad un rossino scettico e ad un biondino incredulo.
Avvertiva di
quest’ultimo un’aria quasi ferita e scossa, se solo
avesse avuto la cortezza di
essere più sincera ora non stavano in questa situazione
così imbarazzante.
Eppure nemmeno quando era in mezzo ai guai, poteva pensare di divenire
un
membro definitivo in una band di soli maschi, causando loro
innumerevoli
sofferenze ma anche gioie che nessuno dei tre pensava minimamente di
provare
nella loro caotica vita di rock star in erba lanciate da poco nel mondo
dei
VIP.
La mente della ragazza rimase appesa a quei giorni in cui lei stessa
non era
che una sciocca ragazzina piena di arroganza, pensando di fare la
differenza
nella vita di uno sconosciuto la cui cosa nota era solo il nome e la
riconoscenza di averla salvata da una morte quasi certa. Già
bei giorni quelli,
ma così lontani che a stento non poteva osare pensare che
fosse già trascorso
un anno da allora, un anno esatto. Un anniversario denso di significati.
Era trascorso esattamente un anno
dall’arrivo in Giappone
presso la Todai Studios, un istituto per giovani talenti rigorosamente
maschili
per boy band di successo. Dopo essersi camuffata per le selezioni
nazionali
statunitensi, ora doveva anche passare il
blocco dei controlli delle visite mediche obbligatorie per
ammettere del
tutto i giovani talenti nell’accademia. Ma anche a questo
aveva pensato bene ad
uno stratagemma per uscirne illesa e del tutto insospettata
poiché non era nel
proprio intento, farsi scoprire si dal primo giorno di essere
ciò che non era:
un uomo. Ma bensì di essere una ragazza infiltrata sotto
false vesti.
Camminando a testa alta con in mano un certificato medico del fratello,
seppur
ben contraffatto e sostituendo i dati anagrafici quanto personali
riguardo a
peso/altezza propri fisici, era un effettivo certificato medico a tutti
gli
effetti. Anche se
si sapeva benissimo
che fosse una contraffazione.
Il cuore però le batteva forte nel petto e con indosso
indumenti maschili,
tentava in tutti i modi di sminuire la femminilità del
proprio fisico, che ,
sol nel camminare aveva un che di sospetto troppo movimento di fianchi
e poco
di spalle. Quindi camminando a gambe più dritte e impettita
più che altro a
spalle belle dritte, volto dritto dinnanzi a sé, mascherava
la propria
femminilità. Seppur sta volta non indossasse nemmeno una
parrucca nera, ma i
propri veri capelli rosa tagliati semi caschetto ma tenuti fermi con un
codino
basso che metteva in terribile evidenza la propria fronte ampia e alta,
spaziosa. Ma si sa che qualche difetto pur deve metterlo in mostra in
quanto
ragazzo poco curante dei particolari. Indossando un paio di jeans
larghi a vita
bassa, coprendo i fianchi con una maglia nera larga e un jilet nero ai
piedi
delle all stars consunte. Appariva come un ragazzino mal vestito
americano
medio che era appena tornato in patria. Cambiatasi di abito a casa del
padre
giapponese, il vero padre biologico, si rese conto che indossando la
divisa
scolastica aveva buona probabilità di essere scoperta. Nel
tragitto tra la
scuola e la infermeria andava a sbattere contro un ragazzo
dall’aria trasognata
e dagli incredibili occhi color onice, il cui sguardo divenne duro come
pietra
poiché la ragazza che cozzò contro di lui, si
alzava malamente infuriata
additandolo:
- ehi tu, razza di idiota guarda dove metti i piedi..sarò
anche un nano ma
esisto!- seppur infuriata Sakura si era calata perfettamente nella
propria
contro parte mascolina, dimostrando di essere piuttosto pungente.
- ehi tu chi e cosa? Ma chi sei? Ma sai con chi stai parlando ragazzino
dai
capelli rosa? Oddio un Homo in presenza di un etero…siamo
messi bene…- un
Uchiha davvero adirato sfoggiava lo sfottò epico dinnanzi ad
altri due
componenti rimasti spettatori silenziosi del disastro appena avvenuto.
- ma chi sei tu, potresti essere anche un Sasuke Uchiha, ma mi sei
venuto
addosso…quindi come vedi io ho di meglio da fare cocco! E se
vuoi sapere chi
sono…- addita senza però rendersi conto del
madornale errore appena commesso –
Mizuki Haruno la prossima promessa e stella nascente dei D.E.M.O.N. !
Comunque
addio babbeo io vado a farmi largo tra la marmaglia insignificante come
te!-
cosa avrebbe dato per sapere che quello che stava insultando fosse il
proprio Uchiha
dei sogni proibiti, ma camuffata la voce e l’aspetto
più ordinario quanto
sciatto rispetto all’immagina pubblica, Sakura diede
spettacolo lasciando due
ragazzi a terra a ridersela per l’espressione e aura di
autentico omicidio
aleggiante attorno alla figura del moretto impietrito da tanta audacia
e
sfrontatezza mostratagli senza un minimo di remore.
I due ridaroli si sapeva avevano finito di ridere preso
poiché fulminati dallo
sguardo omicida del moretto.
La ragazza, ignara completamente di ciò che aveva innescato
come reazione a
catena, si dirigeva con cuore contrito verso l’infermeria
dato che aveva di
“meglio da fare” che imbrogliare un povero medico
in erba.
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La visita medica nemmeno avvenne,
poiché la ragazza con la
propria parlantina in ambito medico, grazie alla vocazione materna per
tale
materia, da convincere senza alcun sussiego il medico pur di non udire
più la
sua voce stridula e saccente nella testa per il resto della giornata:
perché era
chiaro come il sole, che qualunque cosa stesse nascondendo o per
carattere il
medico stava morendo di trombo al timpano già perforato da
svariati minuti e con
un “ sisi va bene…d’accordo va per
carità…vai dai tuoi amici e studia sodo! Il
prossimooo!!!” con tono esasperato. Con propria grande
entusiasmo, si dirigeva
verso il campus nonché dormitorio per poggiare e cambiarsi
d’abito ma si sentiva
da un po’ osservata. Difatti non si stava minimamente
sbagliando. Un paio di
occhi azzurro cielo estivo da quando era uscita
dall’infermeria la stavano
seguendo con sguardo molto divertito e pieno di ironia. Infatti quando lei si girava di scatto
ecco che quegli occhi
divennero sgranati ed ecco come due estranei si incontrarono la prima
volta:
verde chiaro e sguardo sincero con azzurro cielo estivo intenso
ridente, in una
miscela esplosiva che aveva già fatto effetto sulla ragazza
dai capelli rosa
che aveva per prima distolto lo sguardo da quelli appartenenti ad un
ragazzo
biondo sempre allegro ma segnato da sottili cicatrici lungo le gote
imberbi.
- scusa… non volevo spaventarti Haruno vero? – il
biondino era il primo a
rompere quello strano silenzio imbarazzante caduto fra di loro
sorridendo e
inclinando il capo da un lato mostrandole così quanto fosse
innocuo e
amichevole, seppur la ragazza tentasse di omettere il tono di voce
sottile:
- etoo…tranquillo non mi hai spaventa..to. Cioè,
si un po’ non pensavo di
essere seguit..o e quindi come dire. Da quanto lo stai facendo?
– occhi strizzati
dalla vergogna perché già consapevole sottopelle,
di avere già fatto una figura
molto brutta poiché temeva che la stesse seguendo dopo la
performance di
stordimento al povero medico di turno in infermeria.
- mh, devo essere sincero? Okei, lo sarò. Ammetto che ti
stavo seguendo da
quando hai fatto quella filippica interminabile con il povero Saotome,
quel
medico è un santo non so come abbia fatto a trattenersi a
non sbatterti fuori
prima… - piccolo risolino, poi rendendosi conto che forse
era stato troppo
sfacciato ponendo le mani a mo di resa dinnanzi al petto –
bhe senza offesa ma
è stata una cosa davvero ridicola…e forte si. Hai
per caso qualcuno della tua
famiglia invischiato nel campo medico? – curioso come una
scimmia attendeva la
risposta da quel ragazzo così divertente e dalla
capigliatura stramba
addirittura : rosa.
Adorava di certo la originalità e poi già
l’aveva preso in simpatia da quando
aveva fatto infuriare quella sfinge del Teme per cui era già
inconsapevolmente
entrato nelle proprie grazie di Dobe testa quadra come simpatia. Ma la
ragazza
ignara di ciò che passasse nella testa del biondino che
continuava a sondare
ogni proprio piccolo singulto emotivo, stava vivendo un inferno
interiore: poiché
amante della propria immagine di ragazza e persona equilibrata
ma già temeva di essere
compromessa con quella sfuriata con quel maleducato con cui si era
scontrata
qualche ora prima. Dopo quel colpo basso subito dal biondino, che per
il
stupore di ritrovarselo davanti quasi stava per tradire il proprio
segreto di
infiltrata, la stava mettendo alle strette senza saperlo. In cuor
proprio in
quel determinato istante lo stava odiando con manie omicide.
- etoo… si mia madre è un medico. Però
mio padre è un
insegnante di arti maraziali piuttosto
convinto si fa chiamare semplicemente Gai e mio fratello si chiama Rock
Lee. –
Non aveva modo di aggiungere altro perché
l’espressione dipinta sul volto del
ragazzino divenuto da abbronzato a bianco cencio la spaventava a morte
difatti:
- ehi…ma stai bene? Che è successo?
Oddio…hai un malore?? Che devo
fare…aiutooo…aiuta-t…-
ma veniva interrotta da una mano che si aggrappava alla maglia di lei e
la
fissava con occhi del tutto diversi pieni di luce ed emozione: quasi
delle
stelline stessero risplendendo tutte assieme a fare da faro.
- tu…sei figlio di Gai e hai come fratello Rock Lee..che
dopo il padre è il
secondo lottatore professionista di karatè!? Ma è
magnificooo…sugoiiii! Voglio
che mi adottiate…ecco non è possibile di sicuro,
poi sarebbe strano.. già. –
dapprima saltellando sul posto esultante, poi ponendo una mano sotto al
mento
con fare riflessivo dava di sé una pessima reputazione alla
povera ragazza,
rimasta del tutto di sale e impietrita, che era del tutto fuori di
sé e le
prudevano le mani perché aveva una gran voglia di
strozzarlo. “sono una stupida
mi son preoccupata per un Bakasaru del genere…”
più arrabbiata con sé stessa
che con quell’odioso biondino che continuava a sorridere
sempre molto
cordialmente al neo amico dandole una pacca ben piazzata sulla schiena.
La ragazza
pensava di aver smesso di respirare. Ripiegata in avanti, sulle
ginocchia, non
dava segni di ripresa sino a che si mise a tossire forte.
- oddio…mi dispiace non volevo..stai bene?- con voce ansante
il biondino si
accucciava accanto a Sakura cercando di capire se stesse bene.
- secondo…te…sto bene dopo…QUEL COLPO
A TRADIMENTO! IDIOTA!- e detto ciò un
cazzottone partì colpendo/cozzando sul capo duro ma
veramente duro del ragazzo
biondo che portava le mani al capo dolente:
- AHIA! Manesco…manesco!! Ed io che ti volevo come
amico…ahiaaaa!- si metteva a
strillare e saltellare dal dolore sul sedere poiché per
l’urto non si reggeva
più sulle gambe destando però nella ragazza un
cambiamento totale di
sentimento. Ilarità improvvisa si impossessava del suo corpo
senza alcunché di
controllo, né tanto meno ragione razionale spiegabile per il
fenomeno che stava
accadendo.
Ma nonostante le incomprensioni, la faccia di Naruto che era un
programma: fu
la cosa che ruppe il ghiaccio fra loro due e così dopo
essersi alzati e
presentati, fu la prima volta che avvenne l’incontro tra i
tre in modo del
tutto bizzarro e casuale.