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Autore: Myuzu    14/01/2013    12 recensioni
Vi siete mai chiesti come sono i nostri adorati Big Bang nella vita privata? Immagino di si, come ho fatto io tante e tante volte. Questa storia probabilmente è banale, ma mi andava di scriverla e così ho cominciato, lascio a voi i commenti.
Em è una ragazza coreana di vent'anni che ha per miglior amico niente di meno che GD! I due sono amici d'infanzia e si supporteranno in vari momenti difficili della loro vita tra battibecchi e sfuriate varie. Em ci farà conoscere quindi il "vero" GD. A fare loro compagnia ci sono gli altri Big Bang, ovviamente, il cane Gaho e un gatto tutto nero che GD odia Mr. Wingle! Spero piaccia... (ho aggiunto la nota OOC in quanto non credo che i Big Bang di questa ff rispecchino quelli reali :) detto ciò, buona lettura! )
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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*SoFfOcArE*



Apro gli occhi lentamente, cercando di ignorare l’amaro sapore che impasta la mia bocca. Alzo la testa è mi ritrovo il volto di Ji Yong dormiente a pochi centimetri, sono ancora avvolta nel suo abbraccio e il suo respiro caldo mi carezza il viso umido. Quanto avrò pianto? Tutta la notte? Probabile … Capisco che è giorno dalla luce che filtra dalle tendine e nonostante sappia che sia ora di alzarmi, non ne ho alcuna voglia. Non appena mi alzerò, dovrò ricominciare la mia estenuante lotta contro il mondo e sinceramente non ce la faccio più … Le braccia e il petto di Ji sono senza ombra di dubbio, un luogo più accogliente e confortevole. Il più piano possibile, circondo con le braccia la vita di Ji in un abbraccio silenzioso, avvicinandomi ancora di più a lui, affondando così il volto nella sua maglietta sgualcita. Lo sento muoversi leggermente e temo di averlo svegliato, ma lui stringe un po’ la presa attorno a me e poggia una guancia sulla mia testa. Sembra che dormi ancora …
Richiudo gli occhi e mi godo il suono del suo battito regolare. Inspiro il suo profumo e mi lascio invadere da questo senso di tranquillità, a me nuovo. È strano di come qui io mi senta in un mondo completamente diverso, nuovo, calmo. Un mondo in cui non ho paura, non vado di fretta, non ho cose da aggiustare o persone da curare, nessuno contro cui combattere, nessuno da cui scappare. Qui sto bene. E se rimanessi sempre così? Nhè Ji? Ti dispiacerebbe se rimanessimo sempre così? Mi abbracceresti così per tutta la vita proteggendomi dal resto del mondo? 
Ma cosa vado a pensare?!Ji Yong non ha tempo per me e anche se l’avesse non lo sprecherebbe così, specialmente dopo che gli ho urlato di odiarlo. Cosa non vera, ovvio. Ma sono sicura che non deve essere stato per niente bello sentirselo dire e, conoscendolo, si sarà sicuramente sentito ferito. Stringo un po’ più la presa attorno al suo corpo afferrandogli la maglietta con forza. Non voglio che se ne vada, non voglio che mi odi. Io gli voglio bene, come a nessun altro. Non voglio che si allontani da me, ho bisogno di lui.
 

~*~*~*~*~

 
Sento qualcosa tirarmi la maglia, ma basta schiudere un occhio per rendermi conto che si tratta solo di Em, stretta a me in un abbraccio. Le sue braccia esili attorno alla mia vita emanano un calore piacevole e confortante. Mi lascio inebriare dal profumo dei suoi capelli e stringo un po’ la presa attorno al suo gracile corpo. È dimagrita ancora … è talmente piccola che ho l’impressione che possa scomparire da un momento all’altro sotto il mio sguardo, senza che io possa fare nulla. Nonostante abbia smesso di piangere già da un po’, qualche singhiozzo la scuote di tanto in tanto e posso sentire il suo respiro farsi leggermente affannato, come se una continua paura l’attanagliasse e non le lasciasse nemmeno il tempo di respirare.
Eppure, così, in questa posizione, mi rendo realmente conto di quanto io le voglia bene davvero. Se fosse stata una qualsiasi altra ragazza, non ci avrei impiegato molto a saltarle addosso impiegando la notte in modo ben diverso. Ma con Em … è diverso. Mi sento diverso. Nonostante mi sia riscoperto attratto da lei (anche se ancora io stesso stento a crederci!) il suo stare bene viene prima della mia felicità e del mio appagamento fisico. E sinceramente è una cosa alquanto straordinaria, considerando il mio egoismo straripante! Accanto a lei mi sento una persona migliore e al solo pensiero di perderla mi sento come sprofondare in un burrone senza fine. Tuttavia, non posso che sentirmi oppresso dalla paura di essere odiato da lei … So che ieri era solo arrabbiata e spaventata, ma se lo pensasse davvero? Se mi odiasse davvero, io cosa farei? Non sono pronto a vivere una vita senza Em. Non sarò mai pronto per una vita senza lei, mai. Allora perché voglio che lei si allontani? Perché voglio che frequenti Seung-Hyun? Perché non riesco ad amarla come tutti i normali ragazzi fanno con le ragazze a cui tengono? Perché?
Forse perché ho smesso già da un po’ a credere nell’amore, più o meno dal mio primo cuore spezzato anni fa e forse perché quindi non voglio abbassare Em ad un sentimento così volubile come l’amore. L’amicizia, a mio parere, è più autentica e duratura. Gli amici si perdonano quasi sempre, gli amanti quasi mai … Ma questo è un mio pensiero. Probabilmente sbagliato, come la metà delle cose a cui penso. Em è mia amica, la mia migliore amica e voglio che sia felice, ma so che con me non potrà mai esserlo. È per questo che l’allontano, per non farla soffrire. Allora cos’è questo enorme fastidio che provo nel pensarla tra le braccia di un altro? Cos’è questo senso di appagamento che provo nell’essere io qui con lei, nell’essere stato chiamato per primo tra tutti? Perché mi sento così  bene nel solo starle abbracciata così? Perché con lei basta sempre così poco perché io sia felice?
Stringo ancora di più l’abbraccio, lasciando che le nostre gambe s’intreccino. Non è un gesto di desiderio o di voglia di percepire il suo corpo, bensì una reazione alla paura di perderla. Stretti così, ho la sensazione che non possa andare da nessuna parte, che possa restare con me per sempre. Di una sola cosa mi pento: i suoi piedi gelati contro i miei caldi o almeno lo erano fino a qualche secondo fa!

 

~*~*~*~*~

 
Sono preoccupato, molto preoccupato. Sono un povero panda preoccupato per il suo leader, che ieri è uscito di corsa di casa senza dire dove andasse e quando e se sarebbe tornato. Ora è mattina e lui non è qui. Dov’è’? E se gli fosse successo qualcosa? L’ho chiamato più volte, ma ha il cellulare spento. Come può uscire di corsa si casa senza dire nulla e spegnere il cellulare facendo preoccupare tutti? Eh? Come può? Ma d’altronde, osservandomi in giro, l’unico preoccupato qui sono io.
«Dico, nessuno è preoccupato per Ji Yong?» esplodo all’improvviso, attirando la svagata attenzione di un tormentato per oscuri motivi Taeyang e un perso nel mondo delle favole Daesung. Top mi ignora apertamente, torturandosi le mani e fissando il cellulare con ansia tangibile.
«Perché mai dovremmo essere preoccupati, oh piccolo panda?» mi chiede gioviale il rimbambito Daesung, sorridendo come un ebete al pezzo di carta su cui è scritto il numero di Juno.
«Forse perché non è tornato stanotte, non risponde al telefono e non abbiamo la più pallida idea di dove sia ora?» domando ovvio, allargando braccia e occhi.
«Non è mica la prima volta …» sbotta Taeyang. «Lascia che faccia quello che vuole, non merita la tua preoccupazione.»
«Lo hyung ha ragione.» asserisce Daesung annuendo. «Ji Yong sta spesso fuori senza avvertire, quindi perché perder tempo a preoccuparsi quando si può pensare all’amore che ci circonda, eh?» domanda con gli occhi che gli brillano.
«Tu ti sei rincitrullito …» replico pacato. «Completamente.» continuo e lui mi fissa con un sorriso demente.
«Ma io ho il numero della mia bella e tu no e tu no!» canticchia, sventolando contento il fogliettino. Sospiro scuotendo la testa, prima di rivolgermi a Seung-Hyun.
«Hyung, tu non sei preoccupato?» gli domando, ma lui continua ad ignorarmi, tamburellando le dita sul bracciolo del divano. «Hyung?» lo richiamo, ma ancora nulla. «Choi Seung-Hyun?» riprovo alzando la voce e questa volta si gira lentamente verso di me, dedicandomi un’occhiata a dir poco truce che mi fa rabbrividire e pentire di aver insistito. «N- non sei anche t-tu preoccupato per Ji Yong?» balbetto facendo un passo indietro. Insomma! Gli sembra giusto dedicare un’occhiataccia del genere a un povero maknae panda come me?! Nessuno mi capisce …
«E perché mai dovrei essere preoccupato per quel cretino?! È adulto e vaccinato, sa badare a sé stesso!» sbotta adirato Top. È nervoso chissà per quale motivo, ma questo non l’autorizza a riversare la sua rabbia su di me.
«Aspetti la chiamata di qualcuno?» azzardo notando che non distoglie lo sguardo dal display del cellulare.
«Fatti miei.» grugnisce tra i denti senza guardarmi. Odioso di uno hyung! Se fosse donna, metterei la mano sul fuoco che avesse le sue cose!
«Cosa hai bevuto a colazione? Veleno?» borbotto tra me e me a bassa voce, ma lui mi sente ugualmente e mi dedica un’altra occhiata omicida, così decido di restare zitto e sedermi accanto a YongBae, di fronte a Daesung. «Quando avete appuntamento?» chiedo a Daesung per cambiare argomento.
«Appuntamento?» domanda sorpreso Daesung. «Non ce l’abbiamo ancora un appuntamento.» risponde mantenendo il suo sorriso ebete. Al ché lo fisso dubbioso.
«E cosa aspetti a chiamarla?» chiedo ovvio.
«Eh?!» urla Daesung inorridendo e indietreggiando, poggiandosi così allo schienale della sedia. «Maknae dei miei stivali! Dovresti stare più attento alle lezioni di Cupido! Non si chiama subito dopo aver avuto il numero, sembrerei maleducato e invadente. Bisogna aspettare almeno 36 ore, prima di chiamarla!» spiega sicuro e fiero e giuro che per un attimo ho intravisto un esserino alato che, svolazzando sulla sua spalla sinistra, annuiva rigoroso. In compagnia di Daesung, sto rincitrullendo anch’io, sicuro. Ah, povero me!
Mentre mi lascio sfuggire l’ennesimo sospiro della mattinata, vedo Taeyang alzarsi dalla sedia e allontanarsi.
«Dove vai hyung?» domando disorientato.
«Esco.» risponde semplicemente.
«E dove vai?» chiedo curioso.
«Un po’ qui, un po’ là.» replica vago, infilando il giubbino e il cappello.
«Non puoi essere più preciso? Insomma, perché tutti questi segreti? Credevo che noi fossimo come fratelli!» affermo sicuro, alzandomi in piedi e fissandolo con la speranza che almeno lui mi renda più partecipe della sua vita. Non lo so perché, ma ho l’impressione che pian piano ci stiamo allontanando. Non è più come una volta che sapevamo tutto per filo e per segno degli altri. Non è più come prima che Ji Yong controllava che tutti noi ci comportassimo come si deve e mettessimo l’anima nel lavoro. Non è più come prima che in questa casa si respirava aria di fratellanza e armonia. Prima i problemi si affrontavano tutti assieme, ora ognuno sta affrontando i propri problemi, sconosciuti agli altri, con le sue sole forze e con scarsi risultati. Tutto questo non mi va! Rivoglio i miei fratelloni indietro! Rivoglio tutto com’era prima.
«Oh, andiamo Ri!» interviene Daesung. «Lascia che vada dalla sua Giulietta.»
«Giulietta? Taeyang ha una Giuliet-… cioè volevo dire: ha una ragazza?!» domando sbalordito, sentendomi messo da parte. Perché io non lo sapevo?
«Non ho nessuna ragazza, Ri. Ignoralo. Daesung vede amore dovunque perché ha gli occhi ricoperti di cuori!» sbotta, buttandola sullo scherzo, YongBae.
Ma non mi convince. Oramai non credo più a nulla. Perché mi tengono sempre all’oscuro di tutto? Non si fidano di me? Perché sono sempre l’ultima ruota del carro? Sono stufo di questa situazione! Perché a nessun altro interessa che ci stiamo allontanando? Mi sento soffocare. Mi sento inutile e soprattutto mi sento solo.
«Allora ci vediamo dopo.» ci saluta Taeyang recandosi verso l’uscita ed io non riesco nemmeno più a chiedergli se torna per pranzo. Resto fermo e in silenzio, mentre Daesung lo saluta affettuosamente come sempre. Non riesco davvero a capire come possa essere sempre così solare e gioioso, è stupido forse? Come fa a non accorgersi che tutta questa situazione non va?
Il cellulare di Top squilla all’improvviso attirando la mia attenzione. Nemmeno uno squillo che Seung-Hyun ha già afferrato il cellulare con foga e sta leggendo il messaggio con aria preoccupata e ansiosa. Appena ha finito di leggere il messaggio, si lascia sfuggire un sorriso amaro che lascia trapelare il suo fastidio e il suo senso di sconfitta. Getta con gesto secco il telefono sul divano, prima di alzarsi dal divano stiracchiandosi e sospirando.
«Ecco svelato dov’è il tuo adorato leader.» dice avvicinandosi e afferrandomi una spalla. «Tranquillo, è da Em.» continua stringendo la presa. «È stato tutta la notte da Em.» conclude con una smorfia disgustata prima di allontanarsi, dare un pugno allo stipite della porta e uscire di casa anche lui senza salutare. Oramai cha a Top piace Em è chiaro come il sole, ma questa sua gelosia nei confronti del leader non ci voleva proprio.
«Sei ancora convinto che l’amore sia una cosa bella?» chiedo scettico a Daesung che ora mi fissa con un sorriso comprensivo, ogni traccia di idiozia scomparsa.
«Risponderai tu stesso a questa domanda, quando avrai l’occasione di provarlo.» e sorridendo esce dalla cucina andando nella sua camera e lasciandomi come uno stoccafisso.
Per me l’amore fa schifo e niente e nessuno mi farà cambiare idea! Punto e basta. Dal panda è tutto, passo e chiudo!
 

~*~*~*~*~

 
Una ragazza … Non so se posso definire Hara così. Innanzitutto non è proprio una ragazza, ma una donna. E poi, non so … A lei farebbe piacere essere la mia consorte?
Facendo roteare le chiavi dell’auto su un dito, entro nel bar di periferia dove ci incontriamo sempre per fare due chiacchiere. È molto appartato e lontano da occhi indiscreti, il caffè è ottimo e c’è una bella atmosfera. In più non è molto frequentato, quindi è perfetto per noi in fuga dal mondo.
Non appena entro, la intravedo già seduta al nostro tavolo, mentre si sistema nervosamente una ciocca dietro l’orecchio. Com’è possibile che ogni volta che la vedo sia sempre più bella? Emana luce attorno a sé, una luce calda che mi scalda il cuore e l’anima. Mi avvicino cauto e in silenzio, senza farmi vedere. Una volta vicino, le copro gli occhi con le mani e la sento sobbalzare leggermente.
«Indovina chi sono …» le sussurro in un orecchio e la vedo sorridere felice, felice di vedermi. E questo non è che un meraviglioso regalo! Riuscire a far contenta la tua donna con la tua sola presenza, probabilmente è una delle cose che tutti desiderano.
«Mmm … non saprei … sei forse il cameriere?» scherza lei sorridendo appena, non riuscendo a restare seria.
«Oh, sì. È arrivato il suo ordine di baci.» replico togliendo le mani e alzandole il mento con un dito per poterla baciare con passione. Le nostre lingue si incontrano subito dopo un bacetto di saluto e ammetto che mi ritraggo con fatica, reprimendo l’istinto di stringerla e non lasciarla mai più. «Hai fatto colazione?» le chiedo accomodandomi di fronte a lei.
«Non ancora, aspettavo te.» mi sorride e non posso fare a meno di sorriderle a mia volta. È così bella, così pura nonostante tutto. Alzo una mano per richiamare l’attenzione dell’anziana proprietaria, unica testimone di queste nostre fughe, dalla realtà che ci divide, in questo bar, divenuto il nostro piccolo mondo. «Mi scusi, può portarci il solito?» le chiedo gentilmente e la signora con un sorriso materno annuisce, apprestandosi a preparare l’ordine.
«Ti vedo stanco.» afferma Hara, sempre accorta e con un’espressione triste. «Ti stai allenando un sacco, vero?» mi chiede.
«Abbastanza, ma non più del solito.» le sorrido per rassicurarla, ma mi rendo conto che sono poco credibile.
«Bae, cosa è successo? A me puoi parlarne …» mi dice afferrandomi delicatamente una mano. Resto a fissarla, a guardare i suoi lineamenti gentili che conosco a memoria, poi mi volto verso le nostre mani intrecciate e inizio a carezzare la sua con la mai libera. «Se … se hai ripensamenti riguardo noi … lo sai che per me non è un problema … cioè …» azzarda lei nervosa e in un attimo i miei occhi sgranati sono riversi nei suoi languidi. La mia è un’espressione di terrore. Al solo pensiero di perderla mi sento soffocare, lei è l’unica con cui sto bene, l’unica con la quale mi sento me stesso. Senza di lei, sono perso.
«Non pensarlo nemmeno! Non potrei mai avere ripensamenti su di noi, lo sai.» le rispondo serio e stringendo la sua mano tra le mie.
«Lo so … è solo che …» inizia illustrandomi le sue paure, come tante altre volte ha già fatto. «Se ci scoprissero, io …»
«Non ci scopriranno.» replico sicuro non slacciando il mio sguardo dal suo.
«Sì, ma … se ci scoprissero, il mio matrimonio finirebbe, ma non è questa gran perdita, dato che non c’è mai stato un vero e proprio matrimonio. Ma a te … potrebbe comportare grossi problemi alla tua carriera. Sarebbe un dannoso scandalo per te e per i tuoi amici. Ed io non voglio … non voglio che a causa mia …» continua agitata scuotendo lievemente la testa.
«Hara, ascoltami.» la richiamo e lei resta in silenzio, mordendosi il labbro inferiore per trattenere le lacrime imminenti. «Innanzitutto io e te siamo una coppia, giusto?» lei annuisce convinta. «Quindi tutto ciò che abbiamo fatto, l’abbiamo fatto insieme. Nell’eventualità che ci scoprissero la colpa sarà di entrambi, più mia che tua, considerando che sono stato io a dichiararmi per primo fregandomene del fatto che tu fossi sposata e con una figlia quasi della mia età. E poi …» faccio una pausa in cui addolcisco i miei lineamenti, fino ad ora contratti dalla paura che lei decidesse di mettere un punto fermo alla nostra storia. «Io ti amo. E tu? Tu mi ami, Hara?» le chiedo.
«Ovvio che ti amo.» replica con convinzione.
«Allora dobbiamo solo stare tranquilli, se ci amiamo, una divisione porterebbe solo dolore e nient’altro. Ci autodistruggeremmo con le nostre mani.» le spiego e posso vederla rilassarsi lievemente e annuire con un sorriso.
In questo momento il nostro ordine arriva e noi sciogliamo le nostre mani per permettere alla signora di posizionare tazze e croissant sul tavolo. Ringrazio la buona donna con un cenno del capo e poi rivolgo nuovamente lo sguardo a lei, che mi fissa a sua volta amorevolmente.
«Comunque … Sono solo un po’ pensieroso, tutto qui.» le dico con un altro sorriso.
«Come mai?» mi domanda, versando un bustina di zucchero nel caffè.
«Ho avuto una discussione con il mio migliore amico …» replico triste.
«Ji Yong? E perché mai?» mi chiede sorpresa e preoccupata.
«Perché è un imbecille.» rispondo sbuffando una risatina.
«Non dire così, è pur sempre il tuo migliore amico.» mi ammonisce Hara, girando il caffè con il cucchiaino.
«Migliore amico o no, rimane sempre un imbecille.» sospiro addentando il cornetto.
«E sentiamo, quale sarebbe il motivo di tale affermazione?» mi chiede lei iniziando a sorseggiare il caffè.
«Non capisce un fico secco!» esclamo convinto.
«Di cosa?» chiede lei continuando a bere la bevanda calda.
«Dell’amore …» replico lasciandomi attraversare per un momento dall’idea che io non sia proprio perfetto in questo campo. Ma almeno sono sincero verso me stesso e i miei sentimenti!
«Perché pensi questo?» mi domanda Hara facendo il suo solito piccolo broncio dalla dolcezza mozzafiato.
«Perché non si rende conto di amare la sua migliore amica e l’ha consegnata ad un altro ragazzo!» spiego io con trasporto. Non posso ancora pensarci! Come può dare il via libera a Seung-Hyun?!
«Consegnata? Non è mica un pacco!» ribatte Hara accigliandosi leggermente, odia le persone maschiliste che trattano le donne come meri oggetti. E ovviamente sono d’accordo con lei, ma è proprio questo che ha fatto Ji Yong: l’ha consegnata.
«Sì, lo so, scusa …» mi scuso abbassando lo sguardo.
«Comunque, come fai ad essere sicuro che lui la ama?» mi domanda ancora, tornando calma.
«Perché sono il suo migliore amico, lo conosco e so le cose prima che lui se ne renda conto. Il punto è che questa volta non ha tutto il tempo che vuole per capire quello che prova, potrebbe perderla. E non oso immaginare come si sentirà quando si renderà conto di amarla e di averla allontanata lui stesso.» le spiego serio e sinceramente dispiaciuto. Ji non merita di soffrire. E non lo dico perché è il mio migliore amico, bensì perché è la verità. È un ragazzo di cuore che a suo modo aiuta gli altri e inoltre penso che tutti noi abbiamo diritto all’amore, no? L’uomo è fatto per amare.
«Capisco … Le tue intenzioni sono sempre molto nobili, Bae.» sorride lei e posso vedere che è fiera di me.  «Ma io penso che debba rendersene conto da solo. Soltanto da solo potrà rendersi conto se realmente la ama o no. E poi, sai come si dice? Non sai quello che hai fino a quando non lo perdi.» mi spiega il suo punto di vista guardandomi negli occhi e continuando a sorridere. Al ché, confuso dal suo angelico sorriso, non so come controbattere. «Ma non è detto che poi non sarai capace di riconquistarlo.» sorride ancora con occhiata complice e mi sorrido anch’io a quest’osservazione. Non credo sia così semplice, ma d’altronde mi sono tirato fuori da questa storia, quindi perché crucciarmi, no?
All’improvviso il cellulare di Hara prende a squillare. Lei lo recupera dalla borsa guardandomi con imbarazzo, in genere quando usciamo insieme lo spegne, ma per lasciarlo acceso, so cha ha i suoi buoni motivi, perciò le sorrido incoraggiante.
«Perdonami, è che manco da casa da ieri pomeriggio con la scusa del lavoro e non vede mia figlia da ieri mattina.» si scusa imbarazzata.
«È lei?» le chiedo gentile e Hara annuisce. «Allora, cosa aspetti?! Rispondi.» le dico incoraggiandola, lei mi sorride grata e risponde, mentre io continuo a mangiucchiare il mio cornetto.
«Pronto? Ciao, tesoro. Tutto bene?» Hara risponde e si illumina udendo la voce della figlia. Per quanto sua figlia sia stata il classico errore, arrivato quando lei era solo sedicenne e con un ragazzo che più sbagliato non si poteva, lei rimane l’unica prima vera gioia della sua vita. Hara mi ha rivelato più volte, che nonostante l’inferno che ha passato con l’uomo che ha sposato solo perché padre della figlia, rifarebbe tutto com’è, proprio perché lei, la sua unica figlia, è il suo tesoro più grande ed ha ammesso senza cattiveria alcuna che sua figlia viene anche prima di me. E mi va bene così, è naturale che una madre pensi prima alla propria figlia. Anzi, ogni volta che lei mi rammenta l’importanza del suo tesoro, penso di amarla sempre di più. «Davvero? Un appuntamento? Brava la mia figliuola!» la sento elogiare la sua ragazza che a quanto pare è uscita con qualcuno. Hara ha la soddisfazione scritta a chiare lettere sul suo volto sorridente. Soddisfazione che però scema pian piano in un’espressione di stupore mista a paura. «C- chi hai conosciuto?» chiede Hara tremante. «Hai conosciuto D- Daesung dei Big Bang?»
E a queste parole sento il mio cuore sprofondare in un baratro nero. Com’è possibile? Quante probabilità ci sono che la figlia della donna che amo clandestinamente, sia la ragazza di cui Daesung si è invaghito? Quante? Non è possibile … ditemi che non è vero …
«Oh … ehm … è fantastico Juno. Sono contentissima per te, tesoro.» mente Hara, non sapendo cos’altro dire e fissandomi nuovamente negli occhi.
I nostri sguardi sono allacciati, mentre la paura ci avvolge e inizia a corroderci piano piano …

 

~*~*~*~*~

 
In cucina sto scaldando il latte in un pentolino dopo aver controllato per tipo la trentesima volta se mia zia respirasse. Perché sì, ho la fottuta paura che non si risvegli più, nonostante il medico mi abbia più volte rassicurata che non c’è il rischio e che l’unica conseguenza dell’assunzione di quei tranquillanti è che dormirà un po’ in più.  Tuttavia non riesco a stare tranquilla …
Per fortuna mio padre non è tornato a casa stanotte e non tornerà prima di oggi pomeriggio in quanto è andato a lavoro e in più oggi aveva parecchie riunioni importanti. Non riesco ancora a credere a quello cha ha fatto, avrebbe potuto ucciderla! Non si è mai spinto così oltre. Non capisco perché prendersela anche con sua sorella e in questo modo così feroce. Cosa gli abbiamo fatto? Io che cosa gli ho fatto? Zia Jun cosa gli ha mai fatto? Non riesco a spiegarmelo e più ci penso più mi sento scoppiare la testa. Ho mandato un messaggio a Seung-Hyun per scusarmi di essere scappata in quel modo e per rassicurarlo che Ji Yong è qui con me. Ma ad essere sincera non ricordo nemmeno quello che gli ho scritto, tanto che sono distratta.
«Mmm burro a colazione, wow!» esclama sarcastico Ji Yong, facendo il suo ingresso in cucina e spaventandomi.
«Come?» gli chiedo disorientata.
«Il latte.» afferma indicandomi il pentolino. Mi volto a fissarlo e noto che si è formato uno spesso strato di latte solidificato sulla superficie.  Mi affretto a togliere il pentolino dal fuoco e mi scotto con la maniglia. «Attenta!» mi dice allarmato ed io mi strofino il volto con le mani rendendomi conto che non sono per niente in me.
«Scusami …» sibilo poggiandomi con la schiena al piano della cucina. «Ti va un po’ di spremuta? Almeno non c’è il rischio che prenda fuoco …» cerco di scherzare allontanandomi e aprendo il frigo. Inizio a cercare con lo sguardo sugli scomparti, ma non trovo la spremuta. Do un’occhiata alla portiera del frigo, ma non riesco ancora a trovarla. «Dove l’avrò messa …?» mormoro tra me e me. E in questo momento, vedo il braccio di Ji allungarsi sulla mia spalla e prendere la caraffa di spremuta che è proprio davanti a me, in bella vista. «Ah … grazie …» lo ringrazio, prendendogliela da mano e versando un po’ del contenuto in due bicchieri alti. Gliene porgo uno senza nemmeno guardarlo, sono stranamente a disagio. Dopo avergli detto di odiarlo pensavo se ne sarebbe andato, ne ero sicura perché gliel’ho letto negli occhi. Ma è rimasto. Tutta la notte a consolarmi, a carezzarmi, ad essere la mia forza e il mio sostegno. Ed ora … non so … è come se fossi imbarazzata. Come se ne avessi approfittato troppo, come se avessi preso da lui più gentilezza e disponibilità di quanto si conceda ad un’amica.
«Zia Jun?» mi chiede all’improvviso, attirando la mia attenzione.
«Dorme …» sospiro, aprendo uno stipetto e alzandomi sulle punte alla ricerca di qualcosa di solido, biscotti, brioche o quant’altro. Ma il mio cervello è come se fosse completamente vuoto, osservo i prodotti che mi capitano a tiro senza vederli realmente. Fisso le etichette, ma non riesco a capire di cosa si tratti.
Così Ji Yong compare di nuovo alle mie spalle e senza alcuna difficoltà, prende dalle mie mani quello che poi scopro essere un pacco di biscotti e un paio di brioche alla marmellata dallo stipetto, prima di richiuderne l’anta. Ritorno con i piedi per terra, voltandomi, mentre lui sistema il tutto sul tavolo.
«Sono alquanto inutile stamattina …» sorrido amara, spingendo indietro le lacrime. Possibile che non siano ancora finite? Odio mostrarmi così debole!
«Inutile lo sei sempre.» scherza Ji, avvicinandosi e prendendomi per le spalle. Lo guardo negli occhi, mentre lui studia con lo sguardo il taglio sullo zigomo. Lo sfiora leggermente con un pollice prima di imprecare un “bastardo” tra i denti. Sobbalzo leggermente al suo tocco, brucia ancora molto e dubito che andrà via in fretta. «Em …» mi chiama ed ora i nostri occhi sguardi sono allacciati. Perdo un battito e mi chiedo il perché … Ci siamo fissati, scrutati, guardati negli occhi tante volte. Perché il mio cuore sussulta proprio ora? Sarà perché sono più debole e stranita del solito, sarà perché non sono per niente in me. Sarà perché ho bisogno di contatto, di aiuto. Sarà perché ho un’improvvisa, strana, ingiustificata voglia di lui, ma lo abbraccio. Così, all’improvviso. Gli circondo la vita con le braccia e poggio una guancia sul suo petto.
«Grazie …» sussurro, ricominciando a piangere silenziosa e lui, dopo un attimo di lecito smarrimento, ricambia l’abbraccio, carezzandomi i capelli.
«È tutto a posto, Em. Tua zia si sveglierà più forte di prima e di nuovo pronta a farti scervellare con i suoi strambi modi. Tuo padre prima o poi se ne andrà di nuovo e comunque ci sono io con te.» mi dice, prima di darmi un bacio sui capelli e stringere un po’ in più la presa. “Ci sono io con te” ha detto e mai parole mi sono sembrate così dolci e amorevoli. È di questo che ho bisogno, qualcuno che stia con me e mi aiuti ad affrontare questa vita ingiusta e difficile. Le sue braccia, il suo profumo, la sua voce, il suo petto, lui. Ji Yong è il ragazzo che voglio accanto a me. Per sempre. Ora lo so: è lui che voglio.

 

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Sono uscito di casa, come al solito senza prendere le chiavi della macchina e dopo aver passato l’intera giornata a nascondermi in questo dannato ristorante e aver svuotato mezza cucina, posso ritenere la mia dieta solo un lontano ricordo.
«Desidera altro?» mi domanda il cameriere, avvicinandosi al tavolo.
«No, grazie. Mi porti il conto.» gli rispondo. Cosa vuole? Che diventi una mongolfiera? Mi pare di aver già giovato molto l’economia di questo ristorante.
«Ecco a voi, signor Choi.» ritorna il cameriere, insieme al conto.
Pago ed esco subito dopo essermi incappucciato per bene. Guardo l’orologio: le sei. Cioè, sono stato sette ore in un ristorante?! Oddio! Questa volta mi sono superato. A cosa avrò mai pensato poi, da solo, lì seduto per sette ore? Perché di certo non ho solo mangiato!  Ovvio. Ma la risposta è altrettanto ovvia: ho pensato ad Em, a come sarei voluto essere con lei in quel momento, a come mi sono sentito bruciare di gelosia al pensiero che Ji Yong fosse stato con lei tutta la notte e fosse ancora con lei. E l’unica cosa che sono stato capace di fare è stato barricarmi in un ristorante e ingozzarmi come un maiale!
Ed ora? Ora cosa faccio? Torno a casa e rischio di spaccare la faccia a Ji Yong che per una volta si è comportato da buon amico? Vado in palestra ad uccidermi di esercizi nel vano tentativo di affogare i sensi di colpa? O vado da lei? Vado da lei e che le dico? Sono passato perché mi rodeva il fatto che tu abbia chiamato Ji Yong e che lui ti abbia consolato tutta la notte, mentre hai lasciato me al bar scappando senza dire niente e mandandomi solo uno sconclusionato messaggio in cui dicevi che eri con lui?! Sì, certo e poi addio per sempre Em. No, no, se vado da lei, devo essere in grado di ascoltarla e di aiutarla. Sì, farò così!
E senza rendermene conto, ho imboccato già la strada verso casa di Em. E non è la prima volta che mi capita … ma cos’è quella ragazza? Una calamita?!
Appena raggiungo il suo cancello, la vedo uscire fuori con la spazzatura, indossa una camicia larga il triplo di lei, jeans stretti e scuri e i capelli sciolti e in disordine. Mi avvicino piano e con un sorriso stampato in volto, quando scorgo un profondo taglio sotto l’occhio dall’aria ancora fresca. Affretto il passo e, spaventandola, la afferro per le spalle.
«Cosa ti è successo?» le chiedo, non riuscendo a nascondere la mia preoccupazione. È un taglio molto profondo.
«Seung-Hyun …» pronuncia il mio nome debolmente e i suoi occhi gonfi, segno di un lungo pianto, mi fissano spaventati. Allento la presa sulle sue spalle, rendendomi conto della mia reazione alquanto esagerata.  «Cosa ci fai qui?» mi chiede flebile ed io non ricordo più nulla, se non il forte desiderio si rapirla e rinchiuderla in una campana di vetro dove nessuno potrà mai farle del male.
«Ero … preoccupato per te …» le rispondo lasciandola e sfiorando piano il graffio con un dito. Ma al minimo contatto si lascia sfuggire una smorfia di dolore, così desisto. «Che cosa è successo, Em?» le chiedo con voce implorante e lei, con i suoi occhi grandi e umidi, continua a fissarmi per poi sorridere lievemente.
«Dato che sai della mia situazione, mi sembra ingiusto non dirti tutto.» dice piano, avvicinandosi al muretto fuori casa sua e sedendoci sopra. «Ce li hai cinque minuti?» mi domanda con un sorriso forzato, indicandomi con una mano di sedermi accanto a lei.
«Tutto il tempo che vuoi.» le rispondo sedendole accanto.
E così mi racconta per filo e per segno quello che è successo. I troppi tranquillanti dati alla zia, la sua preoccupazione, l’inaspettata malvagità del padre, il bicchiere rotto, il graffio procuratole dal padre con una scheggia, l’arrivo di Ji Yong e poi del medico, lo pseudo litigio con Ji e il loro dormire insieme tutta la notte. Ji Yong se n’è andato nel pomeriggio a causa di un impegno urgente all’YG.
Dopo tutto questo racconto, mi sento profondamente inutile. Ma d’altronde, anche se fossi stato qui con lei, cosa avrei potuto fare? Uccidere il padre a padellate? Non male come idea …
«E questo è tutto.» conclude fissandosi le punte delle scarpe. È imbarazzata, è chiaro, ma non dovrebbe. Lei è solo una vittima di tutto ciò e dovrebbe allontanarsi il prima possibile da questo padre malato e innaturale. Il suo è stato quasi un tentato omicidio! E se un giorno desse qualcosa ad Em? Se un giorno oltre a metterle le mani addosso le facesse qualcos’altro? Se un giorno tentasse perfino di ucciderla? Io non posso permettere che una cosa del genere accada. Decisamente non posso! Mi volto verso di lei e le prendo le mani, lei mi fissa sorpresa.
«Em, da oggi in poi verrai a vivere da noi. Tu e tua zia insieme verrete a vivere da noi.» annuncio sicuro, incurante del fatto che io non abito da solo, bensì con quattro coinquilini.
«Cosa?» domanda lei stranita.
«Non puoi vivere più in questa casa, non con tuo padre che si comporta in questo modo. Da domani … anzi, no. Entra dentro, fa le valige e andiamocene, ora.» le dico sicuro, non la lascerò qui un minuto di più.
«Seung-Hyun, io … apprezzo il tuo aiuto, ma … non posso …» risponde incerta, cercando di liberare le sue mani dalla mia salda presa.
«Sì che puoi! Non c’è nessun problema, sono sicuro che tua zia Jun si adatterà in fretta alla nuova casa.» continuo entusiasta all’idea di vivere sotto il suo stesso tetto, dove posso sorvegliarla e proteggerla, ma soprattutto tenerla lontana da quel mostro di suo padre.
«No, Seung-Hyun, non posso. Non è così semplice … ti prego.» si libera dalla presa e si alza in piedi, mettendo la distanza di due passi tra di noi.
«Ma, Em … non puoi continuare a vivere qui!» alzo leggermente la voce, alzandomi e avvicinandomi di un passo.
«Seung-Hyun, ti prego. Io ti ringrazio di esserti preoccupato per me, ma non insistere. Se mi vuoi bene, non insistere.» mi dice lei fissandomi con aria triste e per un attimo mi rendo conto di quello che intende dire Ji Yong. Lui dice sempre che le ha promesso di non intervenire ad aiutarla a meno che non sia lei a chiederlo ed io, fino a qualche minuto fa, mi chiedevo come ci riuscisse a stare fermo senza far niente. Ma dopo aver visto la faccia di Em, dopo aver visto i suoi occhi languidi e imploranti, capisco che non si può essere egoisti con lei. Non si può. Nemmeno per il suo bene. Non si può farle fare quello che decidiamo noi, ma si può solo rispettare le sue scelte, osservarla da lontano e intervenire solo semmai lei chiami il nostro nome. Tuttavia, non riesco a stare senza far nulla.
«Em … ti prego anch’io … lasciati proteggere.» la imploro. Mi sento quasi soffocare all’idea che lei non si lasci aiutare … «Proprio perché ti vogliamo bene, ti vogliamo proteggere da tuo padre.» le spiego con calma.
«Mi dispiace … io non mi muovo di qui.» afferma testarda ed intuisco che deve esserci un motivo ben più valido dell’attaccamento che ha per la casa in cui vive, ma in questo momento il motivo passa in secondo piano, subito dopo al desiderio di prenderla di peso, come quella volta fuori all’ospedale, e portarmela via con me.
«Perché sei così testarda? Perché ti lasci fare del male?» inizio sul serio ad innervosirmi, perché si comporta così? Le piace per caso essere trattata in questo modo truce?
«Seung-Hyun, non insistere, per favore.» continua a ripetere esasperata.
«No, no Em! Io insisto eccome!» esclamo avvicinandomi ancora e accorciando la distanza tra noi. «Non starò fermo in un angolo a guardare la ragazza a cui tengo di più al mondo essere maltrattata in questo modo! Io ci tengo a te, Em.» mi avvicino ancora e le prendo il volto tra le mani, mentre lei mi fissa spaesata. «Più di quanto tu creda …» sussurro ed ora, a questa distanza, in questa situazione, lei con le labbra dischiuse e gli occhi lucidi, non riesco a reprimere l’istinto di farla mia almeno per l’attimo di un bacio. L’attiro a me e le poggio delicatamente le mia labbra sulle sue. Em viene attraversata da un tremito, ma al contrario di quello che mi aspettavo, non mi respinge. Resta immobile, al ché mi prendo la libertà di approfondire questo bacio che potrebbe essere l’unico contatto che avrò con lei. Ora che la cazzata l’ho fatta, meglio farla come si deve. Con la lingua le carezzo il labbro inferiore, quasi a chiederle il permesso ad entrare. Dischiuse le sue labbra, lascio che la mia lingua entri e che esplori un po’ alla ricerca della sua, che timida resta ferma lì, senza sapere dove nascondersi. Ripensandoci, probabilmente questo è il vero primo bacio di Em e a questa constatazione quasi mi emoziono di essere il primo e al tempo stesso mi sento in dovere di fare un buon lavoro. Carezzo la sua lingua con la mia, prima di invitarla ad una sorta di danza a cui lei pian piano, comincia a partecipare. Ed ora che sto avendo questo primo contatto con lei, posso dire che, bé, dubito fortemente che la lascerò andare così facilmente.

 

~*~*~*~*~

 
Guardo l’orologio: le sei. È già così tardi?! Maledizione! Nonostante sia stato con Em tutta la notte e fino a poche ore fa, sento il bisogno di tornare da lei e starle vicino. Non l’ho mai vista così disorientata, né così fragile e bisognosa d’aiuto. Non mi ha mai abbracciato in quel modo, mai. I suoi sono sempre stati abbracci da amici, o abbracci infantili, da bambina. Ma quello di stamattina è stato un abbraccio desiderato, bramoso, che nascondeva qualcosa in più. Ed ora, chiuso nell’ascensore, imprecando perché vada più veloce, mi rendo conto che mi comporto in questo modo bizzarro solo quando si tratta di Em. Da un po’ di tempo, il suo solo nome è in grado di far fare le capriole al mio stomaco. Il suo pensiero mi fa sorridere, la sua presenza rilassare ed emozionare allo stesso tempo. È un’emozione difficile da descrivere, che non ho mai provato. Che fa stare bene, ma allo stesso tempo mi fa crucciare di non essere con lei, di non poterla sempre stringere, di non poterla difendere da tutto. E se YongBae avesse ragione? E se io fossi innamorato di Em già da tempo? Se il mio corpo l’avesse capito ancor prima della mia mente? Voglio bene ad Em, lei è una parte di me, ma la desidero anche. È vero che è solo da pochi giorni, ma il desiderio di lei, del suo piccolo e per niente accattivante corpo, cresce in me ogni qual volta che la vedo. E cos’è l’amore se non un’amicizia con aggiunta di attrazione fisica e passione?
Io questo non lo so. Sta di fatto che in questo momento manderei tutto all’aria, carriera inclusa, pur di starle accanto e sostenerla.
Finalmente queste dannate porte dell’ascensore si aprono ed io esco di corsa, impaziente di rivederla, di riabbracciarla e magari di dirle che sì, qualcosa è cambiato. Io sono cambiato. Che forse il sentimento chiamato amore sembra meno patetico se vissuto insieme a lei.
«Ji Yong? Dove vai?» una voce mi richiama, arrestando la mia corsa. Mi volto e incontro lo sguardo curioso di YongBae.
«Vado da Em.» gli sorrido contento e lui mi fissa ancora senza capire. «Sai Bae, forse ti devo delle scuse …» incomincio sincero, saltellando da un piede ad un altro, impaziente di tornare alla mia maratona.
«Delle scuse? Tu a me?» domanda scettico e incredulo, probabilmente credendo che le sue orecchie gli stiano giocando un brutto scherzo.
«Bé sì, io ammetto quando sbaglio. Forse avevi ragione tu …» gli dico lasciandolo un po’ in suspense. «Forse amo davvero Em.» affermo con nonchalance e con sorriso spontaneo. «Ma … Sssh! Meglio non dirlo a nessuno,» suggerisco mettendomi l’indice di fronte alle labbra. «Ciao!» lo saluto ricominciando a correre non beandomi abbastanza della sua espressione sbalordita  e stupefatta.
Salto in macchina e metto in moto, ora ogni minuto lontano da lei mi sembra tempo perso. Non lo so cosa abbia scaturito questo cambiamento in me, forse il rendermi conto che mi sento una persona migliore in sua compagnia. O forse perché mi sono reso conto che siamo entrambi migliori quando stiamo assieme. Siamo felici e ci aiutiamo l’un l’altro. E se prima forse avevo paura che lei non mi potesse mai considerare come uomo, il suo abbraccio e il suo modo imbarazzato di fare mi hanno spinto a credere che forse non è impossibile per me e lei stare assieme, o no? E sul fatto che io la ami … non so, è presto per dirlo. Ma la gelosia, la voglia di lei, l’anteporre i suoi desideri ai miei sono buone basi e poi … Sbaglio o sono giorni che non chiamo nessuna mia amica? Potrei anche smettere di chiamarle se solo fosse Em a chiedermelo. E a questa constatazione, sono sempre più convinto che il mio amico YongBae aveva ragione fin dall’inizio.
Sono finalmente quasi arrivato e fuori casa sua intravedo due figure in piedi una di fronte all’altra. Mi avvicino ancora con la macchina e sono sempre più sicuro che quella di spalle è Em. L’altro non riesco ancora bene a capire chi sia, spero solo che non sia suo padre. Nemmeno il tempo di pensarlo che succede una cosa che mi fa ghiacciare il sangue nelle vene. Inchiodo all’improvviso e la macchina i arresta spegnendosi. Mi sento quasi soffocare … L’altra figura, che altri non è che Seung-Hyun, si è avvicinato e la sta baciando. Top sta baciando Em. La mia Em. E lo sta facendo perché io gli ho permesso di farlo, sono stato io a dargli il via libera, io a togliermi da mezzo. Io a dare forfait e rinunciare a lei. Ma non avrei mai creduto che il mio caro hyung avesse fatto così presto …
Ti prego Em, staccati! Adesso! Ti prego allontanati da lui urlando, schiaffeggialo, prendilo a calci, puoi anche non fargli niente, ma staccati! Non baciarlo … non baciare lui …
Inizio a vedere rosso. Quel bacio, quel fottuto bacio che si stanno dando non è per niente casto e puro e l’idea che il primo bacio di Em sia stato rubato da Top mi fa salire il sangue al cervello. Ma quello che mi fa più soffrire è il fatto che Em non si stacchi … E pensare che credevo potesse esserci qualcosa tra me e lei … Pensare che credevo che lei avesse cambiato modo di vedermi … che illuso! Che stupido! Che razza di idiota!
Scoppio a ridere, una risata nervosa e ricca di rancore. Che se ne vadano al diavolo tutti e due! A me non importa … è colpa mia che ho iniziato a farmi strane e strampalate idee. È soltanto colpa mia che mi sono reso debole, cadendo in una stupida trappola. Metto in moto e facendo retromarcia mi allontano verso casa. Ora che Em ha trovato il suo principe, che non si sogni mai più di chiamarmi. Sono stanco di essere preso per i fondelli. Stanco di essere ferito anche da lei. Non credo di meritare tutto questo … o forse sì? Sta di fatto che tutto questo fa male …
Arrivo al parcheggio di casa in pochi minuti, lascio la macchina e corro di sopra. Non vedo l’ora di barricarmi in camera, chiamare qualcuna e farmi una sana scopata. Quelle sì che non deludono mai! Non c’è nulla dietro, nulla di nascosto, nulla che può feriti.
Ma prima di chiamare qualche mia amica, compongo il numero che conosco ormai a memoria e, quando la solita voce roca mi risponde, sento un brivido di piacere all’idea che dopo tanto tempo potrò sballarmi di nuovo.
«Allora? Sono pronte queste dosi o no?» chiedo agitato, recuperando le chiavi dalla tasca e armeggiando con la serratura della porta di casa.
«Calma, ragazzino. Non mi sono dimenticato di te. Ci vediamo domani, solito posto e solita ora.» replica l’uomo, soffocando una risata.
«Portami doppia dose, ho bisogno di non pensare a niente.» ribatto.
«Agli ordini, Mr. G.» sogghigna l’uomo prima di riagganciare.
Apro la porta e filo dritto in camera, non curandomi se ci sia o meno qualcuno in casa.

 

~*~*~*~*~

 
Ho sentito bene? Ha detto … ha detto dosi?! Il mio leader … Kwon Ji Yong si droga? Ho sentito male, vero? Vi prego ditemi di sì …
«Ri?» Daesung mi chiama all’improvviso, facendomi sobbalzare.
«E- eh? C- che vuoi?» balbetto ancora sconvolto da quello che ho sentito.
«È tornato Ji Yong?» domanda curioso.
«Perché c- che vuoi da lui? Non ha fatto niente!» replico sulla difensiva, iper nervoso.
«Non ho detto che ha fatto qualcosa … volevo solo sapere se è tornato …» dice Daesung, facendomi il broncio per come gli ho risposto e tornandosene in soggiorno.
Inizio a torturarmi le mani. Come vorrei non aver sentito la sua conversazione …Come vorrei non sapere questa cosa estremamente grave. Ed ora io cosa dovrei fare? Ne dovrei parlare con gli altri o dovrei far finta di nulla? Devo dire a Ji che lo so o devo starmene zitto? Come posso aiutarlo? Io sono solo un povero maknae! Ecco che mi sento di nuovo soffocare.







NOTA DELL'AUTRICE:
salve a tutti! Eccomi che arrivo ad aggiornare sempre ad orari improponibili e con  ritardo esasperante XD Spero mi perdonerete...
Che dire di questo capitolo a parte che non mi soddisfa? Bé che sono successe un bel po' di cose e alcuni passaggi (come il cambiamento di pensiero di GD) mi sono sembrati troppo veloci e sconclusionati :( chiedo scusa per questo. Chiedo anche scusa per gli errori grammaticali o lessicali che avete di certo trovato, ma nonostante io rilegga prima di pubblicare, me ne sfugge sempre qualcuno >.< Ringrazio di cuore coloro che mi seguono e recensiscono :D grazie di cuore! Ringrazio anche coloro che leggono soltanto e coloro che hanno aggiunto questa storia tra le preferite/seguite/ricordate. Grazie a tutti di cuore e spero mi facciate sapere quello che pensae di questo capitolo lungo e per niente soddisfacente per me :-/ Spero a prestoooo <3
Kisses and hugs

Myuzu
  
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