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Autore: Seya    24/07/2004    2 recensioni
E se il quinto anno si fosse svolto in un altro modo? Cosa ci sarebbe adesso? La mia prima fic, non siate crudeli e commentate in tanti!!!!
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo 2

ALLA TANA

 

La sera precedente all’arrivo dei Weasley, Harry mise nel suo baule tutte le sue cose. Il mucchio dei libri era diventato notevole e Harry impiego un’oretta buona per cercare di pigiare tutto nella valigia. Al mio arrivo, pensò, chiederò alla mamma di Ron di fare un incantesimo per far ingrandire l’interno del mio baule.

Non fece uscire Edvige per paura che non ritornasse in tempo e rovistò ogni punto della stanza in cerca di qualche piuma d’oca dimenticata. Nei due giorni appena passati Harry aveva fatto di tutto per cercare di non innervosire zio Vernon.

Non gli aveva detto niente dell’arrivo dei Weasley ed era un po’ preoccupato per quello che sarebbe successo il giorno dopo. Dopo aver chiuso bene il baule cercò di addormentarsi, ma il pensiero che il giorno successivo avrebbe rivisto Ron ed Hermione gli impedì di addormentarsi prima dell’una.

Mente tutti in casa Dursley dormivano si sentì un gran botto alla porta d’ingresso. Harry si svegliò di soprassalto e, ancora un po’ intontito, sentì le voci degli zii:

< Vernon… c’è qualcuno! Stanno sfondando la porta, Vernon! Saranno dei delinquenti!> strillava Zia Petunia.

< Zitta Petunia! Li sento! Vai a chiamare Dudley. Non è al sicuro lì in camera da solo >. Logicamente nessuno dei due si preoccupò minimamente per Harry.

BAM! Si sentì un altro colpo. Zio Vernon, Zia Petunia e Dudley, che nel frattempo era stato svegliato, scesero dalle scale in pigiama. Harry, incuriosito, si infilò gli occhiali e li seguì. Zio Vernon afferrò il bastone di Snobkin di Dudley, pronto a colpire un’eventuale ladro. Proprio mentre passavano davanti all’ingresso, la porta principale si spalancò e comparve la signora Weasley.

< Ciao, Harry caro!> esclamò quest’ultima. Poi, dopo essersi guardata intorno, vide che erano tutti in pigiama e spalancò la bocca.

A Harry venne un dubbio atroce… fatti trovare pronto mercoledì alle 3 e un quarto… si guardò l’orologio e vide che erano proprio le tre e un quarto, ma di notte! Tentò di frenare una risata

< Davvero? Oh, povero caro, mi dispiace veramente tanto di aver svegliato te e i tuoi parenti a quest’ora. Vuoi che torni questo pomeriggio?>

Harry, che non ne poteva più di stare coi Dursley, esclamò: < Ma no, signora Weasley, non si preoccupi, ho già preparato il baule ieri sera. Mi dia un secondo che mi vesto > Zio Vernon, che era stato zitto per tutto il corso della conversazione tra Harry e Mrs. Weasley, stava per esplodere. Logicamente non aveva capito niente di niente ma si ricordava di aver già visto quella donna grassoccia e con i capelli rosso fiamma al ritorno di Harry da Hogwarts. “E quindi…” ragionò zio Vernon “…se conosce Harry, deve essere una poco di buono, come i genitori di Harry” (Zio Vernon considerava “poco di buono” ogni mago o strega esistenti). Complimentandosi con se stesso per il proprio intuito non si accorse neanche che Harry stava già sfrecciando su per le scale. Subito l’ira di prima tornò a galla. < DOVE CREDI DI ANDARE? E lei chi è?> starnazzò rivolto alla signora Weasley Come si permette di entrare a casa nostra nel cuore della notte senza preoccuparsi minimamente della gente che dorme? Questa è un’effrazione bella e buona! Deve essere anche lei una di quei pazzi che credono di essere maghi! E dove crede di portare Harry? Lui, senza il nostro permesso non va da nessuna parte! > urlò, assordando Mrs. Weasley, la quale, per niente spaventata dall’eccesso d’ira di zio Vernon sorrise e tese la mano dicendo:

< Piacere, sono Molly Weasley, la madre di un amico di Harry. Ci conosciamo già, ho ospitato Harry l’anno scorso per la Coppa del Mondo di Quidditch. Mi scusi per l’orario ma ai maghi non è consentito usare le Passaporte, sa, quegli oggetti che ti teletrasportano da un luogo a un altro, di giorno. Vorrei che Harry venisse a passare gli ultimi giorni delle vacanze con noi >. Nonostante si fosse espressa in un modo molto gentile ed educato zio Vernon si ritrasse come se a parlargli fosse stato un ragno schifoso.

< Lui-non-andrà-da-nessuna-parte > disse zio Vernon, con un tono che sarebbe sembrato imperioso, se non avesse parlato balbettando. Mrs. Weasley fece un grosso sospiro e disse: < Arthur mi aveva detto che avrei avuto dei problemi. Ma speravo di non dover usare questa magia… CONVINCTIBUS! > urlò, e una luce azzurra che uscì dalla sua bacchetta colpì il signore e la signora Dursley, i quali assunsero un’aria allegra. < Ma certo, Harry. Vai pure se desideri > disse zia Petunia, in modo del tutto inaspettato.

A Harry ricordò vagamente l’effetto che aveva l’incantesimo per cancellare la memoria e si spaventò un po’. < Scusi, signora… ma… torneranno normali, vero?> chiese titubante.

< Ma certo, caro, l’effetto dura due ore, poi dimenticano tutto > disse dolcemente Mrs. Dursley < Vai pure a prepararti >

Mentre Harry si dirigeva su per le scale vide Dudley che tremava come una foglia dietro a sua madre. < Ciao! Tu devi essere Dudley! Ti stai divertendo ?> chiese gentilmente.

Il doppio mento di Dudley tremò ancora più forte e il ragazzo chiese

< Co-cosa hai f-fatto a mamma e p-papà? >

< Niente, non ti preoccupare. Per due ore potrai chiedergli quello che vuoi e loro ti ubbidiranno!> spiegò con un sorriso.Gli occhi di Dudley s’illuminarono come due lucine di Natale.

< Davvero?> chiese mentre Harry scendeva le scale.

< Te lo posso assicurare > rispose < E ora andiamo, Harry. La Passaporta sarà pronta a momenti. Arrivederci signor Dursley > disse poi, rivolta a zio Vernon.

< Arrivederci a lei signora > salutò con un’aria da ebete dipinta sul viso. Harry e Mrs. Weasley lasciarono Dudley che esponeva i desideri ai genitori e risalirono il giardino del numero 4 trascinando a fatica il baule.

Mentre si dirigevano verso la periferia Harry disse:

< Grazie per l’invito signora. Come stanno Ron e gli altri? >

< Stanno tutti bene, grazie al cielo. Fred e George si sono trovati un lavoro estivo da Zonko. Io non volevo perché devono studiare ma hanno già finito i compiti! Appena finita la scuola sono stati delle giornate intere su i libri. Per il tema di Rüf sui draghi si sono fatti aiutare da Charlie >

A Harry, a sentir parlare di Fred e George che studiano venne da ridere, ma si trattenne. Invece chiese:

< Suo marito, invece? Come va in ufficio?> A questa domanda il viso di Mrs. Weasley si rabbuiò.

< Ah, Harry, sono brutti tempi. Caramell sta facendo di tutto pur di nascondere la faccenda di Tu-Sai-Chi. Fortunatamente Arthur ha trovato molte persone che lo aiuteranno a divulgare la notizia senza spargere il terrore. Ma se Caramell li scoprisse potrebbe anche essere licenziato e noi non ce lo possiamo permettere. Anche Percy, che dovrebbe essere in vacanza, è sempre in ufficio. Dopo quello che è successo a Crouch, lavora nell’Ufficio dei Collocamenti Temporanei per Lavoro, ma hanno bisogno un po’ tutti per tutto. Sai, cercano di darsi un po’ una mano ma non è facile > Concluse Mrs. Weasley con un sospiro.< Ah, eccoci arrivati, Harry. Dovremmo avere ancora due minuti > e, detto questo, afferrò un vecchio giornale Babbano e lo tese a Harry.

< È meglio se ci prepariamo ora > esclamò. < A volte sono in anticipo >. Difatti, meno di un minuto dopo Harry sentì l’ormai familiare strappo dalle parti dell’ombelico e in men che non si dica si trovò catapultato alla Tana.

Ma non NEL salotto, bensì sopra. Per una minuscola frazione di secondo rimase in aria e poi cadde per terra.

< Harry! Harry, svegliati! Hai fatto un bel volo! Si capisce che non sei ancora abituato a viaggiare con la Passaporta!> Harry sentì la voce di Ron in lontananza, come se fosse sott’acqua. Si schiaffeggiò il viso un paio di volte e vide Ron ed Hermione chini su di lui. Ron non si era abbronzato come l’anno scorso ma il compenso aveva una vecchia scottatura sul collo, probabilmente opera di un drago. Hermione invece non era mai stata così colorita.

< Come stai Harry?> chiese quest’ultima sorridendo.

< Bene grazie. Non mi sono fatto niente. L’atterraggio è stato morbido > rispose scherzando.

< Grazie, molto gentile > esclamò una voce da un punto imprecisato sotto di Harry < Ora che hai finito i saluti potresti rialzarti?>

Harry scattò in piedi e si accorse, una volta girato, che era caduto sopra a Fred e Ginny. Si sentì arrossire di colpo e balbettò qualcosa.

< Oh, scusa, cioè, volevo dire, ciao Fred, ciao Ginny, si, scusa, insomma.>

In quel mentre George uscì dalla cucina e, dopo aver capito cos’era successo, sbottò in una risata, che contagiò subito tutti. Harry aiutò ad alzarsi Fred e Ginny, la quale arrossì non poco.

< Allora? Cos’è tutto questo rumore? Stiamo cercando di dormire là sopra, non vi vergognate? Vi state comportando come un branco di bambini!> disse una voce aspra alle loro spalle. Tutti sobbalzarono e si girarono e rimasero alquanto sorpresi nel vedere Bill, con indosso i vecchi occhiali di Percy e il suo cartellino da Caposcuola, che si cimentava nella parodia di un Percy particolarmente severo, esattamente come se lo ricordava Harry.

L’intero salotto scoppiò a ridere e Bill, seguito da Charlie, salutò allegramente Harry.

La signora Weasley entrò in salotto e apostrofò tutti severamente:

< Allora? Cosa ci fate svegli a quest’ora? Tutti a dormire! Subito!> Tutti i ragazzi Weasley salirono le scale, trascinando insieme il baule di Harry. Ron aprì la porta della sua stanza ed Harry entrò, rimanendo, come al solito, abbagliato da tutto quell’arancione che ricopriva la camera di Ron.

< Siamo fortunati che Fred e George non debbano dormire qui. Bill e Charlie dormono nella stanza di Percy > disse questo.

S’infilarono il pigiama e si buttarono a pesce sopra i letti a baldacchino, addormentandosi quasi subito. Non si svegliarono neppure quando Percy e il signor Weasley tornarono a casa, mezz’ora dopo.

*

I giorni a casa Weasley passavano velocemente per Harry. Lui, Ron ed Hermione andavano spesso nel bosco. Camminando per una quarantina di minuti si poteva arrivare, seguendo il sentiero, ad uno spiazzo in mezzo agli alberi. Lì Fred e George, avevano scoperto un laghetto d’acqua dolce dove si poteva nuotare. Spesso qualcuno andava con loro (la maggior parte delle volte Ginny, Fred e George, che avevano finito di lavorare).

Nello spiazzo d’erba fresca Harry insegnava a Ron ed Hermione come padroneggiare l’Incanto Patronus, anche se non usavano la bacchetta perché vietato dalle regole scolastiche. La domenica dopo l’arrivo di Harry, Mrs. Weasley preparò il pranzo e lo divise in undici cesti. All’ora di pranzo la famiglia al gran completo, più Harry ed Hermione, s’incamminò verso il laghetto e lì passarono un bellissimo pomeriggio. Durante il pranzo Harry non poté fare a meno di notare che il signor Weasley e Percy avevano due profonde occhiaie e si chiese se le avevano anche quando Voldemort era al potere. Fred e George trangugiarono il loro pasto e poi, dopo essersi avvicinati di soppiatto a Charlie, lo afferrarono e lo buttarono nel lago. Seguì una battaglia cruenta che vide protagonisti anche Harry, Ron, Bill, Ginny e Percy (in realtà Percy non aveva alcun’intenzione di fare il bagno, ma alla fine era talmente bagnato per colpa degli schizzi degli altri, che sembrava lo avesse fatto veramente).

La sera, tornati a casa, si sedettero in giardino a guardare le stelle cadenti. Harry approfittò di quel momento di quiete per mettere Ron e Hermione al corrente delle novità.

< Hagrid non sarà presente per i primi mesi di quest’anno?> chiese incredulo Ron.

< E non ti ha detto il motivo?> disse Hermione, agitata.

< Hagrid non sarà presente per i primi mesi di quest’anno?> ripeté Ron concluse, facendo una faccia talmente somigliante a quella di Piton che Harry ed Hermione si rotolarono dalle risate.

< Non mi ha detto perché > rispose Harry, una volta che si fu calmato .

< Non pronunciare quel nome > disse Ron < E comunque è troppo presto per preoccuparsi. Dovremmo aspettare di essere a scuola per saperlo.>

< Già. Hai ragione Ron > disse Hermione, alzando lo sguardo verso il cielo. < Ora vado a dormire. Buonanotte!>

< Notte, Hermione > disse Harry. Lei si alzò e, insieme a Ginny, si avviò verso la casa.

< Sai, Ron > disse Harry < sono stanco anch’… ehi! Cos’ hai fatto?> chiese, dopo essersi accorto dell’espressione sconvolta dell’amico.

< Incredibile… > disse Ron senza cambiare espressione < È la prima volta che mi dà ragione > E, senza aggiungere nient’altro, si alzò anche lui e, con Harry, andò a dormire.

*

< RON! RON, HARRY! Svegliatevi! > Harry, si svegliò di colpo e vide la Mrs. Weasley che cercava di svegliare Ron.

< Signora Weasley, cos’è successo? Siamo in piena notte!> Chiese Harry, con la voce ancora impastata dal sonno.

< Harry, sveglia Ron e digli di vestirsi. Vestiti anche tu! Fate più in fretta che potete. Io corro svegliare Fred e George > Mrs. Dursley uscì di corsa dalla stanza.

< Harry… cosa sta succedendo? > chiese Ron che si era svegliato

< Non lo so Ron. Vestiti! Deve essere successo qualcosa.> Per il corridoio continuavano a passare i signori Weasley chiamando i ragazzi.

Una volta pronti uscirono in corridoio, dove incontrarono Fred e George, che non capivano cosa sta succedendo. Quando furono tutti pronti il signor Weasley li fece scendere le scale e li radunò tutti in salotto.

< Statemi bene a sentire. Dovete stare molto attenti a quello che vi dico di fare se non volete rimetterci qualcosa > disse.

< Cos’è successo papà? > chiese Percy allarmato.

< È comparso il Marchio Nero sulla casa dei Fawcett > disse Mr. Weasley. Tutti i presenti nella sala inorridirono. Il Marchio Nero era il simbolo di Voldemort e quando appariva la maggior parte delle volte voleva dire morte. continuò < Amos Diggory sta venendo qui. Sua moglie mi ha avvertito prima via camino. Bill e Charlie, venite con me. Andremo sul posto con lui > I due annuirono con la tesa < Percy, tu Smaterializzati e vai ad avvisare i Lovegood. Rimani da loro finché non verrò a prenderti > Percy assunse un’aria seria, forse perché avrebbe voluto andare con gli altri, ma annuì. < Molly, va’ immediatamente a chiamare Silente. E voi sei > disse rivolgendosi verso Fred, George, Ron, Hermione, Ginny ed Harry < Andate a nascondervi nello spiazzo col lago. Fred, George, tenete d’occhio Ginny, non combinatene una delle vostre, mi fido di voi. Ecco Amos. Andate. Forza!>

Mrs. Weasley e Percy si smaterializzarono e Bill e Charlie si affrettarono a raggiungere il padre. I rimasti corsero verso la porta sul retro. Si misero due a due e si incamminarono. Harry chiese:

< Da che parte è la casa dei Fawcett? >

< Da quella parte > rispose George, indicando la parte del cielo nascosta dal muro della tana. < Fra un po’ la vedrai >

Non appena girarono l’angolo rimasero immobilizzati dalla paura. L’intera campagna circostante era illuminata da una luce verdastra. Nel mezzo del cielo, circondato da una cortina di fumo verdastro, spiccava un teschio con un serpente al posto della lingua. A Harry tornò in mente quando l’anno prima Voldemort aveva convocato i Mangiamorte. Erano stati perdonati ed erano tornati ad uccidere?

< Forza…> disse Fred < Andiamo >. A passo spedito raggiunsero la foresta e vi si inoltrarono. Ron, che era accanto a Harry, sembrava terrorizzato. Non faceva che guardare nella direzione di Hermione. Harry sapeva che Ron la considerava in pericolo. Gli tornò in mente la frase di Sirius: “ Sai bene che a loro non interessa che il sangue di un mago”. Erano a circa a metà strada quando si sentì un boato. Il gruppetto accelerò il passo e in pochi minuti arrivarono alla radura. Ginny singhiozzò un paio di volte. George cercò di consolarla: < Su, Ginny, non fare così. Sarà come alla Coppa. Qualche vecchio Mangiamorte che si diverte. > Ma non ne era convinto neanche lui.

< Harry, cos’ hai fatto? >chiese Fred improvvisamente.

< Questa cicatrice… mi sta facendo impazzire > disse Harry, strofinandosi la fronte. Ron ed Hermione si guardarono.

< Forse hai sbattut… > di colpo Fred tacque. < Avete sentito?>

< Cosa? > Chiesero gli altri all’unisono. Ma poi sentirono anche loro. Si udivano delle urla di persone, come di ubriachi, avanzare per la foresta.

< Harry, dici che sono i M-Mangiamorte? > chiese Hermione. Harry non fece in tempo a rispondere perché Ron urlò < NASCONDETEVI! >

Tutti si tuffarono fra gli alberi. In quell’istante comparvero degli uomini dal sentiero. Dovevano essere una dozzina. I loro volti erano nascosti da un cappuccio e indossavano le stesse vesti che Harry aveva visto alla Coppa del Mondo. Si muovevano barcollando e non camminavano in linea retta. Tuttavia nessuno si separava dal gruppo. Harry li sentì ridere e si chiese con orrore se erano contenti per la morte di qualcuno. Pregava perché proseguissero in fretta il cammino ma sembrava che i Mangiamorte non avessero alcuna intenzione di continuare. Si avvicinarono al laghetto e riempirono d’acqua alcune fiaschette. Improvvisamente cessarono di parlare. Harry si chiese il motivo ma non riuscì a capirlo perché un momento dopo il dolore che sentiva alla cicatrice raddoppiò. Si tenne la fronte cercando in tutti i modi di trattenersi dall’urlare. Ron gli diede una gomitata.

< Harry! Harry, guarda! >Harry alzò lo sguardo e inorridì. La luna era stata coperta dalle nuvole e sul lago era comparso un mago, alto, magro, anch’esso incappucciato. I Mangiamorte si disposero in cerchio e levarono le loro fiaschette, gridando: < AL RITORNO DI LORD VOLDEMORT >. Harry sentì Ginny trattenere il respiro e si voltò verso il lago. La fronte gli bruciava come se qualcuno gli avesse appoggiato sopra un ferro incandescente. L’uomo sopra il lago si mise a parlare: < Miei fedeli Mangiamorte. Mi avete dimostrato che siete pronti ad uccidere per me. Vi posso perdonare per avermi dimenticato. D’ora in avanti avremo nuovi alleati. Nessuno potrà fermarci. Vi darò dei compiti da portare al termine >. E, pronunciate queste parole, puntò la bacchetta sul lago, mormorò qualcosa e scomparve. I Mangiamorte si avvicinarono al lago e, come se qualcuno li avesse improvvisamente riaccesi, cominciarono a fare rumore tutti insieme. Agganciarono le fiaschette ai loro mantelli e ripresero il cammino. I ragazzi aspettarono che le voci non si sentissero più e uscirono dal loro nascondiglio. George balbetto:

< Era Voi-Sapete-Chi? >

< Sì > rispose Hermione in tono piatto < E ha fatto qualcosa al lago. Andiamo a vedere >. Si avvicinarono al lago con un po’ di apprensione ma non riconobbero cambiamenti. Fred cominciò a dire: < Sembra tale e quale a prima > quando la luna uscì dalla coltre di nuvole e illuminò la radura.

balbettò Ron girandosi verso di lui < È s-sangue!>. Tutti inorridirono e in quel momento sentirono una voce dietro di loro:

< Ragazzi! State bene? > Si girarono tutti di scatto e videro il signor Weasley correre verso di loro. < Non dite niente ragazzi, non dobbiamo farci sentire. Mi racconterete a casa >. Cominciarono tutti a marciare meccanicamente verso la Tana e, una volta arrivati entrarono in salotto. Le poltrone erano già tutte piene. Harry vide Charlie, Bill e Percy estremamente stanchi e si chiese se avevano corso. Riconobbe i signori Diggory e vide altre due famiglie. Improvvisamente sentì che qualcuno lo aveva afferrato all’altezza dello stomaco e lo stringeva forte: < Oh, ragazzi, oh ragazzi, ero così in pensiero! State tutti bene? Fred? George? Oh, grazie al cielo, grazie al cielo, ero così preoccupata! > Il signor Weasley staccò la moglie da Harry e Ron e disse: < Scusate, ragazzi. Spiegateci cos’è successo > Harry, Ron, Fred e George si lanciarono nel racconto di quello che era accaduto senza cercare di tralasciare alcun particolare. < … e così Vol… ehm… Voi-Sapete-Chi ha detto di averli perdonati e che avrebbero avuto nuovi alleati. Poi ha cambiato l’acqua del lago in sangue ed è scomparso > concluse Harry.

< Ma guarda! > esclamò una voce nota dietro di lui. Si girò e vide nientemeno che Silente.

< Ehm, professore! Noi non, non l’avevamo vista! > disse George alquanto imbarazzato.

< Non fa niente ragazzi. Dimmi Arthur: cos’è successo quando siete arrivati davanti a casa loro? > chiese, indicando con dito i Fawcett con un’aria molto vaga.

< Niente Silente. Fortunatamente loro non erano in casa (erano andati al villaggio) e così tutto quello che abbiamo potuto fare è stato sistemare le cose che avevano buttato per aria. >

< Capisco… scusa David > disse poi, rivolto al signor Fawcett < Ma credo che per voi sia meglio dormire dai Lovegood questa notte. Molly, portami a vedere quel lago. Buonanotte ragazzi. Cercate di dormire ora > e, detto questo, uscì dalla porta seguito dalla signora Weasley. I Fawcett e i Lovegood salutarono e se ne andarono anche loro. Ron, Harry ed Hermione si diressero al piano di sopra parlando fra loro.

< È stata una bella fortuna che non ci abbiano visti > disse Ron.

< Già > concordò Harry < Buonanotte Ginny, Buonanotte Hermione>

< Notte! > risposero le due ragazze e si avviarono verso la loro stanza.

 

  
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