7. SMOKE GETS IN YOUR EYES
"Oddio... ma quanto è forte questo tabacco!", esclamò Tom, dopo
averne preso un tiro ed aver represso un colpo di tosse.
"Già...", fece Mac, "E poi ha un sapore strano."
Quando la sigaretta arrivò a Gustav, ci volle un po' prima che questo se la
mettesse in bocca e la aspirasse, sotto le pressioni e le prese di giro dei
suoi amici. Dopo la prima boccata, fu normale che esplodesse in colpi di tosse
fortissimi.
"Sto morendo soffocato e voi ridete!", fece lui, quando ebbe ripreso
un po' di fiato.
"Sei rosso come un peperone...", esclamò Bill, mentre il fumo gli
usciva lentamente dalle labbra.
In cerchio, con le gambe incrociate, i ragazzi stavano lì e si rilassavano
completamente. Ben presto la sigaretta finì ma nessuno di loro aveva intenzione
di accenderne un'altra perchè pensavano che fosse troppo pesante.
Si sentivano spensierati, con la testa leggera, e molto tranquilli.
"Non lo so ragazzi...", fece Bill, appoggiando la schiena a terra,
"Ma io ho tanta voglia di togliermi le scarpe."
"Beh... toglitele...", gli rispose Gustav, noncurante.
"Davvero? Sarebbe bellissimo stare a piedi nudi... e camminare....",
disse l’altro, muovendo le mani nell’aria.
"Ma cosa dici Bill?", fece Georg, mettendosi a ridere..
"Sì... ho tanta voglia di stare senza scarpe.", continuò Bill, e se
le tolse, "Voi non ne avete voglia?"
"Io ho voglia di togliermi i pantaloni!", disse Mac, iniziando a
ridere, "Meno male che ho sempre un paio di pantalocini sotto... altrimenti
avreste visto tutto!"
Gli altri si misero a ridere insieme a lei, mentre allentava la cintura e si
toglieva i pantaloni. In un angolo nascosto della sua testa, una vocina
ovattata le stava dando della deficiente, che non era normale avere la voglia
di togliersi i pantaloni davanti a ben quattro ragazzi… Ma era così lontana ed
estranea, che Mac non le dette ascolto.
"Dimmi Mac...", le fece Georg, "C'è una cosa che avresti voluto
fare ma che non hai mai fatto in vita tua?"
"Allora... non lo so, ma ora che mi ci fai proprio pensare...", disse
lei, stendendosi a terra nello spazio vuoto dentro al cerchio delle gambe
incrociate, "C'è un film... mi sembra si intitoli... boh, non mi ricordo,
comunque c'è questo qui che penzola a testa in giù e arriva una e lo bacia...
così, lei in piedi, lui a testa sotto-sopra. Un giorno mi ci metto anche io
come lui e aspetto che arrivi qualcuno e mi baci.", disse lei.
Sentì le parole uscirle dalla bocca come acqua dalla fonte, limpide e leggere.
Gustav, le cui gambe quasi toccavano la testa di Mac, sentì che la cosa più
naturale da fare in quel momento era abbassarsi e realizzare quel suo pazzo
sogno, sfiorandole appena le labbra.
"Hey... ragazzo, non si fa così.", disse Mac, sorridendogli.
"Hai ragione... eppure non ho resistito!", fece l'altro, ricambiando
il sorriso.
"E come ci si sente dopo?", domandò Tom, che aveva cercato di
immaginarsi quella scena del film, di cui non ricordava il titolo proprio come
Mac.
"Vuoi provare?", gli fece Gustav, con soddisfazione.
“Baciala tu la principessa rospa! Io non lo farò di certo!”, sbottò Tom,
incrociando le braccia e arricciando il naso, “Piuttosto mi bacio da solo!”
Si portò una mano alla bocca, si dette un bacio sulle dita e se lo stampò sulla
guancia.
"Hai proprio ragione…", fece Mac, alzandosi di scatto. Le venne un
giramento di testa e si portò le mani alle tempie, come se questo potesse
riuscire a fermare il vortice, "Non so cosa mi prende..."
"Non credi che anche a noi spetti qualcosa?", fece Georg, guardando
Mac con aria maliziosa .
"Facciamo così!”, fece lei, che ancora doveva scongiurare un nuovo
capogiro, “Ora chi non ha mai baciato nel giro di venti secondi si baci tra
sè!"
"Va bene!", esclamarono quasi contemporaneamente Bill e Georg... ma i
loro sguardi si incrociarono, i due iniziarono a negarsi.
"No! Io non ci penso nemmeno!", fece Bill, tappandosi la bocca con
una mano.
"Manco io!", sbottò l'altro.
"Avete detto che lo avreste fatto e ora lo fate!", disse Tom.
"Giochiamo a nascondino!", disse all'improvviso Gustav, esulando del
tutto dalle vere intenzioni degli altri ragazzi, che lo guardarono come se
avesse detto la più grossa stupidata del mondo.
Mac, che aveva un cuscino a portata di mano, glielo tirò in faccia, scatenando
una violenta lotta all’ultima piuma. Bill che picchiava il fratello e
viceversa, Mac piegata a guscio mentre Gustav e Georg si sfogavano su di lei,
ridendo come pazzi. Solo lo squillo del telefono della camera interruppe la
guerra.
Era il portiere che raccomandava di fare più silenzio perchè le camere del
piano di sotto si erano lamentate.
"Che palle... e ora che facciamo?", fece Bill, buttandosi a peso
morto sul letto, seguito dagli altri quattro.
Dopo qualche tempo passato a prendersi a calci, per riuscire a conquistare
qualche centimetro in più di materasso, i quattro riuscirono ad accomodarsi
come meglio potevano sul letto doppio di Georg.
"Facciamo quel gioco stupido che si fa di solito alle medie... verità o
penitenza!", propose Mac.
"Ma è troppo stupido stupido stupido...", fece Georg.
"Dai, ci divertiremo un mondo, come le ragazzine ai pigiama party!",
disse Bill, entusiasta.
"Facciamo un pigiama party!", propose Gustav a ruota e incontrando il
parere favorevole degli altri.
"Ma... non abbiamo il pigiama noi...", dissero quasi simultaneamente
i due fratelli.
"E come andate a dormire voi?", chiese Mac.
"In mutande...", disse Tom, arrossendo quasi impercettibilmente.
"Lo facciamo o no questo pigiama party?", disse di nuovo Georg.
"Mi sa che mi ci vorranno almeno un altro paio di birre per poter
sopportare la vista di tutti voi mezzi nudi...", disse Mac, alzandosi e
prendendosi ancora da bere.
"Mamma mia
come sei secco... scommetto che peso più di te...", disse Mac, vedendo Tom
senza maglietta, con solo i boxer indosso.
"Sicuramente! Hai una bella pancetta sotto quella maglia ragazza!",
fece l'altro, per recuperare l’offesa subita.
"Stupido! Questi sono muscoli!", disse l'altra, dandosi una pacca
allo stomaco, “E ne ho più di te... ho fatto tae kwon do per molti anni, potrei
metterti al tappeto in un attimo. Anzi, già l'ho fatto venerdì sera nel
guardaroba...", fece lei canzonandolo.
"Ha ha ha...", sbuffò l'altro, riprendendo il suo posto.
“Lo hai buttato a terra?!?”, fece Bill, incredulo, “Non me lo avevi detto, Tom…”
“Proprio a terra no… Mi ha quasi rotto una mano!”, piagnucolò suo fratello,
"E per questo il primo sono io! Tocca a Mac, ovviamente. Scegli, verità o
penitenza?"
"Verità...", disse lei.
"Allora... qual'è stata la cosa più pazza che hai fatto?", le chiese.
"Mi sono sporta dal finestrino di un treno e ho iniziato a gridare...
anzi, ho anche mangiato una scatoletta di cibo per cani dopo aver perso una
scommessa!", rispose Mac, con aria schifata.
Gli altri espressero il loro disgusto con vari 'bleah' e 'che schifo'.
"Gustav, verità o penitenza?", domandò a sua volta Mac.
"La prima.", disse lui, sicuro.
"La tua fantasia sessuale più ricorrente!"
"Penitenza!", esclamò subito lui, che evidentemente non voleva
rispondere a ciò che gli aveva chiesto Mac.
"La prima scelta è quella che vale!", disse Georg, sorseggiando la
birra.
Gustav sospirò, rassegnato.
"La mia fantasia sessuale più ricorrente è...", disse, arrossendo
fortemente, "Farlo sotto la pioggia..."
Gli altri rimasero in silenzio per qualche secondo, guardandolo con facce
stupite.
"Sentilo! Sotto la pioggia...", disse Tom.
"Già...", fece Gustav, abbassando lo sguardo.
"Sarebbe bellissimo...", disse Bill, e anche Mac annuì.
"Ma andiamo avanti, ora tocca a me giusto?”, fece Gustav, con un sorriso
imbarazzato.
Bill, verità o penitenza?"
"Penitenza!", fece lui, bruciando il secondo.
"Vuoi sfuggire alle domande vero?"
"Proprio così!", disse lui, fiero.
"Allora penserò una penitenza esemplare... vediamo... devi baciare Georg
come avevi detto prima.", disse Gustav, incrociando le braccia.
"Bacio! Bacio! Bacio!", iniziò a dire Mac, battendo le mani
ritmicamente.
“Se ti avvicini ti….”, lo intimò Georg, ma Bill gli afferrò in un attimo il
viso e gli dette un piccolo bacio sulla bocca, prima che lui se ne potesse
rendere conto.
"Bill! Ma vaffanculo!", protestò l'altro, pulendosi la bocca ed
iniziando a sputacchiare in giro, mentre gli altri stavano per avere delle
convulsioni da risate isteriche.
"Ora per non pensarci più fatemi fare la domanda a mio fratello.”, disse
Bill, che voleva presto dimenticare il fatto, “Verità o penitenza, Tomi?"
"Verità, non voglio baciare nessuno!", disse lui, in automatico. Ma
lo sguardo malizioso di Bill lo preoccupò, facendogli sentire i brividi lungo
la schiena.
"A chi pensavi ieri mentre ti masturbavi in bagno?", domandò Bill.
"E a te cosa te ne frega!", sbottò subito l'altro, appena il sangue
riprese a defluire nelle sue vene.
"Guarda che ti ho sentito!", fece l’altro.
"E tappati le orecchie una buona volta!"
"Avanti! Rispondere!", fece Mac.
“Rispondi Tom!”, lo esortò Gustav.
"No! Mi rifiuto!", si impuntò lui.
"Sei peggio di un bambino piccolo!", disse Mac, "Abbiamo fatto
tutti come ci è stato chiesto, di certo non sarai tu a tirarti indietro per una
stupida domanda!"
"E dai, Tom, ha ragione....", disse Georg, "Io non avrei mai
voluto baciare tuo fratello, ma il gioco è il gioco..."
"No, avete passato la linea.", disse Tom, irremovibile.
"Allora ti tocca una penitenza veramente bastarda....", fece Mac.
“Va bene, penitenza sia.”, proferì lui, sicurissimo.
"Vattene in bagno e non ci ascoltare, la scegliamo noi.”, disse Bill,
“Vedrai che poi avrai veramente da pentirti..."
Il ragazzo, sbuffando vistosamente, scese dal letto e andò in bagno. Seduto,
con la schiena contro la porta, attese che venissero a chiamarlo.
"Ragazzi, sentite quest'idea....", disse Bill, sottovoce, mentre gli
altri presero a lustrarsi le orecchie..
"Tom! Puoi
uscire!", esclamò Mac, bussando lievemente alla porta del bagno.
"Finalmente...", fece lui, una volta fuori dalla toilette,
"Dovrò vendicarmi così tanto di te e della tua cattiveria che farai meglio
a scrivere il più bell'articolo del mondo su di noi..."
"L'idea non è mia... è di tuo fratello...", fece Mac, alzando le
braccia al cielo con innocenza.
Tom guardò il fratello, che aveva una faccia tra il divertito e il malizioso.
"Dimmi che... no, non hai pensato a quello...", fece lui, mentre le
gambe stavano iniziando a tremare.
Bill scosse lievemente la testa in segno affermativo.
"Sei uno stronzo Bill!”, esclamò Tom, arrabbiandosi, “Adesso voglio
rispondere alla domanda!"
"Eh no, caro mio, ora devi fare la penitenza...", disse Gustav,
alzandosi. A passi veloce andò verso la porta della camera e la aprì.
"Avanti.", disse Mac, “Visto che hai già capito di che penitenza si
tratta….”
"No, ragazzi, vi prego... è il mio peggior incubo...", disse Tom,
iniziando a piagnucolare.
"Smetti di frignare e fai quello che devi!", disse Bill, in tono
serio, indicando la porta come il maestro indicava all’alunno di mettersi in
punizione dietro alla lavagna.
Tom, con notevole riluttanza, strinse i pugni e si incamminò verso la porta. In
piedi sulla soglia, guardò Gustav, e gli implorò pietà con gli occhi. Il
ragazzo gli fece cenno con la testa e si mise in attesa di ricevere qualcosa da
lui. Tom sospirò, afferrò l'elastico dei boxer e se li tirò giù, li tolse e
glieli consegnò.
"Vai belle chiappe! Prendi l'ascensore e vai alla hall, ricordati di
prendere qualcosa che ci dimostri che lo hai fatto e torna su.", disse
Bill.
"Andate a fanculo!", fece Tom, incamminandosi verso l'ascensore.
Gustav chiuse la porta e scoppiò a ridere, seguito a ruota dagli altri.