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Autore: RubyChubb    03/08/2007    7 recensioni
Una rivista, una ragazza incasinata e casinista, il suo coinquilino gay, la sua collega pazza... e tanti guai! 'scusate la stupidità del titolo e della presentazione, ma ho trenta gradi di caldo in casa....'
Genere: Commedia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Life, Love and Hate by Tom and Mac' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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7. SMOKE GETS IN YOUR EYES



"Oddio... ma quanto è forte questo tabacco!", esclamò Tom, dopo averne preso un tiro ed aver represso un colpo di tosse.
"Già...", fece Mac, "E poi ha un sapore strano."
Quando la sigaretta arrivò a Gustav, ci volle un po' prima che questo se la mettesse in bocca e la aspirasse, sotto le pressioni e le prese di giro dei suoi amici. Dopo la prima boccata, fu normale che esplodesse in colpi di tosse fortissimi.
"Sto morendo soffocato e voi ridete!", fece lui, quando ebbe ripreso un po' di fiato.
"Sei rosso come un peperone...", esclamò Bill, mentre il fumo gli usciva lentamente dalle labbra.
In cerchio, con le gambe incrociate, i ragazzi stavano lì e si rilassavano completamente. Ben presto la sigaretta finì ma nessuno di loro aveva intenzione di accenderne un'altra perchè pensavano che fosse troppo pesante.
Si sentivano spensierati, con la testa leggera, e molto tranquilli.
"Non lo so ragazzi...", fece Bill, appoggiando la schiena a terra, "Ma io ho tanta voglia di togliermi le scarpe."
"Beh... toglitele...", gli rispose Gustav, noncurante.
"Davvero? Sarebbe bellissimo stare a piedi nudi... e camminare....", disse l’altro, muovendo le mani nell’aria.
"Ma cosa dici Bill?", fece Georg, mettendosi a ridere..
"Sì... ho tanta voglia di stare senza scarpe.", continuò Bill, e se le tolse, "Voi non ne avete voglia?"
"Io ho voglia di togliermi i pantaloni!", disse Mac, iniziando a ridere, "Meno male che ho sempre un paio di pantalocini sotto... altrimenti avreste visto tutto!"
Gli altri si misero a ridere insieme a lei, mentre allentava la cintura e si toglieva i pantaloni. In un angolo nascosto della sua testa, una vocina ovattata le stava dando della deficiente, che non era normale avere la voglia di togliersi i pantaloni davanti a ben quattro ragazzi… Ma era così lontana ed estranea, che Mac non le dette ascolto.
"Dimmi Mac...", le fece Georg, "C'è una cosa che avresti voluto fare ma che non hai mai fatto in vita tua?"
"Allora... non lo so, ma ora che mi ci fai proprio pensare...", disse lei, stendendosi a terra nello spazio vuoto dentro al cerchio delle gambe incrociate, "C'è un film... mi sembra si intitoli... boh, non mi ricordo, comunque c'è questo qui che penzola a testa in giù e arriva una e lo bacia... così, lei in piedi, lui a testa sotto-sopra. Un giorno mi ci metto anche io come lui e aspetto che arrivi qualcuno e mi baci.", disse lei.
Sentì le parole uscirle dalla bocca come acqua dalla fonte, limpide e leggere.
Gustav, le cui gambe quasi toccavano la testa di Mac, sentì che la cosa più naturale da fare in quel momento era abbassarsi e realizzare quel suo pazzo sogno, sfiorandole appena le labbra.
"Hey... ragazzo, non si fa così.", disse Mac, sorridendogli.
"Hai ragione... eppure non ho resistito!", fece l'altro, ricambiando il sorriso.
"E come ci si sente dopo?", domandò Tom, che aveva cercato di immaginarsi quella scena del film, di cui non ricordava il titolo proprio come Mac.
"Vuoi provare?", gli fece Gustav, con soddisfazione.
“Baciala tu la principessa rospa! Io non lo farò di certo!”, sbottò Tom, incrociando le braccia e arricciando il naso, “Piuttosto mi bacio da solo!”
Si portò una mano alla bocca, si dette un bacio sulle dita e se lo stampò sulla guancia.
"Hai proprio ragione…", fece Mac, alzandosi di scatto. Le venne un giramento di testa e si portò le mani alle tempie, come se questo potesse riuscire a fermare il vortice, "Non so cosa mi prende..."
"Non credi che anche a noi spetti qualcosa?", fece Georg, guardando Mac con aria maliziosa .
"Facciamo così!”, fece lei, che ancora doveva scongiurare un nuovo capogiro, “Ora chi non ha mai baciato nel giro di venti secondi si baci tra sè!"
"Va bene!", esclamarono quasi contemporaneamente Bill e Georg... ma i loro sguardi si incrociarono, i due iniziarono a negarsi.
"No! Io non ci penso nemmeno!", fece Bill, tappandosi la bocca con una mano.
"Manco io!", sbottò l'altro.
"Avete detto che lo avreste fatto e ora lo fate!", disse Tom.
"Giochiamo a nascondino!", disse all'improvviso Gustav, esulando del tutto dalle vere intenzioni degli altri ragazzi, che lo guardarono come se avesse detto la più grossa stupidata del mondo.
Mac, che aveva un cuscino a portata di mano, glielo tirò in faccia, scatenando una violenta lotta all’ultima piuma. Bill che picchiava il fratello e viceversa, Mac piegata a guscio mentre Gustav e Georg si sfogavano su di lei, ridendo come pazzi. Solo lo squillo del telefono della camera interruppe la guerra.
Era il portiere che raccomandava di fare più silenzio perchè le camere del piano di sotto si erano lamentate.
"Che palle... e ora che facciamo?", fece Bill, buttandosi a peso morto sul letto, seguito dagli altri quattro.
Dopo qualche tempo passato a prendersi a calci, per riuscire a conquistare qualche centimetro in più di materasso, i quattro riuscirono ad accomodarsi come meglio potevano sul letto doppio di Georg.
"Facciamo quel gioco stupido che si fa di solito alle medie... verità o penitenza!", propose Mac.
"Ma è troppo stupido stupido stupido...", fece Georg.
"Dai, ci divertiremo un mondo, come le ragazzine ai pigiama party!", disse Bill, entusiasta.
"Facciamo un pigiama party!", propose Gustav a ruota e incontrando il parere favorevole degli altri.
"Ma... non abbiamo il pigiama noi...", dissero quasi simultaneamente i due fratelli.
"E come andate a dormire voi?", chiese Mac.
"In mutande...", disse Tom, arrossendo quasi impercettibilmente.
"Lo facciamo o no questo pigiama party?", disse di nuovo Georg.
"Mi sa che mi ci vorranno almeno un altro paio di birre per poter sopportare la vista di tutti voi mezzi nudi...", disse Mac, alzandosi e prendendosi ancora da bere.

"Mamma mia come sei secco... scommetto che peso più di te...", disse Mac, vedendo Tom senza maglietta, con solo i boxer indosso.
"Sicuramente! Hai una bella pancetta sotto quella maglia ragazza!", fece l'altro, per recuperare l’offesa subita.
"Stupido! Questi sono muscoli!", disse l'altra, dandosi una pacca allo stomaco, “E ne ho più di te... ho fatto tae kwon do per molti anni, potrei metterti al tappeto in un attimo. Anzi, già l'ho fatto venerdì sera nel guardaroba...", fece lei canzonandolo.
"Ha ha ha...", sbuffò l'altro, riprendendo il suo posto.
“Lo hai buttato a terra?!?”, fece Bill, incredulo, “Non me lo avevi detto, Tom…”
“Proprio a terra no… Mi ha quasi rotto una mano!”, piagnucolò suo fratello, "E per questo il primo sono io! Tocca a Mac, ovviamente. Scegli, verità o penitenza?"
"Verità...", disse lei.
"Allora... qual'è stata la cosa più pazza che hai fatto?", le chiese.
"Mi sono sporta dal finestrino di un treno e ho iniziato a gridare... anzi, ho anche mangiato una scatoletta di cibo per cani dopo aver perso una scommessa!", rispose Mac, con aria schifata.
Gli altri espressero il loro disgusto con vari 'bleah' e 'che schifo'.
"Gustav, verità o penitenza?", domandò a sua volta Mac.
"La prima.", disse lui, sicuro.
"La tua fantasia sessuale più ricorrente!"
"Penitenza!", esclamò subito lui, che evidentemente non voleva rispondere a ciò che gli aveva chiesto Mac.
"La prima scelta è quella che vale!", disse Georg, sorseggiando la birra.
Gustav sospirò, rassegnato.
"La mia fantasia sessuale più ricorrente è...", disse, arrossendo fortemente, "Farlo sotto la pioggia..."
Gli altri rimasero in silenzio per qualche secondo, guardandolo con facce stupite.
"Sentilo! Sotto la pioggia...", disse Tom.
"Già...", fece Gustav, abbassando lo sguardo.
"Sarebbe bellissimo...", disse Bill, e anche Mac annuì.
"Ma andiamo avanti, ora tocca a me giusto?”, fece Gustav, con un sorriso imbarazzato.
Bill, verità o penitenza?"
"Penitenza!", fece lui, bruciando il secondo.
"Vuoi sfuggire alle domande vero?"
"Proprio così!", disse lui, fiero.
"Allora penserò una penitenza esemplare... vediamo... devi baciare Georg come avevi detto prima.", disse Gustav, incrociando le braccia.
"Bacio! Bacio! Bacio!", iniziò a dire Mac, battendo le mani ritmicamente.
“Se ti avvicini ti….”, lo intimò Georg, ma Bill gli afferrò in un attimo il viso e gli dette un piccolo bacio sulla bocca, prima che lui se ne potesse rendere conto.
"Bill! Ma vaffanculo!", protestò l'altro, pulendosi la bocca ed iniziando a sputacchiare in giro, mentre gli altri stavano per avere delle convulsioni da risate isteriche.
"Ora per non pensarci più fatemi fare la domanda a mio fratello.”, disse Bill, che voleva presto dimenticare il fatto, “Verità o penitenza, Tomi?"
"Verità, non voglio baciare nessuno!", disse lui, in automatico. Ma lo sguardo malizioso di Bill lo preoccupò, facendogli sentire i brividi lungo la schiena.
"A chi pensavi ieri mentre ti masturbavi in bagno?", domandò Bill.
"E a te cosa te ne frega!", sbottò subito l'altro, appena il sangue riprese a defluire nelle sue vene.
"Guarda che ti ho sentito!", fece l’altro.
"E tappati le orecchie una buona volta!"
"Avanti! Rispondere!", fece Mac.
“Rispondi Tom!”, lo esortò Gustav.
"No! Mi rifiuto!", si impuntò lui.
"Sei peggio di un bambino piccolo!", disse Mac, "Abbiamo fatto tutti come ci è stato chiesto, di certo non sarai tu a tirarti indietro per una stupida domanda!"
"E dai, Tom, ha ragione....", disse Georg, "Io non avrei mai voluto baciare tuo fratello, ma il gioco è il gioco..."
"No, avete passato la linea.", disse Tom, irremovibile.
"Allora ti tocca una penitenza veramente bastarda....", fece Mac.
“Va bene, penitenza sia.”, proferì lui, sicurissimo.
"Vattene in bagno e non ci ascoltare, la scegliamo noi.”, disse Bill, “Vedrai che poi avrai veramente da pentirti..."
Il ragazzo, sbuffando vistosamente, scese dal letto e andò in bagno. Seduto, con la schiena contro la porta, attese che venissero a chiamarlo.
"Ragazzi, sentite quest'idea....", disse Bill, sottovoce, mentre gli altri presero a lustrarsi le orecchie..

 

"Tom! Puoi uscire!", esclamò Mac, bussando lievemente alla porta del bagno.
"Finalmente...", fece lui, una volta fuori dalla toilette, "Dovrò vendicarmi così tanto di te e della tua cattiveria che farai meglio a scrivere il più bell'articolo del mondo su di noi..."
"L'idea non è mia... è di tuo fratello...", fece Mac, alzando le braccia al cielo con innocenza.
Tom guardò il fratello, che aveva una faccia tra il divertito e il malizioso.
"Dimmi che... no, non hai pensato a quello...", fece lui, mentre le gambe stavano iniziando a tremare.
Bill scosse lievemente la testa in segno affermativo.
"Sei uno stronzo Bill!”, esclamò Tom, arrabbiandosi, “Adesso voglio rispondere alla domanda!"
"Eh no, caro mio, ora devi fare la penitenza...", disse Gustav, alzandosi. A passi veloce andò verso la porta della camera e la aprì.
"Avanti.", disse Mac, “Visto che hai già capito di che penitenza si tratta….”
"No, ragazzi, vi prego... è il mio peggior incubo...", disse Tom, iniziando a piagnucolare.
"Smetti di frignare e fai quello che devi!", disse Bill, in tono serio, indicando la porta come il maestro indicava all’alunno di mettersi in punizione dietro alla lavagna.
Tom, con notevole riluttanza, strinse i pugni e si incamminò verso la porta. In piedi sulla soglia, guardò Gustav, e gli implorò pietà con gli occhi. Il ragazzo gli fece cenno con la testa e si mise in attesa di ricevere qualcosa da lui. Tom sospirò, afferrò l'elastico dei boxer e se li tirò giù, li tolse e glieli consegnò.
"Vai belle chiappe! Prendi l'ascensore e vai alla hall, ricordati di prendere qualcosa che ci dimostri che lo hai fatto e torna su.", disse Bill.
"Andate a fanculo!", fece Tom, incamminandosi verso l'ascensore.
Gustav chiuse la porta e scoppiò a ridere, seguito a ruota dagli altri.

 

   
 
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