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Autore: Nicolessa    14/01/2013    3 recensioni
Questa storia è principalmente incentrata sulla strana relazione tra Dean e Jo.
Dean, avendo stipulato il patto con un demone per la vita di Sam, trascorre i suoi ultimi mesi di vita vivendo una strana battaglia interiore. Stessa battaglia è costretta a combatterla Jo, ammutolendo la sua minuziosa razionalità degna di ogni Harvelle pur di capirci qualcosa riguardo i suoi sentimenti. E, visto che al peggio non c'è mai fine, la presenza di Bela non farà che spargere un po' di pepe sulla già complessa situazione tra i due cacciatori. Un evolversi di sentimenti che li porterà inevitabilmente a confrontarsi con i propri desideri ed i propri limiti.
Questa fanfiction è la quarta parte della saga (?) che potrete trovare sempre sul mio profilo. Nonostante ciò però, non è altro che la puntata 3x06 con delle piccole variazioni.
Allora, ce li vedete o no Dean e Jo, vestiti come due damerini, mentre rubano una preziosa mano indispensabile per il loro caso?
~ Dangerous Hunt
~ Dangerous Feelings
~ Dangerous Secrets
• Dangerous Couples
Genere: Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Bobby, Dean Winchester, Jo, Sam Winchester
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Terza stagione
Capitoli:
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2 Capitolo 2 - Vi presento un'amica: Improvvisa Voglia Di Uccidere.



  • La durata del viaggio quindi si presentava abbastanza breve: tanto meglio. Anche perchè Jo non vedeva l'ora di attivare le sue cervella per risolvere un caso e crogiolarsi poi nella rigenerante sensazione di utilità e soddisfazione dopo averlo abilmente risolto.
    Ma in realtà per la sua efficientissima materia grigia non vi era mai riposo: infatti proprio in quel momento stava già lavorando al caso, rielaborando quelle poche informazioni che aveva.
    «Sea Pines nel South California...» mormorò tra sé e sé dopo una decina di minuti in tono dapprima impercettibile, aggrottando le sopracciglia in un'espressione pensierosa.
    Aveva già sentito quel posto, aveva avuto a che fare con quel nome di recente ma non riusciva proprio a capire, a ricordare dove avesse potuto sentirlo.
    «Sea Pines nel South California...» continuò, costringendo la sua mente a ricollocare quel ricordo in superficie. 
    «Che succede Jo, sei improvvisamente diventata un disco rotto?» Scherzò l'ilare guidatore avendo evidentemente sentito il mormorio di Jo ronzargli nelle orecchie.
    Stranamente lei non ci fece caso però, era troppo impegnata per poterlo ascoltare... o per poterlo azzittire.
    «Il giornale!» Esclamò poi trionfante, sicura di aver fatto centro.
    «Il giornale?» Ripeté confuso Sam distogliendo la sua attenzione dalle sue ipotesi che sicuramente stava già formulando nella "testa da secchione" che si ritrovava sul collo, così come Dean lo definiva poco elegantemente.
    Per Jo era un mistero come il fratellino riuscisse a mantenere la calma con Dean o anche solo a sopportarlo... benché il giorno prima avesse visto fino a che punto fosse arrivata la sua pazienza.
    Brutto episodio, decisamente da rimuovere o sicuramente da non rievocare... anche perchè, sinceramente, non erano affari suoi, seppur fosse presente alla scena del "se non fossi ragionevole, ti spaccherei il naso fino a non recuperarlo mai più" di Sam.
    «Questa mattina Bobby leggeva un giornale. È lì che ho visto Sea Pines. Il titolo parlava di una ragazza morta per annegamento.» Spiegò poi tentando di collegare ogni indizio a quel caso che, secondo il suo modesto parere, iniziava ad avere una linea-guida.
    «Credi che abbia a che fare con i Franklyn?» Domandò Dean non staccando gli occhi dalla strada.
    «Beh, "Case Qualcuno"... insomma, la ragazza, è annegata... nella doccia.» Sottolineò con un tono che stava quasi a dire "ora dimmi che non è strano".
    «Ah.» Disse semplicemente aprendosi in una delle sue espressioni eloquenti. 
    Stava sicuramente pensando a quanto fosse "ambiguo" annegare in una doccia.
    «Gertrude Case, la zia della vittima, ha raccontato ai giornali di sua nipote. Diceva che, prima di morire, la ragazza abbia visto una nave armeggiata al molo.» Proseguì Jo evitando a stento di sorridere come una bambina entusiasta: stavano pur sempre parlando di un deceduto.
    «Come diavolo fai a ricordare queste cose?» Chiese quasi incredulo Dean, guardandola con la coda dell'occhio.
    «Presto semplicemente attenzione, io. Dopo aver passato una vita intera con Ellen Harvelle impari per lo meno le basi per la sopravvivenza.» Ironizzò ricevendo nuovamente l'appoggio di Sam con una risatina.
    «Interrogheremo Adam, gli chiederemo se sa qualcosa su questa presunta nave e, se sarà necessario, torneremo da Gertrude.» Avvertì gentile il fratello capellone.
    «Meno parole e più fatti, secchioni.» Li spronò Dean, facendogli notare dove si trovavano. «Arrivati a casa Franklyn.»
  • ««Ah! Guarda guarda...» Dean si accostò di fronte ad un enorme villa bianca recintata tutta intorno.
    Un enorme cancello di ferro decorato si innalzava di fronte a loro. 

    «Un bel giardino, sicuramente una piscina di almeno dieci metri sul retro... ho il presentimento che il nostro Jonathan sia annegato nell'oro fuso.» Ironizzò mentre osservava tutto quel "ben di dio". 
    Sam aggrottò la fronte e scosse la testa nell'ascoltare l'inopportuna battuta del fratello maggiore. 
    «Stavo pensando...» disse Sam voltandosi verso Jo, proprio alle sue spalle seduta nei sedili anteriori dell'Impala, ignorando del tutto Dean. «... non credi sia meglio cominciare dalla prima vittima?» 
    Jo assottigliò gli occhi come a rifletterci su. Dean invece guardò Sam con un'espressione decisamente colpita e quasi offesa. Era, come dire, il loro mentore e veniva umiliato in quel modo senza nemmeno coinvolgerlo nelle loro idee o ipotesi? 
    «Jonathan Franklyn è morto la notte scorsa, sarebbe inopportuno parlare con il fratello e sicuramente le indagini non sono ancora state annunciate.» Rifletté giustificando il suo pensiero. 
    «Sì, hai ragione, Sam. Potrebbe risultare strano e poi voi due non siete in giacca e cravatta. Di solito l'FBI è sempre impeccabile sul posto di lavoro. Meglio andare prima da Gertrude.» 
    «Ehi!» Fece Dean a voce abbastanza alta da farsi notare. 
    Sam e Jo lo guardarono straniti mentre lui tentava in tutti i modi di sembrare infastidito. 
    «Sono io che guido, decido io dove andare!» 
    Entrambi lo fissarono un po' scioccati da quell'improvviso attacco di egocentrismo. Dean si schiarì la voce e posizionò le mani sul volante, guardando torvo la strada, come se fosse stata lei ad escluderlo dal mondo. 
    «Andiamo da Gertrude!» Fece in tono nervoso schiacciando subito dopo il piede sull'acceleratore per sentire il rombo della sua auto espandersi per tutto il quartiere.
     

    Qualche minuto dopo arrivarono di fronte ad un'altra villa, questa molto più modesta di quella dei Franklyn. 
    «E' qui che abita Gertrude?» 
    «L'indirizzo era quello.» Rispose Jo guardandosi attorno. 
    Sam si voltò verso il fratello maggiore e inarcò le sopracciglia accennando un piccolo sorrisetto. 
    Sapeva perfettamente quanto la notizia che stava per dare a Dean potesse turbarlo nell'animo. 
    «Dovremo cambiarci.» 
    «Eh?» 
    Sam annuì, spiacente. Dean sospirò pesantemente e roteò gli occhi, scocciato. 
    Odiava quegli stupidi smoking, lo facevano sembrare un liceale al ballo di fine anno. 
    Dopo aver preso le divise dal dietro il portabagagli, essersi vestiti e caricati dello stretto necessario, si presentarono di fronte la porta della villetta accompagnati da Jo, non esattamente in tiro come loro. 
    «Tu sei la fotografa del nostro distretto, mh?» mormorò Dean alla ragazza accanto a Sam, dandole almeno una parte in quella pessima recita. 
    La porta si aprì e lasciò spazio ad una bella signora sui cinquanta anni dai lunghi capelli completamente bianchi raccolti in un'acconciatura elaborata. Aveva gli occhi azzurri e degli zigomi che avrebbero fatto invidia ad una diciottenne. Probabilmente aveva fatto qualche ritocchino sul proprio corpo, ma chi se ne fregava?
  • Nel suo elegante abito grigio dal colletto viola, Gertrude se ne stava di fronte alla porta a scrutare i cacciatori in giacca e cravatta, eclissando totalmente la presenza della bionda costretta a mansioni poco più alte di quelle di un bambino pericoloso, invitato dai proprio genitori a comportarsi per bene.
    «Posso aiutarvi?» Chiese gentile dopo aver visto i distintivi -ovviamente falsi- dei due ragazzi vestiti troppo elegantemente per essere ignorati.
    In realtà non occorse nemmeno spiegare alla donna la presenza di Jo o la sua "figura sciatta" rispetto agli altri due"ispettori": evidentemente non glie ne poteva fregare di meno. Tanto meglio.
    In men che non si dica erano tutti radunati nel lussuoso salotto arredato accuratamente con mobili color panna e quadri ingialliti dal tempo.
    «Certo che si tratta bene, la vecchia.» Quel pensiero narrato dalla voce di Dean prese immediatamente posto nella testa di Jo, facendola sorridere tra sé e sé.
    Non poteva lasciarsi scappare espressioni del genere: la donna era in pieno lutto. Tanto meno poteva lasciarsi distrarre in quel modo così infantile: non era affatto da lei.
    Riprese quindi le redini della situazione e ascoltò con maggior attenzione le domande che Sam stava ponendo alla signora Case.
    Essa stringeva una foto della vittima tra le rugose mani, raccontando tutto ciò che sapeva con una pesante nota di malinconia, tanto che Jo non riuscì a nascondere una smorfia di dispiacere.
    Perdere qualcuno era doloroso, specialmente per qualcuno che, di per sé, era solo.
    «Sua nipote le ha raccontato di aver visto una nave?» Domandò Sam benchè sapesse già la sua risposta.
    «Sì ma... come può questo riguardare la mor-»
    «Si fidi, Signora Case. Ogni dettaglio è importante.» La spronò Dean prendendo appunti ed assumendo quell'espressione seria e concentrata.
    Il fatto che Jo avesse solo il misero compito di "assistere" a quell'interrogatorio e, come se non bastasse, farlo anche in silenzio, era a dir poco snervante per lei.
    «Oh, ora capisco.» Fece la vecchia aprendosi in uno strano sorrisetto. Jo avrebbe quasi giurato di averci visto della civetteria in quell'ambiguo sorriso. «Voi conoscete Alex.» sentenziò Gertrude spiazzando i cacciatori.
    «Ahmm...» si schiarì la voce il maggiore dei Winchester, spezzando il silenzio che Sam aveva creato con la sua improvvisa eloquenza. «Sì, già. Alex. È una nostra cara amica.» Improvvisò poi cercando di "stordirla" con uno dei suoi di sorrisi.
    «È una brava ragazza. Spesso mi tiene compagnia... sapete, mi sento molto sola.» Sorrise nuovamente lanciando questa volta anche un languido sguardo al più alto della combriccola...
    Ok, quello era decisamente un sorriso... provocante??
    Ed il bersaglio era Sam??
    Quanto avrebbe voluto ridere... peccato che le dispiacesse per Sam.
  • Non aveva la più pallida idea di chi fosse Alex, né in realtà voleva saperlo. Tutto ciò che voleva fare era raccogliere quante più informazioni possibili sulla prima vittima di quel maledetto caso e andarsene da quel posto troppo lussuoso per i gusti di Dean.
    Dopo aver visto l'ultima scena, però, quella in cui la signora Case - o meglio dire signorina Case visto che aveva interrotto più volte Sam con il questionario soltanto per ricordargli che era una bella donna e vedova - aveva sorriso ambiguamente al fratellino Winchester, il disgusto si fuse con il divertimento. 

    Dean spostò lo sguardo dalla vecchia al fratello maggiore e dal fratello maggiore alla vecchia. Strinse le labbra per trattenere un sorriso e gettò un'occhiata a Jo che, proprio come nelle sue condizioni, cercava in tutti i modi di non scoppiare a ridere. Sam, imbarazzato più che mai, fissava la donna scioccato. 
    «Ahm... signora Ca-»
    «Signorina Case...» ripeté sorridendo ancora una volta ambiguamente. 
    Dean nascose la faccia sotto una mano, mentre Sam sorrise imbarazzato più di prima e in modo nervoso. 
    «Sì, giusto. Signorina Case... lei sa quando sua nipote ha visto la nave?»
    «La notte della sua morte.» Rispose tornando a disegnare la propria espressione in una addolorata e angosciata. 
    «D'accordo, credo possa bastare. Grazie di tutto signor-» 
    «Signorina!» 
    Sam si bloccò e lanciò uno sguardo al fratello maggiore. 
    Dean non seppe bene come interpretare quell'azione, ma di sicuro era una specie d'urlo d'aiuto.
    Oh, quanto amava situazioni del genere. 

    «Per qualsiasi cosa chiamatemi.» Li avvertì la donna, allungando poi la mano verso quella di Sam a penzoloni lungo i propri fianchi. «Qualsiasi.» Mormorò seducente accarezzando il dorso di quest'ultima. 
    Jo sgranò gli occhi e Dean si schiarì la voce. 
    Non vedeva l'ora di umiliarlo. 

    «Che vecchia pazza!» Commentò una volta fuori mentre camminavano verso il molo, dove avevano lasciato l'auto. 
    «Perché? Perché crede ai fantasmi?» Rispose Sam che gli camminava affianco. 
    Dean ridacchiò. 
    «Jo, guarda come difende la sua ragazza!» 
    «Baciami!» Fece Sam scherzando. 
    «Sì, se non ti bacia prima lei.» 
    Jo rise insieme ai due fratelli. 
    «Quindi? Che cosa abbiamo scoperto?» Cominciò lei affiancata al fratello più alto. 
    «Niente che non sapevamo già. Dovremo parlare con il fratello della vittima Franklyn prima di scoprire qualcosa.» Puntualizzò Sam con la sua precisa ragionevolezza. 
    Dean si bloccò di colpo, aggrottò la fronte e si guardò attorno. Girò più volte su se stesso come un cane che tentava di azzannare la propria coda. 
    «Dov'è la macchina?» 
    Sam tacque. 
    «Sam dov'è la mia macchina? QUALCUNO MI HA RUBATO LA MACCHINA!» Urlò spaventato quasi. 
    Cominciò a fare su e giù per tutto il marciapiede. Aveva il fiatone e un'espressione di preoccupazione stampata sulla faccia.
  • «L'Impala del '67?» Disse una voce femminile con un tono che dimostrava chiaramente di conoscere i suoi interlocutori... e anche i loro punti deboli. «Ah, era tua?»
    Una ragazza vestita di un costoso impermeabile e di uno strafottente sorrisetto si avvicinò ai Winchester destando una certa reazione.
    Alta, dalla bella presenza, con un sorriso smagliante ed i capelli castani ben curati e luminosi, il tutto circondato da gioielli luccicanti e una voce tigrata.
    Salve Signori e Signore, vi presento "Improvvisa Voglia Di Uccidere": una cara amica di Joanna Beth Harvelle.
    Di rimando la bionda aggrottò la fronte, analizzando quella nuova figura di cui non aveva mai sentito parlare... o almeno così credeva.
    «Bela!» Disse seccato Sam accendendo involontariamente una lampadina nella testa di Jo, aiutandola a fare luce su questo personaggio così facilmente detestabile, a suo avviso.
    «Sam.» Salutò lei assumendo una smorfia come dispiaciuta.
    Che bel teatrino.
    «Dov'è la mia macchina?» Ringhiò Dean, convinto che fosse tutta colpa sua.
    «Era in zona rimozione... e così come dice la parola stessa... l'hanno rimossa.» Annunciò con lentezza lei scrollando le spalle e gustandosi la faccia di Dean con un'odiosa occhiata furba.
    Per un momento Jo credette che Bela avesse il potere di ipnotizzare la gente con un solo sguardo o con la forza della mente. Certo, non sarebbe stata la prima volta per i cacciatori avere a che fare con gente del genere ma... beh, Jo sperava vivamente di aver concluso quella faccenda.
    «Non era affatto in zona rimozione!» Ribatté prontamente il legittimo proprietario dell'auto indicando con ampi movimenti delle braccia il posto in cui avrebbe dovuto trovarsi l'Impala al loro ritorno da casa Case.
    «Lo era dopo averla spostata.»
    Sembrava avere sempre la risposta giusta al momento giusto: questo non era mai un bene. Ma sopratutto non rientrava nel limite di sopportazione della Harvelle. 
    Era come se quella Bela le stesse portando via il lavoro... anche se in un certo senso era davvero così.
    «Abbiamo finito?» Domandò retorica lei incrociando le braccia sotto il seno ed inarcando un sopracciglio, palese segno di nervosismo.
    «Nervosa?» Chiese con un finto tono preoccupato la raffinata ragazza in bilico sui suoi tacchi altezzosi.
    «Non quanto dovrei esserlo. Se non ti dispiace abbiamo un lavoro da fare, Alex.» 
    Pronunciò quel nome come se volesse simbolicamente darle uno schiaffo in pieno viso. Simbolicamente.
    Ecco dove aveva sentito il nome di Bela: da Bobby. Anche altri cacciatori, quando la Roadhouse era ancora in piedi, le avevano raccontato di vecchie "incomprensioni" con una donna che, casualmente, somigliava alla sua figura.
    Rimaneva comunque una persona da evitare o alla quale fare attenzione.
    «Tu lavori con quella pazza.» Aggiunse Sam studiando il viso di Bela e la sua reazione all'ipotesi sbattutagli in faccia dalla bionda osservatrice.
    «Io lavoro per lei. È una mia vecchia amica.» Sottolineò quel "per" come se fosse stato di vitale importanza «Le vendo gli amuleti e la faccio anche comunicare con i suoi gatti.»
    Improvvisa Voglia Di Uccidere avrebbe tanto voluto stringere amicizia con Bela ma... grazie al cielo Jo era abbastanza ragionevole da non lasciarglielo capire.
  •  La situazione sembrava essersi evoluta in pochissimo tempo e per giunta di male in peggio.
    Se solo Dean avesse saputo a cosa sarebbero andati incontro seguendo quel caso, non sarebbe mai partito. Già, perché odiava svegliarsi col buon umore e finire per essere avvolto da istinti omicidi, specialmente se questi erano suscitati da una persona in particolare.
    Bela era davvero irritante, davvero tanto. Quante volte Dean aveva pensato di spararle, nascondere il suo cadavere e cancellare le proprie tracce. E provava perfino un senso di soddisfazione personale nell'immaginare la scena. Sì, forse sarebbe stato inquietante rivelare i progetti che aveva in serbo per lei davanti a Sam, ma era abbastanza sicuro che anche lui - nel profondo del suo cuore - desiderasse la stessa cosa. 

    «E lasciami indovinare, è tutto un imbroglio, vero?» 
    «Il conforto che provano è molto reale.» Rispose Bela prontamente, dando le spalle ai due fratelli e a Jo per allontanarsi da quella postazione e svignarsela come fanno i codardi. 
    «Come dormi la notte?» Domandò retorico Sam interrompendo quella sua camminata. 
    Lei si voltò e accennò un sorriso fintamente angelico. 
    «Tra lenzuola di seta, rotolandomi nuda nei soldi.» 
    I due fratelli tacquero per qualche secondo immaginando la scena, Jo invece fece una smorfia disgustata gettando uno sguardo ad entrambi i Winchester. 
    «Sai Sam, non mi aspettavo questo atteggiamento. Non da parte tua almeno.» Fece, ovviamente riferendosi al maggiore tra i due. 
    «Tu mi hai sparato!» Ribatté il ragazzo. 
    Già e quella era un'ottima motivazione per odiare a morte una persona. 
    «Ti ho preso di striscio.» Disse Bela fingendo un finto broncio per il comportamento, secondo lei, poco opportuno di Sam. «Sam è carino, ma un po' melodrammatico.» 
    Sam scosse la testa e roteò gli occhi, scocciato. 
    «Tu sai quello che sta succedendo...» cambiò argomento Dean. «...questa nave fantasma esiste.» 
    «Grazie di aver detto a Gertrude che il caso non è risolto.» 
    «Sì infatti!» 
    «Lei non lo sapeva. La vecchia ha sospeso i pagamenti e vuole delle risposte.» 
    Dean e Sam si gettarono un'occhiata ed entrambi sorrisero soddisfatti, come se il loro progetto riguardo al destino di Bela stesse iniziando a completarsi. 
    «Levatevi dai piedi e non createmi altri problemi.» Aggiunse in un tono innocentemente minaccioso con quella sua voce velata. 
    Poi si voltò nuovamente e si allontanò di qualche passo. 
    «Io andrei a riprendermi la macchina, se fossi in voi.» Suggerì poi alzando di poco la voce, mentre camminava elegantemente sui tacchi alti. «Prima che scoprano cosa c'è dentro.» 
    Dean la osservò allontanarsi così come il fratellino. 
    In entrambi i loro sguardi vi si poteva leggere il disprezzo che provavano per quell'essere ripugnante e l'ira funesta trattenuta abilmente. 
    «Le posso sparare?» Chiese improvvisamente Dean. 
    «Non in pubblico.» Rispose Sam.

     
    «Oh perchè, Sam!» Intercalò Jo «Lascialo fare!» Pregò poi Jo ruotando gli occhi al cielo ed allontanandosi da quel posto-auto vuoto ma -sopratutto- allontanandosi dalla figura di quella "donna" che già detestava.
    Era semplice per la Harvelle  inquadrare il carattere della gente, studiarlo per poi sfruttarne i punti deboli: crudele ed indispensabile per un cacciatore, naturale e facile come respirare per una donna.


------------------------------------------------------- Spazio dell'autrice-----------------------------------------------

Avete dei déjà-vu? Sì, li abbiamo anche noi.
Allora, che ve ne pare dell'entrata in stile di Bela? L'avvertite anche voi la tensione tra quelle due?
Dai, non ditemi che sono la sola xD
Sicuramente, se non fosse stata in pubblico, Jo l'avrebbe sparata senza pensarci due volte...
anche se, in fin dei conti, non avrebbe avuto motivo per farlo.
Va bene, in ogni caso non si sopportano. Tanto meglio. Più divertimento per noi! ;)
Al prossimo capitolo, Hunters! ;D
  
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