- Non so, forse perché siamo amici e possiamo stare tranquillamente nella stessa stanza?- replico.
- Sì, ma, Sirius, succede con cadenza regolare. È come se mi faceste da balie: James il lunedì, Peter il mercoledì e tu il venerdì. Sta diventando abbastanza inquietante come cosa. - risponde.
- Non fare lo scemo! Insomma, è un caso no?-
- Sì, quanto era un caso che mia nonna fosse morta e risorta, giusto?- replica lui alludendo alle scuse che accampava quando non sapevamo ancora del suo, per dirlo con le parole di Jam, piccolo problema peloso.
- Remus, non stiamo facendo niente! Semplicemente, capita così. -
- Non è vero e tu lo sai. Non sono stupido Sirius. Sputa il rospo.-
Non dico niente e lo fisso con le sopracciglia inarcate. So benissimo che non è stupido e questo a volte tende a creare qualche problema, non si può mai mentirgli: scopre subito tutto.
Capito che non ho intenzione di rispondere, Remus diventa rosso di rabbia e mi fissa con occhi infuriati. La Luna Piena è fra poche ore e comincia a risentire degli effetti della luna imminente: irritabilità e rabbia.
- Scusa, Remus, puoi venire un momento?- lo chiama Dorcas.
Lui decide di andare da lei, grazie cotte adolescenziali, ed io ne approfitto per tirare fuori il mio specchio comunicante.
- James!- chiamo piano per non farmi notare. Nel vetro vedo solo nero.
- Un attimo.- risponde la sua voce ovattata mentre lo scenario cambia rapidamente: evidentemente, lo sta tirando fuori dalla tasca.- Eccomi! Che c’è? Remus non è con te?- chiede confuso cercando di guardare oltre la mia faccia.
- No. - rispondo girando lo specchio per fargli vedere.- A che punto siete?- aggiungo.
- Oh, Peter si è appena trasformato in un topo gigante e…aspetta, adesso ti aiuto!- aggiunge rivolto a Pet suppongo.- Scusa, è un po’ spa…d’accordo, ti aiuto ora! Humana retro.- mormora muovendo la bacchetta. Si sente il sospiro sollevato di Peter.- Ora cerca di diventare più piccolo. Comunque, cosa succede?-
- Rem si sta davvero stufando.-
- E io che ci posso fare scusa? Le mie corna le ho già.- replica lui.
- Corna? Quali corna?- s’intromette Remus tornando.
- Ehm…mi piacciono le corna.- spiega James spostandosi verso un punto in cui non si può vedere dove si trova.
- Le corna?!- replica Remus.
- Sì, sono così…grandi! Specie quelle dei cervi.- dice Jam. Io rimango in silenzio a osservarli, è uno spettacolo impagabile.
- Sicuro che non intendi dire che ti piace fare le corna?- chiede Rem senza un’ombra di malizia.
- Non intendevo questo.- replica Jam arrossendo di botto.
- Quindi, fammi capire, ti piacciono le corna dei cervi?-
- Ehm…sì…sai, somigliano tanto a dei rami…-
- E a te piacciono i rami?-
- Sì, sai io sono molto…ramoso.-
- Tu sei ramoso?- ripete Remus sempre più confuso. Ok, non ce la faccio più.
- Sssì, io sono molto…ramoso.- ripete lui. Si sente un tonfo e Jam si volta bruscamente lasciando intravedere un fagotto di abiti.- Scusate devo andare.- dice prima di chiudere la comunicazione.
Remus si volta verso di me e noto uno strano luccichio nei suoi occhi prima che mi dica: - James non si è reso conto del fatto che ha un soprannome nuovo vero?-
Un ghigno si delinea sulla mia faccia prima che io risponda: - No, Ramoso non se n’è accorto.-
*
- Peter, razza d’idiota, dove ti sei andato a cacciare?- esclamo camminando a gattoni sul pavimento della Stanza delle Necessità.
Riassunto: dopo che io e Rem abbiamo trovato un soprannome fantastico per James, sono riuscito ad andarmene con una scusa e sono andato a vedere cosa cavolo fosse successo.
È saltato fuori che il ragazzo è riuscito a trasformarsi in un topo, solo che si è nascosto da qualche parte e non riusciamo a trovarlo.
- Ma se ti trasformassi in un cane?- propone Jam.
- E a che pro?- replico.
- Potresti usare il fiuto.-
- Certo, se ne fossi capace.-
- Comincia a provarci pulcioso.-
- Va bene, ma lo faccio solo perché sei tu, Ramoso.-
Mi trasformo prima che possa dire qualcosa sul suo nuovo nomignolo e cominciò ad annusare, anche se mi fa sentire abbastanza stupido.
Però non è male. Insomma, sento praticamente tutti gli odori presenti in questa stanza, e soprattutto so da dove provengono.
Mi diverto ad annusare le varie cose presenti nella stanza, finché Jam non mi richiama all’ordine con un secco “Tartufo!”. Dunque cominciò a cercare Peter e all’improvviso sento un rumore di piccoli passettini e un odore di qualcosa che ancora non ho annusato.
Mi tuffo sotto il mobiletto su cui abbiamo appoggiato i libri che ci servono e tiro fuori Peter tenendogli la coda tra i denti.
Poi lo porgo a Jam che dice: - Bravo cagnolino! Vuoi un dolcetto?-
Mi ritrasformo, sputo Peter sulla mia mano e replico: - Dei dolcetti mi andrebbero, non è che tu abbia un gran sapore, sai Pet?- aggiungo rivolto al topo che si sta contorcendo spaventato.- Se prometti di stare fermo, ti metto giù.-
Fa uno squittio che interpreto come un assenso e lo appoggio a terra.
- Ora, Peter, immaginati. Ma immaginati bene.- lo avverte Jam.
Peter squittisce di nuovo e mi pare che si accovacci. Passa un minuto e siamo nelle stesse posizioni di prima.
Due minuti. Tre minuti. Un quarto d’ora.
- Ora basta!- esclama Jam prima di diventare un cervo e mettere le sue corna a un millimetro dal muso di Peter.
- Suppongo che quello che Ramoso intende dire sia “sbrigati o finisci infilzato”. Non è una bella fine.- spiego.- Specie se al cervo si unisce un cane rabbioso…-
Peter squittisce di nuovo ma in maniera più acuta e comincia a contrarsi finché non s’ingrandisce e finalmente torna a essere una persona.
- Bene, ora ritrasformati e poi torna di nuovo umano. La minaccia delle corna è sempre valida.- dico.
Lui esegue e riesce a tornare umano in meno tempo questa volta.
- Perfetto!- esclama Ramoso senza più corna.- Ora direi che siamo pronti! Fra quanto sorge la luna?-
- Jam, sei pazzo? Vuoi che andiamo ora?- replico.
- E tu vuoi aspettare un altro mese?- risponde lui.- Tu che ne pensi Pet?- aggiunge.
- Io…va bene.- cede.
- Magnifico! Remus avrà una sorpresa stasera!-
*
Madama Chips lo porta al Platano Picchiatore, poi fa levitare un ramo fino a un punto del tronco e l’albero si ferma all’improvviso. Remus entra e lei toglie il ramo prima di tornare al castello.
- Hai visto dov’era, Peter?- chiedo al topo di fianco a me. Quello squittisce e corre sotto i rami: è abbastanza piccolo da non essere colpito.
I rami si fermano ed io e Jam ci togliamo il Mantello di dosso prima di addentrarci ed entrare nel tronco del Platano.
La galleria è bassa ma riusciamo comunque a passare e troviamo delle scale. Peter è sempre davanti a noi ma fa passare Jam che apre la botola e sale. Io lo seguo e Pet viene dopo di me.
- C-Che ci fate voi qui?!- urla Remus nudo e rannicchiato contro una parete. Ci fissa allibito e terrorizzato.
- Tranquillo, Rem, va tutto bene.- dice Jam.
- Bene?! Voi siete pazzi! Uscite prima che…- ma s’interrompe per emettere un grido di dolore mentre il lupo si libera.
Io e Jam ci guardiamo e ci trasformiamo insieme.
Il lupo alza la testa e comincia a fiutare i nuovi odori presenti nella stanza, poi si gira verso di noi. Fa per assalirci ma James riesce a tenerlo a distanza grazie alle corna.
I due si fissano e succede qualcosa di strano, è come se il lupo riuscisse a capire che James non è un vero animale, come se sapesse chi è in realtà.
Alla fine emette un lungo ululato ed io lo imito mentre Peter squittisce e James bramisce.
E il resto è storia.