Capitolo
5: “Cambio dei posti”
Ben
presto si avvicinò la fine del semestre e con esso anche il fatidico
cambio di posto. Ogni volta che capitava per me era un po’ una tragedia,
o meglio dire lo era per i miei compagni di classe. Si creava sempre una grande
tensione, si vedeva che nessuno voleva stare al primo banco, troppo vicini al
professore, o peggio, vicino a me. Questa volta però mi ero illusa che
forse le cose sarebbero potute cambiare, che finalmente, dopo aver legato con
qualche persona in classe, quell’atmosfera di disagio che mi aleggiava
intorno sarebbe svanita. Ma così non fu.
La
mattina dell’estrazione dei posti, appena entrato in classe Rufy mi
salutò tutto contento, si avvicinò a me e mi disse che non era
ancora riuscito a trovare un nome al cagnolino, poi si guardò intorno
furtivo e mi fece segno con il dito di far silenzio. Era troppo strano questo
ragazzo, tanto che mi fece scappare una piccola risata. Lui mi sorrise di
rimando. Era sempre bello vedere quel sorriso.
All’intervallo
il professore uscì dall’aula dandoci carta bianca su come fare il
cambio dei posti. I miei compagni come di consueto diedero ad ogni banco un
numero e quegli stessi numeri li scrissero in dei foglietti di carta che misero
sparsi sulla cattedra, ed a turno, ognuno di noi sarebbe andato a prenderne
uno.
I
primi numeri piano piano furono estratti ed alcuni si
lamentarono di essere capitati al primo banco. Ben presto arrivò il mio
turno, la tensione era altissima, tutti mi guardavano e bisbigliavano frasi
come “speriamo non capiti vicino a me”, “non prendere il 7,
ti prego non prendere il 7”. La cosa mi stava facendo male, come sempre…pescai il mio numero, il 3, era un ottimo
banco, nella penultima fila accanto alla finestra.
“il
piccolo mostro ha pescato il 3!”
“chi
le sta vicino?!”
“il
12, il 19 e il 25!!”
“ah
soprattutto il 19 che è accanto a lei deve stare attento!!”
Le
voci dei miei compagni di classe mi fecero deprimere ancora di più…avrebbero potuto almeno dirle a bassa voce
quelle cose, maledizione!
“faccio
io a cambio con il 19!!” sentii una voce familiare pronunciare quella
frase. Vidi un ragazzo a testa bassa, moro, che si faceva largo tra la folla e
portava con se un banco, che posò proprio accanto al mio. Alzò la
testa, sorrise e si sedette.
“che
bello! Siamo vicini di banco!” era proprio lui, era Rufy. S’era
seduto accanto a me di sua spontanea volontà, anzi, aveva addirittura
fatto cambio di posto, a lui era capitato uno dei migliori, in fondo alla
classe al centro, uno dei più ambiti, però aveva fatto a cambio
per stare accanto a me. Ero sorpresa e allo stesso tempo immensamente felice…
“io
non estraggo! Mi siedo qui!” un’altra voce familiare si fece spazio
tra la folla e si sedette al banco di fronte al mio. Era Nami.
“prenditi
cura di me!” mi sorrise anche lei. Tanti sorrisi tutti insieme…non ero abituata…
“ha
pescato il 25!” uno dei miei compagni urlò e tra la folla si fece
largo un ragazzo dai capelli verdi, molto alto, sembrava quasi un uomo dal suo
sguardo serio. Si sedette senza troppe storie nel posto alle mie spalle e
appoggiò la testa sul banco, quasi pronto a dormire.
“ah
Zoro!! Sei anche tu dei nostri!” disse tutto contento Rufy alla vista del
ragazzo.
“a
quello scorbutico non importa niente di dove si siede, a lui basta dormire…” disse Nami che s’era girata
verso di noi e ci guardava.
“che
vuoi strega!” sbuffò Zoro.
“buzzurro!!”
lo insultò lei.
“suvvia
ragazzi! Fatela finita!” li fermò Rufy. Sembravano così
uniti, doveva essere amici da tanto tempo. Li invidiavo, aveva un rapporto
così stretto, erano così vicini l’uno all’altro, ed
essere finita tra loro mi dava ancora più felicità.
“sai
Robin, siamo compagni dalle medie noi!” si voltò Rufy verso di me.
“veramente
dalle elementari io e Zoro…è troppo
tempo che lo conosco quell’energumeno!” disse Nami punzecchiando il
suo amico. E lui le rispose con una sbuffata e posò la testa sul banco
cominciando a ronfare.
Chissà
se mai un giorno avrei potuto avere un rapporto così con una persona,
chissà se mai sarei riuscita ad aprirmi a tal punto da poter parlare con
così tanta confidenza con un ragazzo. Mi sembrava impossibile, eppure
forse un giorno sarebbe successo.
Mi
ero persa nei miei fantasticamenti e mi ero quasi
scordata dei dolcetti che avevo preparato per Rufy e Nami, per ringraziarli
ulteriormente per avermi dato una mano. Cucinare mi piaceva molto, e cucinare
per i miei nuovi amici era ancora più bello.
Piano
tolgo i dolcetti dallo zaino e porgo un sacchetto a Rufy e uno a Nami.
“questi
sono per ringraziarvi ancora!” dissi io sorridendo.
Rufy
li afferrò al volo, sembrava immensamente contento, ne prese subito uno
e lo divorò
“ma
sono buonissimi!!! Robin sei un mito!” rimasi scioccata, nessuno mi aveva
mai fatto complimenti sulle mie capacità culinarie…forse
anche perché nessuno aveva mai assaggiato niente cucinato da me, a parte
i miei zii che non si erano mai complimentati come me di niente, anzi avevano
sempre qualcosa da dirmi contro.
“è
vero! Sono la fine del mondo!” disse anche Nami masticandone uno “prendi
Zoro! Assaggia!” e la vedo lanciarne uno sopra la mia testa, che viene
prontamente afferrato dal verdolino. Pensavo stesse dormendo e invece i suoi
riflessi erano attivissimi. Anche lui mangiò il biscotto, ma non disse
una parola, anche se dalla faccia sembrava essere piaciuto anche a lui. Ero al
settimo cielo…finalmente potevo dire a qualcuno
che ero felice di essere capitata in quel posto…e
le lacrime cominciarono a bagnarmi gli occhi…
All’uscita
di scuola, come sempre, mi avviai verso casa quando venni fermata da una voce
che mi chiamava, era Rufy. Arrivò di corsa e quando mi raggiunse mi
squadrò la faccia, facendomi arrossire.
“non
stai piangendo allora…bene!” sorrise. Ma
come era possibile!? Allora lui s’era accorto delle mie lacrime di gioia
in classe, si era accorto di una cosa che credevo che nessuno potesse mai
notare. Eppure lui stava attento a tutto, a lui bastava niente per rendermi la
giornata migliore. Un suo sorriso e tutto prendeva a splendere.
“allora
a domani!” mi sorrise ancora e tornò a correre verso casa.
Guardavo la sua figura allontanarsi, quella figura di cui ormai non potevo fare
a meno. Era ammirazione quella che provavo?! Era bisogno?! Non capivo, erano
sensazioni mai provate prima, sensazioni nuove, inesplorate, e per la prima
volta, ero contenta di poterle scoprire piano piano,
magari con lui accanto.
Nel
frattempo, lì vicino delle ragazze stavano sparlando.
“ma
quello era Monkey!”
“e
con lui c’era il piccolo mostro…”
“ma
che ci facevano insieme?!”
“è
stata scaricata eppure continua a stargli attorno?!”
Tra
di loro c’era una ragazza che non aveva detto una parola, ma che aveva
assistito alla scena e osservava Robin incuriosita. Era una ragazza dai capelli
lunghissimi e neri, di un’eleganza quasi imperiale…
Oh
mio dio!! Mi scuso immensamente! Ho avuto un sacco da fare e non sono riuscita
ad aggiornare prima! Diciamo che la mia pazzia di iniziare più storie
contemporaneamente non aiuta di certo :S
Questo
capitolo mi rendo conto che non è una gran cosa ç_ç
ho inserito il personaggio di Zoro, e vedrete che le fan zonami
non rimarranno deluse u.u di certo non potrete
perdonarmi solo con questo, ma prometto che il prossimo sarà un ottimo
modo per scusarmi definitivamente :D e non tarderà troppo ad arrivare!
Ci sono già a lavoro!! :D
Ringrazio
tutti quelli che leggono e recensiscono *-* e anche chi ha messo la storia tra
seguiti, preferiti e chi più ne ha più ne metta *-* non sapete
quanto mi fate felici!! :D
Alla
prossima!
NicoRobin92