Belle
si era
svegliata presto, quella mattina. Non che avesse poi dormito molto in
realtà, fatto sta che alle sette del mattino aveva deciso di
scendere dal letto e andarsi a preparare un caffè, ponendo
finalmente fine a quell'inutile dormiveglia, che aveva avuto l'unico
risultato di procurarle un gran mal di testa.
Al piano di sotto,
aveva trovato Harry a dormire nella living room, che precedeva la
cucina, aveva sorriso vedendolo ancora appisolato e aveva tirato su
la coperta che giaceva abbandonata sul pavimento al fianco del
divano, coprendolo.
Una volta in
cucina, aveva cercato una moka come Dio comandava, ovviamente senza
trovarla, e aveva finito per ripiegare su un tè caldo con
biscotti.
Stranamente,
in quella casa sembrava non fosse normale fare la spesa,
così si era
messa all'opera per cucinare una torta al cioccolato con quello che
aveva raccattato: fortunatamente c'erano un paio di uova e del burro,
qualche rimasuglio di farina mista a lievito – almeno
così aveva
capito dal nome “Self-Rising Flour” e del
cioccolato ricavato da
dei cioccolatini che dovevano risalire più o meno alla
preistoria.
Fortuna che il cioccolato non scade.
Aveva
mescolato il tutto e poi aveva infornato, mentre la teiera
fischiava, avvertendola che era giunto il momento di inserire i
filtri.
“Buongiorno”
la voce di Harry l'aveva sorpresa, facendola sobbalzare.
“Buongiorno.
Da quanto mi stai guardando?” aveva chiesto notando che la
sua voce
non era per niente impastata dal sonno.
“Da
un po' – aveva risposto lui, alzandosi finalmente dal divano
e
raggiungendola – sei brava in cucina, non credevo”
“Infatti
pensavi che fossi una modella stupida, di quelle che vanno fisse al
ristorante o qualcosa del genere?”
“Non
volevo dire questo, stavo solo cercando di farti un
complimento”
“Oh,
beh in questo caso, grazie”
Belle
aveva sorriso, un lieve rossore le colorava le guance.
“Si
sta bruciando la torta, temo” l'aveva distolta dai suoi
pensieri
lui, oltrepassandola e spengendo il forno – ci tengo a
mangiare la
torta che hai cucinato per me”
“Più
che altro, l'ho fatta perché in casa tua non c'è
niente da
mangiare. Sul serio, non fai mai colazione?”
Harry
aveva abbassato lo sguardo subito dopo aver poggiato la tortiera sul
marmo del piano della cucina.
“In realtà, di
solito non la faccio: mi alzo sempre tardi, quando devo venirvi a
prendere. E la domenica, visto che ho tempo, vado al bar”
“Capisco” aveva
risposto lei sovrappensiero, mentre estraeva la torta dallo stampo e
tagliava due fette per metterle nei piattini. Il ragazzo osservava i
suoi movimenti precisi, e non poté fare a meno di stupirsi
della
naturalezza con cui lei si muoveva, mentre si faceva in lui strada il
desiderio di svegliarsi con lei ogni mattina, cosa che prontamente
represse.
“Grazie”
sussurrò non appena lei si avvicinò al bancone e
depositò le fette
di torta con le tazze di tè.
“Zucchero?”
chiese lei con un sorriso.
“No, grazie.
Dovrei avere del limone” disse alzandosi e avvicinandosi al
frigo:
lavorando con lei aveva memorizzato ogni suoi piccolo gesto, compreso
come beveva il tè o il caffè. E sapeva che le
piaceva quella
bevanda con un po' di limone.
Belle sorrise,
lusingata da quell'attenzione, mentre si accomodava sullo sgabello
davanti al bancone.
Tagliò una piccola
fetta del frutto e la posizionò su un tavolo,
dopodiché tornò a
sedersi al suo fianco e assaggiò la torta.
“E' deliziosa”
esclamò visibilmente stupito. La ragazza alzò e
abbassò le spalle.
“Lo so” ribatté
come se il tutto fosse scontato.
“Ma è davvero
buonissima” cercò di convincerla lui. Come se ce
ne fosse bisogno:
era stata lei a cucinarla.
“Lo so, Harry.
Contieni il tuo stupore, grazie”
Erano rimasti in
silenzio, mentre finivano di mangiare. Dopo vari sguardi e sospiri,
finalmente Harry si decise a rompere il silenzio che si era creato da
loro, che era rotto solo dal lieve sciocco dell'acciaio sulla
ceramica.
“Dovresti
denunciarlo”
Belle era
sbiancata, la forchetta le era scivolata di mano, tintinnando una
volta raggiunto il suolo.
“No” aveva
risposto: la sua voce era roca, quasi spezzata da un pianto
imminente: era chiaro che non si aspettava di toccare
quell'argomento.
“Ma...”
“No.”
“Belle io...”
“No.”
Rimasero zitti per
un istante, prima che Harry, fissandola intensamente negli occhi,
rompesse nuovamente il silenzio.
“Perché?”
“Perché sarebbe
come ammettere ciò che poteva succedere, tutte le mie
debolezze. Sul
serio Harry, è già abbastanza traumatico doverlo
rivivere appena
chiudo gli occhi, ma ammetterlo sarebbe peggio...”
“Dovresti
parlarne con Lia almeno”
“No”
“Lei è tua
amica”
“Lo so.”
“Allora...”
“Ti prego!” le
lacrime ripresero a sgorgarle copiosamente dagli occhi. Harry la
abbracciò stringendola contro il proprio petto per soffocare
i suoi
singhiozzi.
“Andrà tutto
bene...”
“Lo so”
sussurrò lei tirando su col naso.
Salve!
Lo so, ci ho messo un
bel po' a postare, la verità è che proprio non mi
piaceva com'era uscito il capitolo, quindi ho cancellato la prima parte
e l'ho scritta di nuovo.
Non mi piace nemmeno
questa, ma sono dettagli.
Come dico sempre,
ricordatevi che la storia è quasi finita, mancano circa 10
capitoli, non li conto altrimenti mi viene la depressione.
Un bacio,
-J