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Autore: clalla97    16/01/2013    3 recensioni
David. Il pittore. Mani sempre sporche di colore e una sensibilità che si esprime in tutto ciò che fa.
James. Lo scrittore scansafatiche. Occhi sempre attaccati alla tv e la rarissima capacità a demolire la più flebile atmosfera romantica, eppure le sue storie sono capolavori.
Niente in comune. Eppure sono una coppia. E si amano.
Ma la convinvenza, tra due persone così diverse, può rivelarsi parecchio interessante.
Raccolta di piccoli momenti di quotidianità fra questi due cari ragazzi. Se cercate qualcosa di serio (almeno per quelli che saranno i primi capitoli) avete decisamente sbagliato storia!
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: Lime, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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...Cultura amletica...

 

 

James non finiva mai di stupire David, il che era tutto dire dato che il ragazzo credeva di averle viste tutte, ormai.
Eppure c'era sempre qualcosa che quel maledetto scrittore riusciva a combinare che faceva crollare tutte le sue sicurezze di uomo vissuto.
Quella volta aveva scoperto che James era un brutale assassino.
Nella fattispecie, un brutale assassino di opere shakespeariane che, nella sua bocca, si trasformavano in qualcosa di ben poco elegante, recitate in modo talmente piatto da poter essere equiparate seriamente all'elettrocardiogramma di un morto.
Insomma, qualcuno, da qualche parte, in qualche luogo e in qualche modo, si stava rivoltando nella tomba. Su questo non c'era nemmeno il minimo dubbio.
David era fermamente convinto che prima o poi il consunto fascicolo di fogli stretto nelle mani di James avrebbe fatto una brutta fine, accidentalmente gettato fuori dalla finestra o sfortunatamente sfregiato dal tritacarte.
E, come se quella tortura non fosse già abbastanza crudele di per sé, James aveva anche lasciato, molto gentilmente, le sue scarpe vicino al divano su cui lui era stato obbligato a stendersi per godersi meglio l'esibizione.
Insomma, oltre all'agonia di quel mero spettacolo, anche l'asfissia dovuta ai delicati effluvi che si levavano da quel covo di sostanze radioattive non meglio identificate dalla scienza.
La sua dolce metà non era ancora arrivato alla fine della quarta scena del primo atto che il pittore già agognava di avere immediatamente la stessa dolce sorte di Ofelia, che di tutto aveva passato ma che, per sua fortuna, non conosceva James. Almeno quello.
A volte mi chiedo che cavolo mi passava per la testa quando gli ho chiesto di venire a stare da me...
“C'è del marcio, in Danimarca» declamò il moro con voce impostata mentre il tono stava gradualmente salendo, in un climax ascendente tutt'altro che piacevole, dall'inespressività più totale ad una tremenda ampollosità.
Ed è solo la quarta scena...
Inspirò a fondo, ma probabilmente non fu una grande idea. L'odore diede il colpo di grazia.
Troppo. Decisamente troppo, per non scoppiare.
«Ma va al diavolo!» sbottò rizzandosi a sedere. «Il marcio è nelle tue scarpe, altro che in Danimarca. Lo sai che fra le persone comuni c'è quel particolare uso di lavarsi i piedi e di cambiarsi i calzini?»
Matematico: fra tutte le critiche che poteva muovergli, nella foga del momento, era uscita proprio la più stupida.
James si interruppe bruscamente e, fissandolo con la tipica espressione dell'uomo ferito brutalmente nel suo orgoglio, declamò con tutta la dignità che riuscì a racimolare in quei pochi secondi: «O Dio! O Dio! Come tediosi, vieti, insipidi e non profittevoli sembrano a me tutti gli usi di questo mondo! Come l'ho a schifo!».
E detto ciò pensò bene di uscire di scena, sotto il silenzio attonito di David che proprio non se l'aspettava.
«E tutto il resto è silenzio» aggiunse soltanto prima di chiudersi la porta del corridoio alle spalle.
Al pittore non restò che battere le mani, lentamente, in solitudine, con il sorriso sulle labbra.
Questa era proprio buona...
Ma c'era da dire che, memore del famosissimo “Acta est fabula. Plaudite!”, David manifestava più il proprio sollievo per la tanto sperata uscita di scena dell'altro che per la reale qualità delle sue due ultime battute.
Insomma, applaudire lo rassicurava sul fatto che la tortura fosse finita.
Sì, buona... Ma meglio che non glielo dica, sia mai che si metta in testa di fare l'attore!






Poche cose da dire:
Oh, cielo... l'ho scritta veramente, questa cosa. Allora... il prompt in questo caso era Amleto e non capisco perché ho scritto questa schifezza, ma ormai lo sappiamo che la mia mente va rottamata definitivamente e basta. Ahah, a James puzzano i piedi u.u Che crudeltà anche se devo dire, a mio parere, che l'odore muschiato dei suoi calzini gli dia un je ne sais quoi di virile, no? No, è vero, non c'è proprio nulla di virile.
Comunque ci scommetto i capelli che non appena pubblicherò il capitolo mi verranno mille idee per un modo migliore di usare il promp... maledetto
Esprit de l'escalier.
Va bene, vi lascio e vado a studiare greco... insulse interrogazioni di fine quadrimestre.
Alla prossima
Clara

 

  
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