CAPITOLO 3
Not a normal day #2:
A very lucky girl
.
Quando e come
esattamente sia avvenuta la suddivisione dei bagni è un mistero per tutti. Probabilmente
è dovuto al fatto che le donne si sono sempre mosse in branco, per andare a
sbrigare i prori bisogni, ed è universalmente riconosciuto che solo qualche
Grifondoro si abbassa a socializzare con persone di altre case. I Corvonero si
ritengono troppo intelligenti, i Serpeverde si vedono come delle divinità scese
in terra…I Tassorosso si rassegnano al loro destino e fanno fronte comune per
sopportare le altre case.
Ma non è
questo il punto.
Le ragazze
si muovono in massa per andare in bagno, quindi si creano gruppi di ragazze
della stessa casa nello stesso bagno. La cosa va avanti per giorni, settimane,
mesi. Alla fine si creano date distinzioni, è matematico.
L’unica
cosa non esattamente piacevole, in tutto questo discorso, è che a poco a poco
sgarrare ed infilarsi in un bagno di dominio di altre case è diventato un
crimine contro l’umanità.
- Oddio,
una Puzzolarossa! –
Samantha
chiude gli occhi, apre il rubinetto dell’acqua fredda e si sciacqua la faccia.
Tempo pochi secondi e potrà uscire da quella fumeria, deve solo avere pazienza
e cercare in tutti i modi di non morire soffocata.
Una mano
sulla spalla la distoglie dal suo nobile piano, facendola concentrare su una
ragazzina di – a dire tanto – quattordici anni, che la osserva schifata con una
sigaretta penzoloni dalle labbra. Deve fare appello a tutta la sua pazienza,
per non scoppiarle a ridere in faccia.
Ha
notevolmente accorciato la gonna della divisa, che adesso serve unicamente a
mostrare il pizzo delle autoreggenti, visto che il resto è messo in bella
mostra. La camicetta è più stretta di diverse taglie, e servirebbe a marcare il
seno. L’unico intoppo è che è stretta, ok, ma anche sulle maniche. Le braccia
sembrano due salsicciotti, la stoffa sembra ad un passo dallo spaccarsi e i
bottoni minacciano di saltare da un minuto all’altro, con evidente rischio per
gli occhi del malcapitato che se la trova davanti.
E la
sigaretta, che dovrebbe darle un’aria da ragazzaccia dark, contribuisce
ulteriormente a farla sembrare una prostituta di bassa lega.
- Scusa…Se
mi lasciassi potrei anche andarmene. –
- Ma tu lo
sai chi sono io?! –
Sbraita
con voce un po’ troppo acuta e tenuta ad un volume troppo alto, per non
attirare l’attenzione delle presenti. Qualcuna borbotta “Ecco che ci risiamo…”
con tono scocciato, qualcun’altra si limita ad alzare gli occhi al cielo, con
un’espressione sofferente sul viso.
- No-non
esattamente… -
Bisbiglia
costernata, facendosi piccola piccola ed illudendosi di poter scomparire alla
vista delle presenti. Una Tassorosso nella tana delle eredi di Salazar?
Questo è
un suicidio.
- Allora
mi presenterò, sudicia mezzosangue, ma spera per te che questa sia l’ultima
volta che mi debba trovare a farlo. –
China
ulteriormente il capo, sconfitta ed assolutamente rassegnata al suo ruolo di
sudditanza.
- Sì. –
Una voce
nella sua testa le ordina di reagire. Qualsiasi cosa andrà bene, basta che
esuli dal classico porsi un gradino sotto gli altri semplicemente perché migliori. Per quale motivo, poi? Sono
persone esattamente come lei.
Perché
umiliarsi sempre?
Perché è giusto così, semplicemente.
.
Seguono
venti minuti di presentazione, conditi con insulti ed improperi vari.
- Tutto
chiaro, deficiente? –
-
Cristallino. –
Risponde
con una nota di fastidio nella voce, osservando da sotto la frangia la ragazza.
La stessa che si sente in diritto di afferrarla per la cravatta della divisa
scolastica, strattonandola.
- Come hai
detto, scusa? –
- Ho detto
che ho capito. –
Biascica a
mezza bocca, notando a malapena una mano che si posa sulla spalla
dell’aspirante bulletta.
- Adesso
basta, Alys. –
La voce di
quella che identifica come una sua coetanea le appare come un sogno. La
quattordicenne si volta, trovandosi faccia a faccia con una Serpeverde doc:
alta, capelli corvini, occhi celesti che trasmettono tanto calore quanto
potrebbe farlo un iceberg e sopracciglio alzato come massima esternazione di
stupore.
Questa è
una persona che potrebbe potenzialmente farti passare il quarto d’ora più
brutto della tua vita.
- Come ti
permetti, Dolohov?! –
Strilla
stizzita Alys, cercando in tutti i modi di liberarsi dalla presa della ragazza
con vani risultati.
-
Anzitutto, Donovan, vedi di portarmi rispetto. Secondo, prima di fare cretinate
come andare a terrorizzare una Tassorosso senza motivo, conta fino a mille. E
poi, se il tuo cervellino bacato insiste per farti agire, non farlo lo stesso.
–
- Ma-
- Forse
non sono stata chiara? –
Il suo
sibilare è mille volte più inquietante di qualsiasi urlo o minaccia di morte. La
Tassorosso deglutisce rumorosamente, atterrita.
- Non
costringermi a ripetermi, mocciosa. E tu, - dice rivolta a Samantha – via. –
Le indica
con una mano la porta, come se ce ne fosse bisogno. Ci vogliono due secondi
netti perché Sam riesca a guadagnare l’uscita e a catapultarsi nel corridoio.
E mentre strilli
di disappunto provenienti dal bagno si diffondono chiaramente udibili in ogni
parte dell’etere, la ragazza si concede il lusso di sciogliersi il nodo della
cravatta per rifarselo.
- Però, -
borbotta tra se e se, respirando a pieni polmoni l’aria finalmente pura – da
quel che mi risulta, fumare è proibito, ad Hogwarts. –
.
E in meno
di mezzo minuto Minerva McGranitt fa la sua comparsa nei corridoi, camminando a
passo svelto e armata di bacchetta.
-
Signorine! –
Strepita
aprendo la porta e fiondandosi all’interno del bagno.
-
Signorine! Vi pare questo il modo?! Fumare nei bagni! Tutte in punizione! E
centocinquanta punti in meno a Serpeverde!! E vergognatevi! –
.
Samantha
sbarra gli occhi, seriamente indecisa se ridere o scappare. Probabilmente
ridere scappando sarebbe una giusta sintesi dei suoi propositi.
- Tu sei…
-
Oh Cristo.
Si volta
di scatto, trovandosi davanti Sirius Black, mollemente appoggiato ad una
colonna che la osserva con un ghignetto malizioso.
- …Tu sei
la persona più fortunata che io abbia mai incontrato. –
Le scappa
una risatina. Grazie al cielo non ha fatto mente locale.
- Io? –
- Proprio
tu. –
Fa un gran
respiro, guardandosi attorno alla ricerca di qualcosa di sensato da dire.
- Tu…Non
sai cosa stai dicendo, Black. –
- Ah no?
Vuoi dirmi che non sei fortunata? –
Oh, certo,
una Puzzolarossa che viene tiranneggiata da quattordicenni in calore, Dio che
fortuna stratosferica.
- Potresti
illuminarmi? –
Non sarà
mai così stupido da…
- Lumos. –
Ok, è sufficientemente
cretino da farlo.
- Quando
hai finito di fare il deficiente avvisami. –
-
Scherzavo… -
- Ho
potuto notare. Perché sarei tanto fortunata? –
Riporta la
sua attenzione sul discorso iniziale, osservandolo sinceramente interessata.
- Non te
ne sei accorta? –
- Di cosa?
–
- Sei
uscita dall’infermeria poco prima che entrasse Madama Chips, per cui ti sei
evitata il predicozzo…E allo stesso modo sei uscita dai bagni un minuto prima
dell’arrivo della McGranitt, quindi…Hai evitato la punizione. –
- E’ solo
un caso. –
Scrolla le
spalle, e con un vago cenno di saluto si decide a tornare nei dormitori di
Tassorosso, prima di ficcarsi in ulteriori guai.
- E poi… -
Dice Black
raggiungendola in un paio di falcate e piazzandosi di fronte a lei, sbarrandole
la strada. Le sorride allegro, sbracciandosi ad indicare lo spazio attorno a
loro.
- …Avrai
la fortuna di essere accompagnata da Sirius Black in giro per la scuola per il
resto del pomeriggio. –
- Grazie,
no. –
.
- COS’HAI
FATTO?!? –
Si
nasconde dietro un libro, seriamente terrorizzata. Abigail Rush è una
Tassorosso atipica. Alta, mossi e lucenti capelli color dell’ebano ed occhi
verdi come gli smeraldi più belli illuminati dalla migliore illuminazione
possibie.
E
soprattutto, fegato a sufficienza da essere anche troppo, per una sola persona.
- Ho
gentilmente rifiutato la su-
- TU SEI
PAZZA!! –
Si decide
a poggiare il libro sulla poltrona accanto la quale dove è seduta, osservando
la compagna di dormitorio con gli occhi lucidi.
- Gail, ti
prego, calmati. Lo sai che mi inquieti quando fai così. –
.
.
Oh,
oh, ma grazie gente, ho notato or’ora che ho 16 preferenze alla mia ff *-*
Grazie! *-*
Per
il resto…Mhm…Boh, grazie sentitamente per i commenti, fanno sempre piacere
^///^
.
Devotamente
vostra,
Christine
Black
(altresì
conosciuta come “inconsolabile vedova Black”)