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Autore: Harleen    04/08/2007    9 recensioni
Samantha Perkins è una strega. Una strega abbastanza anonima, tra l’altro.
No, non è una coraggiosa e fiera Grifondoro, con lunghi capelli castani ed occhi color del miele.
No, non è nemmeno una perfida e subdola Serpeverde, crudele quanto bella, capace di far girare la testa a tutti con il suo fascino da maledetta.
No, non stiamo parlando di una Corvonero, una seria, studiosa, intelligentissima Corvonero che sotto un’aria da secchiona nasconde un corpo mozzafiato.
E’ una Tassorosso. E questa, se permettete, è sfortuna bella e buona.
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 3

CAPITOLO 3

Not a normal day #2:

A very lucky girl

.

Quando e come esattamente sia avvenuta la suddivisione dei bagni è un mistero per tutti. Probabilmente è dovuto al fatto che le donne si sono sempre mosse in branco, per andare a sbrigare i prori bisogni, ed è universalmente riconosciuto che solo qualche Grifondoro si abbassa a socializzare con persone di altre case. I Corvonero si ritengono troppo intelligenti, i Serpeverde si vedono come delle divinità scese in terra…I Tassorosso si rassegnano al loro destino e fanno fronte comune per sopportare le altre case.

Ma non è questo il punto.

Le ragazze si muovono in massa per andare in bagno, quindi si creano gruppi di ragazze della stessa casa nello stesso bagno. La cosa va avanti per giorni, settimane, mesi. Alla fine si creano date distinzioni, è matematico.

L’unica cosa non esattamente piacevole, in tutto questo discorso, è che a poco a poco sgarrare ed infilarsi in un bagno di dominio di altre case è diventato un crimine contro l’umanità.

- Oddio, una Puzzolarossa! –

Samantha chiude gli occhi, apre il rubinetto dell’acqua fredda e si sciacqua la faccia. Tempo pochi secondi e potrà uscire da quella fumeria, deve solo avere pazienza e cercare in tutti i modi di non morire soffocata.

Una mano sulla spalla la distoglie dal suo nobile piano, facendola concentrare su una ragazzina di – a dire tanto – quattordici anni, che la osserva schifata con una sigaretta penzoloni dalle labbra. Deve fare appello a tutta la sua pazienza, per non scoppiarle a ridere in faccia.

Ha notevolmente accorciato la gonna della divisa, che adesso serve unicamente a mostrare il pizzo delle autoreggenti, visto che il resto è messo in bella mostra. La camicetta è più stretta di diverse taglie, e servirebbe a marcare il seno. L’unico intoppo è che è stretta, ok, ma anche sulle maniche. Le braccia sembrano due salsicciotti, la stoffa sembra ad un passo dallo spaccarsi e i bottoni minacciano di saltare da un minuto all’altro, con evidente rischio per gli occhi del malcapitato che se la trova davanti.

E la sigaretta, che dovrebbe darle un’aria da ragazzaccia dark, contribuisce ulteriormente a farla sembrare una prostituta di bassa lega.

- Scusa…Se mi lasciassi potrei anche andarmene. –

- Ma tu lo sai chi sono io?! –

Sbraita con voce un po’ troppo acuta e tenuta ad un volume troppo alto, per non attirare l’attenzione delle presenti. Qualcuna borbotta “Ecco che ci risiamo…” con tono scocciato, qualcun’altra si limita ad alzare gli occhi al cielo, con un’espressione sofferente sul viso.

- No-non esattamente… -

Bisbiglia costernata, facendosi piccola piccola ed illudendosi di poter scomparire alla vista delle presenti. Una Tassorosso nella tana delle eredi di Salazar?

Questo è un suicidio.

- Allora mi presenterò, sudicia mezzosangue, ma spera per te che questa sia l’ultima volta che mi debba trovare a farlo. –

China ulteriormente il capo, sconfitta ed assolutamente rassegnata al suo ruolo di sudditanza.

- Sì. –

Una voce nella sua testa le ordina di reagire. Qualsiasi cosa andrà bene, basta che esuli dal classico porsi un gradino sotto gli altri semplicemente perché migliori. Per quale motivo, poi? Sono persone esattamente come lei.

Perché umiliarsi sempre?

Perché è giusto così, semplicemente.

.

Seguono venti minuti di presentazione, conditi con insulti ed improperi vari.

- Tutto chiaro, deficiente? –

- Cristallino. –

Risponde con una nota di fastidio nella voce, osservando da sotto la frangia la ragazza. La stessa che si sente in diritto di afferrarla per la cravatta della divisa scolastica, strattonandola.

- Come hai detto, scusa? –

- Ho detto che ho capito. –

Biascica a mezza bocca, notando a malapena una mano che si posa sulla spalla dell’aspirante bulletta.

- Adesso basta, Alys. –

La voce di quella che identifica come una sua coetanea le appare come un sogno. La quattordicenne si volta, trovandosi faccia a faccia con una Serpeverde doc: alta, capelli corvini, occhi celesti che trasmettono tanto calore quanto potrebbe farlo un iceberg e sopracciglio alzato come massima esternazione di stupore.

Questa è una persona che potrebbe potenzialmente farti passare il quarto d’ora più brutto della tua vita.

- Come ti permetti, Dolohov?! –

Strilla stizzita Alys, cercando in tutti i modi di liberarsi dalla presa della ragazza con vani risultati.

- Anzitutto, Donovan, vedi di portarmi rispetto. Secondo, prima di fare cretinate come andare a terrorizzare una Tassorosso senza motivo, conta fino a mille. E poi, se il tuo cervellino bacato insiste per farti agire, non farlo lo stesso. –

- Ma-

- Forse non sono stata chiara? –

Il suo sibilare è mille volte più inquietante di qualsiasi urlo o minaccia di morte. La Tassorosso deglutisce rumorosamente, atterrita.

- Non costringermi a ripetermi, mocciosa. E tu, - dice rivolta a Samantha – via. –

Le indica con una mano la porta, come se ce ne fosse bisogno. Ci vogliono due secondi netti perché Sam riesca a guadagnare l’uscita e a catapultarsi nel corridoio.

E mentre strilli di disappunto provenienti dal bagno si diffondono chiaramente udibili in ogni parte dell’etere, la ragazza si concede il lusso di sciogliersi il nodo della cravatta per rifarselo.

- Però, - borbotta tra se e se, respirando a pieni polmoni l’aria finalmente pura – da quel che mi risulta, fumare è proibito, ad Hogwarts. –

.

E in meno di mezzo minuto Minerva McGranitt fa la sua comparsa nei corridoi, camminando a passo svelto e armata di bacchetta.

- Signorine! –

Strepita aprendo la porta e fiondandosi all’interno del bagno.

- Signorine! Vi pare questo il modo?! Fumare nei bagni! Tutte in punizione! E centocinquanta punti in meno a Serpeverde!! E vergognatevi! –

.

Samantha sbarra gli occhi, seriamente indecisa se ridere o scappare. Probabilmente ridere scappando sarebbe una giusta sintesi dei suoi propositi.

- Tu sei… -

Oh Cristo.

Si volta di scatto, trovandosi davanti Sirius Black, mollemente appoggiato ad una colonna che la osserva con un ghignetto malizioso.

- …Tu sei la persona più fortunata che io abbia mai incontrato. –

Le scappa una risatina. Grazie al cielo non ha fatto mente locale.

- Io? –

- Proprio tu. –

Fa un gran respiro, guardandosi attorno alla ricerca di qualcosa di sensato da dire.

- Tu…Non sai cosa stai dicendo, Black. –

- Ah no? Vuoi dirmi che non sei fortunata? –

Oh, certo, una Puzzolarossa che viene tiranneggiata da quattordicenni in calore, Dio che fortuna stratosferica.

- Potresti illuminarmi? –

Non sarà mai così stupido da…

- Lumos. –

Ok, è sufficientemente cretino da farlo.

- Quando hai finito di fare il deficiente avvisami. –

- Scherzavo… -

- Ho potuto notare. Perché sarei tanto fortunata? –

Riporta la sua attenzione sul discorso iniziale, osservandolo sinceramente interessata.

- Non te ne sei accorta? –

- Di cosa? –

- Sei uscita dall’infermeria poco prima che entrasse Madama Chips, per cui ti sei evitata il predicozzo…E allo stesso modo sei uscita dai bagni un minuto prima dell’arrivo della McGranitt, quindi…Hai evitato la punizione. –

- E’ solo un caso. –

Scrolla le spalle, e con un vago cenno di saluto si decide a tornare nei dormitori di Tassorosso, prima di ficcarsi in ulteriori guai.

- E poi… -

Dice Black raggiungendola in un paio di falcate e piazzandosi di fronte a lei, sbarrandole la strada. Le sorride allegro, sbracciandosi ad indicare lo spazio attorno a loro.

- …Avrai la fortuna di essere accompagnata da Sirius Black in giro per la scuola per il resto del pomeriggio. –

- Grazie, no. –

.

- COS’HAI FATTO?!? –

Si nasconde dietro un libro, seriamente terrorizzata. Abigail Rush è una Tassorosso atipica. Alta, mossi e lucenti capelli color dell’ebano ed occhi verdi come gli smeraldi più belli illuminati dalla migliore illuminazione possibie.

E soprattutto, fegato a sufficienza da essere anche troppo, per una sola persona.

- Ho gentilmente rifiutato la su-

- TU SEI PAZZA!! –

Si decide a poggiare il libro sulla poltrona accanto la quale dove è seduta, osservando la compagna di dormitorio con gli occhi lucidi.

- Gail, ti prego, calmati. Lo sai che mi inquieti quando fai così. –

.

.

Oh, oh, ma grazie gente, ho notato or’ora che ho 16 preferenze alla mia ff *-* Grazie! *-*

Per il resto…Mhm…Boh, grazie sentitamente per i commenti, fanno sempre piacere ^///^

.

Devotamente vostra,

Christine Black

(altresì conosciuta come “inconsolabile vedova Black”)

   
 
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