Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: dal_s    16/01/2013    18 recensioni
«Sei come una canzone.»
«Una canzone?» chiese divertito. Lei annuì «Spiegati. Sono curioso.» sorrise lui.
«E’ difficile da spiegare.»
«Provaci.» La ragazza fece un respiro profondo.
«Hai presente quelle canzoni che ti rispecchiano così tanto, che riescono a dire tutto quello che tu non riesci ad esprimere e in un certo senso riescono a salvarti?» il moro annuì confuso «Beh, tu sei stato la mia canzone. Tu mi hai aiutata ad essere ciò che sono adesso. Quando ero a pezzi tu eri lì e mi hai rimesso in piedi. Quando avevo smesso di credere, in tutto, anche in me stessa, eri lì e mi hai aiutata a ritrovare la mia strada. Quando mi sentivo persa sei stato la mia bussola. E’ come se tu mi avessi sempre conosciuto. Sei stato la mia via di uscita. Quando stavo male venivo da te e mi facevi capire, come nessun’altro, che andava, e che va, bene essere come sono. Forse, nonostante io sia qui a dirtelo, non saprai mai cosa significa per me il fatto di sapere che non sono sola e che non dovrò più esserlo. Sei stato la mia canzone Zayn. La canzone che ha salvato la mia vita.»
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Prologo.
 
 
La musica era alta, la gente ballava in malo modo a causa del poco spazio, le luci stroboscopiche  lampeggiavano ad un ritmo incessante accecandola, il fumo, sia di qualche sigaretta e dell’apposita macchina, le limitava la visuale, ma non se ne curava. Si stava divertendo, come ogni giorno, con il suo fidanzato, i suoi amici e con persone che non aveva mai visto prima. Tutto normale. Era solita a passare serate come quella, tra feste, fumo, alcool, qualche pastiglia e tanta polverina magica. Era il loro modo di divertirsi, di non pensare a tutta la merda che li circondava. Iniziò a ballare con qualche ragazza conosciuta sul momento, fin quando non si sentì chiamare
«Piccola, andiamo?» lei si girò senza smettere di ballare e guardò il bellissimo ragazzo che le era di fronte, il suo ragazzo. Annuendo prese la mano di lui e s'incamminarono verso le scale ove incontrarono Elizabeth e Chris, dopo avergli raccontato del loro piano, entusiasti li seguirono in una stanza vuota, forse l'unica del posto in cui si trovavano.
«Grande festa!» esclamò Elizabeth sedendosi su un divanetto malandato
«Fiumi di alcool, tanto fumo e molte pasticche» costatò Chris ridacchiando
«Già, uno spasso» rispose lei andando dal suo ragazzo.
«Prima le signore» disse Karter porgendole una piccola cannuccia
«Che gentiluomo» la mora  prese lo specchietto e lo portò all'altezza del naso poi con la cannuccia tirò su la striscia che le spettava, lo rimise sul tavolo e chiuse gli occhi buttando la testa all'indietro, li riaprì solo quando senti le labbra del suo ragazzo sulle sue. Incuranti del fatto che nella stanza ci fossero altre persone iniziarono a baciarsi con foga e trasporto
«Ehi belli, trovatevi un altra stanza per fare le vostre cose» sghignazzò Elizabeth
«Beth, sei una tale rompipalle!» replicò il biondo quando smise di baciare la ragazza, la quale andò da Chris che le stava porgendo lo specchietto e la cannuccia, lo prese e lo portò ad Karter
«Tieni» il ragazzo prese gli oggetti che la mora gli stava porgendo e guardandola negli occhi tirò su la polvere. Dopo qualche istante le pupille di lui si dilatarono più del dovuto, lo specchietto gli scivolò di mano e si frantumò sul pavimento mentre lui cadde in avanti aggrappandosi alla ragazza e trascinandola sul pavimento
«Tay, che cazzo sta succedendo!» urlò Elizabeth
Taylor spostò il corpo tremante del biondo da sopra di se e cercò di tenerlo fermo «Chirs, cos'ha!?» chiese in preda al panico, Chris si avvicinò e si inginocchiò di fianco all’amico
«Sembra una crisi epilettica. Io.. io non lo so!» disse il ragazzo prendendosi la testa tra le mani
«Gli sta uscendo della schiuma dalla bocca, che cazzo facciamo! E' andato in overdose» urlò la mora.
Taylor iniziò a frugare nelle tasche di Karter, quando lo trovò prese il telefono
«Che cazzo fai!»
«Chiamo il 911 sta morendo» urlò in preda al panico, Chris le strappò il telefono dalle mani
«Ti sei bevuta il cervello? Ci sbatteranno tutti dentro!»
Taylor tentò di riprendere il cellulare ma Chris si alzò velocemente.
«Chris dalle il telefono» sbottò Beth avvicinandosi
«Tieni. Io mi levo dalle palle, non voglio finire con il culo al fresco!» disse lanciandoglielo e uscendo a corsa dalla stanza
La mora con le mani tremanti digitò il numero
«911, come possiamo aiutarla?»
«Ho bisogno di un ambulanza, un ragazzo.. credo sia andato in overdose» disse agitata
«Signora, si calmi, mi dica dove si trova e manderemo un ambulanza»
«Siamo a nord, nella vecchia fabbrica, il ragazzo è in una stanza al secondo piano. Sbrigatevi!» urlò in preda al panico
«Mandiamo immediatamente i soccorsi.»
Taylor chiuse la chiamata e lasciò il telefono per terra
«Che cazzo facciamo ora?»
«Tay, andiamocene» sussurrò l'amica, la mora scosse la testa non staccando gli occhi dal corpo tremante di Karter, Beth la prese da sotto le ascelle e la issò
«Dobbiamo andarcene»
«No!» urlò divincolandosi dalla presa dell'amica «Io non lo lascio» singhiozzò
«Non possiamo fare nulla, usciamo di qui, aspetteremo l'arrivo dell'ambulanza nascoste qui fuori, ma ti prego usciamo» disse Elizabeth, la mora acconsentì. Beth prese il telefono del ragazzo e lo mise in tasca, più tardi lo avrebbe buttato, c'erano le impronte digitali dell'amica, se la polizia l'avresse trovato sarebbero stati cazzi amari. Prese la mano di Taylor e la trascinò fuori dall'edificio. Una volta fuori andarono a nascondersi dietro un blocco di cemento nascosto tra i rovi.
L'ambulanza arrivò in cinque minuti, seguita anche dalla polizia. Quando i ragazzi udirono  il suono delle sirene se la diedero a gambe, alcuni vennero presi ed ammanettati, altri riuscirono a scappare.
I medici entrarono a corsa nella struttura con una barella e dei macchinari. Passarono  venti minuti, ma non erano ancora usciti
«Perché ci impiegano così tanto?» chiese Taylor piangendo
«Shhh, non lo so, non piangere ti prego»
L'attesa era interminabile, ma dopo trequarti d'ora due medici uscirono spingendo una barella dove c'era il corpo di Karter avvolto in un telo bianco. Taylor sentì le gambe cedere e si ritrovò inginocchiata sull'erba bagnata.
«E’ tutta colpa mia» disse piangendo. Beth sentì le lacrime agli occhi, ma non poteva piangere, doveva essere forte. Forte per Taylor quindi si abbassò e le asciugò le lacrime con i pollici.
«Vieni, andiamo via» disse infine prendendo l’amica per mano e trascinandola via di lì.
 
 
 
 
Ehilàààà!
Allora, questa è la mia seconda fan fiction sui one direction, avevo quest’idea in mente e ho iniziato a scrivere.
Essendo questo il prologo è molto corto. I ragazzi appariranno nel prossimo capitolo.
Spero vi piaccia, anche se lo credo difficile, ma va beh.
Mi lasciate un commentino ?
 
Btw, questo è il link dell’altra mia storia:
Diamonds aren’t forever.
 

Per qualunque cosa potete contattarmi su twitter:
@malikschanel
 
Alla prossima.
-Dalia.
   
 
Leggi le 18 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: dal_s