Una lunga storia…
Tom e Semir lo videro scomparire dalla stanza degli interrogatori attraverso il vetro a specchio, per poi ricomparire dalla porta della camera adiacente.«Scusa, Tom, ma quella ragazza mi dà sui nervi!» si scusò il ragazzo, entrando.
L’uomo, con le mani poggiate al davanzale della finestra-specchio, continuava a fissare il pavimento. «No, non ti preoccupare… hai fatto bene! Magari così le si rinfrescano le idee!» disse, sollevandosi e iniziando a camminare per la stanza.
Ben e Semir si guardarono un attimo, per poi risposare lo sguardo sul collega.
«Tom, senti… non par farci i fatti tuoi, sia chiaro… ma ci potresti spiegare cosa è successo tra te e tua sorella? Cioè, lei ci è sembrata parecchio arrabbiata…» provò Ben.
Tom sospirò, poggiando la schiena al muro di fronte al vetro. «È… è una storia bella lunga! Non so quanto potrebbe interessarvi…»
Ben e Semir si guardarono di nuovo. Poi il ragazzo si sedette su un tavolino di fronte al collega ed il secondo poggiò la schiena al vetro, incrociando le braccia. «Beh, noi abbiamo tempo!»
Tom sospirò e scosse la testa, accennando ad un sorriso amaro. «Non riuscirò a togliervi questa idea della testa, vero?!».
I due colleghi gli lanciarono uno sguardo eloquente, e anche lui incrociò le braccia al petto. «Bene, allora cominciamo!»
Laura venne portata in cella.
La fierezza e orgoglio della ragazza si spensero in un secondo. Con i polsi ammanettati, procedeva lentamente accanto al poliziotto che le teneva stretto un braccio, quasi fosse una delle peggiori delinquenti di Colonia.
Un rumore stridulo, una porta cigolante ed ecco:... la cella era aperta.
Laura la guardò, titubante, indecisa tra se entrare o meno. Ma ci pensò Otto a convincerla, con una spinta.
Laura cadde rovinosamente a terra.
Si rialzò, ma a fatica... perché si era cacciata in quel guaio?! Perché?! Ma, soprattutto perche rimanere stregati e affascinati da quel bellissimo poliziotto?
Si rialzò sulla panca di legno della cella. Otto le si avvicinò e le tolse le manette.
«Oh, che onore! Anche senza manette!» ironizzò lei.
«Sì,sì, va bene... non distruggere niente e non fare casino!» le disse il poliziotto chiudendo la cella.
«Agli ordini, signore!» rispose con un vocione, massaggiandoci i polsi.
Sentì i passi del poliziotto diventare più silenziosi ed infine sparire.
Sospirò e, per la prima volta in quella giornata, distese il volto. Non solo aveva paura, ma era anche confusa!
Prima l’inseguimento, poi l’arresto ed, infine, come se non bastasse, l’incontro con suo fratello dopo… quanti anni?! 21?! 22?! O di più?! Lei allora era solo una bambina, mentre lui un giovane ispettore solo all’inizio di una brillante carriera poliziesca…
No… era troppo! Troppe emozioni in una sola giornata!
Scosse la testa, cercando di far fluire meglio i pensieri.
I polsi le facevano ancora male. Le dure e fredde manette che, anche se per breve tempo, avevano cinto i suoi polsi, sembravano aver cinto anche il suo cuore!
Si rialzò, decisa ad uscire per sempre da quella “meravigliosa” situazione.
Otto, il poliziotto di prima, le aveva raccomandato di non fare casino e lei, ovviamente, ascoltava sempre le persone più anziane…
Si guardo in giro: l'unico mobile presente era una panca.
Cerco di sollevarla. Era senz’altro forzuta, nonostante l’aspetto.
Le bastò giusto che non toccasse il pavimento, dopo di che la lanciò contro alle sbarre, causando un fragoroso rumore.
Buonasera a tutti, cari lettori e lettrici!
Chiedo umilmente venia per il ritardo a dir poco fragoroso nell’aggiornamento! Purtroppo, a causa di una serie di eventi, non sono riuscita ad aggiornare prima di oggi!
Vorrei ringraziare tutti quelli che sopporteranno questo ritardo e continueranno a leggere! E, in particolare, vorrei ringraziare Rebecca, Sophie, Laura, Giulia e Fred-Deeks-Ben per le loro recensioni.
Spero di riuscire ad aggiornare in poco tempo! ^^ Grazie ancora a tutti! ^^
Ciao!
Chiara ^-^