[Le flashfic di questa
raccolta partecipano al Contest 'Seven
Weeks 3 - Winter Edition' indetto da Shark Attack sul
Forum di EFP]
Autrice: Mokochan
Titolo: Prigioniero
Personaggio base: Hinata
Personaggio Aggiunto: Hiashi
Prompt: Perdono
Genere: Slice of Life, Triste
Rating: Verde
Avvetimenti: Flashfic
Note: premetto una cosa: io amo tutti gli Hyuuga, dal primo all'ultimo. Il Clan Hyuuga è il mio preferito da sempre. Amo anche Hiashi (non sembrerà, visto che spesso e volentieri lo faccio diventare il rompiballe nelle mie storie XD). Però adoro anche lui, nel bene e nel male. E ho voluto... provare a renderlo diverso da come l'ho sempre reso. Da come lo hanno sempre reso un po' tutti, a ben pensarci. D'altronde, anche lui è un essere umano - anche lui, dietro quella maschera che porta spesso e volentieri, prova amore, odio, dolore. Credo che questo sia stato anche evidenziato nella prima serie, quando si è diciamo scusato con Neji. O... beh, negli ultimi capitoli di Naruto, dove mi è parso molto meno freddo del solito, molto più vulnerabile.
Ho pensato anche che fosse un po' OOC XD e invece pare proprio di no. Meglio così ♥ Perché anche lui, come tutti gli Hyuuga, merita.
Buh, ora sparisco! Grazie a chiunque leggerà ♥
[Con questa flashfic ho ottenuto [7] punti per un totale di [13] punti nella sfida]
Prigioniero
Stava lì, seduto a terra, e fissava il corpo di suo fratello con lo sguardo perso, la maschera fredda che aveva sempre poggiata sul viso era scivolata a terra e ora si vedeva ciò che per anni aveva celato.
Pentimento.
Forse anche biasimo per se stesso.
Hinata fece qualche passo verso di lui, sentendo dietro di sé la presenza silenziosa e segretamente addolorata di Neji, che assisteva a ciò che aveva sempre temuto, e cioè alla comparsa del proprio padre sul campo di battaglia, insieme a coloro che erano stati resuscitati da Tobi qualche tempo addietro.
Hinata avrebbe voluto dirgli qualcosa, ma conosceva abbastanza Neji per sapere che l'avrebbe superato con le proprie forze e da solo, dentro di sé.
Si morse il labbro e allora scrutò nuovamente il padre, i cui capelli ora gli nascondevano parte del viso e forse quelle lacrime invisibili che non avrebbe versato nemmeno lì, davanti al suo gemello morto.
L'ostinazione e la freddezza degli Hyuuga vincevano persino sul dolore.
Hinata rabbrividì e studiò lo zio, provando un sentimento indefinito.
Hizashi sarebbe sparito da un momento all'altro.
Con quella consapevolezza, la ragazza si avvicinò a Hiashi con cautela, reprimendo ogni pensiero negativo, finché non arrivò a chinarsi su di lui; fu allora che lo sentì mormorare.
Parole a metà che le si conficcarono nel petto con una violenza inaspettata.
—... nami.
Ancora.
—Perdonami.
Hiashi Hyuuga stava chiedendo perdono.
Hinata aprì la bocca per respirare, ma le uscì solo il rantolo di chi non sa come comportarsi di fronte al nuovo — perché suo padre era sempre stato duro, serio, indistruttibile, un uomo che riusciva a nascondere i propri sentimenti persino a se stesso.
—Perdonami, fratello.
Un'altra volta, con più forza, quella supplica giunse limpida alle orecchie della Hyuuga — decisa e priva d'orgoglio, poi rassegnata, triste.
—Perdonami.
Per quanto tempo si era tenuto dentro quelle parole? Per quanto, in tutti quegli anni, aveva guardato Neji pensando a ciò che era accaduto a Hizashi?
Hinata scrutò il padre con occhi diversi, per la prima volta partecipe di un sentimento che probabilmente Hiashi non si sarebbe più lasciato scappare, non avrebbe più fatto vedere, trincerandosi dietro l'impassibilità di quella casata che li rendeva tutti freddi, tutti uguali.
Tutti soli.
Allora allungò una mano e con le dita gli sfiorò appena il braccio, facendogli sentire la propria presenza.
E lui la guardò, un solo attimo in cui i loro occhi bianchi si incrociarono e cercarono a vicenda — compresero, malgrado la situazione e i ruoli che spettavano loro.
Ma durò poco.
Hiashi chiuse occhi, poi li riaprì e si alzò in piedi con lentezza, interrompendo ogni contatto con la figlia — rimettendosi la maschera.
Hinata però aveva capito, guardandolo torreggiare su di lei, che quel chiedere perdono era stata per lui una sorta di liberazione.
Non era stata quella di Hizashi, già... ma quella di Hiashi.
Per anni, Hiashi Hyuuga era stato prigioniero di quel perdono mai chiesto a quel fratello morto troppo presto per poterlo udire e accettare.
{500 parole}
Mokochan con “Prigioniero”
☑Originalità
☑Grammatica
☑IC Personaggio Base
☑IC Personaggio Aggiunto
☑Uso del Prompt
☑Gradimento personale (molto toccante e davvero ben orchestrato, mi è piaciuto molto)
☑Bonus/Malus (primo posto nel turno precedente)
Totale: 7 punti!
Mokochan con “Prigioniero”
☑Originalità
☑Grammatica
☑IC Personaggio Base
☑IC Personaggio Aggiunto
☑Uso del Prompt
☑Gradimento personale (molto toccante e davvero ben orchestrato, mi è piaciuto molto)
☑Bonus/Malus (primo posto nel turno precedente)
Totale: 7 punti!