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Autore: bibabirba    17/01/2013    0 recensioni
Sabrina è una ragazza toscana come tante alla prese con le sue prime esperienze in ogni campo: amore, scuola, lavoro. Un'unica costante: il suo amore per un ragazzo romano, Antonio, conosciuto al mare di quattro anni più grande. La storia è quella di un amore acerbo che per entrambi i nostri protagonisti, pian piano si trasforma in qualcosa di più.
Sicuramente tutti avranno avuto la fortuna di vivere un amore "estivo", per così dire, nato nel luogo di vacanza, quindi costellato da picchi altissimi ma poi magari costretto a soccombere per la lontananza. A volte però, nonostante tutto sembri remare contro, alcune circostanze possono stravolgere tutto nuovamente specialmente se si è convinti che il primo amore non si scorda mai.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo 11

Buongiorno a tutte, se ancora ci siete. Non ci credo in realtà, ma un pò ci spero. Sono quasi due anni che ho lasciato questa storia in sospeso. Ci ho pensato spesso ma purtroppo gli eventi mi hanno impedito di scrivere. Non voglio ammorbarvi con le mie peripezie di vita, perciò vi dico soltanto che non sono stati affatto anni semplici per me quelli appena trascorsi; a dire la verità anche il periodo che sto vivendo adesso non lo è, ma sto ritrovando piano piano la voglia di scrivere e di allontanarmi dalla realtà, quindi eccomi qui. Non vi prometto aggiornamenti costanti ma prometto di finire le mie storie ancora in corso, questa in primis, anche perchè manca veramente poco alla fine.
Dunque eravamo rimasti al "primo" appuntamento di Sabrina e Antonio che si concludeva tra baci e frasi importanti per i due piccioncini.
Qui vediamo la conclusione della serata e scopriremo in parte le intenzioni di entrambi.


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Capitolo 11. Un nuovo inizio

Mi stacco da lui solo perchè ormai non ho più fiato e non capisco da quanto effettivamente ci stiamo baciando.
Alzo gli occhi e lo guardo. Mi piace ogni istante di più. I suoi occhi sono per me magnetici e quando i nostri sguardi si incontrano, mi sembra di scorgere delle scintille luminose.
- Come stai? - Mi domanda alitandomi sul viso. Il suo respiro mi arriva direttamente al cuore perchè la sua voce così arrocchita e dolce, era veramente troppo tempo che non la sentivo.
- Bene direi. - Rispondo convinta riappoggiando le mie labbra alle sue.
Mi scosta i capelli dalla fronte e poi mi bacia il naso.
- Dai che ti riporto a casa, domani mattina inizia il tuo nuovo lavoro giusto? -
Mi riporta alla realtà e un fremito di paura mi percorre tutta. Annuisco.
- Aspetta, prima devo fare una cosa. - Prende una moneta dalla tasca dei pantaloni, dà le spalle alla fontana, chiude gli occhi e getta la monetina dentro l'acqua. Quando vedo di nuovo i suoi occhi, nel suo sguardo riesco a scorgere una strana luce che mi fa emozionare più di quanto avrei mai creduto. Con un sorriso mi porge la mano ed io non posso che afferrarla e farmi guidare di nuovo all'indietro per tutte quelle stradine che avevamo percorso poco fa.
Senza neanche rendermene conto sbuffo mentre mi guardo i piedi che vanno uno di fronte all'altro.
- Che c'è? - Non credevo mi avrebbe sentita. La sua mano nella mia rafforza la presa ed io alzo lo sguardo e incontro di nuovo i suoi splendidi occhi.
- Sono un pò scombussolata ecco. -
- Perchè? - Mi domanda sempre camminando.
- Non pensavo che la serata avrebbe preso questa piega, mi sento come se finalmente avessi raggiunto la cima della montagna, ma, arrivata alla vetta, invece di poter respirare a pieni polmoni, è come se mi mancasse l'aria! - Non so se sono riuscita a fargli capire come mi sento, ma non ho trovato parole migliori per spiegarmi. Fondamentalmente mi sembra quasi di aver vissuto fino ad adesso sulle montagne russe con lui, è stato un susseguirsi continuo di alti e bassi e ancora non sono convinta che tutto sia passato.
- Ti capisco, un pò è così anche per me. - Bacia la mano che tiene con la sua e poi sospira prima di riniziare a parlare.
- Sabry so di averti fatto del male in questi anni, e vorrei morire anzichè continuare a odiarmi in questo modo, ma credo di aver capito che se non vivo la mia vita in qualche modo mischiata alla tua, è come se fossi morto. Non ti posso promettere che sarà sempre tutto perfetto d'ora in avanti, ma ti sto promettendo che io mi impegnerò affinchè ci si avvicini alla perfezione. - Credo che i miei occhi siano un cuoricino gigante. Ho sempre voluto ascoltare queste parole da lui, anche se avevo la strana convinzione che forse non le avrebbe mai dette, perchè so che la perfezione, specialmente in una coppia non esiste, ma so anche che se io e lui stiamo lontani è come se vivessimo a metà. Almeno io ho sempre vissuto a metà e adesso sapere che anche per lui è così mi alleggerisce il cuore.
Sorrido e inspiro a fondo. - Allora ci riproviamo? - Chiedo d'impeto.
- Direi di si. - Mi risponde lui subito.
Ci fermiamo a pochi passa dalla macchina e prima di farmi salire, Antonio mi fissa ed io ricambio il suo sguardo. Nei suoi occhi vedo tutta la determinazione per andare avanti ma anche tutta la sofferenza di questi anni buttati al vento non passandoli insieme. E' strano capire che forse ce la possiamo fare dopo così tanto tempo.
- Se tu vuoi.... - Io voglio cosa? In questo momento credo che direi di sì a qualunque cosa lui mi proponga tanto sono fuori dal mondo. Il mio sguardo incerto deve convincerlo a cercare di farmi capire meglio quello che mi sta dicendo.
- Se tu vuoi si, io sono pronto a riprovarci. - Si spiega. Mi prende per i fianchi e mi avvicina a se. - Sei tu quello che voglio, sei sempre stata tu. - Si avvicina con le labbra alle mie, finchè non arriva, con una lentezza disarmante, a baciarmi. Il tempo mi sembra passato al rallentatore ma credo che lui volesse solo farmi capire l'intensità delle sue parole.
Dapprima ci scambiamo solo dei piccoli bacetti a fior di labbra, poi, mi stringe ancora di più facendo scontrare i nostri bacini; da lì a poco il bacio si fa via via più passionale lasciando libero sfogo alle nostre lingue di incontrarsi.
Si stacca troppo presto per i miei gusti e poggia la sua fronte alla mia.
- Se continuiamo così credo che qualcuno chiami la polizia per atti osceni in luogo pubblico. - Ride.
- Ci stiamo solo baciando. - Replico io convinta sporgendo il labbro inferiore. Scuote la testa prima di catturarmi il labbro in questione.
- Amore mio almeno entriamo in macchina, ho troppa voglia di te e giuro che sto cercando di trattenermi, ma ogni volta che ti sfioro, è come se innescassi una bomba ad orologeria. Non so per quanto ancora riuscirò a comportarmi civilmente.- Le sue parole, specialmente quell' amore mio lanciato lì, come se fosse normale, mi fanno divampare un calore immenso che attraversa tutte le mie terminazioni nervose, specialmente perchè ha parlato continuando a tenersi il mio labbro per se. - Non voglio farmi travolgere come sempre dalla nostra attrazione, anche se ne ho una voglia matta, ti ho promesso che avrei fatto il bravo e così sarà. - Conclude mollandomi il labbro e poggiando nuovamente la fronte alla mia, occhi negli occhi.
- Non so se, dopo tutto questo tempo, ho davvero voglia che tu faccia il bravo. - Dico abbassando lo sguardo. E' così, non ci posso fare niente, sento ancora una voglia indescrivibile di lui, come un bisogno naturale, fisico.
- Tu mi vuoi far morire vero? -
- Affatto. - Scuoto la testa mentre torno a guardarlo.
Sospira, mi bacia la fronte e poi, allontandandosi, mi apre lo sportello. - Sali in macchina principessa. - Si inchina.
Resto un attimo immobile, come incapace di capire quello che mi sta chiedendo. Sbuffo. Lui sorride divertito.
- Non c'è niente da ridere! - Esclamo salendo in macchina come una bambina capricciosa a cui è stata tolta una caramella. Lui si sporge verso di me e fa di nuovo incotrare, anche se solo per pochi istanti, le nostre labbra. Provo ad abbracciarlo per approfondire il contatto ma è più veloce di me e riesce a sfuggirmi. Mi mette la cintura senza dire niente, con un sorriso assurdo stampato in faccia, chiude lo sportello, gira intorno alla macchina e si mette seduto al posto di guida accendendo l'auto. Sospiro quando usciamo dal parcheggio. Non so cosa sto provando di preciso in questo momento. Forse un pò di rabbia perchè è come se lui mi stesse rifiutando, anche se in fondo al cuore so che non è così,
ma si sa, l'orgoglio, a volte, è una brutta bestia. Tanta adrenalina perchè non so per quanto riuscirò a controllarmi avendolo così vicino e anche tanta emozione perchè lo amo come il primo giorno, anzi di più perchè nonostante tutto siamo ancora qui a provarci.
- Voglio fare il bravo ma non mi stai rendendo le cose semplici. - Dice all'improvviso ridestandomi da tutti questi strani pensieri.
- Non lo sono mai state tra di noi. - Rispondo pacata.
- Lo so ma non voglio farmi trascinare dall'istinto come sempre, non c'ha portato da nessuna parte. -
- So che hai ragione, ma non è semplice. - Dico passandomi le mani tra i capelli e sistemandomi meglio nel seggiolino.
- Neanche per me, credimi. - Aggiunge. Sbuffo. Di nuovo la bimba capricciosa torna ad impossessarsi di me e lui sorride. Poi vado a cercare la sua mano poggiata sul cambio e faccio intrecciare le nostre dita. Lo vedo osservare le nostre mani e sorridere ancora, poi le alza e avvicina la parte dove c'è la mia, alla sua bocca. La bacia prima sfiorandola appena, poi facendomi venire i brividi strusciandoci la lingua.
- Quanto hai intenzione di farla durare questa astinenza? - Domando strecciando velocemente le nostre mani per non procurarmi un incendio dalla portata cosmica per autocombustione.
- Il tempo necessario. -
- Necessario a cosa? -
- A noi. - Non lo capisco ma siamo arrivati e se non scendo immediatamente da quest'auto rischio di saltargli addosso. Appena accosta apro lo sportello e velocemente metto i piedi sull'asfalto. Lui mi raggiunge sul marciapiede mentre gli do le spalle alla disperata ricerca delle chiavi che sono chissà dove nella mia borsa.
- Ti amo. - Mi sussura all'orecchio cogliendomi di sopresa e facendomi accaponare la pelle.
- Tu mi vuoi morta. - Gli dico voltandomi istantaneamente, come se le sue parole mi avesse bruciato.
- Non ti voglio affatto morta, sciocchina. Anzi! - Ok basta. Quanto può resistere una ragazza innamorata e, chissà per quale dannata fortuna, ricambiata e in astinenza da troppo tempo al richiamo di una folle notte di sesso? Anzi d'amore? Ho fatto la brava tutta la sera ma adesso basta, è giunto il momento di farsi guidare dall'istinto e chissene frega se prima non ci ha mai portato da nessuna parte.
Annullo le distanze e lo bacio con tutta l'anima, con tutto l'amore disperato che ho provato in questi anni, lasciando libero sfogo alle mie mani di carezzarlo di nuovo, di ritrovare quelle braccia, quelle spalle, quei capelli cha tanto hanno agognato in questi anni.
Ho i brividi e una voglia matta, incontrollata di lui, di sentirmi nuovamente persa dentro le emozioni che solo lui è capace di darmi.
D'un tratto, quando mi rendo conto che sto ansimando, capisco anche che siamo avvinghiati e che io poggio la schiena proprio sulla porta d'ingresso; non so neanche come diavolo ci siamo arrivati ma sarebbe meglio spostarsi per evitare di fare figuracce con tutto il condominio.
- Ehi. - Riesco a dirgli in un attimo di lucidità.
Lui si stacca all'improvviso, come colto da una forte scarica elettrica e mi guarda allarmato.
- Scusa. - Biascica guardando verso il basso.
Non credo che il mio cercello registri veramente quello che lui mi ha detto.
- Resta. - Infatti gli dico riportandomi immediatamente tra le sue braccia.
Lui prova a scattare indietro, ma sono più veloce e lo arpiono meglio a me, mettendogli le mani nelle tasche posteriori dei suoi pantaloni.
- Mi stai rendendo la cosa difficilissima. -
- Quale cosa? - Domando con una voce che neanche riconosco come mia. Mi fissa per un attimo con il sorriso sulle labbra e poi poggia di nuovo la sua fronte alla mia.
- Sabry se continui così, non rispondo più di me. -
- Ecco bravo non ripondere, anzi non parlare affatto e baciami. - Veramente non so da dove spunti fuori il coraggio di pronunciare queste parole, ma lo faccio e devo stupire lui, tanto quanto sono stupita io, dato che si immobilizza.
- Da quando sei diventata così? - E mi indica tutta.
- Così come scusa? Hai indicato tutta me. -
- Così...... - Ci pensa un attimo, evidentemente non trovando le parole e si porta un dito alla bocca. - Così provocante. -
Dice infine soddisfatto del termine che ha trovato riportando il dito e tutto il braccio sui miei fianchi.
- Che c'è non ti piace? - Domando con sempre più audacia. Cosa cavolo mi sta succedendo? Da quando sono così sfrontata?
Lui resta un attimo spiazzato, proprio come lo sono io.
- E' questo che vuoi? - Mi chiede poi guardandomi dritta negli occhi.
Assolutamente si penso ma non lo dico.
- Voglio averti con me, nel mio letto e dormire facendomi cullare dal tuo respiro e dal tuo battito cardiaco. - Sputo fuori con un filo di voce. - Non so se voglio fare altro al momento, voglio solo un pò di normalità, con te. Voglio di nuovo un pò di noi. - So che sto dicendo una cavolata, entrambi sappiamo che la sto dicendo, vorrei sicuramente di più, ma al momento so che non sarebbe la cosa giusta e che lui ha ragione. Mi accontenta acconsentendo con la testa e spostandosi alle mie spalle, mantendomi comunque le braccia in vita.
- Perchè ti sei spostato? - Gli chiedo disarmata non riuscendo a sopportare quella esigua distanza che si è creata.
- Perchè riuscissi a trovare le chiavi e ad aprire la porta. - Mi soffia all'orecchio. Okkey sta giocando sporco. Lo sa che il collo è il mio punto debole e che se mi alita proprio lì poi non può pretendere che io mantenga il controllo e trovi finalmente queste cavolo di chiavi. Mi convinco non so come a non replicare e a cercare di scacciare tutte le sensazioni che mi sta provocando. Muovo la mano automaticamente e la caccio in borsa alla ricerca di quegli aggeggi infernali che servono ad aprire le porte.
Quando le trovo, vittoriosa, infilo quella del portone nella fessura mentre lui continua ad alitarmi sul collo. La mia razionalità mi aiuta a capire che tra meno di due secondi raggiungeremo l'ascensore e finalmente potrò di nuovo tornare almeno a baciarlo. Spingo il pulsante con il cuore in gola e lui sempre dietro di me.
Le porte si aprono subito ed io, afferrandolo per la mano, lo trascino con me dentro a quel cubicolo.
- Non stai giocando pulito. - Gli dico mettendomi davanti a lui dopo aver spinto il pulsante del quinto piano. Non ho mai adorato un quinto piano come in questo momento.
- Neanche tu. - Mi ansima a due millimetri dalle labbra.
Annullo le distanze. Basta. Le parole non servono. Lo bacio e tutto sembra tornare al suo posto, è questo quello che conta adesso. Lui e me. Me e lui. Noi. Il resto può aspettare.
Le porte dell'ascensore si aprono. Mai viaggio in ascensore mi è sembrato più breve. Ci stacchiamo e sorridiamo contemporaneamente, finchè non ci ritroviamo a ridere come due scemi.
- Shhh, sveglieremo Fede e Alessio. - Sussurro attraversando il corridoio dopo aver aperto la porta.
- Non credo che loro stiano ad ascoltare quello facciamo noi adesso sai. - In che senso? Questa la voglio proprio sapere. Lo prendo di nuovo per mano e appena mi sono chiusa alle spalle la porta di camera mia gli chiedo spiegazioni.
- Non so di preciso come funziona o cosa ci sia esattamente tra loro, quando ho chiesto ad Alessio è stato molto criptico, so solo che ogni tanto si danno da fare. -
- E me lo dici così? - Ci stiamo spogliando entrambi, preparandoci come se fosse del tutto normale il fatto che da lì a pochi attimi saremo infilati nello stesso letto. Neanche fossimo sposati chissà da quanto tempo, le nostre azioni sono automatiche, come andare dalla parte opposta della camera senza neanche chiederci da quale parte del letto vogliamo stare, come se i nostri corpi si ricordassero esattamente cosa fare ancora prima che le nostre menti lo realizzino.
Sorride e, annuendo, si infila sotto le coperte.
- E come te lo dovrei dire scusa? - Effettivamente mi rendo conto che non c'è un modo convenzionale per dire che i tuoi coinquilini ogni tanto ci danno dentro.
Entro anch'io sotto quel caldo rifugio e lui subito mi si avvicina. Le mie gambe a contatto con le sue nude, mi fanno venire degli strani brividi. Adesso tutta quella foga di consumare il nostro amore, mi sembra lontana anni luce.
Quando mi sistemo meglio sul cuscino, mi rendo conto di quanto mi ha sfiancato l'anima questa serata. Ma anche di quanto ne avessi bisogno.
Mi aiuta a poggiarmi sul suo petto e immediatamente il mio orecchio si sincronizza con il suo battito. Tum tum. Tum tum.
- Adesso dormi principessa. - Mi sussura stringendomi a sè.
E' il paradiso. Non abbiamo bisogno di dire altro. Le sue parole mi cullano e mi accompagnano, con il suo cuore, tra le braccia di Morfeo.



Okkey eccoci arrivati in fondo. Spero davvero di ritrovare qualcuna di voi, ma se così non dovesse essere, pazienza. Avevo bisogno di tornare a scrivere e sono contenta di averlo fatto. Spero che il capitolo vi sia piaciuto tanto quanto è piaciuto a me scriverlo. E' bellissimo ritrovare questa parte di me stessa.
Giuro che aggiornerò prestissimo e che comunque porterò tutto a termine come si deve. Non mi resta altro che attendere un vostro un parere se sarete così carine da darmelo. Vi abbraccio, un bacio gigante a tutte.

Bibabirba


   
 
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