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Autore: Sghisa    17/01/2013    1 recensioni
A qualche anno di distanza dalla fine del college, a Neptune si incrociano nuovamente i sentieri di vecchi amici. Un mistero sembra celarsi dietro alle loro ordinarie e serene vite. Un mistero che li riunirà.
Genere: Romantico, Mistero, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Questione di Lilly e di fiducia


Eli Navarro aveva passato gran parte della sua vita a impartire ordini. Era stato capo di una banda di motociclisti, che diamine. Aveva fatto grandi cose con loro. Era stato un grande capo. Pendevano tutti dalle sue labbra, e lui era fiero di sé e del suo ruolo. Nessuno aveva mai osato mettergli i piedi in testa. Almeno fino al giorno in cui una famosa biondina aveva mostrato al mondo intero che anche il capo dei PCHeras poteva essere messo sotto torchio. Tutto per uno stupido scambio. Da allora il suo potere aveva cominciato a vacillare sempre di più.
Ogni volta che lei inclinava la testa, lui perdeva un po' del controllo sulla sua banda. Poi un giorno si rese conto di averlo perso del tutto. Era accaduto dopo la morte di Felix: a causa del calcio di Logan, per il quale il rampollo degli Echolls non avrebbe mai pagato abbastanza, Weevil non era stato presente su quel ponte durante il pestaggio, e i suoi cominciarono ad escluderlo dalle loro vite e dalle loro azioni. Thumper si era gradualmente sostituito a Weevil e alla fine l'aveva escluso, facendo affondare la sua moto nel canale. Eli aveva quindi scoperto un mondo nuovo, nel quale lui non comandava nessuno e doveva guadagnarsi i suoi spazi con le proprie azioni e le proprie scelte. L'ingresso di quell'intrigante biondina nella sua vita l'aveva profondamente cambiato, costringendolo a una nuova presa di coscienza. Le responsabilità non sono opzionali, nel bene e nel male.
Però, nonostante avesse dismesso la giacca di pelle e gli anfibi da biker, non aveva perso il vizio. Con la storia delle tessere studentesche aveva racimolato un bel gruzzoletto, abbastanza cospicuo da permettergli di iscriversi alle scuole serali e ottenere finalmente il tanto ambito diploma. Insomma, aveva cercato di redimersi, anche se con soldi sporchi. E poi aveva dato una svolta reale alla sua vita quando aveva conosciuto Parker. Quella ragazza aveva compiuto il miracolo. La sua fresca ingenuità, il suo essere così solare e entusiasta della vita, il guardare sempre al alto positivo... Eli non era mai stato così, eppure lei riusciva a fargli vedere il mondo attraverso nuovi occhi. Quelli di una ragazza che viene da Denver e vuole una vita entusiasmante e carica di aspettative. E da quel giorno anche l'ex capo di una delle peggiori bande di Neptune non aveva smesso di vedere il mondo attraverso dei vistosi occhiali rosa!
Comunque l'incontro più importante della sua vita era stato senza ombra di dubbio quello con Veronica Mars. Fino al giorno in cui Eli e i PCHeras avevano legato un impaurito Wallace al pennone della scuola, Eli non aveva fatto troppo caso a quella biondina scialba e sempliciotta. A lui interessavano prede di altro calibro, perché accontentarsi degli scarti quando poteva avere Lilly Kane, la più ambita e desiderata studentessa del Neptune High?
La loro storia non era mai stata ufficiale. Nessuno aveva mai saputo, ad eccezione di Veronica. Forse Logan sapeva, forse no. Era cominciato tutto per caso.
Lilly aveva beccato Weevil quando, durante la lezione di letteratura, la scrutava di sottecchi. Lo sguardo languido e provocatorio di Lilly l'aveva quasi fatto arrossire, poi l'uomo che era in lui era emerso prepotentemente e le aveva fatto l'occhiolino. Lilly non aveva abbassato lo sguardo: aveva continuato a fissarlo, e a fine lezione l'aveva aspettato. Gli aveva sorriso e se ne era andata con fare provocatorio. Era cominciato tutto così. Lilly era così. Da quel giorno avevano cominciato a vedersi di nascosto. Lui si era spesso intrufolato a casa Kane, la sera tardi. Si era infilato in camera di Lilly, dove lei lo aspettava sveglia e ben poco vestita. Lei gli aveva inviato messaggi segreti, invitandolo ad appuntamenti impossibili. Avevano fatto l'amore la prima volta nel garage dello zio di Eli, una sera afosa di fine maggio, sul retro di una Biuik pronta per la demolizione. Con una come Lilly per le mani come avrebbe potuto accorgersi dell'apparentemente insignificante Veronica Mars, così precisa, controllata, perfetta? Una il cui unico aspetto interessante era essere la figlia dello sceriffo? Infatti non aveva mai fatto caso a lei fino alle vacanze di natale dopo la morte di Lilly.
Le voci che circondarono l'insulsa biondina dopo la festa di Shelly Pomroy attirarono l'attenzione di molti, ed Eli era tra quelli che si domandavano quanto di vero ci fosse in quei racconti. Al ritorno dalle vacanze Veronica si era presentata a scuola in una nuova veste. I suoi lunghi capelli avevano lasciato posto ad un taglio corto e aggressivo; i vestiti di pizzo a jeans e felpe deformi; le delicate ballerine a mascolini anfibi. Ma soprattutto c'era qualcosa nello sguardo della nuova Veronica che li aveva lasciati tutti spiazzati. Era qualcosa di indecifrabile, di impalpabile, di così distante dalla ragazzina che era stata, che molti non riuscivano a interpretarla. Weevil l'aveva capito dopo molti anni: era la rabbia di un animale ferito, era la sicurezza del predatore, era la voglia di rivincita e vendetta. Pochi si sarebbero salvati, poco ma sicuro. E così era stato.
Piano piano quella biondina si era fatta strada nella vita di Eli, e i due avevano sviluppato un rapporto simile all'amicizia, anche se molto diverso. Si scambiavano favori, certo, si aiutavano... ma la componente sincerità non faceva parte di questo loro strano legame. Se dovevano si mentivano e si ingannavano reciprocamente, e in realtà nessuno dei due si fidava completamente dell'altro. Però si erano dati tanto in termine di affetto, stima e insegnamenti. Veronica aveva imparato a gestire chi era abituato a comandare avendo a che fare con lui; Eli aveva imparato a non essere sempre “quello che sta sopra”. E la lezione gli era servita un sacco, soprattutto nel suo lavoro. Rispettare le gerarchie, gli ordini, non mettere in dubbio chi ne sa più di te erano stati i suoi punti di forza in ospedale e sulle ambulanze. Altrettanto lo erano il suo essere deciso e risoluto, il suo saper prendere decisioni in fretta e soprattutto la sua capacità di autista, cose che aveva imparato nella sua vita precedente, quella da capo di una banda locale di motociclisti.
Insomma, il suo era stato un percorso irregolare e travagliato, con continui e ripetuti cambi di rotta. Ma ora tutto sembrava filare liscio, essere a posto. Era felice: aveva un lavoro, aveva una donna, aveva una casa. Stava pensando di chiedere a Parker di sposarlo, e lei magari avrebbe detto di si. Insomma, la sua vita sembrava aver trovato la rotta giusta.
Poi un bel giorno il telefono squilla, e dell'altra parte c'è lei. Sentirla gli provoca una certa emozione, come sempre, al confine tra fastidio e gioia.

“Hey”. È la bionda all'altro capo del telefono a parlare “Hey a te”. Silenzio. Nessuno dei due ha intenzione di fare la prima mossa. Nessuno dei due vuole mostrare il fianco. Eli è roso dalla curiosità, ma non ha intenzione di cedere. Per un po' ascolta le interferenze e il respiro sommesso e tranquillo della sua ex compagna di scuola. “Come stai Eli?” È di nuovo lei a rompere il silenzio. Perché? “Bene, grazie. E tu, Veronica?” Convenevoli “Bene grazie. Parker?” “Sempre la solita. All'asilo è la maestra preferita da tutti i bambini...” parlare della sua donna lo fa sentire più sereno, più tranquillo. Poi ritorna in sé e sprofonda nuovamente in un silenzio muto ma carico di aspettative. Dopo alcuni istanti è di nuovo l'investigatrice a parlare. “Ti ricordi che mi devi un favore?” “Non eravamo pari?” risponde lui, accigliato ma divertito. Gli è sempre piaciuto giocare al ribasso con Veronica. Peccato fosse quasi sempre lei a vincere. “Nemmeno lontanamente. Mi dovrai favori per tutta la vita: è solo grazie a me se stai con Parker. In primo luogo perché ero io a conoscerla, e poi perché lei e Logan si sono lasciati a causa mia. Quindi direi che non saremo mai... pari...” Ecco. Anche questa volta aveva vinto lei. “Cosa vuoi Veronica?” rispose l'ispanico sbuffando “Non essere così scorbutico, Eli, sai che ti preferisco quando sorridi” Aveva capito di aver il coltello dalla parte del manico, quindi ora la sua voce era rilassata e sicura. Probabilmente aveva appena messo i piedi sulla scrivania. Weevil poteva immaginarsela. “Ho bisogno di una mano, di una grossa mano. Devo venire a Neptune e ho bisogno di un amico fidato ma con un po' di polso e le giuste conoscenze.” “Veronica, sai che io sono uscito da certi giri. Non passo nemmeno più a trovare mio zio all'auto rimessa. Temo di non essere io quella persona.” lei rise all'altro capo del telefono. “Non ho dimenticato che ora sei lindo come il culetto di un bambino, ma tu sai come muoverti... con discrezione. Ho bisogno che tu faccia due cose per me, e tu sei la persona giusta in primo luogo perché posso fidarmi di te. Io non potrò farle perché avrò gli occhi di tutti puntati su di me. Nessuno si accorgerà di te, anche perché ormai sei un cittadino modello. E poi avrai le spalle coperte dall'FBI. Angela Weiss, una mia carissima amica ha le carte giuste da giocare e farà la sua parte. Le sue parti. Saremo noi tre, solo noi tre a conoscere il piano. Gli altri? Semplici pedine che serviranno allo scopo. È importante che nemmeno Parker sia a conoscenza di quello che stai facendo, ma sarà facile distrarla con il ballo in arrivo...” “Hey, vacci piano V, non starai dicendo che la mia ragazza è superficiale?” “No, Eli, sto dicendo che se farai quello che ti chiedo potrai comprare un bel diamante da metterle alla mano sinistra proprio per il grande ballo al Neptune High...”


L'aveva già convinto all' “hey”, ma quel piccolo incentivo non aveva fatto male.
Weevil stava ripensando a quella strana telefonata mentre guidava verso la stazione dei treni di San Clemente. Era una giornata calda e soleggiata. Era già stato a San Clemente, assieme a Parker, un paio d'anni prima. Avevano fatto il bagno in una spiaggia molto intima lungo la costa settentrionale. Gli sarebbe piaciuto sposarla in spiaggia. Sua nonna sarebbe stata fiera di lui. Con l'immagine di Parker, il profumo della sua pelle, il suono della sua voce in mente, Ely guidava verso l'ultima parte della sua missione. Una volta tornato a Neptune sarebbe andato alla gioielleria in centro. Aveva già trovato l'anello di fidanzamento giusto. Lilly l'avrebbe trovato troppo semplice, ma appena vi aveva posato gli occhi sopra Eli Navarro si era reso conto che era l'anello perfetto per la donna della sua vita, per Parker.


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Mac era appena uscita dalla doccia. Si era finalmente ripresa, ormai era pomeriggio inoltrato. Aveva appena ricevuto una telefonata da Veronica. Aveva bisogno che Mac le portasse un po' di cose: i suoi documenti, un cambio d'abiti, delle scarpe comode. Mac si era buttata sotto la doccia in fretta e furia: voleva essere presente per la sua amica. Insomma, aveva un'avversaria temibile contro cui combattere. Anche se era morta.
Insomma, il leggendario quartetto composto dai Kane, da Veronica e da Logan era qualcosa di epico, e Lilly e Veronica erano l'immagine perfetta delle amiche ideali. Sempre assieme, inseparabili, viziate e ricche, stupende. Tutti le invidiavano. Tutti volevano essere come loro. Al tempo dei fab four Mac e Veronica nemmeno si conoscevano, vivevano su piani diversi. Mac vedeva le due bionde camminare lungo i corridoi, le osservava vivere la loro vita perfetta in un mondo perfetto. Come poteva lei sostituire Lilly Kane tra gli affetti di Veronica? Se lo era domandato tante volte nei primi anni della loro amicizia. Poi un giorno si erano confrontate e Mac aveva capito.


“Veronica, come è stare dall'altra parte? Insomma, me lo sono chiesta molte volte, dal momento che avrei potuto essere la figlia dei Sinclaire, vivere in una bella villa, avere tutto... sempre...” Era l'estate del diploma. Mac era in cura da un analista che le aveva suggerito di affrontare i suoi problemi e confrontarsi con le sue paure. Essere stata scambiata con Madison Sinclaire alla nascita era uno dei suoi incubi ricorrenti. “Insomma, mi sono sempre chiesta... sarei stata anche io così... cattiva? Insomma, i soldi e la ricchezza avrebbero potuto corrompere pure me?”
Veronica l'aveva squadrata. “Tu? Saresti stata perfetta come sei adesso a prescindere dalla famiglia nella quale saresti cresciuta. Madison è Madison... prendi ad esempio me. Quando io ero una di loro, insomma, ero molto più ingenua e candida di ora! Insomma, in realtà è più una questione di persone e caratteri. Lilly era una regina, se fosse nata in un'altra epoca il ruolo di nobildonna sarebbe stato suo! Così civettuola, capricciosa... ogni tanto mi domando se saremmo amiche oggi. Se io e lei riusciremmo ad andare d'accordo nonostante le... differenze. Di sicuro non potrei più fidarmi di lei dopo tutto quello che è successo. Cioè... lei e Aaron... io ero la sua migliore amica e non ne sapevo nulla. Come è possibile? Mi sono sempre chiesta se me l'avrebbe mai detto, della loro relazione intendo. E la risposta che mi sono sempre data è no. La nostra era una grande amicizia, epica la definirebbe Logan, ma per le persone che eravamo allora, non per ciò che sono diventata.” Mac non capiva perché Veronica stesse dicendo quelle cose a lei. “Sai, Mac, Lilly era incostante, lunatica, viziata, capricciosa. Era una persona sulla quale non si poteva contare. Non come te. Di te so che potrò sempre fidarmi.”

Nonostante quelle parole Mac si era sempre sentita a disagio. Il confronto con Lilly la spaventava. Però una cosa le era chiara: Veronica era molto arrabbiata con Lilly. Era arrabbiata perchè l'aveva lasciata sola, perché le aveva nascosto la verità. Forse la incolpava anche di tutto quello che le era successo: l'esclusione, la solitudine, forse anche lo stupro. Lilly sapeva che Veronica era forse figlia di Jake Kane, eppure non aveva condiviso questo segreto con lei. Lilly stava con Aaron e con Eli e non l'aveva confessato alla sua migliore amica. Ma soprattutto Lilly era morta per una cosa stupida, e questo Veronica sembrava non averlo ancora perdonato all'amica. Mac si domandò se dopo tanti anni Veronica avesse fatto pace con il proprio passato o meno.
Mac recuperò le cose di Veronica e salì in macchina, diretta alla centrale.


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Era una vera seccatura, trovarsi lì assieme a Madison e a Gia. Con loro aveva scambiato poche parole durante il liceo, e adesso si trovava a lavorare con loro gomito a gomito da un mese. Maledetto Clemmons che l'aveva convinto a fare da presidente del comitato organizzativo del ballo di beneficenza. Non l'avrebbe mai fatto se avesse saputo chi erano gli altri membri del consiglio. In un primo momento si era sentito onorato dell'incarico assegnatogli. Clemmons l'aveva lusingato “Sarebbe bene che una personalità del suo calibro e del suo infallibile gusto fosse presente all'organizzazione”, aveva aggiunto che era importante “non dimenticare la componente maschile”. Dopo che Wallace aveva accettato però il discorso era cambiato. Le parole più ricorrenti nel vocabolario del preside erano “dirimere”, “mediare”, “pazienza”. Fu allora che aveva capito di essere stato incastrato. Wallace si era trovato tra due fuochi. E che fuochi.
Tra le due c'era stato attrito fin dal liceo. Gia aveva avuto un mezzo flirt con Dick, che Madison aveva sempre considerato sua proprietà. D'altro canto, Gia, che veniva dalla grande metropoli e da una vita scintillante e grandiosa, aveva trovato lo snobbismo di Madison non solo di cattivo gusto, ma molto provinciale.
Ora Madison era una pluri divorziata con un conto in banca a molti zeri e l'aspetto e l'atteggiamento di una quarantenne. Gia Goodman era tornata alla bella vita mondana della sua prima adolescenza. Si era trasferita a New York dove aveva studiato moda. Era stata indossatrice prima e stilista poi. Il suo conto in banca non aveva nulla da invidiare a quello di Madison. Però Gia l'aveva riempito con il suo lavoro, non con alimenti e clausole prematrimoniali. Per questi ed altri motivi le due non potevano sopportarsi. E Wallace Fennel non poteva sopportare nessuna delle due. Non vedeva l'ora che venerdì arrivasse per poter chiudere questo triste capitolo della sua vita. Mancavano all'incirca una trentina di ore alla fine di questa tortura.
Un grido acuto lo risvegliò dai suoi pensieri. Si trovava nella sua vecchia palestra, seduto sulle gradinate. Il pavimento era ricoperto da un tappeto protettivo di gomma, i tecnici stavano montando le luci e provando l'impianto stereo. Le due donne si trovavano dall'altro lato della palestra, ma si stavano avvicinando. Entrambe con le labbra serrate e i pugni chiusi. Le lunghe gambe di Gia le permisero di raggiungere le gradinate prima dell'avversaria. “Wallace, non devi dare retta a questa pazza. Come può pensare che il rosa sia il colore giusto per lo sfondo delle fotografie di coppia? Già l'arco con i glicini è pacchiano, ma il rosa confetto? Il rischio è di rendere tutto troppo... zuccherino! Diglielo anche tu” Nel frattempo anche Madison era arrivata. Imbronciata e pronta alla guerra. Wallace le guardò con attenzione e ripensò a chi avesse dato ragione la volta precedente. Non c'erano dubbi, era il turno di darla vinta a Gia. “Penso che un colore scuro, magari marmorizzato o sfumato potrebbe salvare il tutto dal risultare troppo... kitch?!?” e squadrò Mirs Sinclaire Cole Watson con uno sguardo tutt'altro che accondiscendente. Solo 30 ore, pensò Wallace disperato.
“E va bene, ma non voglio che si pensi che l'ho data vinta a questa sciacquetta incapace di trovarsi un marito.” Gia stava per ribattere, ma Wallace la interruppe. “Pensate che sia il caso di fare un discorso o qualcosa su Lilly e Duncan? Del resto lui avrebbe dovuto diplomarsi con noi e lei era... insomma... Lilly...” Gia lo squadrò imbarazzata. “Io non ho praticamente conosciuto nessuno dei due. Lei era già... morta quando sono arrivata. E Duncan è scappato poco dopo... Non me la sento di esprimere una posizione...”
Madison alzò gli occhi al cielo e irritata prese la parola. “Quei due hanno avuto abbastanza attenzione nella loro vita, non hanno certo bisogno che noi li ricordiamo anche domani sera. Se entrambi si fossero tenuti addosso i pantaloni sarebbero qui a festeggiare con noi...” E detto questo chiuse la questione. Wallace era scioccato. Quella donna poteva essere davvero senza cuore.
Si allontanò dalla palestra, cercando rifugio all'esterno della scuola. Si ritrovò davanti alla fontana dedicata a Lilly. Non aveva mai avuto l'occasione di conoscerla, e si era spesso domandato come fosse la migliore amica di Veronica, la ragazza che aveva rivoltato al vita di tutti loro, la detentrice dello scettro sociale del Neptune High, la reginetta del ballo, la ribelle erede della più importante famiglia della città.
Veronica non gli aveva mai parlato a lungo della sua amica, ad eccezione di qualche mese prima. Era il 3 ottobre del 2013. Veronica si era presentata a Neptune senza avvisare nessuno. Aveva bussato alla porta di Wallace e gli aveva chiesto di accompagnarla al cimitero.

“Perché l'hai chiesto a me e non a Mac o a tuo padre, V” Wallace stava guidando, veronica fissava il panorama. “Perché tu non l'hai mai conosciuta. Perché tu sei immune al potere che Lilly ha sempre avuto su tutti coloro i quali posavano lo sguardo su di lei. Perché l'unica idea che hai di lei è quella che ti sei fatto sentendoci parlare. Perché tu sei il mio migliore amico.” Il silenzio era nuovamente calato tra loro. “Perché mi fido di te e so che rispetterai ogni mia decisione”.
Erano arrivati. Scesero dalla macchina. “Accompagnami, ti prego” gli disse la bionda. “Vuoi sapere chi era Lilly?” Gli domandò, mentre procedevano tra le lapidi grige. Era una giornata tiepida e soleggiata. Non era una giornata da cimitero e lacrime. “Molti di diranno che Lilly era meravigliosa, stupenda, vivace, divertente, estroversa... una vera dea, una regina. Sfavillante, energica, simpatica, divertente. Ma sai la verità? Lilly era questo, indubbiamente, ma vedi esistevano alcuni aspetti di Lilly che sono come svaniti nel nulla, che tutti hanno deciso di ignorare perché è morta. E dei morti non si può parlare male.” Erano arrivati alla tomba. Veronica non aveva dei fiori né candele, solo se stessa e tutto l'affetto che provava per quella che era stata la sua più cara e intima amica. Sorrise alla fotografia che i suoi genitori avevano scelto. Non la rappresentava nemmeno lontanamente. Lilly indossava una camicia accollata, un girocollo di perle e aveva i capelli raccolti. Per fortuna altri avevano pensat di ricrdarla per quello che era. La lapide era costellata di fotografie di Lilly in costume, che faceva le boccacce, che mostrava le gambe. C'era anche una foto di loro quattro, i fab four, al ballo. Veronica raccolse la fotografia, la osservò per un lungo momento poi la ripose da dove l'aveva presa. "Sai Wallace, Lilly era la più grande egoista che sia mai apparsa sulla faccia della terra. Voleva e doveva essere la protagonista indiscussa in ogni situazione. Splendente, eccome. Ma nessuno doveva eclissare il suo splendore. Chi alzava troppo il tiro doveva essere rimesso in riga. La gerarchia? Rigida e indiscutibile. E ad assegnare i ruoli ovviamente era Lilly... prendi Madison. Ha osato pestare i piedi a Miss Kane e... puff è sprofondata nell'oblio per mesi. E sai cosa aveva fatto? Aveva osato contraddirla in pubblico.”
Fissarono in silenzio la lapide. C'erano dei mazzi di fiori, delle corone. Era ormai pomeriggio inoltrato, evidentemente in molti erano passati di lì. C'era una corona di gigli bianchi accompagnati da un nastro dorato. Recitava “Alla nostra adorata figlia”. Evidentemente i Kane erano stati sulla tomba della figlia. Un mazzo di rose rosse, chiaramente un dono di Logan. Una rosa rosa ed una fotografia, dono di Weevil. E poi molti altri fiori, mazzi, bigliettini. C'erano decine di candele, fotografie, pupazzetti, lettere. Mezza Neptune era passata di lì e aveva lasciato doni in memoria della bella e giovane Kane. Persne che le avevano voluto bene, persone che l'avevano invidiata, persone che l'avevano odiata.
“Lilly ci ha presi tutti in giro, ci ha manipolati. Era lei a decidere chi stava con chi, chi usciva con chi, chi era accettato nel gruppo degli 09 e chi non lo era. Lei però non doveva rispettare nessuna regola. Lei stava con Logan, e con Ely e con Aaron." Le gaunce le si rigaroni di lacrime scure: le si stava sciogliendo il trucco, cosa che le diede un'aria fragile e indifesa. Wallace le passò un braccio sulle spalle. Era chiaro che Veronica era lì per fare i conti col proprio passato. Per perdonare e chiedere scusa. E per farlo aveva bisogno di un testimone, ma soprattutto di un amico.
"Però lei aveva un grande enorme pregio. Lilly... riempiva la vita di tutti noi e per questo motivo mancherà a tutti quelli che l'hanno consociuta. Per questo mi manca. E questa mancanza lega indissolubilmente noi che l'abbiamo amata. Io, Logan, Duncan... non saremo mai soli, perché l'affetto che abbiamo provato per lei ci unirà per sempre.” Accarezzò le rose di Logan e lo sguardo le si posò su una ninfea bianca, quasi nascosta da tutti gli altri fiori.. Solo una persona l'avrebbe potuta lasciare lì... sotto il fiore, un bigliettino. Era per lei, ne era sicura. Lo aprì e sgranò gli occhi. Wallace la guardò con aria sorpresa e le domandò “Cos'è?” Veornica lo guardò con gli occhi lucidi “Sei sicuro di volerlo sapere?” “Si, Veronica, la tua faccia mi dice che è qualcosa di grosso.” “Posso fidarmi di te... Wallace...” Non era una domanda. “È di Duncan... è un biglietto di Duncan”.

Wallace era sbigottito. “Cosa c'è scritto?” “Non lo so, è in codice. Ma so come decifrarlo...”

Non avevano più parlato dell'accaduto. Wallace non aveva chiesto e Veronica non aveva proferito parola. Fino alla scorsa settimana. L'aveva chiamato e aveva chiesto informazioni sul ballo. Voleva sapere se avevano in programma qualcosa in ricordo di Duncan e Lilly. Era strano, sembrava distratta e distante. Aveva la sensazione che ne avrebbero viste delle belle di lì alle successive 24 ore.


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Il passaggio della California del sud correva veloce fuori dal finestrino. Era da più di un anno che non metteva piede a Neptune, e questa volta non era solo. Aveva paura, le cose potevano mettersi male per lui. Doveva fare attenzione. Ripensò al suo ultimo viaggio. Andare al cimitero sulla tomba di Lilly era stato molto rischioso, ma doveva farlo. Le doveva quell'omaggio. Lilly era Lilly e non poteva essere dimenticata. Non doveva essere dimenticata.
Mentre si avvicinava la fine del suo viaggio, gli fu chiaro che non poteva più tornare in dietro. Era tutto organizzato. Era certo che sarebbe filato tutto liscio, del resto ad occuparsi della questione era Veronica Mars, la persona che non l'aveva mai deluso né tradito. L'unica persona della quale si sarebbe sempre fidato.



Spazio autrice: Abbiamo fatto qualche passo in avanti, il cerchio si sta chiudendo. A presto per una cena scoppiettante! Grazie a chi mi segue e commenta, fa piacere che il proprio lavoro piaccia!






  
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