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Autore: i am a swaag    17/01/2013    13 recensioni
"Che senso ha ora ?" sussurrai al peluche, pensando fosse mio fratello, come se potesse rispondermi, mentre mi sedevo sul davanzale, decisa a prendere Quella scelta.
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"Ehi Johnatan. Mi senti?" chiesi piano sorridendo ammirando il cielo. Ero sicura che mi potesse sentire. Ne ero convinta. " Ti ricordi la nostra promessa? Il nostro patto? Il tuo regalo ? Non sei riuscito a mantere la tua promessa. Questo mondo non te l'ha permesso, non ti ha dato il tempo di trovare la via che ci avrebbe portata alla felicità. Già. Mi manchi sai ? Ti ricordi quando mi difendevi quando uscivo di nascosto e quell'uomo picchiava te invece che me ? .. Io sì, e mi dispiace. Non sono mai stata capace di ricambiare ciò che facevi tu per me, ma sei importante. Giuro. Sei speciale, sai ? Hai saputo capire una persona come me. Sono diversa, credo. E' questa l'impressione che mi hanno dato le persone. Credo di non essere stata mai abbastanza in confronto a loro. ..."
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Same Mistakes

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Same Mistakes

I cieli stanno piangendo, io sto a guardare,raccogliendo le lacrime nelle mie mani. 
Solo il silenzio mentre finisce, come se non avessimo mai avuto scelta. 
Vuoi farmi sentire come se di me non fosse rimasto nulla.

Puoi prendere tutto quel che ho... puoi distruggere tutto quel che sono, come se fossi fatta di vetro... 
come se fossi fatta di carta vai avanti e prova a demolirmi. Io mi risolleverò da terrà come un grattacelo.



Andare avanti .. Era questo di cui vivevo. Non era una ragione per la quale combattere nella vita, ma semplicemente io lo facevo. Non cercavo un senso da dare alla mia vita. Ero consapevole di non averlo, quindi inutile cercare qualcosa inesistente. E' così che andavo avanti. Nonostante tutto mi chiedevo come mai mi ostinassi a non dare fine a tutto. Vivevo in uno stupido orfanotrofio, che a dirla tutta, sembrava più un riformatorio che una casa famiglia. Venivo picchiata tutti i giorni, come mai ? A dirla tutta non lo so neanche io .. Forse per puro divertimento. Cinque bulletti che erano lì da più di me, anche se non conoscevo la loro storia .. ma mi sembrava ovvio che non avessero più i genitori. Ero sempre stata convinta del fatto che chi ha sofferto molto in passato cerca in tutti i modi di non fare provare lo stesso agli altri, capendo cosa si prova. La mia teoria non contava più di tanto in questo caso. Quella mattinata era iniziata fin troppo male. Mi ero svegliata rotolando giù dal letto dando una botta e imprecando per il male che mi ero procurata cadendo sui lividi violastri ed evidenti che avevo su tutto il corpo. Mi alzai da terra ributtando le coperte sul letto e mi posizionai davanti allo specchio in intimo. Era inverno e io continuavo a dormire mezza nuda .. mi piaceva la sensazione delle coperte calde a contatto con la mia pelle nuda, una pelle che contiene sofferenze e pianti. Una pelle che parlava della mia storia. La storia di una ragazza che è stata abbandonata dai suoi genitori che si sono accorti troppo tardi di non essere capaci di tenere una figlia. Se erano accorti dopo 5 anni passati a picchiarla quando finivano la roba o le sigarette, quando erano sballati o ubriachi. In poche parole una ragazza che ha sempre subito le conseguenze degli errori degli altri. Continuavo a guardarmi allo specchio e nel frattempo una lacrima ribelle mi rigò la guancia e arrivata per terra fermò il suo tragitto, un tragitto non previsto. Asciugai la guacia umida e mi vestii. Mi vestii semplice, felpa larga e collants con le mie scarpe ormai lacerate dal tempo. Raccolsi i lunghi capelli rossi in un chingon disordinato. Ero una ragazza abbastanza bassa, gambe affusolate, occhi verdi e corporatura magra, ma non troppo. Insomma, uno schifo, no? Finii di mettere la matita e scesi da Roxanne, la mia migliore ed unica amica, se non la persona che riuscita a farmi superare tutte le mie fasi difficili. Scendendo le scale mi ricordai che ieri avevo per sbaglio provocato Harry e Zayn con un coraggio che non avevo mai avuto. In un certo senso li avevo "umiliati" davanti a quasi tutti,ai quali sono scappati risate e battutine sottovoce. In quel momento, anche se per poco, ho saputo difendere la mia dignità, sempre che io ce l'avessi ancora. Avevo saputo perfettamente rispondere a modo ad ogni loro battuta, frecciatina od offesa. Si notava bene negli occhi di Zayn e Harry – si chiamano così se non sbaglio- che erano davvero irritati per il modo in cui avevo risposto. Sapevo che avrebbero continuato a picchiarmi, cambiava poco se lo avessero fatto una volta in più o una volta in meno, ho fatto quello che avrei dovuto fare da sempre. A dirla tutta non ero pentita, consapevole di quelle che sarebbero state le conseguenze. Arrivai alla stanza di Roxanne e prima che io bussassi sentii dei passi e delle voci dietro di me. Oh, non ora. Ok, scherzavo quando ho detto che non ero pentita di ciò che avevo fatto. Riuscii a distinguere la voce del riccio, le altre erano confuse. Conoscevo meglio quella di Harry perchè era quello che mi aveva presa maggiormente di mira e che mi picchiava di più. Con lui di solito c'era anche Zayn, il suo complice. Gli altri si limitvano ad insultarmi pesantemente. E forse era proprio quello che feriva più di un livido. Mi rinfacciavano il mio passato, non accorgendosi che qui abbiamo tutti più o meno la stessa storia. Cercai di fare finta di niente e di bussare, ma la mia mano si fermò a mezz'aria perchè una presa potente la strinse e mi costrinse a girarmi. "Oh, siete voi" dissi con tono divertito e con un sorriso sghembo, non volevo dimostrarmi debole, non davanti a loro. Notai che gli occhi del riccio, che continuava a tenermi fermo il polso conto il muro, ribollivano dalla rabbia. Segno di guai. Il riccio senza pensarci mi sferrò un pugno sul labbro che cominciò a sangiunare come una fontana. Continuò a colpirmi forte senza scrupoli. Io non urlavo ne piangevo. Era questo che loro volevano, e io non li avrei accontentati. Nel frattempo mi ero accasciata per terra, le gambe non riuscivano a reggermi dal dolore. Il riccio si fece da parte e arrivò il moro, Zayn, che mi alzò per i capelli ormai sciolti e sparsi sul mio viso stanco di questa situazione. Nel frattempo continuavano gli schiaffi, i pugni, i calci, le risate. Era tanto divertente vedere qualcuno soffrire ? Mi sono sempre indebolita e rabbuiata vedendo qualcuno piangere. Non dico di esserci riuscita, ma ho sempre cercato di mettermi nei panni degli altri e guardare il mondo con occhi diversi e da un punto di vista differente. Non ho mai creduto al cattivo e al buono. Non esistono le persone cattive, neanche Zayn e Harry. Ne ero certa. Ero sicura che ogni cosa che si fa nella vita si faccia per uno scopo, anche se non lo si ha e se non si è a conoscienza del proprio scopo .. un po' come me, vivevo, ma non sapevo a che fine. Presa dai pensieri e le riflessioni, mentre la pelle continuava a pulsare per il dolore, cominciai a piangere senza accorgermene, non conoscevo il motivo, di certo non per il dolore. Mi alzai pian piano strisciando la schiena contro il muro. Sentendo il mio pianto Zayn si fermò d'improvviso, forse era soddisfatto di vedermi piangere per la prima volta. Probabile. Riprese a tirarmi i capelli e insultarmi riferendosi alla mia famiglia. Sorrisi amaramente mentre le lacrime ancora rigavano il mio viso. Sentendo delle voci uscì Rox dalla sua stanza allarmata, la vidi mettersi una mano davanti alla bocca per lo spavento. Non volevo che si mettesse dentro, avrebbero preso di mira anche lei, e non sarebbe stato giusto da parte mia. Stava per intervenire quando alzai un braccio verso di lei per fermarla. "No, Rox. Stanne fuori, almeno te, ti prego." la supplicai con gli occhi. Restò ferma, sapendo che non volevo veramente che si mettesse nei guai a causa mia. Vidi che iniziò a piangere, e ciò fece solamente ridere i cinque ragazzi che aspettavano, anche se non so cosa. Mi rivoltai verso di Zayn e Harry rivolgendomi a tutti e due. "Non dovevate finire ?" sussurrai con sicurezza e amarezza, ma lo stesso con la voce rotta. Harry fece segno agli altri di andare, compresa Roxenne. Mi riprese per i polsi ancora doloranti e mi spinse contro il muro con non tanta delicatezza, facendomi gemere per il dolore. "Non azzardarti più a metterti contro di me, hai capito" ringhiò a bassa voce al mio orecchio. Non si era mai avvicinato così tanto a me, ogni volta che lo faceva era per guardarmi con ribrezzo. Scoppiai in una risata ironica. "Aha, continua. Dai. Voglio vedere quante ne spari in un minuto. Avanti, batti il tuo record." ribattei sarcastica soffiandogli sulle labbra, pur sapendo cosa mi sarebbe aspettato.In tutta risposta sciolse la presa dai miei polsi per stringermi i fianchi contro al muro.Si avventò sul mio collo lasciando baci umidi dalla clavicola, fino alla mascella, della quale continuava a disegnare il contorno con la lingua.

Mi immobilizzai, mi aspettavo tutto, tranne quello. A quel punto si fermò con le labbra su un unico punto del collo. Continuò a lascaire baci umidi, ma sullo stesso punto. D'un tratto cominciò a succhiare avidamente lo stesso lembo di pelle e nel frattempo lasciava morsi e baci poco casti. Continuavo a rimanere ferma, immobile .. non capii perchè, ma non riuscii a muovermi. I brividi che mi percorrevano,sembravano volermi spezzare la colonna vertebrale. Ora non sentivo più il dolore dei lividi e delle ferite sulla mia pelle, ma si riaprivano quelle nel mio cuore. Non so perchè, ma quel suo gesto mi fece solo stare male .. non credo che stessi male per ciò che mi stava facendo, ma per il motivo per cui lo faceva. Mi stava semplicemente usando senza pudore. Che gusto c'era ad usare le persone ? Amarezza era quello che provavo, ma qualunque cosa volessi fare non potevo farla per due motivi: ero stretta al muro e i miei muscoli non rispondevano più ai comandi. Aspetta, ma per chi mi sta prendendo questo? Per una delle sue ragazze usa e getta ? .. No, tutto ma non questo. Poteva picchiarmi, ma non questo. Quando riuscii a riprendere il controllo sul mio corpo, diressi un calcio verso i testicoli del riccio, che solo dopo il colpo si staccò da me. Lo guardai fredda e mi diressi verso camera mia correndo. Ero diretta verso un punto preciso. Varcata la soglia della porta, corsi verso l'armadio per poi aprirlo. Mi misi a frugare. Eccolo. Un'orsacchiotto, il mio orsacchiotto. "Una ragazza di sedici anni con un orsacchiotto in mano ?" vi starete chiedendo. Quello è il nostro orsacchiotto .. Era il peluche che Johnatan, mio fratello, mi ha regalato quando eravamo piccoli. E' l'unico ricordo che mi ha lasciato prima di andasse. Strinsi il peluche al mio petto e cominciai a singhiozzare sempre più forte. Non volevo trattenermi, con John non l'avevo mai fatto. Con lui sono sempre stata me stessa, sia quando sorridevo che quando piangevo. Non ho mai dovuto portare una maschera con lui. Mi ha sempre fatta sentire la sua principessa e lui il mio protettore. Il protettore che, tutto sommato, era ancora con me.


"Ehi, che bel pupazzo! Per chi è ?" trillai tutta pimpante andando incotro a mio fratello appena tornato a casa. Era uscito di nascosto mentre mamma e papà non c'erano.

"E' per una persona speciale" a quel punto mi misi a pensare.

"Tu non puoi giocarci sei un maschio" tentai per far sì che me lo desse.

"Lo so, piccola. Infatti è per te. Auguri principessa" continuò il mio fratellone raggiante tendendomi il peluche con una mano. Mi ero dimenticata che fosse il mio compleanno, il quale, come al solito, non avrei festeggiato.Stavo per prenderlo, ma John lo spostò. "Ehi!" urlai io mettendo il broncio.

"Prima promettimi una cosa" tornò serio. Annuii con la testa più volte.

"Mi prometti che non lo perderai e che staremo sempre insieme ? Io, te e lui" Domandò sorridendo, riferendosi anche al pupazzo.

"Mai. Per sempre!" trillai pimpante mettendo una mano sul cuore, mentre con l'altra cercavo ancora di afferrare il pupazzo.

"Vieni qui" sussurrò allargando le braccia. Mi catapultai tra le braccia della persona che aveva fatto da amico, mamma, papà fratello e migliore amico. Sempre.

"John" lo chiamai io con la mia voce acuta, ma parlando piano. Mi ero improvvisamente rabbuiata. Il ragazzo annuì, sciogliendo leggermente l'abbraccio per guardarmi bene. "Quando tu sarai grande, tu mi lascerai con loro?" continuai abbassando lo sguardo a terra.

"Loro chi?" chiese confuso.

"Loro" non mi era mai piaciuto chiamarli mamma e papà. Non si erano mai meritati di essere considerati tali. Il mio fratellone, sentendo le mie parole serie mi guardò negli occhi, mentre mi alzava il viso. Continuava a cercare il mio sguardo, il quale non accennava a staccarsi dal pavimento, il quale in quel momento pareva molto interessante. "Ehi, piccola" sussurrò guardandomi "Guardami. Io sarò sempre con te. Quando io sarò grande e lavorerò andremo via e abiteremo lontano. In una città grande. Quelle dove ci sono le macchine belle e ci sono le case alte. Promesso" Lo vidi sorridere e alzai lo sguardo. Avevamo entrambi una luce negli occhi. La luce di un sogno da raggiungere. Un sogno che credevamo così vicino, ma per il quale il percorso era infinito. Avevamo un sogno da realizzare.


Me l'aveva promesso .. Mi aveva promesso che saremmo andati vivre insieme. Mi aveva promesso che saremmo andati via da loro. Che sarebbe stato con me. Per sempre. Lui mi aveva lasciata. Era scappato da me. Mi aveva abbandonata, sola. Era morto e non ha voluto portarmi con lui. Forse lì dove è lui adesso si sta bene. Forse lì ci sono le macchine belle e la case alte. Mi aveva lasciata pure lui. Mi accasciai a terra guardando un punto indefinito nella stanza mente le lacrime scendevano amare e veloci sul viso. Mi misi le mani tra i capelli, rannicchiandomi in quell'angolo della stanza, con la testa sulle ginocchia, le quali erano attaccate al petto. "Che senso ha ora ?" sussurrai al peluche, pensando fosse mio fratello, come se potesse rispondermi. Automaticamente mi portai la mano sul collo, dove Harry mi aveva lasciato quel lurido succhiotto. La gente continuava a volermi vedere soffrire. La gente si prendeva gioco dei miei sentimenti, non calcolando che le conseguenze sarebbero ricaduto su di me. "E se ti raggiungessi ?" continuai, riferendomi a Johnatan. Sorrisi, non avrei commesso di certo lo sbaglio di continuare a perdonare le persone. L'avrei fatta finita. Mi alzai di scatto dirigendomi verso la scrivania. Ora che l'avrei fatta finita avrei anche potuto cancellare le mie tracce. Non volevo che la gente mi ricordasse. Non ero una persona da ricordare, ero semplicemente una persona di più al mondo e la quale è stata un peso anche per i suoi genitori. Mi misi a buttare tutto per terra, rompendo ogni minima cosa. Disfai il letto, buttai tutti i miei libri per terra, buttai tutta la roba che c'era nei cassetti, rovesciai tutti i vestiti che c'erano nell'armadio per terra e strappandone alcuni. Continuavo a buttare roba per terra causando rumore. Mi dava fastidio pure quello. Mi avvicinai alla finestra e mi misi ad ammirare il paesaggio fuori. Sarebbe stato migliore senza la mia presenza a rovinarlo. Mi sedetti sul davanzale della finestra facendo dondolare i piedi fuori. Ero più serena ora, sapevo che una volta fatto questo passo avrei trovato un mondo che sarebbe stato in qualunque caso migliore di quello in qui ho vissuto per anni. "Ehi Johnatan. Mi senti?" chiesi piano, sorridendo mentre ammiravo il cielo. Ero sicura che mi potesse sentire. Ne ero convinta. " Ti ricordi la nostra promessa? Il nostro patto? Il tuo regalo ? Non sei riuscito a mantere la tua promessa. Questo mondo non te l'ha permesso, non ti ha dato il tempo di trovare la via che ci avrebbe portata alla felicità. Già. Mi manchi sai ? Ti ricordi quando mi difendevi quado uscivo di nascosto e quell'uomo picchiava te invece che me ? .. Io sì, e mi dispiace. Non sono mai stata capace di ricambiare ciò che facevi tu per me, ma sei importante. Giuro. Sei speciale, sai ? Hai saputo capire una persona come me. Sono diversa, credo. E' questa l'impressione che mi hanno dato le persone. Credo di non essere stata mai abbastanza in confronto a loro. Tu sai perchè ? Quando ti raggiungerò me lo dirai, vero ? Tu mi hai mai mentito ? Mi hai mai detto una bugia ? Forse. Non si è una persona cattiva se si mente, ma semplicemente a volte si ha bisogno di nascondere la verità per un futuro migliore. E' bello lì il mondo da te? Qui non tanto, sai.. guarda qui che lividi. Cos'ho fatto John ? Perchè mi trattano così ? Tu che sei lassù hai visto se ho fatto loro qualcosa di sbagliato, senza accorgermene ? Io voglio bene alle persone, davvero. Non ho mai odiato nessuno, neanche loro. Non li ho odiati perchè tutto viene fatto per un motivo, e se farmi del male fa stare loro meglio, se le cose devono andare così, per me va bene. Mi fa piacere che almeno qualche persona stia bene grazie a me, sai? Anche se dubito di farlo. Mi sono sentita la persona nata per sbaglio. Tu sei perfetto, giuro. Sei una persona fantastica. Ti voglio un bene dell'anima, mi hai insegnato cosa vuol dire amare,anche se da quando te ne sei andato non sono più stata capace di provare sentimenti. Ti manco anche io ? Lassù andremo nella città grande dove ci sono le macchine belle e le case alte. Oppure andiamo in un'isola, come Peter Pan. Ti ricordi, vero, quando lo guardavamo insieme e dicevamo che saremmo andati a cercare le fate nel bosco per poter volare. Dimmi, sei felice ? Intendo se sei felice che, almeno per te, le sofferenze siano finite. Non mi lascerai più, vero ?" Continuavo a sorridere, la mia voce rispecchiava quella di quando avevo cinque anni e parlavo con Johnatan prima di dormire. Sentii qualcuno bussare alla porta, nel frattempo continuavo a parlare on John, con lo sguardo rivolto al cielo, era così sereno quel giorno. Continuavo a sentire tante voci da fuori la stanza, ma non era importante ora. Volevo trovare mio fratello, avrei finito tutto per iniziare da capo. Un tonfo. La porta era stata sfondata. Non mi degnai di voltarmi, immaginavo già chi c'era, ma la voce che sentii non apparteneva a Rox. O meglio, non sentivo solo la sua. Mi voltai di scatto verso la porta e vidi Roxanne e .. Harry ? .. Cosa voleva ancora ? Uccidermi lui stesso ? Non volevo parlare a nessuno, tanto meno a Roxenne. Non si meritava di soffrire, ma parlandone avrei solo peggiorato la situazione, e conoscendola sarebbe capace di farmi cambiare idea. Avevo deciso. Sorrisi a Roxanne dolcemente prima di alzarmi in piedi sul davanzale. Mi tenni con le mani al muro esterno dell'edificio mentre sporgevo un piede. Ero al quinto piano e quel giorno c'era vento, nonostante il cielo fosse sereno. "Lith cosa stai facendo ?" strillò la mia amica disperata sull'orlo delle lacrime."Rox" la chiamai con un filo di voce. Non mi ero ancora voltata. In quel momento ero intenta ad ammirare il paesaggio davanti a me, forse per l'ultima volta. "Lilith."sussurrò "Cos'hai? Cosa c'è che non va? Scendi, parlami, urla, piangi, prenditela con me, ma ti prego, scendi da lì"

"Tu mi vuoi bene?" coninuai ignorando le sue parole.

"Sì, Lith. Tu sei la persona più importante che io abbia" si addolcì disperata.

"Tu mi hai mai mentito?"

"No, perchè?"

"Non è vero" sussurai.

"Ma cosa dici ?" alzò leggermente il tono avvicinandosi.

" Se si mente non si è una persona cattiva, ma semplicemente a volte si ha bisogno di nascondere la verità per un futuro migliore." ricordai le parole dette a John poco prima. Oltre a mio fratello, lei era stata la persona che più mi era stata vicina nella vita. Ma l'ho sempre messa nei casini insieme a me, lei sarebbe stata di più senza di me.

" Lilith, ti prego, scendi da lì"

"Perchè?" chiesi tornando a sedermi sul davanzale, ma questa volta rivolta verso di lei. Notai il riccio fissarmi. Aveva un sguardo perso. Gli riservai uno sguardo amareggiato e disguastato, perchè era ciò che provavo. Il mio viso ora era pieno di graffi e mascara colato.Sorrisi alla mia amica, la quale cercò di avvicinarsi, ma non fece in tempo che la fermai."Rox.S-sta f-ferma.F-ferma o g-g-iuro che mi b-butto" sussurrai con la voce che usciva tremante e insicura dalle mie labbra.

"Lilith, che stai facendo ?" mi rimproverò il riccio. Oh, proprio lui mi viene a dire questo ? Lui che non ha fatto altro che augurarmi la morte in tutti questi anni insieme ai suoi amici.

"Oh, proprio te mi vieni a dire questo? Tu che non hai fatti altro che augurarmi la morte in tuti questi anni insieme ai tuoi amici " diedi voce ai miei pensieri.Colpito e affondato. Scoppiai in una risata isterica.

"John non l'avrebbe voluto" disse deciso Harry di punto in bianco. Ora era lui ad aver toccato un tasto dolente.

"C-cosa?" sussurrai più a me che a lui. "T-tu non parli di Johnatan ok ? Tu non sai chi è ! Tu non sai cos'ho passato io. Tu ti sei limitato a rendermi la vita peggiore di quanto fosse! Solo questo. "

Vidi il verde dei suoi occhi spegnersi del tutto, come se si fosse ibernato, come i miei sentimenti in tutti questi anni."Oh, il bullo ora ha perso la parola" ironizzai.

"M-mi di dispiace" improvvisò il ricciò guardando un punto indefinito della stanza.

"Ora mi prendi pure in giro?"

"Sono serio, Lilith" mi guardò negli occhi "Senti, mi dispiace. Non volevo. Solo che tu eri l'unica che non aveva paura, eri diversa dal resto dei ragazzi dell'orfanotrofio. Non hai mai avuto paura di me. Era per questo motivo che lo facevo, anche se era comunque sbagliato il mio atteggiamento. Notando i tuoi comportamenti non mi sono mai sforzato a guardare oltre e non ho visto cosa c'era dietro alla tua maschera. La ragazza che vedo ora." disse con una strana luce negli occhi. Aveva un tono che non aveva mai sentito da lui.. Pentito? Non risposi. Non avevo parole per rispondere. Mi aveva spiazzato, anche se non ero certa che fosse sincero. Avevo sempre avuto la risposta pronta. Ora no. Mi limitai ad incrociare le gambe sul davanzale della finestra, mettermi le mani tra i capelli con i gomiti appoggiati sulle cosce. Se non fosse per loro mi sarei già buttata senza problemi e rimorsi. E ora ? Non volevo lasciare Rox da sola. Ero l'unica persona che aveva. "Lilith" mi chiamò il riccio. Non rispondevo ... non volevo rispondere. "Lilith, guardami. Non sto mentendo. Mi dispiace, davvero" si stava pian piano avvicinando alla finestra sulla quale ero seduta. No, non avrei mollato, non avrei fatto questo errore.

"Harry, sta lontano. Ti prego" la voce era insicura, mi tremavano le labbra, insieme a tutto il corpo. "Harry, non complicare le cose. Finiamola qui." continuai con le mani davanti, come se volessi difendermi dalla luce del sole, anche se credevo che l'unica luce fosse quella che stavo per raggiungere una volta che mi sono buttata. Chiusi gli occhi, non volevo cedere. Rilassai i muscoli per poi buttarmi all'indietro, verso Johnatan. Sentivo ancora il vuoto dietro di me. Non mi ero fatta male. Che figo. Sentivo calore e dolore al polso. Il polso al quale prima Harry mi aveva causato un livido. Quel calore era famigliare, l'avevo già sentito quel profumo e quella stretta. Harry? Eravamo morti insieme ? Aprii gli occhi di scatto e mi trovavo ancora sul davanzale della mia finestra.

"Sono un fantasma? Dov'è John?" chiesi ai due che continuavano a fissarmi. Forse non potevano sentirmi nè vedermi.

"No Lith, ti ho tenuta prime che cadessi. Ti prego, scendi"

"Perchè dovrei? Non sapresti chi picchiare ?" chiesi acida più che mai.

"Smettila Lith, sono serio. Scendi."

"Se no ?"

"Non è uno scherzo. Lasci così Rox ? Sei l'unica persona che ha. Sei la sua famiglia, lo capisci ?"

"Sono sempre stata solo d'impiccio, anche per lei"

"No, questo non è vero !" intervenne la mia amica.

Ero confusa, non sapevo più cosa volevo, non ci capivo più niente. Mi misi a piangere, di nuovo. Non sopportavo più le mie lacrime. Era patetico. Chiusi gli occhi per evitare che il mio viso si bagnasse ulteriormente. Sentii all'improvviso calore e il suo profumo. Aprii gli occhi di scatto e mi ritrovai avvolta tra le braccia possenti di Harry. Mi lasciai cullare da quell'abbraccio. Non ne potevo più di combattere. Ora mi arrendo. Mille persieri invasero la mia mente a contatto con la sua pelle. Scoppiai in un pianto isterico, mentre il riccio mi strinse più forte a sè tra i sussurri per farmi calmare.

"Lith" sentii un sussuro disperato della mia amica. "Va tutto bene, piccola" mi rassicurò Harry.

"Anche John mi chiamava piccola" dissi con un filo di voce rivolta a Harry. Sorrisi a quel pensiero. Ero stanca di soffrire.

"Ora non ti dico che sarò John, ma che non sarai sola. Mi dispiace piccola" non riuscivo a vederlo, ma ero convinta che sorridesse.

"E' tutto okey" lasciai che i muscoli, prima tesi, si rilassassero e mi lascai trasportare dal suo calore ed il suo profumo, con il continuo terrore che tutto ciò potesse finire.

"Ehi, amici?"

"Amici. Ci voglio provare" sorrisi, allontanandomi appena da lui per guardarlo in viso.

"Vuoi scendere da qui?" Non risposi, mi limitai ad aggrapparmi a lui, che mi riportò a terra. Ero ancora in braccio a lui, non mi reggevano le gambe. Mi fece sdraiare sul letto disfatto, coprendomi con la coperta. Fece per andare via, quando lo fermai. "Ti prego, stai con me ?" chiesi con voce flebile.

"Certo" rispose dolce, avvicinandosi verso il letto. Ero stanca, sia moralmente che fisicamente, e tra una chiacchiera e l'altra presi sonno. "Ti voglio bene, piccola" sussurrò prima che io cadessi un un sonno profondo.



Wei bella gente! *---*
Mi è scesa la lacrimuccia scrivendo questa One Shot :')
Purtroppo sì, c'è solo un capitolo, perchè sono già abbastanza impegnata con l'altra storia 
I'll Never Fall In Love Again  e con le altre OS, per ora inesistenti lol Che ve ne pare di questa versione di Lilith ? (Rivolto alle lettrici della mia long) So che il capitolo è abbastanza corto, ma non avevo alternative perchè la storia è comlplicata ed è stata la mia prima OS, era difficile da mettere in un solo capitolo. Spero ci siamo recensioni. Mi raccomando, passate e leggete la storia della quale vi ho messo il link sopra.
Alla prossima :3


Che idioti .-.





  
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