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Autore: Sybil Blues    17/01/2013    2 recensioni
Ginny Weasley ha sedici anni, trascorsi nell'ombra proiettata dall'amicizia fra suo fratello e Harry Potter. Quello stesso Harry che non è mai riuscita a dimenticare, e al suo sesto anno ad Hogwarts proverà a farlo sul serio. Ma il labirinto di feste, vendette e solitudine la porterà a conoscere un segreto terribile. E a perdere sé stessa.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dean Thomas, Draco Malfoy, Ginny Weasley, Hermione Granger, Neville Paciock | Coppie: Dean/Ginny, Draco/Ginny, Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Sono passati quasi due mesi da quella sera. L'Amortentia invecchiata dev'essere piuttosto potente, perchè Draco non fa che pomiciare con Pansy, ovunque. La sua reazione a qualsiasi stimolo esterno è: «Hai visto com'è bella, la luna?» Anche se è mezzogiorno. Devo ammettere che vederlo in questo stato, e soprattutto vedere come lo guardano gli altri Serpeverde, è una grande, enorme, infinita soddisfazione. Spero solo che non scopra cosa gli è successo, quando l'effetto svanirà, e che dia la colpa a quella vacca di Pansy.
Solo Luna si è accorta del bacio e ha giurato che non ne parlerà con nessuno.

Mordicchio la piuma, lo sguardo fisso sulla pergamena intatta. Non ho assolutamente idea di quali siano le proprietà della Pietra di Luna. Alzo lo sguardo, in cerca degli occhi di Hermione, a cui rivolgere una supplichevole richiesta d'aiuto. Quando li trovo, scopro che mi sta già guardando, torva. E' l'unica ad aver capito tutto.
Decido di ignorare il suo atteggiamento. «Hermione, potresti...?»
Scatta in piedi, il libro stretto al petto. «E tu, Ginny, potresti evitare di manipolare la gente?» sibila, tagliente.
«La gente è Malfoy» ribatto, arrabbiata. Mi alzo anch'io. «E non devo ricordarti cosa...» Mi interrompo, asciugando una lacrima che mi scivola dagli occhi. Dopo aver visto Michael alla festa, ogni volta che ripenso a ciò che sarebbe potuto accadere, il terrore si impadronisce di me. E piango per la mia stupidità.
Io, che fino a poco tempo fa non conoscevo il sapore del pianto.
L'espressione della mia amica non si addolcisce. E' da settimane, che litighiamo. «Quando lo scoprirà - e lo farà, stanne certa - si vendicherà a sua volta, e allora sarai nei guai. Insomma, Ginny, lo stanno per buttare fuori dalla squadra di Quidditch perchè l'unica cosa che fa è fissare la Pluffa, che gli ricorda la sfumatura del colore dei capelli della Parkinson! Non ridere, non è divertente!» aggiungeva, quando non riuscivo a trattenere un ghigno. Hermione dice che mi comporto come una di loro, come una Serpeverde. Forse ha ragione.

Le mie giornate sono lunghe e noiose, senza il sorriso materno di Hermione che mi aiuta a sopportarle. Passo quasi tutto il mio tempo con Jane. E' stupida e superficiale. Non so perchè siamo amiche.
«Hey, Ginny! Ti presento Dean Thomas» La sua voce squillante mi riscuote dal mio stato di apatia. Sono seduta sull'erba umida, la schiena contro la corteccia fredda dell'albero. E' un pomeriggio uggioso, e il libro di Trasfigurazione giace abbandonato a qualche centimetro da me, per la felicità di alcune formiche che ne stanno facendo il loro parco giochi.
«Ciao!» rispondo allegra, fingendo un sorriso. Accanto a Jane c'è un ragazzo alto e moro, dagli occhi scuri e lucenti. L'ho già notato altre volte, è amico di Ron e Harry. Mi porge la mano e io mi alzo per stringerla: è calda e ruvida, ma la sua stretta è gentile. Non posso fare a meno di sorridergli apertamente.
«Dean è piuttosto bravo in Trasfigurazione» afferma  Jane, lanciandomi un'occhiata complice. "E ha detto che, se vuoi, può darti una mano" Non ho assolutamente voglia di fare nuove conoscenze, ma lo sguardo esitante e dolce del ragazzo mi costringe a invitarlo a sedersi lì, con me. Jane se ne va con aria soddisfatta.
"Sta cercando di farci da cupido" annuncia schietto Dean, non  appena la nostra amica scompare alla vista.
"Ginny è una brava ragazza, solo che ultimamente è strana. E' un po' triste e le servirebbe un diversivo. Io sono il diversivo" scherza, guardandomi negli occhi. "E poi mi ha detto: 'Dean, tu sei figo, lei è figa, sareste perfetti insieme' E mi ha trascinato qui. Devo ammettere che ha ragione" aggiunge, scoccandomi un'occhiata ammirata. Arrossisco fino alla punta delle orecchie. Non ho mai ricevuto dei complimenti così diretti e sinceri.
"Non sei male, come diversivo" replico, sorridendo. E' strano come mi trovi a mio agio con lui, nonostante lo conosca da circa due minuti.
"E' Trasfigurazione, quella?" chiede, indicando il libro, ormai in balìa di un formicaio. Annuisco. "Per la cronaca, sono davvero bravo in Trasfigurazione, quindi se vuoi che ti aiuti..."
"Grazie. Ma non adesso. Non ho voglia. Ti va bene se ci vediamo domani pomeriggio?"
"Perfetto!" esclama, facendosi più vicino. Cala un lungo silenzio, che nessuno di noi interrompe. Non sentiamo il bisogno di aprire la bocca e sparare una qualsiasi stronzata e sorridere stupidamente. Siamo solo noi, il nostro silenzio, i miei sguardi vuoti e gli occhi sinceri di Dean. Una strana sensazione di completezza mi avvolge, come l'abbraccio caldo dei maglioni di mia madre. Credo di aver trovato ciò che cercavo. Cercavo Dean, senza saperlo.
Il giorno dopo cerco di parlare con Hermione, senza riuscirci. Lei, Harry e Ron sembrano discutere perennemente di qualcosa che ha a che fare con Malfoy. Quando ho intercettato il suo nome fra le loro parole, ho abbassato lo sguardo, cercando di non arrossire colpevolmente. La giornata migliora decisamente con l'arrivo di Dean. Ci vediamo all'albero di ieri. Lui avanza a grandi passi sicuri, col sorriso sulle labbra. E' capace di metterti di buon umore solo con la sua presenza.
"Ciao"
"Ciao! Come ti è andata la giornata?"
"Niente di che" rispondo, mentre si siede vicino a me, frugando nella borsa. "A te?"
"Bene. Ho usato un po' di Torrone Sanguinolento di Fred e George e ho saltato tre ore"
"Dovrei farlo anch'io, ogni tanto"
"No!" esclama "Non nell'anno dei Gufo, mia cara. Devi concentrarti e pensare solo allo studio!" Il suo indice ammonitore mi ondeggia davanti al naso.
"Sto scherzando" chiarisce, davanti alla mia espressione scettica. "Ma ora, passiamo a Trasfigurazione. Dimmi esattamente cosa non funziona" Mi pianta in faccia i suoi occhi, così scuri, buoni e sinceri, due piccoli soli, e io mi dimentico di rispondergli.
"Ginny?"
"Ehm, sì, ecco..." balbetto "Non funziona niente. Faccio schifo" Ride e prende la bacchetta.
"Quindi non sei in grado di Trasfigurare una foglia in un fischietto?"
"Suppongo di no"
"Provaci" Sto per fare una figura di merda. So che arrossirò e diventerò fucsia, accidenti a me. Punto la bacchetta su una foglia secca e mormoro l'incantesimo. La foglia rimane inerte. Guardo Dean, sconsolata.
"Sbagli il movimento" spiega lui. "E' più una piccola frustata, guarda" Tre secondi dopo ha in mano un fischietto rosso. "Visto? Prendi la bacchetta" Obbedisco. Lui afferra saldamente il mio polso e guida il movimento. Mi stupisco di reprimere un piccolo sorriso, al contatto. Averlo vicino è rassicurante. Non so come, ma improvvisamente ci sono due fischietti.
"Brava!" esulta. "Riprova ancora una volta, poi passiamo a qualcosa di più complesso"
Obbedisco. Due ore dopo, riesco a cambiare colore alle mie unghie. Il tramonto infuoca il cielo. Fa freddo, e l'aria è pervasa dall'odore salmastro del Lago Nero.
"Grazie mille, Dean. Prima d'ora non ero mai riuscita a fare cose del genere" Risponde con un sorriso soddisfatto. "Quando vuoi, sono qui" Lo stesso silenzio di prima ci avvolge. Non è un silenzio imbarazzato, ma carico di complicità e sguardi che parlano. Lo abbraccio senza rifletterci e le sue braccia mi stringono dolcemente, mentre mi accarezza i capelli.
"Devo andare" sussurra piano.
Annuisco e sciolgo l'abbraccio.

"Sei più bella del solito, Ginny. E perchè canti sempre?" Jane mi guarda con un sorriso assolutamente irritante, come se possedesse tutte le risposte alle sue domande. Forse dovrei piantarla di canticchiare. La guardo senza rispondere.
"Dean?" chiede.
Sorrido.

Non riesco a dormire. Appena chiudo gli occhi, il volto di Dean affiora nei miei sogni. Sento, so che non ne sono innamorata, ma ne ho terribilmente bisogno. Ho bisogno che con il suo calore sciolga il peso di ghiaccio che mi opprime il petto.
"Lumos" So che è da idioti rischiare di farsi beccare da Gazza perchè non si ha voglia di dormire, ma esco lo stesso dal dormitorio, vagando per i corridoi scuri. Il buio non mi fa paura; acuisce i sensi e al buio posso sentirmi. Sentire il mio corpo, sentire la mia mente.
Peccato che il buio non acuisca la mia intelligenza. Scelgo stupidamente di andare al settimo piano. Dopo pochi passi, mi blocco. Qualcosa che assomiglia al pianto di un bambino risuona nelle mie orecchie. Non è Mirtilla, ne sono sicura. Tendo la bacchetta davanti a me. Il fascio di luce non rivela nessuno. Avanzo nella direzione del rumore, e lo vedo. Una figura nera appoggiata a un'armatura. Sembra portare sulle spalle il peso del cielo ed esserne prigioniero. Un prigioniero del cielo. Un angelo caduto. Si volta, e il mio cuore perde un colpo. Davanti a me c'è Draco Malfoy, il volto scintillante di lacrime contratto in una smorfia d'odio. Ho paura di lui.
"Crucio!" La Maledizione mi scompiglia i capelli. La mia bacchetta trema. Non riesco a pensare, devo calmarmi. "Crucio!" La evito per un soffio gettandomi dietro un'armatura, ma delle corde viscide e nere mi intrappolano. Non avrei mai previsto di pensarlo, ma spero che Gazza arrivi in fretta. Deve per forza aver sentito questo fracasso. Malfoy si china su di me, scostandomi i capelli dal viso.
"Mi hai fatto solo perdere tempo!" urla. Malgrado il terrore, mi rendo conto di non sapere di cosa sta parlando.  Può riferirsi solo all'Amortentia, certo, ma perchè avrebbe dovuto fargli perdere tempo?
Mi molla uno schiaffo in pieno viso, che mi stordisce. "Avanti, alzati!" sibila. Ma strattona malamente per farmi stare in piedi e la sua mano si stampa anche sull'altra mia guancia. Ho il viso in fiamme, anche a contatto con il pavimento gelido.
"Diffindo" Le corde si sciolgono e mi metto a sedere. Ho perso la bacchetta. E' sotto il piede di Malfoy. La sua è puntata sulla mia fronte.
"Devi esserti divertita abbastanza, Weasley, vedendomi perdutamente innamorato della Parkinson. Chissà quante risate ti sei fatta, con i tuoi amichetti" Ghigna, beffardo. "Voglio raccontarti una cosa. Ieri sera, Pansy era sotto di me" Si interrompe alla mia espressione disgustata e si abbassa alla mia altezza. "Guardami, quando ti parlo, piccola puttana" Fisso i miei occhi nei suoi, cercando di non rivelare la mia paura. "Così mi piaci, dura" approva. "Dunque, stavo dicendo che ieri sera Pansy era sotto di me e stava urlando il mio nome così forte che mi stupisco che tu non l'abbia sentito. Le stavo succhiando un capezzolo e all'improvviso mi sono svegliato. L'effetto della tua pozione era finito, ma sono stato al gioco. L'ho fatta venire altre due volte mentre pensavo a te. Strano, vero? Pensavo a quando ti avrei torturata e quanto avresti pagato per avermi avvelenato, diciamo. E ora guarda, sudicia Traditrice, siamo in un corridoio insonorizzato, tu ed io. Chissà quante cose possono succedere in una notte intera. Mi hai fatto perdere la verginità. E tu, sei ancora vergine, Weasley?"
No. No.No.
 Emetto un gemito di terrore, mentre lacrime salate scorrono silenziose e cadono sul pavimento. "Suppongo di poter finire quello che il giovane Corner aveva iniziato. Prima preferisci qualche Crucio, o passiamo subito a divertirci?" Rimango immobile mentre lecca il mio pianto. Voglio morire.
                                                                                            
                                              
MIO ANGOLINO
Premetto che avevo previsto uno sviluppo completamente diverso da quello che la mia mente contorta ha prodotto. Se vi è piaciuto, vi ha intrigati, vi ha fatto addormentare o, semplicemente, avreste preferito andare a studiare piuttosto che leggerlo, fatemelo sapere.
Un bacio,
Sybil









 
  
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