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Autore: demetriaslaught    17/01/2013    0 recensioni
Prologo:
Isabel è una ragazza di 17 anni,vive a Holmes Chapel,ed ha una migliore amica che si chiama Julia,che è malata di cancro.Isabel lo ha scoperto da tre mesi,accompagnando l'amica ad una visita.La vita di Isabel è sempre stata una «bella vita» fino a quando aveva 15 anni,poi i suoi genitori hanno deciso di divorziare e la mamma di Isabel,Mariah,comincia a frequentare un uomo che si chiama Benjamin.Isabel non lo conosce a fondo,ma dall'unico incontro che c'è stato fra i due non si è creata una particolare alchimia,anzi avendo caratteri incompatibili si è creata una atsmosfera tesa.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago
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Io e mio padre raggiungemmo la casa di Julia,io stavo piangendo,il dolore era incontenibile.Quando arrivammo,parcheggiammo la macchina e io di corsa entrai in casa,quella casa che era diventata come la mia seconda dimora,nel salotto c'erano una marea di persone,persone che non avevo mai visto prima,molti erano in lacrime,non riuscii a rendermi conto della situazione.Quando vidi Eliza e Mark i genitori della mia Julia,in lacrime e contornati da persone anch'essi in lacrime.Mi accasciai nel pavimento e il dolore si trasformò in gemiti,singhiozzi,disperazione.La mia Julia,la mia migliore amica aveva deciso di lasciarmi da sola proprio nel giorno del suo diciassettesimo compleanno?Mi aveva lasciata da sola ad affrontare la matematica,l'inglese,diritto,quel tonto di Benjamin.Perchè l'aveva fatto?Le lacrime continuavano a scendere,ma decisi di alzarmi da terra e andare da Eliza e Mark,passai in mezzo a tutte quelle persone e li abbracciai stretti,piangemmo insieme per un tempo indeterminato,poi Mark si allontanò congedandosi con "ho bisogno di spazio" e Eliza mi asciugò le lacrime e cercando di farmi forza "dobbiamo pensare che lei adesso starà meglio,non soffrirà più" quelle parole,che nascondevano un dolore infinito,il dolore di una madre che aveva perso una figlia. Due giorno dopo che Julia aveva raggiunto gli angeli,ci fù la cerimonia.Io non ero più andata a scuola dal sabato della partenza della mia migliore amica verso il cielo.Ero già pronta,nel polso destro stringevo un braccialetto che mi aveva regalato Julia.Quando entrai in Chiesa,mi sedetti affianco a Eliza e dall'altra parte c'era mia madre Mariah,io piangevo ma sta volta silenziosamente,non prestai molta attenzione alla cerimonia,continuavo a fissare quella bara,era bianca con i contorni d'oro,sopra c'era una grande corona di rose bianche,le preferite di Julia. Quando il parroco pronunciò l'ultima preghiera rivolta alla mia Julia,dovetti uscire dalla Chiesa.Pensare di pregare per la mia migliore amica MORTA mi uccideva.Dietro alla Chiesa c'era un piccolo giardino,ma ciò che mi colpì era un ragazzo,in lacrime,accasciato nell'erba umida di Febbraio,mi avvicinai.Un viso addolorato,ma familiare.Il ragazzo quando mi notò,si alzò in piedi e mi disse "mia cugina se n'è andata senza neppure salutarmi,ti sembra giusto?",il cugino della mia Julia,gli risposi "non ero pronta per dirle addio,ma ha voluto comunque raggiungere gli angeli" io e quel ragazzo,di cui neppure sapevo il nome ci abbracciammo uniti dal dolore di una scomparsa,la scomparsa di una persona importante.Fummo interrotti da Eliza "Harry,Isabel" ci venne incontro e ci abbracciò "dai ragazzi,lei è qua con noi". Dopo il funerale io e Harry rimanemmo al cimitero a far compagnia a Julia. "Julia" la chiamava Harry, "Julia" quasi convinto che potesse rispondergli o almeno sentirlo.Harry cominciò a piangere e lo abbracciai.Fù proprio lui che mi riaccompagnò a casa,erano ormai le 23.00.In macchina io ed Harry potemmo conoscerci più a fondo "ma tu eri la sua migliore amica?"mi chiese Harry "si,io e lei condividevamo tutto" gli risposi,lui sorrise "io e Julia ci vedevamo poco perchè io andando all'università non stavo più molto a casa,mia mamma Anne e mia zia Eliza,sono sorelle","ah allora eri suo cugino?" sorrise,e accostò davanti al cancello di casa mia.Ci salutammo e entrai in casa.Mia mamma era sul divano,addormentata,feci meno rumore possibile,salii in camera mi spogliai e mi infilai sotto le coperte e ricominciai a piangere,piangevo,era il modo più «sano» per sfogarsi,e le mie lacrime amare che sapevano di dolore,non smettevano di scendere.
  
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