Pioveva. Come quasi ogni giorno di quel maledettissimo e infinito autunno.

Ero alla finestra ad osservare le gocce che lentamente scendevano quando vidi una testa rossa e bionda correre verso il castello, inutile fingere di non riconoscere chi fossero. Rassegnata presi il libro sul tavolo della Sala Comune e lentamente mi avviai verso la biblioteca sicura che nessuno di mio interesse avrebbe mai messo piede lì dentro. Mi chiusi la porta alle spalle ed emisi un sospiro, finalmente ero entrata nel mio mondo. Mi misi a sedere al primo tavolo che vidi senza andare nel mio posto preferito in fondo all' immensa stanza perché volevo immediatamente immergermi nella lettura, senza aver tempo di pensare. Il risultato fu vano perché appena iniziai a guardare le prime righe della pagina mi apparvero subito i loro volti felici, la loro spensieratezza, il loro allegro amore che aveva contagiato tutti nella famiglia tranne me, la loro infinita primavera e i loro nomi. Dovunque. Su ogni foglio, ogni albero, ogni sasso. “Lily e Scorpius per sempre” recitavano. Appoggiai il libro e chiusi gli occhi per permettere alla mia mente di viaggiare e di ricordare.

Lily aveva appena compiuto 16 anni e iniziava ad uscire con me, Scorpius ed Albus. Pensavo che fosse per conquistare quel tipo carino di Corvonero che continuava a fissare a scuola con il quale uscivamo di tanto in tanto, invece no. Si era insinuata nella nostra improbabile amicizia e stava ore ed ore a parlare con il biondino dl gruppo di cose futili come il tempo. E la mia gelosia cresceva, di giorno in giorno. Albus mi aveva detto di parlare con sua sorella, di dirle che Scorpius era mio anche se non c’era mai stato niente tra di noi se non una profondissima amicizia. Ma non avevo il coraggio, la forza di impormi e di distruggere quell’amore che stava nascendo silenzioso. Alla fine la colpa non era di Lily, ero io a credere che Scorpius stesse lì ad aspettare una mia dichiarazione fantasma.

Arrivò il giorno in cui annunciarono alla famiglia intera il loro amore rendendo felici tutti. Tutti gli facevano i complimenti “Siete una coppia perfetta!” dicevano. Ed era vero. Erano giovani con il loro giovane amore ed il loro inarrestabile entusiasmo. Io mi ritrovavo a fingere come sempre avevo fatto. Recitavo la parte della cugina contenta per loro mentre dentro di me morivo ogni volta che li vedevo passeggiare mano nella mano.
Iniziò la scuola e io mi ritrovavo da sola nel parco a studiare Storia della Magia senza nessuno a disturbarmi facendomi il solletico, senza nessuno a prendermi in giro per aver mangiato troppo. Ero lì a spiarli di nascosto e a invidiarli. Mi sarei voluta alzare e gridare “Ci dovrei essere io al tuo posto!” ma non ne avevo il coraggio e mi rifugiavo nel mio mondo fatto di carta e inchiostro e fingevo. Scorpius aveva capito che c’era qualcosa che non andava ma sotto consiglio di mio cugino aveva deciso di ignorarmi tranne quando mi vedeva alla Tana per le vacanze estive e per Natale rivolgendomi un timido ciao.

Uscii dalla biblioteca e corsi sotto la pioggia. Arrivai nel punto di fronte al lago dove ci sedevamo sempre e vidi Albus. Mi sedetti al suo fianco e gli dissi “Lo amo. Ma solo per conto mio”