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Autore: Portos    18/01/2013    1 recensioni
Una ragazza, amori e altri disastri
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 28: Watch the sunrise

 

Freddie agitò la biro con fare inquieto.

Guardò il foglio davanti a sé dove aveva scritto qualche frase per una nuova canzone.

L'ispirazione non arrivava, pensò annoiato.

“Ehi...sono due ore che sei lì, niente genio?” domandò scherzosamente Brian con una bottiglia di birra in mano.

“E tu? Ti fai la birra a quest'ora?” ribatté Freddie alzando un sopracciglio.

“Può darsi. A proposito Ratty e Phoebe dovrebbero tornare fra poco, sai per alcune cose che ci servivano?”

“Certo e Crystal?”

“Crystal ci sta provando con qualcuna, penso...dovremmo registrarlo e farlo sentire a Rog”

Freddie si stirò le braccia intorpidite. Avrebbe fatto meglio due passi se no gli si sarebbe ammuffito il cervello nello studio.

“Oh, oh voglio vedere chi ha per le mani!”

Freddie si alzò dalla sedia.

Raggiunse il corridoio, seguito da Brian dove Crystal stava parlando con una deliziosa brunetta. Indossava un abito stampato a fiori.

“Chrissie!” esclamò Brian.

La giovane si voltò e il suo sguardo si illuminò in un sorriso.

“Brian!”

Chrissie Mullen si spostò un ricciolo dalla fronte, prima di essere abbracciata da suo marito.

“Quando sei arrivata? Stai bene?”
“Sì, stai tranquillo sono arrivata quattro ore fa, non ero sola”

“Ma potevi chiamarmi! Mollavo tutto e venivo a prenderti!” ribatté Brian.

Chrissie accarezzò il viso del marito.

Gli altri presenti fecero dei sorrisini tra il divertimento e l'imbarazzato: non era raro vedere il chitarrista dei Queen che si scioglieva come un cioccolatino non appena vedeva la moglie.

“Tranquillo. A proposito, ciao Freddie...mi presenti gli altri?”

Brian eseguì le presentazioni.

“Cacchio Brian potevi pure presentacela tua moglie!” esclamò Crystal con un sorriso a trentadue denti.

“Sì, lo so”

“Freddie dove è Mary?”

Freddie fece un sorrisetto tirato e rispose che che la sua ragazza era rimasta a Londra: era chiaro a tutti che era successo qualcosa ma nessuno osava chiederglielo.

Brian, più che desideroso di stare con sua moglie, prese Chrissie per mano.

I due uscirono per strada.

 

Roger sarebbe stato impegnato con le registrazioni, quindi John decise di approfittarne per fare una scappata a casa di quest'ultimo.

Tra le mani stringeva nervosamente il piccolo astuccio nero.

Forse era ancora troppo presto o forse non avrebbe dovuto presentarsi nemmeno?

 

Da quanto tempo non sentiva più la voce di suo padre, Lili avvertì un nodo allo stomaco.

“Ciao papà”

“Ehi, ehi pensavo che non mi chiamassi più! Ho provato a casa...ma tua madre mi ha detto che te ne sei andata via di casa, dove sei?”

“A Montreux, in Svizzera”

Greg rimase in silenzio per lungo minuto, come se cercasse di assimilare la notizia.

“Ah e come mai?”
Lili gli raccontò tutti gli avvenimenti accaduti nelle ultime settimane, che le parevano essere scivolate via troppo in fretta.

“Santo Cielo, ne combini una più del diavolo!” esclamò Greg ridendo, forse ancora un po' shockato.

“Ehm già...”
“Ascolta ti posso solo consigliare di ponderare le tue scelte con calma almeno per il futuro”

“Lo so”
“E sei sicura di entrambi...?”
“No, lascia perdere papà” mormorò Lili.

“Uhm...non sono mai stato bravo con i consigli d'amore, quindi non lo so, ma sono sicuro che con chi deciderai di stare sarà una buona scelta”

“Lasciamo stare, tu cosa combini?”
“Sono le stesse cose, non ho la tua vita così eccitante. Sai fra un po' devo tornare a Londra”
“Oddio”

Sentì Greg ridere dall'altro capo del telefono

“Non ti preoccupare”
“Vorrei tanto rivederti, mi manchi da morire”

“Anche a me. E so che hai anche litigato con mamma, vero?”

“Sì, da allora non ci siamo più sentite...io le voglio bene, ma non sopporto le sue...”
“La conosci, è sempre tua madre e in fondo non aveva tutti i torti” replicò Greg tranquillo.

Lili strinse la cornetta del telefono, con forza.

“Lo so. A proposito scusa se non ti ho chiamato ultimamente ma ho avuto molto da fare, qualche volta finirò sul serio per impazzire!”
Greg rise di nuovo.

“E mi raccomando fa pace con tua madre e chiamala, non lasciarla sola”

Lili avvertì una fitta di senso di colpa.

“Lo farò, la chiamerò domani presto”

E lo farai le disse la coscienza.

Qualcuno bussò alla porta.

“Devo andare papà, ti saluto...ciao, qualcuno ha bussato”

“La prossima volta chiamo io, ok?”

“Ok, ti voglio bene”

“Anch'io, anch'io”

Lili posò la cornetta sulla forcella domandandosi chi fosse a quell'ora.

Si sentì mancare l'aria dai polmoni quando vide John sulla soglia di casa, con il suo astuccio.

“John?”
“Ciao Lili, ti ho portato questo...l'hai dimenticato al lavoro”

“Oh...”

Lili prese l'astuccio.

“Grazie”

Entrambi erano a disagio.

“Vuoi entrare?”

Il bassista non se lo fece ripetere due volte e oltrepassò la soglia.

“Vuoi qualcosa?”

“Mi va bene, una coca grazie” rispose John.

Lili aprì il frigo.

“Allora è qui che vivi...ops convivi con Roger?” domandò John con una punta di ironia.

“Sì”

“Credo che abbia intenzione di comprare l'appartamento”

L'altro sorbì lentamente bevanda. La ragazza lo fissava da sotto le palpebre, ma non riuscì ad interpretare i suoi pensieri.

“Comunque qui a Montreaux, non è male...”

John sorrise.

“A proposito Julie mi ha chiamato ieri sera e mi ha detto di salutarti e mi ha lasciato questo numero per chiamarla” annunciò John con un sorriso.

“Sei gentile”
“Be' sono un gentleman, no?” rise John.

Lili alzò gli occhi al cielo, prese il post-it e lo appiccicò sul telefono.

Stettero un po' in silenzio come immersi nei propri pensieri.

“Sai, Lili non credevo che avessi seguito Roger qui a Montreaux” disse John buttandola sul casuale.

“E allora? É il mio ragazzo che dovevo fare?”

“Niente, ehi la mia era solo un'osservazione!”

“Scusa, ma tanto per essere sinceri...non le sentivo più di stare a Londra”

John sorrise.

“Ottimo”

“Mia madre ha detto che sono pazza...ma io l'ho fatto senza pensarci”

“Bel tipo! Certe volte sei talmente matta da fare cosa che non sono normali”

“Ecco perché sto con uno come Roger...” sospirò Lili.

“Su, su forza e coraggio!” le disse John battendo una mano sulla spalla.

Lili alzò le mani come segno di resa.

“Aspetta un po'”

“Che cosa?”
John posò la lattina.

“Solo un attimo, mi dai la tua mano?”

“Ma che stai dicendo...?”
“Solo un esperimento”

Lili sbuffò, ma obbedì.

Poggiò il gomito sul tavolo, con la mano aperta.

“Allora?”

John unì il suo palmo a quello di Lili.

“Lo sapevo...hai sempre avuto le mani fredde” rise il bassista.

“Io?”

Lili intrecciò le dita a quelle di lui, in gesto intimo. No, proprio non riusciva a star lontano.

“Eh...lo so che sei a disagio con me, Lili e forse ne hai tutto il motivo” sussurrò il bassista osservando le mani intrecciate.

Lili si strinse nelle spalle.

“Ma farò di tutto per comportarmi come un buon amico, ok?” provò a dire John. O mentire.

In parte era solo la verità.

“Io farò la stessa cosa”

A John suonò come un'ammissione.

Lui era stato onesto a dirle dei propri sentimenti, forse lo aveva fatto tardi e in circostanze non chiare, ma per lo meno si era tolto il peso di dosso.

Perché Lili si ostinava a tenere in piedi la relazione con Roger, ben sapendo che prima o poi sarebbe venuto a saperlo, rischiando di rovinare i rapporti?

“La stessa cosa?” la stuzzicò John.

Lili non rispose. Decise di non rispondere.

“Già”

“Eppure le cose stanno così e non si possono cambiare”

“Sai mi spiace di non aver detto prima quello che provavo”
É proprio necessario parlarne?”

“No. Scusami non volevo...sono stata io a iniziare, a volte sono un po' stronza” rispose Lili cercando di rompere la tensione.

Non ci fu un momento di indecisione, da parte di nessuno dei due.

“Non lo so, se è colpa di...”
La frase venne interrotta dalla bocca di John sopra la sua.

Fu un bacio affamato e dannatamente reale.

Lili s'allontanò di scatto, interrompendo il contatto, poco dopo. Ecco cosa succedeva quando stava sola con quel dannato bassista.

S'alzò dalla sedia.

“Forse è meglio che vai via”

“Hai ragione, scusa” disse John, andando vicino alla porta.

Le sue mani si poggiarono sul pomello della porta.

“Perché ti scusi?”

“Potrei far del male a te a Roger” disse piano il bassista, voltandosi e concedendosi una risata amara.

Lili lo afferrò per il colletto della camicia, costringendolo ad abbassarsi ad arrivare al livello del suo viso, ignorando la solita vocina velenosa nella testa che le urlava di smetterla.

Non ci volle molto a trovare la strada per la camera da letto.

Come entrambi volessero recuperare in quei gesti, l'amore e il desiderio che non avevano condiviso finora.

E non importava se fosse giusto o sbagliato, perché non volevano perdersi un'altra volta tra qualche carezza impacciata o un bacio che rivelava molto di più che con le parole.

Le dita cominciarono a slacciare i bottoni della camicia o ad infilarsi sotto la maglia per sentire la pelle sotto ai polpastrelli che ad ogni lascito richiedeva sempre di più.

I muscoli divennero tesi, le labbra bagnate di saliva, piccoli segni di morsi sparsi qua e là.

Guardami Lili, guardami” disse John ad un certo punto.

Lili aprì gli occhi. E lo guardò. Gli posò una mano sul petto nudo, avvertendo il battito forte e solido del cuore.

“John...” mormorò con la voce arrochita.

Volevano spingersi oltre.

E anche gli abiti divennero d'impaccio.

Lo so...” rispose John sfiorando la pelle tesa sopra le costole, per poi scivolare lungo la spina dorsale e scendere verso i fianchi.

Un gemito di sorpresa sfuggì dalle labbra della truccatrice, come colta di sorpresa.

Sulle prime non lo sentirono.

Al quarto squillo di campanello, Lili e John interruppero ogni contatto a malincuore.

Lili si rivestì in fretta e furia.

Mi spiace...”

John sedette sul letto.

Sentì la truccatrice discutere con qualcuno. Doveva trattarsi della vecchia vicina di casa...alquanto impicciona.

La truccatrice tornò indietro.

Si fissarono per un lungo istante, come a disagio.

Non ti scusare Lili”

John le toccò la mascella prima di andar via dall'appartamento.

“Non ti scusare”

 

Nota autore: ok, ok, ok time out...la storia ha preso una brutta piega, mmm, ha preso una brutta piega! Accidenti ma che razza di...?

Ho modificato il chap perché ora è meglio più stronziano di così!!!

Forse il capitolo sarà un po' scontato però mi è venuta fuori così...amen. Portos Repose in Peace! Davvero? Qualcuno mi porta i fiori virtuali?


 

  
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