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Autore: Lavalissia    18/01/2013    3 recensioni
Una nuova versione dei settantaquattresimi Hunger Games: i nostri 24 tributi accetteranno la loro sorte o proveranno ad essere il segno del cambiamento?
La storia della ragazza del distretto 9, una ragazza di cui in realtà non si sa nemmeno il nome ma a cui ho deciso di dare vita.
Capii di amarlo davvero quando una notte, poco prima di addormentarmi, ripensai al giorno della mietitura con piacere: Desireè Roughope.
Quel foglietto fu la cosa più bella che potesse capitarmi, senza quel biglietto di sola andata per un'arena sanguinaria non avrei mai conosciuto lui.
Mi lascio cullare tra le sue braccia sicura di quello che provo, sicura di aver trovato qualcosa per cui lottare....
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Lotta a testa alta.



Finita la diretta televisiva mi dirigo verso la mia stanza decisa a dormire almeno la notte prima della sfilata. Ormai eravamo arrivati alla fine dei giochi; ce l’avremmo fatta? Saremmo diventati il cambiamento?
 Il pigiama morbido accarezzava la mia pelle tremante e le calde coperte mi coccolavano dolcemente verso le braccia di Morfeo ma i passi di Bern nel salotto sembravano volermi ricordare che non c’era tempo per dormire.
Decisa mi alzai per chiedergli cosa lo stava tormentando – alla fine quella che sarebbe dovuta andare in arena ero io e non lui- quando sul più bello sentii ancora quella voce: Haymitch.
“Dobbiamo agire il prima possibile! Non c’è più tempo Bern!” la sua voce era preoccupata quanto la mia quando parlavo della rivolta.
Rivolta.
Desireè i tuoi sospetti sono certi ora, anche loro stanno organizzando qualcosa contro il Presidente!
Mi sedetti sul pavimento e mi misi ad origliare meglio.
“Metteremo in pericolo i ragazzi se agiamo ora, non lo capisci?”
“Hanno già un piano loro, Katniss è tesa e non dico solo per gli Hunger Games, sembra ci sia altro. Sei riuscito a scoprire qualcosa dai tuo tributi?”
“Avevo anche io questo sospetto. Desireè mi ci ha fatto pensare durante le prove per le interviste ma non ho idea di cosa vogliano fare; spero niente di sciocco.”
“Qualunque cosa sia si sono fatti scoprire!”
Un nodo allo stomaco.
Il panico si stava prendendo possesso di me. Scoprire? No! Ci avrebbero uccisi tutti, non doveva andare così! Cercai di controllare i miei respiri per non farmi travolgere da quelle parole infondo stavamo ancora tutti bene, ci eravamo visti qualche ora prima alla sessione.
“Haymitch come puoi esserne certo? Hai avuto qualche notizia?”
“Hanno preso Marvel. Dopo la sessione di oggi; ovviamente per non destare sospetti l’hanno già rilasciato ma questo non li ha fermati dal torturarlo”
Marvel.
Torturato.
“No!”
Saltai fuori dalla mia stanza e corsi verso Haymitch.
Era impossibile trattenere le lacrime adesso, era tutta colpa mia! Dannazione a me e alle mie stupide idee! Dovevo farmi forza, volevo saperne di più.
“Che è successo? Che gli hanno fatto quegli schifosi?!” stavo piangendo, tirando pugni e gridando contro Haymitch come se fosse colpa sua quando in realtà era la mia presunzione che stava portando tutti alla morte.
Mi sentivo soffocare dalle mie stesse lacrime, i muscoli del mio corpo non rispondevano più ai miei comandi.
Bern mi prese di forza e mi fece sedere sulla poltrona.
“Abbassa la voce! Vuoi che ci scoprano tutti?! Se vuoi aiutare Marvel devi dirci cosa avete in mente; siamo dalla vostra parte.”
“Prima voglio sapere come sta! Perché proprio lui?!” guardai attentamente il mentore di Katniss aspettando delle spiegazioni soddisfacenti.
“L’hanno visto parlare con te dopo la sessione e questa è stata la scusa, in realtà volevano informazioni. Ai pacificatori non piace che i tributi socializzino tra loro. Marvel ha negato tutto e ha recitato la parte del perfetto favorito, ha qualche livido e alcune costole rotte, ma è un ragazzo forte e si riprenderà puoi stare tranquilla.”
“Tranquilla? L’hanno picchiato per colpa mia e tu mi dici che posso stare tranquilla?!” mi sentivo un mostro. Tutta quella dolcezza, i suoi occhi, il sapore dei suoi baci, il tocco delle sue carezze; un corpo picchiato e rovinato per causa mia.
“Ragazzina ascoltami, possiamo rimandare più tardi le tue riflessioni d’amore? Forse non hai capito che non c’è più tempo!” se questo era il mentore di Katniss adesso iniziavo a capire molte cose però aveva in qualche modo ragione. Non c’era tempo per la dolcezza ora; gli spiegai tutto il nostro piano, spiegai degli allenamenti nel distretto 1, spiegai come era nato tutto.
“E pensavate davvero di farcela?”
“Ma tu come mentore non dovresti incoraggiare?”
“Incoraggiare non vuol dire mandare al suicidio.” Aveva un sorrisino strafottente sul viso; a interrompere il nostro dialogo ironico intervenne Bern.
“Non cambiate i vostri piani, aspettiamo dopo le interviste come avevate deciso e soprattutto attenzione a non farvi scoprire ancora.”
“Certo.” Feci una breve pausa “Voglio vederlo.”Non sarei riuscita a dormire con il pensiero di Marvel sofferente; ero decisa più che mai a vederlo.
“Desireè è tardi, è rischioso. Capisci? E poi ci sarebbe il suo mentore, come glielo spieghiamo?” Bern mi stava porgendo una tazza di una tisana calda e rilassante per riuscire a farmi dormire. Iniziai a sorseggiare la bevanda a piccoli sorsi per non ustionarmi il palato.
“Aspettate, ma voi mentori non siete tutti d’accordo?”
“È più complesso di così. I mentori dei distretti favoriti lo trovano come un lavoro, perché dovrebbero smettere? Loro lo trovano un onore –il massimo onore- e non ci rinunceranno. L’idea di mandare in arena qualche ragazzino è quello che aspettano ogni anno, se i loro tributi vincono – in parte- vincono anche loro.” Vidi il suo sguardo abbassarsi sul pavimento “Quindi non tutti i mentori sono con noi.” 
Come si poteva essere tanto crudeli? Come si poteva considerare la vita umana un lavoro?
“Si, sarebbe strano da spiegare. Domani mattina all’alba allora, quando non ci sarà nessuno.”
“Molto meglio, ora vai a letto e riposati almeno un po’”.
3.00
4.00
5.00
Finalmente l’alba.
Non aspettai nessuno, mi infilai i primi vestiti che trovai e camminai decisa verso l’ascensore: piano 1.
Appena le porte si aprirono pregai di non trovare il suo mentore, “fortunatamente” trovai Glimmer.
“Che diavolo ci fai tu qui?! Vuoi farlo uccidere?” era parecchio arrabbiata, come la prima volta che c’eravamo scontrate ma non aveva torto questa volta.
“Calmati Glimmer, voglio vedere come sta!” dovevo vederlo, dovevo.
“Vattene! Non ti vuole vedere! Tu e le tue stupide idee ecco dove ci hanno portato! Vuoi vederlo? È tutto un livido! Stupida ragazzina di un distretto sconosciuto, non fai parte del suo mondo, dovresti morire in arena!”.
L’avevo vista arrabbiata ma quelle parole erano peggio dei coltelli di Clove e addirittura più precisi; diritti sul cuore. Ero pietrificata, che potevo dirle? Volevo risponderle che non avrei mai fatto male a Marvel, che era tutto ciò che si potesse definire “amore”, ma gli occhi della bionda erano accesi di una strana fiamma che mi impedivano di reagire. Sembrava travolta dalla gelosia, poteva essere gelosa di me? Lei era la classica ragazza perfetta, nessuna parte del suo corpo sembrava casuale, erano tutte disegnate per risultare perfette nell’insieme. Era per Marvel?
Impossibile Desireè, insomma sono dello stesso distretto se a lei fosse interessato poteva tranquillamente dirglielo prima, no? O forse la paura di morire ci porta anche a questo? Forse la paura di non avere altre possibilità ci porta ad avere il coraggio di amare, un coraggio che non si trova in una ragazzina di 16 anni, infondo che possono saperne dell’amore? Ma quando non ti resta altro, allora, si ama davvero? Chi sei tu Desireè per impedire a Glimmer di difenderlo? Non eri venuta qui per fare lo stesso? Anche tu volevi difenderlo, da chi lo difenderai ora?
“Ok, se non mi vuole vedere me ne vado. Digli solo che mi dispiace.” Tornai nell’ascensore e premetti il tasto del mio piano. Come potevo pensare di riuscire a far nascere l’amore in una rivolta? Basta, ora avrei pensato a combattere, a salvare Thay e tutti gli altri, a tornare nel mio distretto.
Stavo tornando nella mia stanza quando decisi di andare da Katniss, volevo vedere se sapeva qualcosa di più sui mentori.
Piano 12.
Si aprirono le porte e trovai solamente Peeta davanti al televisore, di Katniss non c’era traccia.
“Desireè? Come mai qui?” Peeta aveva sempre un sorriso rilassante, si credo sia giusto definirlo così. Era difficile rispondergli bruscamente, non si può trattare male una persona che ti infonde serenità e in qualche modo – magari involontariamente- lui ci riusciva sempre.
“Non volevo disturbarti, stavo cercando Katniss ma immagino non sia qui”
“Si sta preparando per le interviste di domani, ha bisogno di migliorare la sua definizione di “cerca di farti piacere al pubblico”, quando risponde alle domande sembra odiare tutti più che rendersi simpatica” lo vidi sorridere ancora più di prima, quando parlava di Katniss era un altro sorriso, ancora più sincero e puro.
“Si, lo immagino. Bhè allora torno più tardi” stavo per andarmene quando vidi Peeta alzarsi dal divano
“Possiamo fare due chiacchiere? Ho bisogno di un parere, tu mi sembri una ragazza sincera quindi se non ti dispiace…” con che coraggio potevo negargli il mio aiuto? E poi pensare ai problemi degli altri e non ai miei mi avrebbe aiutato.
“Certo dimmi pure!” mi fece cenno di sedermi con lui sul divano e io accettai.
“Allora tu sai che provo qualcosa per Katniss, lo provo da sempre ma non ho mai avuto il coraggio di dirglielo. Nel nostro distretto si lotta per la sopravvivenza non certo per le romantiche storie d’amore ma ora voglio farglielo capire. Non posso perderla, non voglio.”
Perché i suoi problemi dovevano essere così maledettamente simili ai miei?
“Peeta lo so. E mi sembra impossibile che nessuno se ne sia mai accorto, insomma quando parli di lei dovresti vederti, pare che tu stia parlando della cosa più importante su questo pianeta.”
“Lo è. Ci sono anche i miei genitori e i miei fratelli ovviamente ma lei…lei è qualcosa di molto più puro, qualcosa che mi fa credere che esista la parola “meraviglioso” anche nel distretto 12. Capisci? Vorrei farglielo capire. Ogni volta che ci provo mi blocco e come se non bastasse sono più che certo che lei veda tutto questo come un punto di debolezza….e Katniss non è fatta per sembrare debole.”
“E se invece di debole apparisse desiderabile? Sarebbe molto meglio, non credi” avevo in mente un piano perfetto.
“Non ti capisco, e come ci potrei riuscire?”
Spiegai per filo e per segno quello che avevo in mente e Peeta la trovò un’idea grandiosa.
“Grazie, davvero.” Mi abbracciò come se lo avessi appena salvato, come se con quel piano avessi messo al sicuro tutto il suo mondo.
“Peeta lotta per lei, a qualunque costo difendi il tuo amore”
Tornai nel mio alloggio per la cena, contenta di aver salvato l’amore di qualcuno e distrutta per essere stata codarda con il mio.

















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Spazio dell'autore.
Questo capitolo non era previsto ma a mio parere era troppo brusco cominciare subito con l'intervista :) spero non vi dispiaccia!
Il prossimo sarà sicuramente sulle interviste u.u ma non voglio svelarvi nulla! :P
Allora che ne dite di questa reazione di Glimmer? E di tutta la dolcezza di Peeta? lo trovo così dolce in ogni cosa che fa ç_ç
Fatemi sapere tutti i vostri pensieri! ;)

  
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