Fanfic su artisti musicali > Big Bang
Ricorda la storia  |      
Autore: infinity    18/01/2013    1 recensioni
Dal testo:
Era arrivato, poteva capirlo anche senza vederlo, il suo cuore batteva irregolarmente ogni volta che era nei dintorni, Dong Young-bae aveva appena svoltato l’angolo con tutta la tranquillità del mondo, con lo zaino issato su una spalla e la cresta alta verso il cielo.
Prima fanfiction sui Big Bang, DaeTae! :3
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Daesung, G-Dragon, T.O.P., Taeyang
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 Falling in the black
 Slipping through the cracks
 Falling to the depths can I ever go back
 Dreaming of the way it used to be
 Can you hear me?
 Falling in the black
 Slipping through the cracks
 Falling to the depths can I ever go back
 Falling inside the black
 Falling inside, falling inside the black
 [Skillet, Falling inside the black]


Aspettava.
Non sapeva bene cosa, forse l’autobus, forse i suoi amici, forse aspettava che la vita lo raccogliesse o molto più probabilmente aspettava la morte.
Il freddo gli sferzava il viso, il respiro si condensava ogni volta che usciva dalle sue labbra, non gli importava.
Il forte suono della chitarra elettrica usciva dalle cuffie alle suo orecchie, una delle canzoni rock che preferiva.
Il bambino che gli passò accanto inseguito dalla madre lo ridestò dai propri pensieri.
Da quanto lui non era più così spensierato?
Anni? Si erano anni che Kang Daesung non aveva più una vita decente.
Bhè, all’incirca da quando suo padre e sua madre avevano divorziato “Non ci troviamo più bene, è meglio così” gli aveva detto la madre, ma non ci aveva creduto troppo, soprattutto dopo che era caduta in depressione.
L’aveva trovata un giorno, tornato dalla scuola, stava sul divano e piangeva, diceva di voler morire perché non meritava niente a questa vita, era li che gli appuntamenti dallo psicologo si erano susseguiti uno dietro l’altro, tanto che delle volte si chiedeva se la madre passasse più tempo nello studio del dottore che in casa. Era successo mentre era a scuola, lo avevano chiamato ed era corso fuori dall’edificio verso l’ospedale, sua madre aveva tentato il suicidio, non capiva perché lo avesse fatto, le cose ultimamente andavano meglio, la donna sorrideva sempre più spesso e aveva ripreso a parlare con le amiche.
Purtroppo la madre non ce l’aveva fatta, non sapeva cosa avesse portato la donna ad alzarsi, andare in cucina e prendere il coltello che solitamente usava per tagliare la carne.
Al funerale della madre c’era anche il padre, avrebbe potuto farla più facile e urlargli contro, dirgli “è colpa tua, hai visto cosa hai fatto?” ma sarebbe stato ipocrita, non era colpa dell’uomo se la madre aveva preso quella decisione, forse la colpa era solo sua. Pianse molto quel giorno, dall’inizio alla fine della cerimonia, le amiche della madre erano tutte presenti e a turno gli si erano avvicinate una per una a dargli le condoglianze e a dirgli che si dispiacevano, che era una brava donna. Daesung voleva urlare.

Presto dovette fare le valigie e gli scatoloni necessari per il trasferimento, mentre lui e sua madre combattevano la depressione suo padre aveva trovato la felicità, si era trovato una compagna e nonostante tutto non poteva esserne scontento.

<< Daesung! >>
La voce squillante di Ji Yong lo aveva distratto per la seconda volta, fu grato all’amico di essere arrivato giusto in tempo, si passò il palmo sugli occhi lucidi scacciando le lacrime che ancora bruciavano per la perdita della figura materna.
<< Buongiorno Hyung, tutto bene? >>
Ji Yong era poco più grande di lui, gli piaceva tingersi e amava la musica più di qualunque altra cosa.
Adorava essere in sua compagnia, forse perché era silenzioso e discreto, fatto sta che non c’erano mai domande di troppo, non voleva sapere se non volevi dirglielo… tutta via delle volte era insopportabile, come in quel momento.
<< Dae! Guarda chi c’è? >>
Odiò il suo tono di voce troppo alto, il suo sorriso a trentadue denti e il suo sventolare la mano per salutare.
<< Non  me lo dire per favore >>
Piagnucolò, questi ghigno
“Bene, la giornata è iniziata male, adesso ti prego autobus, sbrigati e investimi”
Evidentemente qualcuno lassù doveva proprio avercela con lui perché Choi Seug-hyun gli toccò la spalla salutandolo con un occhiata e rispondendo calorosamente al sorriso di Ji Yong, si chiese perché dovesse assistere a certe cose.
Tum.
Tum Tum.
Tum.
Era arrivato, poteva capirlo anche senza vederlo, il suo cuore batteva irregolarmente ogni volta che era nei dintorni, Dong Young-bae aveva appena svoltato l’angolo con tutta la tranquillità del mondo, con lo zaino issato su una spalla e la cresta alta verso il cielo.
Si dispiacque per non essere nel circolo dei suoi amici, anche se infondo non era quello che voleva.
<< Ci sei? >>
Ji  Yong gli stava parlando gia da un po’, le dita delle mani intrecciate a quelle di Seug-hyun, Daesung spostò lo sguardo velocemente, non perché fosse infastidito dalla omosessualità dei due amici, più che altro ogni volta si sentiva il terzo incomodo, quindi posava la sua attenzione da qualche altra parte.
Era un bugiardo.
Lui invidiava la loro felicità, ma non glielo avrebbe mai detto.
Un brivido gli percosse la schiena, senti degli occhi perforargli la testa, si girò chiedendosi di chi fosse quello sguardo.
Alla fermata c’erano tre gruppi, il suo  (se gruppo lo si voleva chiamare), uno costituito da solo ragazze che civettavano allegre e quello di Young-bae.
Si chiese chi mai avesse potuto fissarlo.
Torno a parlare con i suoi amici… o meglio a guardarli mentre si scambiavano efusioni.
Sperò che l’autobus arrivasse il prima possibile.
Che il destino lo odiasse ormai gli era noto, l’autobus era arrivato tardi, assicurandogli una capatina in presidenza, era pieno e l’unico posto libero che c’era era vicino a  Young-bae.
Si avvicinò timoroso e tentennando nel sedersi
<< Posso? >>
Chiese, maledisse la voce che gli era uscita tremante e il cuore che batteva troppo velocemente.
Young-bae lo aveva fissato facendolo diventare rosso, poi aveva spostato lo zaino nero per farlo sedere, si era seduto in modo strano, tanto strano che attirò l’attenzione dell’altro ragazzo.
<< Non mordo mica sai >>
Gli aveva sorriso, il cuore di Daesung (Che aveva appena ripreso un ritmo regolare) era nuovamente partito a galoppare.
Aveva balbettato qualcosa e si era seduto per bene, non seppe cosa lo aveva spinto a farlo, ma lanciò uno sguardo al lettore musicale con cui l’altro stava giocherellando, il titolo scorreva pigramente sullo schermo “Falling inside the Black, Skillet”. Era una delle sue canzoni preferite.
<< Bella vero? >>
Aveva parlato senza pensarci attirando così l’attenzione di Young-bae e arrossendo di conseguenza quando ne se accorse.
<< Ti piacciono gli Skillet? >>
Gli aveva sorriso, ancora.
Daesung aveva annuito.
<< Sono uno dei miei gruppi preferiti >>
Aveva sussurrato.
In realtà  quella canzone era stata la prima che aveva sentito, era stato per caso, un giorno navigando sul web si era ritrovato quella canzone e per curiosità l’aveva sentita, ne era rimasto colpito ed affascinato.
Rappresentava perfettamente la sua situazione.
Stava lentamente cadendo nell’oscurità, per lo psicologo stava seguendo sua madre nella depressione, ma lui sapeva di star bene, doveva solo trovare qualcosa per essere felice…
Bhè in realtà l’aveva trovato, la fonte dei suoi sorrisi era diventato Young-bae, il ragazzo di cui si era innamorato appena arrivato a Seul, ma purtroppo il diretto interessato non lo sapeva, in fondo cosa aveva da offrirgli un ragazzo gay orfano di madre che, a detta dello psicologo, era caduto in depressione?
Senza accorgersene parlarono molto durante il viaggio e si dispiacquero quando arrivarono a scuola.
<< Daesung-ah, mi piace molto parlare con te, tieni il mio numero, magari qualche volta possiamo anche uscire! >>
Gli aveva passato un biglietto e gli aveva fatto l’occhiolino avviandosi poi verso l’ingresso.
Ji Yong gli si avvicinò sorridente, Seug-hyun era sceso qualche fermata prima visto che frequentava un’altra scuola.
<< Ce l’avete fatta a parlare un po’! >>
Daesung lo guardò confuso, cos’è che intendeva esattamente?
<< Ti guarda sempre, anche stamattina ad esempio, mentre parlavi con me ti fissava, poi appena ti sei guardato attorno si è girato! >>
Quindi era lui? Lo guardava?
<< Aspetta… e perché me lo dici solo ora? >>
Ji Yong gli fece la linguaccia correndo verso il cancello dell’istituto.
Daesung sorrise sistemandosi la tracolla con i libri sulle spalle.
Forse stava uscendo dall’oscurità che lo avvolgeva.
La morte poteva anche aspettare, quello che lui attendeva era arrivato e non voleva farselo scappare.



Note Autrice:
Salvee! :D
Inizio con il dire che è la mia prima fan fiction sui Big Bang.
Sono molto tesa riguardo questa storia, in quanto ce l’avevo in testa già da un po’ e mi piace veramente ciò che ho scritto.
Aimè questo non è il mio “fandom madre” e non so se può piacere o meno!
Qualsiasi critica è ben accetta potrà solo aiutarmi a migliorare ^^
La canzone è “Falling inside the black” degli Skillet [Come già detto nella storia] 
Sono bravi e sono l’unico gruppo che mi piace che non fa parte del Kpop! :D
Hem… penso di aver detto tutto [Tralasciando il fatto che sono le note più lunghe che io abbia mai scritto!]
Chiedo scusa per eventuali errori grammaticali ^^’’
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Big Bang / Vai alla pagina dell'autore: infinity