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Autore: artisticbex    18/01/2013    6 recensioni
Un'ombra, poi luce.
Fuoco, poi acqua. Era bellissima.
Capelli chiarissimi, prima si incendiavano poi erano onde altissime.
Lampi, vento, neve, ghiaccio. Nuvole.
Nei suoi occhi ho visto il cielo.

Questa è la storia di Nimhea, una ragazza molto, molto speciale.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Nimhea aprì gli occhi lentamente, sentendosi chiamare insistentemente da qualcuno. Quella voce le era familiare, ma in quel momento non riusciva ad attribuirla a nessuno di sua conoscenza.
La testa le pulsava e aveva tutti gli arti che le dolevano. La luce la infastidì non appena socchiuse le palpebre, così fu costretta a chiuderle di nuovo.
La misteriosa voce continuava a chiamarla. Si costrinse ad aprire gli occhi, sforzandosi di abituarsi al biancore innaturale di quel posto insolito. Dove si trovava? Di certo non era sul campo di battaglia.
Non vedeva alberi, piante, il Tempio o la palude intorno a sè, solo il vuoto. Bianco.
 
«Nimhea.»
 
La ragazza si alzò a sedere, girandosi di scatto al suono di quella voce che finalmente aveva riconosciuto.
 
«Asim!» gridò, sorridendo a malapena, dato che anche i muscoli della faccia le facevano male. Si alzò con non poca fatica e gli andò incontro.
 
«Dove siamo? Come sei arrivato fin qui, e come ci hai trovati? Stai bene? Sei guarito?» gli chiese tutto d'un fiato una volta che lo ebbe raggiunto. Il suo sorriso si spense non appena vide l'espressione sulla faccia funerea di Asim.
Era triste, e la sua pelle era...decisamente più chiara del solito. Sembrava quasi trasparente, come se fosse solo un'illusione, o un sogno.
Di certo sto sognando, pensò Nimhea.
La ragazza provò a toccarlo, mettendogli una mano sulla spalla, ma si ritrasse strabuzzando gli occhi quando la sua mano fu scossa da un brivido gelido.
 
«Asim, che...» iniziò a dire, ma lui la interruppe.
 
«Siamo nel Limbo, Nim, e non possiamo rimanerci molto. Nessuno dei due, ma soprattutto tu, o diventerai come me.»
 
«Come te in che senso?» Ancora non riusciva a capire. Limbo? Che posto era? Si sentiva sempre più debole; il mal di testa si era intensificato e le sembrava quasi di svenire. Un'idea le attraversò la mente, ma si costrinse a scacciarla. Asim non poteva essere...
 
«Morto.» concluse lui, abbassando lo sguardo. Eccola, la parola maledetta che mai avrebbe voluto sentirsi dire, la parola che affermava il suo incubo.
 
«Asim, che stai dicendo?» gridò Nimhea, spaventata da quella situazione. «Tu...tu non puoi essere morto...»
 
«Nim, ehi.» Asim le asciugò una lacrima. «Non devi preoccuparti per me, ok? Io sto bene. Ormai sono qui e non posso tornare indietro. Ma tu...»
 
«Vuoi dire che...cioè, sono morta anche io?»
 
«No, non ancora. Ma se resterai qui ancora a lungo lo diventerai. Ho visto la tua anima che vagava in questo posto, che è un luogo in cui si raccolgono le anime in transizione, e sono riuscito a trasportarmi qui.»
 
«Che vuol dire "anime in transizione"?»
 
«Che non sono ancora morte, ma nemmeno del tutto vive. Se un'anima riesce a tornare di là, allora è salva. Ma se non lo fa, allora...muore. Ti ho risvegliata perchè devi assolutamente tornare tra i vivi. Non devi morire Nim.»
 
«Ma...» provò a dire Nim, ma ogni parola le costava un'enorme fatica, e quasi avrebbe voluto lasciarsi andare all'oblio in cui era caduta prima che Asim la risvegliasse, senza pensieri e preoccupazioni. Le sue palpebre iniziarono a chiudersi lentamente.
 
«Nim, guardami!» Asim la scosse per le spalle, provocandole mille brividi gelidi nel corpo. Lei spalancò gli occhi. «Devi farti forza, ok? Sei molto debole, lo so, ma devi tornare nel tuo mondo. Raccogli tutte le energie che ti rimangono e concentrati.»
 
Nimhea avrebbe tanto voluto ascoltare le parole decise di Asim, ma non ci riusciva. L'unico pensiero che aveva per la testa era anche l'unica domanda a cui non sapeva risponedere. Perchè sei morto, Asim?
 
«Perchè sei morto, Asim?» gli chiese infatti. «Perchè proprio tu? Sarei dovuta morire io al tuo posto. Tu sei un ragazzo così dolce e buono, non lo meritavi...» Nimhea cominciò a piangere.
Asim le si avvicinò e la strinse tra le braccia, accarezzandole i capelli e lasciandola piangere.
 
«Nim, non dire così...era destino.» rispose lui rassegnato.
 
«Beh, il destino non aveva diritto di prendersi la tua vita.» disse tra i singhiozzi. In Asim aveva trovato un amico, un confidente, e ora semplicemente non riusciva ad accettare il fatto che fosse solo un fantasma, uno spirito. Morto.
L'unica cosa che desiderava in quel momento era dimenticare tutto e mettersi seduta vicino ad Asim, sotto un albero a  parlare di qualsiasi cosa, ridere e scherzare come se niente fosse accaduto.
Lo voleva veramente.
 
«Io rimango qui con te.» disse, mentre quei pensieri le attraversavano la testa seminando confusione, come un uragano, distruggendo le poche certezze che aveva fino a un momento prima.
 
Asim si sciolse dall'abbraccio e la guardò dritto negli occhi, improvvisamente serio.
 
«Non dire mai più una cosa simile. Tu non devi morire, hai capito? Lassù ci sono persone che ti amano e che aspettano solo che tu ti risvegli per continuare a vivere la tua vita. Tu padre, Soan...Damos.»
 
Nimhea parve riscuotersi a quel nome.
 
«Damos...» ripetè in un sussurro.
 
«Per questo ora devi concentrarti. Pensa insistentemente a qualcosa, o qualcuno, che ti tiene legata al mondo reale. Qualsiasi cosa che ti dia una speranza per vivere. Chiudi gli occhi e concentrati.»
 
Nimhea sembrò titubante, ma poi fece come Asim le aveva richiesto. Appena chiuse gli occhi, il volto di Damos le comparve davanti. Si concentrò su di lui, l'unica cosa che la teneva ancorata al mondo. Riusciva a sentirlo, la stava chiamando.
 
«Addio,» le sussurrò Asim dandole un bacio sulla guancia. «Ti voglio bene, ragazza degli elementi
 
Nimhea sorrise, sempre ad occhi chiusi. «Addio Asim, non ti dimenticherò.» e poi scomparve, lasciando l'anima evanescente di Asim sola nella luce bianca.


 
******


 
Soan era disperato. Non riusciva a concepire il pensiero che i suoi amici e sua sorella fossero morti.
Continuava a scuoterli e a piangere, senza riuscire a smuoverli. Lisante aveva ricevuto il suo messaggio e con un incantesimo era riuscito finalmente a raggiungerlo.
Aveva recitato magie su magie, formule di guarigione e chissà che altro...ma senza successo.
Poi, all'improvviso, Damos fu scosso da uno spasmo di tosse e spalancò gli occhi.
 
«Soan...» lo chiamò con voce roca.
 
«Amico, sono qui...» rispose lui, abbracciandolo e sospirando di sollievo. Almeno lui si era svegliato...
 
Faticosamente, Damos si girò verso il corpo di Nim, che giaceva a terra alla sua destra. Non si era nemmeno accorto di Lisante che, mentre stava cercando di risvegliare Tàsita, si era voltato di scatto verso di lui.
 
«Nim...» sussurrò poggiandole una mano sulla spalla e scuotendola lievemente. Vedendo che non si risvegliava, lacrime di tristezza gli scivolarono lente sulle guance, mentre il corpo veniva scosso da fremiti di rabbia.
 
«Perchè? Nimhea!» gridò furioso. «Non puoi essere morta! Non puoi...morire...» le sue parole furono interrotte dai singhiozzi sempre più frequenti, spezzandogli la voce. Lisante si avvicinò a lui. Solo in quel momento Damos lo notò.
L'uomo si accovacciò accanto a lui e gli mise una mano sulla spalla, in segno di incoraggiamento.
Ma Damos non riusciva a calmarsi. Si mise in ginocchio e si trascinò fino ad essere completamente vicino a Nimhea. Le prese il viso tra le mani, mentre le lacrime che scendevano dai suoi occhi bagnavano anche il viso della ragazza.
Continuava a chiamare il suo nome, mentre la speranza che lei potesse riaprire i suoi splendidi occhi non era ancora del tutto svanita.
Senza rendersene conto, evocò il suo potere e lo fece influire nel corpo di Nimhea, donandole un po' di ossigeno. 
Avendo la vista offuscata dalle lacrime, non si era nemmeno accorto di quelle che avevano iniziato a scorrere sul viso di Nimhea, fin quando Lisante glielo fece notare.
Anche Soan si avvicinò incredulo.
 
«Damos...» fu solo un sussurro quello di Nim, ma fu proprio quello che riaccese viva la fiamma della speranza che non aveva smesso di bruciare dentro di lui.
 
«Nimhea, Nim! Svegliati, ti prego...sono qui.» cominciò a dire.
 
«Addio Asim, non ti dimenticherò.» sussurrò di nuovo lei, lasciando i tre leggermente sbigottiti.
 
Poi, Nimhea si risvegliò definitivamente, spalancando gli occhi. Non fu sorpresa di vedere il volto di Damos non appena alzò lo sguardo, ma comunque le provocò una scossa di piacere e vitalità dentro.
Provo ad alzarsi, con un po' di fatica, ma poi ci riuscì. Damos, Soan e Lisante la aiutarono.
Non appena si fu messa in piedi, Damos la prese tra le braccia, stringendola in un abbraccio possessivo, come se temesse che potesse di nuovo svenire e non risvegliarsi mai più. Nimhea si lasciò andare, affondando tra quelle braccia che le davano sicurezza e che le trasmettevano mille emozioni.
 
«Mio Dio, Nim...temevo che non avrei più potuto abbracciarti, sentire la tua voce, perdermi nel cielo che è nei tuoi occhi...» le disse lui, sospirando di sollievo.
 
Nimhea si sorprese di quelle parole così sincere e belle, e si sorprese anche di quanto Damos sapesse farla stare meglio semplicemente dicendole parole come quelle.
Lisante e Soan si sentivano un po' a disagio ad essere spettatori di quella scena, così si allontanarono verso il corpo di Tàsita, lasciando ai due lo spazio e il tempo necessario per ritrovare il troppo tempo perso.
Soan buttò un'occhiata malinconica alla sorella. Con Lisante le avevano provate di tutte, ma lei semplicemente non respirava, e il suo cuore non batteva più. Soan voleva piangere, ma aveva finito le lacrime e ormai non ne aveva più neanche la forza.
Gli cadde lo sguardo sul corpo della Furia, poco più in là. Si stava consumando, letteralmente. Dopo la collisione delle due sfere di energia, quella evocata da Damos, Nimhea e Tàsita aveva prevalso sull'altra, grazie al bacio tra Damos e Nim. La Furia era stata investita dall'ondata di potere che l'aveva ridotta a un pezzo di carne bruciata.
Soan si avvicinò a lei e sputò sopra il suo corpo marcio.
 
«Te lo meriti, strega. Sparisci, e non tornare mai più.» le disse con una crudezza che non lo caratterizzava.
 
Intanto Damos e Nimhea si erano avvicinati a lui. Il ragazzo riservò a Shael lo stesso sguardo di disprezzo di Soan, mentre Nimhea, che avrebbe davvero voluto odiarla a morte per tutto il dolore che aveva causato, si tolse il Talismano dal collo e lo appoggiò sul petto della madre.
 
«Nim, che stai facendo?» chiesero allarmati Damos e Soan.
 
«Tranquilli,» li rassicurò Lisante. «Non la riporterà in vita.»
 
«Sto raccogliendo il potere rimasto in lei nel Talismano.» specificò Nimhea. «Così non andrà perso.»
 
Una volta che il corpo di Shael si fu rinsecchito del tutto, Nimhea raccolse l'oggetto magico.
Lo porse a Lisante, raccomandandosi di metterlo al sicuro, in caso fosse servito. Poi si girò verso la madre per un ultimo saluto.
 
«Addio. Avresti potuto essere una madre migliore. Riposa in pace.»
 
La compagnia si riavvicinò al corpo di Tàsita. Soan ebbe all'improvviso un'illuminazione. Se Damos era riuscito a risvegliare Nimhea infondendole aria nel corpo...
 
«Damos! Fallo anche con lei!» lo pregò Soan, che sembrava aver riacquistato un po' di speranza.
 
«Fare che cosa?»
 
«Infondile aria nel corpo, come hai fatto con Nimhea. So che non potrebbe funzionare, ma tentare non nuoce...»
 
Damos annuì e si chinò su Tàsita. Le prese il volto tra le mani ed evocò il suo potere, ancora debolissimo, ma forse sarebbe bastato. Restò così per qualche minuto, ma non successe niente. Poi Nimhea ebbe un'idea.
 
«Il Talismano...possiamo provare con quello.»
 
Lisante le porse l'oggetto e lei lo posò sul petto di Tàsita, cominciando a recitare la formula magica che aveva trovata scritta dietro il foglio con il disegno del Talismano.
L'amuleto cominciò a brillare, mentre la sua luce sembrava donare un colorito più acceso alla pelle della ragazza.
Dopo un minuto che sembrò lunghissimo, Tàsita aprì gli occhi, lentamente, come se si fosse appena risvegliata da una bella dormita.
 
«Che...che è successo?» chiese a bassa voce.
 
Nessuno fece in tempo a rispoderle, che Soan la stritolò in un abbraccio.
 
«Sorellina! Pensavo fossi morta...» disse sorridendo, e infondendo calore al corpo della sorella. Poi si voltò verso Nimhea. «Grazie Nim, per tutto.»
 
Soan aiutò Tàsita a rimettersi in piedi, la quale abbracciò Nimhea e Damos appena ebbe riacquistato l'equilibrio.
 
«Grazie, davvero. Senza di voi, probabilmente sarei ancora rinchiusa dentro quella gabbia, o peggio, sarei morta...siete fantastici e non vi ringrazierò mai abbastanza.»
 
«Grazie a te, Tàsita.» le disse Nimhea sorridendo, mentre Damos incrociava le dita con le sue.
 
«Allora, ragazzi, siete pronti per tornare a casa? Dheea e Saffiyah saranno ansiose di rivedervi.» disse Lisante sollevato. Ora che tutto si era sistemato, non vedeva l'ora di arrivare a casa coi suoi ragazzi e riposare.
Cosa che, naturalmente, volevano anche loro. Erano tutti stremati e al limite delle forze dopo la battaglia.
Lisante disse loro di prendersi per mano e di chiudere gli occhi. Avrebbe fatto un incantesimo e avrebbe trasportato tutto il gruppo ad Aretha, dove li attendevano Dheea e Saffiyah.
Ihl, us erat gyu dubh ka elles...prese a dire Lisante.
 
Quando riaprirono gli occhi, si ritrovarono nel salottino delle casa di Lisante. Dheea e Saf erano sedute sul divano e, quando si accorsero di loro, scattarono all'impiedi e corsero ad abbracciare tutti, Nimhea compresa. Finalmente si era guadagnata anche la loro fiducia. Damos e Soan furono molto felici di rivederla e presentarono loro anche Tàsita. Dheea e Saffiyah rimasero molto sorprese di scoprire che Soan aveva una sorella, ma si ripresero subito e accolsero anche lei calorosamente, facendola sentire a casa.
Poi, dal divano si alzò anche una terza persona, che nessuno aveva notato prima.
 
«Nimhea...sono felice che siate tornati sani e salvi.»
 
La ragazza si girò e incontrò lo sguardo del padre. Kornel le sorrise, un sorriso un po' tirato a dir la verità, perchè temeva che sua figlia non avrebbe voluto parlargli. Invece, al contrario delle sue aspettavtive, Nimhea corse ad abbracciarlo, felice che suo padre fosse lì con loro a condividere quel momento di gioia.
 
«Padre! Mi sei mancato.» gli disse mentre lo abbracciava.
 
Kornel non poteva essere più felice. «Anche tu, figlia mia.»
 
Quando si staccarono, videro che tutti stavano sorridendo. Erano come un'unica famiglia ormai.
Poi Dheea e Saffiyah decisero che fosse il momento giusto per raccontare della scomparsa di asim, scusandosi per aver rovinato un momento di felicità; subito sui volti di tutti la tristezza prese il sopravvento, ma cercarono di farsi forza. Nimhea allora si fece forza e raccontò del suo incontro con Asim nel Limbo.
Inutile dire che tutti la guardarono come se fosse un fantasma, e quando lei diede segno di volersi mettere a piangere, Damos la abbracciò, rassicurandola.
Passarono qualche minuto in silenzio, nel quale tutti, chi più chi meno, pensò a quel buon ragazzo che era stato Asim.
 
«Sto bene, non c'è motivo di piangerci ancora su. Asim non avrebbe voluto vederci così.» disse Nimhea asciugandosi gli occhi.
 
Tutti le sorrisero. Soan però, non era ancora del tutto soddisfatto. Mancava una persona, a parte Asim, in quel salotto.
Una persona a cui aveva promesso di tornare appena fosse finito tutto.
Come se gli avesse letto nel pensiero, Damos diede voce ai suoi pensieri.
 
«Dovresti andare da Amira...o perlomeno inviarle un messaggio magico per farle sapere che stai bene.»
 
«Oh, giusto!» Saffiyah sembrò come essersi risvegliata. Le parole di Damos le fecero tornare in mente il messaggio che aveva inviato ad Amira due giorni prima.
«Ho già contattato io Amira. Ha detto che sarebbe venuta qui col cavallo. Dovrebbe essere già arrivata da qualche ora...»
 
Quella frase parve preoccupare Soan. Tàsita, che fino a quel momento era rimasta in silenzio, si intromise nella conversazione.
 
«Scusate, ma chi è Amira?»
 
Soan arrossì dalla punta dei piedi all'attaccatura dei capelli. Gli altri risero.
 
«E' la sua ragazza.» disse Damos sornione, con un sorriso enorme. Tàsita scoppiò a ridere e abbracciò il fratello, felice per lui.
 
«E bravo fratellino...»
 
Proprio in quel momento, qualcuno bussò alla porta. Dheea corse ad aprire, gridando «E' lei sicuramente!»
E infatti, quando l'uscio fu completamente aperto, tutti riuscirono a vedere la ragazza bionda che sembrava davvero in difficoltà ad entrare. Dheea la prese per mano e la trascinò dentro.
Non appena ebbe messo piede dentro casa, Soan corse ad abbracciarla, incurante dell'occhiata maliziosa che gli riservò la sorella. Tutto quello che desiderava era stringere fra le braccia la sua amata.
 
«Amira!» esclamò pieno di sollievo! «Quanto mi sei mancata!»
 
Lei rise. «Anche tu, Soan. Sono felice che tu sia vivo.»
 
Soan le prese il viso tra le mani e la baciò. Da quanto desiderava farlo! Tutti cominciarono ad applaudire e fischiare e ridere, mentre i due sembravano non sentirli nemmeno.
Damos passò un braccio intorno alle spalle di Nimhea, attirandola a sè, mentre osservavano i due ragazzi che si erano ritrovati.
 
«Beh, siamo felici per voi, ma non è che dovete attirare tutta l'attenzione solo perchè siete una coppia felice!» rise Saffiyah, scatenando l'ilarità di tutti gli altri.
 
Soan scoppiò a ridere e poi lanciò un'occhiata a Damos, intimandolo di dichiararsi pubblicamente a Nimhea.
Il ragazzo lesse negli occhi dell'amico quello che lui gli voleva dire e arrossì leggermente.
 
«Non lo farò mai,» disse Damos rivolto a Soan, che stava per scoppiare a ridere, «è troppo imbarazzante.»
Soprattutto davanti al padre di Nimhea, aggiunse mentalmente.
 
«Beh, se trovi imbarazzante questo, allora dovevi vedere te stesso piangere. Quello si che è imbarazzante.»
 
Damos sgranò gli occhi, incredulo che Soan avesse detto una cosa del genere ad alta voce. Tutti lo stavano osservando.
Non riuscendo a trattenersi, Soan scoppiò a ridere, sotto lo sguardo basito di Damos.
Anche Nimhea rideva, perchè ricordava bene il volto rigato dalle lacrime di Damos, e nonostante fosse sfigurato dalla tristezza, la ragazza aveva pensato che non ci fosse niente di più bello.
 
«Taci, Soan. Ti odio.» disse Damos, ancora sconvolto.
 
«Non ascoltarlo, eri bellissimo.» gli disse Nimhea facendogli l'occhiolino. A quel punto, Soan stava davvero piangendo dal ridere. Nella stanza si levò un "Oooh" generale, seguito da risolini e facce stupite. Kornel si schiarì la voce. Era il suo primo giorno da padre e già doveva assistere a una scena del genere? Scosse la testa divertito.
 
«Che ci siamo perse?» domandò Dheea.
 
«Oh, un sacco di cose.» rispose Nimhea. 
 
Poi, voltatasi verso Damos, gli strinse le braccia intorno al collo e lo baciò.
Quello si, che era un bacio. Non quello che si erano scambiati quella notte nella foresta per salvarsi dal potere della Furia, e nemmeno quello dello scontro finale.
Quello era il loro primo vero bacio, voluto da entrambi e desiderato così a lungo, che le persone nella sala dovettero aspettare un po' prima di vederli separarsi.
Finalmente, ogni persona in quella piccola stanza poteva dire di essere a casa.

 
FINE.














OH MIO DIO. NON CI POSSO CREDERE DI AVERE APPENA MESSO LA PAROLA "FINE" A QUESTA STORIA.
Sto per piangere, davvero. Come farò d'ora in poi senza le vostre bellissime recensioni?
Come farò senza Nimhea, Damos e gli altri? Ormai sono entrati a far parte della mia vita...mi sembra strano che sia finito qui.
Insomma, è quasi un anno che porto avanti questa storia, e a questo punto non so davvero cosa dire.
Innanzitutto, mi scuso per l'enorme ritardo con cui ho postato questo capitolo e tutti gli altri, ormai ci avrete fatto l'abitudine!
Poi, vorrei ringraziarvi davvero di cuore per le recensioni che avete lasciato a questa storia.
Soprattutto ringrazio le persone che l'hanno letta :)

Grazie a chi l'ha messa tra le PREFERITE:

Ailea Elisewin
Ayla_
babykaix813
dubhe01
erika95
feli_99
kiavez
Rose of Blood
Sophie 88
prueharry


Grazie a chi l'ha messa tra le RICORDATE:
kiavez
ShirleyNY


Grazie a chi l'ha messa tra le SEGUITE:
Aelle Amazon
Ariel Bliss Russo
Chicca17
DreamKun
erika95
FherEyala
Giuli_97
Ketje_97
kiavez
Krystal Darlend
LoveForHachi
Lucy_Bastet
Miwako Honoka
MorganaEraPazzia
Secretly_S
ZigghyChannel


Un grazie speciale a FherEyala, che ha recensito ogni capitolo di questa storia, e che mi ha aiutato sempre con le sue bellissime recensioni e i suoi consigli. ;)
Vi ringrazio per le numerosissime visite in ogni capitolo, sono davvero tante e mi fa piacere pensare che così tante persone hanno letto la mia storia!
Queste sono assolutamente le note più lunghe che abbia mai scritto, ma andavano fatte, perchè ognuno di voi che ha letto questa storia si meriterebbe un ringraziamento a parte.
A quasi un anno dall'inizio della storia, posso ritenermi abbastanza soddisfatta del risultato.
All'inizio era solo un esperimento, per vedere se a qualcuno piaceva come scivevo e per mettere alla prova me stessa. Poi mi sono appassionata e ho cercato di impegnarmi di più.
Ammetto che non è il massimo della bellezza il mio racconto, e so che devo migliorare ancora molto. Ma mettendo fine a questa storia, una parte di me si sente realizzata per esserci riuscita.
Non pensavo che sarei mai giunta all'ultimo capitolo. E invece eccomi qui, e sicuramente in parte è merito vostro, cari lettori.
Spero che la mia storia vi sia piaciuta, e spero anche di non avervi deluso con questo utlimo capitolo.
Grazie per avermi accompagnato in questo viaggio (wow, che frase *w*) :D
Spero di rivedervi nella mia prossima storia!
Un bacione pieno di gratitudine,
Dafne Rheb Ariadne. :')


 
   
 
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