Serie TV > Streghe
Segui la storia  |       
Autore: lanterna_    19/01/2013    3 recensioni
[dal primo capitolo] Vedete, il problema di essere un Halliwell è proprio questo: tutti si aspettano sempre grandi cose da te – il che può anche essere una passeggiata se ti chiami Wyatt, visto che lui riesce a sterminare quindici Demoni in altrettanti secondi (secondi, capito? Non minuti, ore o anni. Secondi!), ma per me la cosa non è ugualmente semplice. [...]
Sono vivo. E non conosco nessuna Bianca. E Wyatt non è malvagio, è solo il solito fratello impossibile da raggiungere.
Non è malvagio, non è malvagio, non è malvagio...
{Chris/Bianca}
Genere: Azione, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bianca, Chris Halliwell, Un po' tutti, Wyatt Matthew Halliwell
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

VI capitolo:
Ovvero
Perché le nostre cene di famiglia non sono propriamente il massimo




Non ho mai saputo a chi rivolgermi per le mie ‘questioni di cuore’.

Sì, insomma, potrei parlarne con papà o con mamma, ma giuro che non resisterei mai all’imbarazzo. Preferirei nascondermi negli Inferi minacciato da un’infinità di Demoni piuttosto che affrontare con loro questioni del genere. Quindi... beh, diciamo che i miei genitori sono da escludere.

Poi c’è mio fratello. Figurarsi, non gli chiederei un consiglio nemmeno se fosse l’ultima persona sulla faccia della Terra. Non che non sia ferrato in questo campo – ricordate la sua Pauleen, sì? –, ma dubito che il mio complesso d’inferiorità reggerebbe di fronte a una richiesta d’aiuto tanto esplicita.

Ci sarebbe zia Paige, ma ho sempre l’impressione che mi giudichi sotto quelle sue sopracciglia arcuate e parlare con lei di questioni tanto delicate mi mette subito a disagio. Per non parlare dello zio Henry: è forse lo zio con cui ho meno confidenza.

Zia Phoebe è da escludere a priori. Vedete, lei è un’Empatica, quindi sa quello che vuoi dirle ancor prima che lo sappia tu. Oltre a irritarmi parecchio, mi fa sentire troppo esposto, troppo vulnerabile.

Infine c’è lo zio Coop. Fra tutti, forse è lui il più indicato. È un Cupido, il che significa che d’Amore se ne intende. E a parte tutto, è abbastanza riservato per non fare domande scomode o per usare i suoi poteri su di me, perciò posso parlargli liberamente senza paura di essere giudicato.

Quindi, ammettendo che dovrei rivolgermi a lui... ora mi resta solo da pensare a cosa accidenti potrei chiedergli.


 


«Zio Coop, vorrei parlarti un secondo.»

«Chris, che sorpresa! Certo, entra!»

Faccio un cenno con la testa mentre mio zio si sposta lasciandomi passare, per poi seguirmi nel soggiorno di casa sua.

«Come va?» mi chiede.

Mi indica il divano con un sorriso e io mi siedo, cercando di sorridere a mia volta. Credo mi sia uscita più una smorfia che altro, a dir la verità.

«Io... bene, grazie.»

Lo zio Coop solleva un sopracciglio, ma non commenta. «Allora, di cosa dovevi parlarmi?»

Si siede di fronte a me su una poltrona bianca e io fisso il mio sguardo sulle mattonelle del pavimento.

A dir la verità, neanch’io so bene cosa ci faccio qui. Non ho ben chiaro nella mia mente cosa chiedergli.

«Ecco, zio, vedi...» inizio, ma vengo subito interrotto.

«Ciao pa’!» saluta infatti mia cugina Prue, appena apparsa alla maniera dei Cupidi: il cuore gli si illumina di un’inquietante – almeno secondo il mio parere – luce rosata.

«Prue! Che ci fai qui?» chiede mio zio, lanciandole uno sguardo sorpreso.

Lei alza le spalle. «Mancava la professoressa. Pare che uno studente le abbia fatto un altro scherzo e l’abbia trasformata in un cane. Andava in giro per i corridoi della scuola continuando ad abbaiare, non so proprio come abbiano fatto a capire che era lei!» racconta Prue, poi si volta e finalmente mi nota.

«Chris!» mi saluta quindi, venendomi incontro per abbracciarmi.

Ricambio l’abbraccio con un sorriso. «Era da un sacco che non ci vedevamo, cuginetta!»

Lei fa una smorfia sentendo il diminutivo, e io non posso fare a meno di ridere della sua faccia.

Prue è probabilmente la mia cugina preferita. È divertente e spiritosa e giocavamo insieme fin da piccolissimi. Il suo unico difetto è che è fin troppo perspicace: riesce a capire cosa pensi o cosa provi solo guardandoti in volto. Credo sia dovuto al fatto che è figlia di un Cupido e anche di un’Empatica, ma a volte mi irrita alquanto.

«Quante volte ti ho detto di non chiamarmi così? Ho pochi anni meno di te, non sono una bambina!» cerca di difendersi, ma non ottiene altro effetto se non quello di farmi ridere più forte.

Mette su un finto broncio, poi però sembra colta da un’illuminazione. «Ma che ci fai qui, Chris?»

Mi sento arrossire come un idiota sotto il suo sguardo penetrante e cerco di inventarmi una balla al volo. Per fortuna, interviene mio zio a salvarmi. «Zia Piper ci ha invitati a cena, non è vero, Chris?»

Annuisco e cerco di mettere su la mia faccia più convincente, ma Prue non sembra berla. Scandaglia attentamente il mio volto con lo sguardo, le sopracciglia alzate fino all’inverosimile in un’espressione dubbiosa, prima di decidere di fingere che c’ha creduto. «Non vedo l’ora!» annuncia con un sorriso. «Vengono anche zia Paige e gli altri?»

«Ehm, stavo giusto per andare a chiederglielo! Allora ci vediamo stasera, eh?»

«Ciao Chris!» mi saluta Prue, lasciandomi un piccolo bacio sulla guancia.

Mi avvio verso la porta sperando che non facciano domande sul perché non orbito. Per fortuna, entrambi sembrano comprendere che è meglio non chiedere.

Esco sul pianerottolo e chiudo la porta dietro di me, assicurandomi che loro non possano vedere nulla. Quindi prendo un paio di respiri profondi prima di decidermi ad orbitare a casa. Appaio in cucina solo dopo qualche secondo, spossato come se avessi corso una maratona. Mi appoggio al tavolo e regolarizzo il mio respiro affaticato, dopodiché vado in soggiorno per avvertire mamma che a quanto pare stasera a cena avremo ospiti.

Mamma mi ucciderà, decisamente.



Siamo tutti seduti a tavola.

Io, Wyatt e Meg, i miei genitori, i miei zii, i miei infiniti cugini e anche Pauleen e Leanne.

Sorprendentemente, mia madre ha deciso di non uccidermi per aver organizzato una cena con i parenti senza averla prima consultata, ma anzi mi ha detto che ho avuto proprio una bella idea, visto che era da tanto che non stavamo tutti insieme, e alla fine ha deciso di invitare anche Pauleen e Leanne.

Lancio appena uno sguardo a mio fratello e alla sua ragazza. È tutta la serata che si scambiano sguardi sdolcinati e carezze. Sono disgustosi.

Wyatt e Pauleen si conoscono da moltissimo tempo. Sette anni, credo. Si sono incontrati per la prima volta alla Scuola di Magia: il mio geniale fratellone aveva ricevuto il compito di farle da tutor, perché lei non riusciva a sfruttare bene i suoi poteri e a scuola andava malissimo. Erano diventati subito amici, ma era stato solo quando Pauleen si era messa con quel Jess che Wyatt aveva capito di amarla. Aveva dovuto aspettare due anni prima che i due si lasciassero e poi gli ci erano voluti altri cinque mesi prima di riuscire a dichiararsi.

Stanno insieme da allora, e io decisamente non riesco a capire come dopo tutto questo tempo ancora non si siano stancati di carezze e roba varia. Mi fanno venire il vomito.

Decisamente non è così che io vedo l’Amore. Sì, non l’ho mai provato davvero, ma in un rapporto io cerco passione e desiderio, sfrontatezza e vitalità. Non certo baci e abbracci.

Il viso di Bianca mi appare prima che io possa fare qualunque cosa per impedirlo, ma è un’immagine fugace e sparisce subito, provocandomi un rossore improvviso alle guance. D’un tratto fa caldissimo qui dentro.

Ora basta. Devo assolutamente parlare con zio Coop e chiarirmi le idee.

Mangio più in fretta che posso, quindi rimango deluso non poco quando noto che invece i miei parenti devono ancora finire più della metà dei loro piatti. Mio cugino Henry Jr. sta piluccando il suo pollo con una faccia mezzo disgustata e mastica con una lentezza estenuante.

Passa almeno un’altra mezzoretta prima che tutti quanti finiscano di mangiare, dopodiché mamma comincia a sparecchiare aiutata dalle zie e finalmente noi altri ci trasferiamo in soggiorno, cosicché ho l’occasione di prendere da parte mio zio.

«Chris! Sì, dimmi pure.»

Annuisco mentre mi appoggio alle scale e chiudo gli occhi.

Ho pensato a cosa chiedergli per tutto il giorno. Una domanda che sembrasse abbastanza innocente, che non gli permettesse di capire troppo, ma che potesse comunque aiutarmi a stabilire un po’ d’ordine nella mia testa.

«Ecco, zio...» comincio, riaprendo gli occhi e cercando di guardarlo dritto in volto per non far vedere quanto mi sento stupido in questo momento. «Volevo sapere... come... come fai a capire di essere innamorato di una persona?»

Mio zio mi lancia uno sguardo sicuro e professionale, come se si sentisse rivolgere domande del genere ogni giorno. E probabilmente è vero.

«In realtà, vedi, non c’è una regola generale. La cosa cambia da persona a persona. C’è gente a cui basta un attimo per innamorarsi: guardano negli occhi una donna e, puf, sono perdutamente innamorati! Altri invece ci mettono mesi, anni, perché non riescono a lasciarsi andare e sprecano la vita a rimuginare sul come e sul perché, piuttosto di agire. Ma se sei davvero innamorato di qualcuno, non importa come, alla fine te ne accorgi. C’è un momento in cui lo capisci e basta e da allora la tua vita cambia per sempre. L’Amore non ha schemi fissi o leggi prestabilite, perché ogni relazione è diversa, ogni persona è diversa. L’unico fatto uguale per tutti è che se due persone sono destinate a stare insieme, alla fine ce la fanno!»

Detto questo mio zio mi rivolge un breve occhiolino e raggiunge gli altri, lasciandomi solo ad assorbire tutto ciò che mi ha detto per poi elaborarlo.

Ma prima che il mio cervello cominci a ragionare, Leanne si presenta davanti a me con un luccichio determinato negli occhi verdi. «Allora, Chris, poi hai scoperto qualcosa sulla donna che mi ha attaccato? Quella pista che mi dicevi si è rivelata giusta?»

Annuisco appena. Parlare di Bianca mi risulta difficile, ma lei deve sapere. «Sì, si chiama Bianca e anche lei è una Fenice.»

«Come lo sai?»

«Io... non è importante» rispondo scuotendo la testa. Spero che non insista. «Piuttosto, io credo che forse è proprio di questo che parlava quando ha detto di volersi vendicare. Se anche lei è una Fenice, probabilmente vuole fartela pagare per aver ucciso la sua compagna.»

Leanne annuisce, l’espressione rabbuiata. «Sì, penso tu abbia ragi–»

Non riesce a terminare la frase perché sentiamo un urlo provenire dalla cucina. Sento una paura folle impossessarsi di me e lancio uno sguardo terrorizzato a Leanne, prima di precipitarmi verso la fonte del grido.

Sono il primo ad arrivare in cucina, dove mia madre sta affrontando da sola cinque Demoni. «Mamma!» ruggisco, e istintivamente faccio un gesto per lanciare il tavolo contro due di loro, ma questo si solleva appena da terra e poi ricade come se nulla fosse, lasciandomi completamente senza forze.

«Chris!» strilla di rimando mamma. Si distrae per un attimo, e io vorrei avvertirla, fare qualcosa, ma sono impotente senza i miei poteri e il tempo sembra accelerare la sua corsa mentre uno dei Demoni la pugnala da dietro con un coltello appena comparso fra le sue mani.

Il grido d’orrore mi rimane intrappolato in gola mentre guardo mia madre cadere lentamente a terra emettendo un solo gemito.

«NO!» strepita invece mio fratello dietro di me, appena arrivato insieme ai miei zii e ai miei cugini.

Dopodiché tutto sembra andare a velocità doppia, accade tutto in un secondo: zia Paige e zia Phoebe intervengono subito. «Coltello!» chiama la prima, e il coltello che prima era appoggiato sul lavello va subito a trafiggere uno dei Demoni. Zia Phoebe invece fa un salto pazzesco aiutata dalla Levitazione e dà un calcio a un altro Demone, mandandolo a schiantarsi contro il tavolo.

«Excalibur!» invoca quindi mio fratello, e la sua fedele spada gli appare fra le mani, trafiggendo poi i tre Demoni rimasti uno dopo l’altro.

No, ne uccide solo due. L’altro, ancora dietro la mamma, il suo sangue caldo fra le dita, ride beffardo quando Excalibur prova ad attaccarlo e istantaneamente un piccolo amuleto che porta al collo e che prima non avevo notato si illumina, circondandolo con un luce bianca che ferma la spada.

Non riesco neanche a capacitarmi dell’impossibilità della cosa. Mai niente aveva fermato Excalibur prima d’ora.

Mi volto verso mio fratello cercando una spiegazione, e mi sembra di notare che le sue pupille sono diventate bianche per un attimo. Ma nessun altro pare farci caso, quindi dev’essere stata solo una mia impressione.

Mi giro nuovamente verso il Demone, ansioso di fare qualcosa. Forse mamma può ancora... ancora essere salvata... Devo intervenire, anche senza Magia, fare qualunque cosa...

Ma è troppo tardi. Ho giusto il tempo di dargli un’ultima occhiata – i suoi occhi neri risultano ardenti come brace sul brutto muso dalla pelle rossastra – prima che il Demone si smaterializzi portando via la mamma.

Il mio cuore sembra fermarsi nel petto. Sgrano gli occhi.

Se n’è andato. Non posso più fermarlo.

Fatico a concepire la cosa. Non si può tornare indietro. È successo davvero. Non ci sono altre soluzioni.

Il mondo sembra fatto di budino mentre mi volto lentamente verso mio fratello. Ogni piccolo movimento mi costa una fatica immane e le mie gambe hanno la consistenza della gelatina.

Per una volta, sono contento di essere il fratello mediano. Mi aspetto che ora Wyatt mi rassicuri, che mi sorrida e mi dica che andrà tutto bene, che ci penserà lui con la sua super forza a sistemare tutto.

Ma ha il volto congelato in un’espressione sbigottita, come se anche lui non avesse ancora realizzato cosa è appena successo.

Allora getto un’occhiata a mio padre e il mondo mi crolla addosso quando noto le lacrime che inondano i suoi occhi. Lui che è sempre stato la mia roccia, il mio sostegno... ora piange come un bambino.

Può significare solo una cosa. È successo davvero. Piper Halliwell, una delle Streghe più potenti mai esistite, la più grande del Trio... mia madre... è morta.

Morta.

No, non è possibile. Lei era – è! – troppo forte per poter essere sconfitta così facilmente.

Infatti è stata colpa tua, Chris, sussurra maligna una voce nella mia testa. Tu l’hai distratta, non fosse stato per te, se la sarebbe cavata come al solito.

Il cuore sembra volermi esplodere nel petto dopo questa rivelazione. Un’ondata di dolore mi avvolge e nulla ha più senso mentre guardo mio fratello e noto delle lacrime bagnargli le guance.

«Perché?!»

Wyatt deve averlo urlato, ma alle mie orecchie arriva come da molto lontano, un suono ovattato e confuso. Per questo all’inizio non mi accorgo che non è stata un’imprecazione gettata al vento, ma un grido rivolto esclusivamente a me. «Perché non hai fatto nulla?! Sei stato il primo ad arrivare, come hai potuto stare semplicemente qui a guardare senza fare niente?» continua ad abbaiarmi contro, e per la prima volta noto in lui l’ombra del Wyatt dei miei incubi. Ha lo stesso sguardo arrabbiato, ricolmo d’odio.

Non so cosa dire, come reagire. Sono spossato per la magia che ho tentato di utilizzare e che mi ha tolto ogni forza, per tutto quello che è successo, perché sono consapevole che le parole di Wyatt sono vere, dalla prima all’ultima, e per l’espressione che Wyatt mi rivolge e che mi causa un terrore istintivo, provocato dal sovrapporsi nella mia mente e nel mio cuore del fratello che mi ritrovo di fronte ora con quello malvagio dei miei sogni.

Credo di balbettare qualcosa, ma neanch’io sarei in grado di dire cosa.

Il mio cervello sembra andare a rilento, una nebbia si solleva nella mia testa, impedendomi di capire, di realizzare quanto accaduto.

«Ora basta, Wyatt. Non è stata colpa di Chris» interviene quindi mio padre. Ma ha una voce stranamente tremante, non gliel’ho mai sentita prima. Non piange più, però i suoi occhi esprimono un dolore inimmaginabile.

In compenso, mi accorgo solo ora di altri singhiozzi. Mel sta piangendo a dirotto abbracciata a papà, mentre le mie zie urlano e sono scosse da continui tremiti. I miei cugini, invece, sono incapaci di reagire come lo sono io. Fissano tutti il vuoto, gli occhi sgranati dall’incredulità. Tutti tranne Prue, che oltre al suo dolore sembra avvertire quello di tutti noi ed è quindi piegata in due, il volto stravolto.

Vorrei dire qualcosa, qualunque cosa. Scusarmi, innanzitutto, invocare una giusta punizione che in qualche modo rimetta a posto le cose, attivarmi per cercare la mamma, per prendere il Demone che l’ha portata via e riportarla qui, perché, andiamo, è impossibile che sia davvero morta e probabilmente sta solo aspettando che andiamo a salvarla... ma la mia gola è secca e quando provo a parlare mi esce nuovamente solo una serie di balbettii confusi e senza senso.

Wyatt scuote la testa di fronte a me e sembra pronto a scagliarmi una sfera d’energia – e giuro che in questo momento l’accetterei volentieri –, ma Pauleen gli posa delicatamente una mano sulla spalla e questo ha un effetto immediato su di lui: Wyatt rilassa i lineamenti del volto e alla fine si limita a lanciarmi un altro sguardo d’odio per poi orbitare via, scomparendo alla vista.

«Chris, sarà meglio che tu vada a riposare. Anche tu, Mel.»

Annuisco come in trance alle parole di mio zio Henry, senza averle davvero ascoltate.

Tutti i miei sensi sembrano essersi ridotti al minimo, ogni percezione del mio corpo è alterata.

Ci metto un po’ per capire davvero quello che ha detto mio zio e poi ad andarmene a riposare.

Probabilmente questo è solo un altro dei miei incubi. Quando mi sveglierò sarà di nuovo tutto normale e io mi ritroverò sudato nel mio letto.

Non c’è niente che non vada.

Orbito quindi in camera mia, senza rendermi conto di che pessima idea sia. Ci metto parecchi secondi per riapparire dall’altra parte e poi non riesco a fare nulla, perché cado immediatamente svenuto.



Note dell’Autrice:


Ehm... ok, sì, lo so!

Sono in ritardo, ma giuro che la scuola mi sta uccidendo! In questa settimana non ho avuto un secondo di pace – mannaggia a me e a quando ho scelto il classico -.- –, quindi aggiorno solo ora. Ne approfitto anche per chiedervi da ora in poi di avere un po’ di pazienza, perché ormai non so più con quale frequenza aggiornerò, ma sicuramente non ogni sei giorni: l’ispirazione c’è, e anche tanta, ma il tempo no purtroppo ç_ç

Detto questo... il capitolo!
Dite la verità: non ve lo aspettavate, vero? Uhm, ma Piper sarà davvero morta? Rivedremo ancora quel Demone dal muso rosso? E cosa c’entra in tutto questo quello strano amuleto? Tutto questo ed altro ancora nelle prossime puntate (xD)!

Ora, passiamo come al solito ai dovuti ringraziamenti. Io vi adoro, sul serio. Anche voi, lettori silenziosi che, pur non commentando o altro, mi spingete sempre a scrivere <3 E ringrazio sempre emma e cida, quelle due anime pie che non mancano mai di recensire e mi riempiono il cuore di gioia ogni volta! Grazie mille :)


Lanterna_
  
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Streghe / Vai alla pagina dell'autore: lanterna_