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Autore: RebelleDawn    19/01/2013    1 recensioni
Il Governo Mondiale è ora in mano all'élite, ottenuto da essa con un violento colpo di stato.
Le masse ora sono nelle mani dell'esercito, sono controllate con ogni mezzo possibile.
Tutte le manifestazioni tarpate con la violenza e punizioni esemplari.
I ragazzi ribelli vengono mandati in dei collegi militari.
Alexander è uno di questi.
Ora lui dovrà fare i conti con il Governo.
Benvenuti nel suo inferno.
Genere: Azione, Dark, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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IV
Gods and Monsters

 
Il Collegio Correzionale Internazionale era stato costruito nel 2029 a seguito di un Mandato del Nuovo Governo.
Progetto fortemente voluto dall’attuale Preside del suddetto, Alain Claude, venne ideato già negli anni 2012/2013 prima dell’Instaurazione NWO, durante la Grande Preparazione.
Situato al confine tra gli Stati Uniti d’America e il Canada, è difficile da trovare, localizzato in mezzo alla foresta e nascosto dai grandi alberi.
Comprende uno spazio di circa 2000 kilometri quadrati, adibiti la maggior parte a prati e parchi in stile vittoriano e piazzette con fontane e statue barocche.
All’interno di esso nel 2030  furono inseriti due edifici: il Collegio vero e proprio e la Mensa.
Entrò in uso il 1° settembre 2031, e all’interno di esso vennnero scelti tramite Bando Governativo 50 Funzionari aventi già almeno 5 anni di servizio per il Nuovo Governo, con competenze pedagogiche e\o laurea NWO. Di questi 50, 25 erano uomini e 25 donne. Questi furono chiamati Riformattatori, da “riformattare”, ovvero “ridimensionare”, “ripredisporre”.Essi nacquero prima come una sorta di insegnante, in seguito divennero dei veri e propri tutor legali.
Vennero selezionati altri 50 Funzionari, per svolgere varie Mansioni, tra cui 10 Camerieri, 5 Cuochi, 10 Segretari, 25 Consiglieri Collegiali.
[…]
Alain Claude, grande amico dei Nuovi Governi, influenzò tantissimo la filosofia New World Order, e molti dei suoi principi governativi si trovano nel suo trattato Governments  e in seguito utilizzati nel Regolamento del Collegio. Ad esempio, “i maschi e le femmine devono essere separati durante l’apprendimento e la riabilitazione per evitare disagi o distrazioni dalla disciplina, e bisogna limitare gli incontri tra coetanei in età adolescenziale  dello stesso sesso, per non creare fenomeni di omosessualità et similia”, “i riabilitanti devono essere costantemente seguiti e mai lasciati incustoditi per far in modo di non formare gruppi che possono divenire pericolosi” (
Governments, Capitolo XXIII, paragrafi 7-9)
L’intento principale di Claude, nel creare il Collegio Correzionale Internazionale, era quello di racchiudere insieme i soggetti minorenni causanti destabilizzazioni sociali, ribellioni, dimostrazioni violente contro il nuovo governo e istigazione alla violenza, per rieducarli e renderli pacifici.
Negli anni, si è stimato che nel Collegio siano passati più di 1200 ragazzi e ragazze da ogni parte del mondo e che negli anni il flusso dovrebbe restare stabile.
Il periodo di rieducazione è, nella maggior parte dei casi, a discrezione del Tutore di ogni Studente o dei Consiglieri. Nel caso in cui il soggetto compia nel suo Arco di Riabilitazione la maggiore età, viene espulso dal Riformatorio e mandato nel Penitenziario Rieducativo.
Lo statista Charles Burton attribuisce al Collegio l’80% dei casi di buona riuscita, in cui, ovvero quando ilSoggetto viene riabilitato entro la maggiore età ed espulso entro due anni.
[…]

(De nova historia, di Adelia Thesson \ Capitolo IV La Rieducazione, paragrafi 3-4)

 
 

Il ticchettio dell’orologio sembrava un rintocco di campana in quella stanza.
Avevo ritrovato quel vecchio Cartier dentro la borsa, infilato in mezzo ad un paio di t-shirt.
Apparteneva a Martin John Lauren, mio nonno, ma probabilmente risaliva a molti anni prima.
Aveva un cinturino di pelle rossa e il quadrante bianco con le lancette dorate.
Chiunque avesse frugato nella Keepall non era stato molto attento.

Jesse arrivò puntuale, e sveltamente misi l’orologio dentro la tasca.
Non si sa mai.
Negli altri fogli che la Riformattatrice mi aveva dato in Mensa vi erano elencate tutte le regole del Collegio e i miei orari delle Lezioni settimanali.
Però non erano mai segnalate ore di svago o qualunque altra attività oltre a Lezioni su Lezioni.
Strano, eh.
<< Beh, che ci fai ancora lì sdraiato nel letto? Alza le tue chiappe reali e muoviti! >>.
La mia reazione non si fece attendere.

Nel corridoio si presentò la stessa situazione di prima. Un altro Appello.
E che palle.
Di fianco a me vi era di nuovo Richard. Per una frazione di secondo mi parve sorridesse.
Devo avere le allucinazioni.
Finito quello strazio, raggiungemmo il Salotto e la Riformattatrice di quel pomeriggio aprì la porta di sinistra. Si parò di fronte a me un altro corridoio, simile a quello delle Stanze private, però sulle porte vi erano non numeri ma i nomi altisonanti delle Materie Collegiali.
La prima recava incisa a lettere dorate la dicitura: STORIA DELL’UMANITA’.
Già con un nome così pomposo nella scuola a New York, avrei preferito mille volte manifestare e saltare le lezioni.

Entrammo compatti e silenziosi. L’Aula era grande e spaziosa, e aveva le finestre. Sembrava una piccola aula universitaria, con i banchi a gradinata e un grande proiettore sul muro.
Non c’erano ragazze ma c’erano tutti i ragazzi del Collegio.
Ne dedussi che i due sessi erano divisi e non vi era un sistema di classi o livelli.
Tutti seguivano le stesse lezioni.
Mi sedetti in una fila centrale e al mio fianco mi ritrovai Richard.
Stavolta lo avevo visto e non immaginato.
Mi aveva sorriso.
<< Pronto a sorbirti la lezione più pallosa della tua vita? >> la sua voce era divertita.
<< Cosa? >>.
<< Riesci a capire le mie parole? La 12 è la donna più antica e rincoglionita sulla faccia della terra! >>.
<< 12? Non ha un nome? >> chiesi con voce scattante.
<< Nessuno lo sa, pochi Riformattatori svelano il loro nome, gli altri perlopiù hanno sempre un passato misterioso .. >> la sua voce venne interrotta da un rumore di tacchi.
Nella sedia della scrivania in onice si sedette una donna vecchia, con un caschetto di capelli brizzolati grigi e un volto rugoso incorniciato da degli occhiali a lente tonda.
Tossì e parlò con voce gracchiante:
<< Bene, bene, abbiamo un nuovo studente da oggi. Alexander … Lauren … non sarai mica figlio di Arthur Lauren l’avvocato? >>.
Sentii tutti gli sguardi dei ragazzi improvvisamente su di me, come se qualcosa li avesse risvegliati dalla loro apatia.
Balbettai a voce molto bassa : << Sì, sono io >>.
<< Ah che bella notizia! >> fece, e poggiando gli occhiali sulla scrivania aggiunse << Quel brutto figlio di puttana non è ancora morto? >>.


Cosa? Cosa aveva detto?
Quelle parole sprezzanti e quel viso indurito furono come un tornado improvviso e inaspettato.
Ora la tensione era tangibile. Sentivo alcune risatine, e altri che trattenevano il respiro aspettando chissà quale avvenimento.
Chi era quella donna? Perché avevo detto quella cosa?
<< Mi scusi, può ripetere? >> il balbettio divenne più sonoro.
<< Hai capito bene Lauren. Ti ho chiesto se quel vecchio stronzo di tuo padre ha già ricevuto ciò che si merita. >>.

Ok, ero ancora più confuso e indignato.
Avevo ricevuto già un benvenuto di merda in quella scuola, tra Jesse Owens, furti e prigionia, e ora già alla mia prima lezione ricevevo un’accoglienza così tremenda?
La Riformattatrice 12 non mi ricordava nessuno. Non l’avevo mai vista. E non credevo che conoscesse i miei genitori. O no?
Perché mi aveva parlato con tanto odio?
Cosa aveva fatto mio padre?
Ero paralizzato.

<< Perché mi chiede questo? >> mi feci coraggio.
Richard osservava la scena con gli occhi sbarrati.
La donna sospirò e cambiò tono:
<< Oggi parleremo delle Guerre Puniche, prendete i fogli sotto i vostri banchi e prendete appunti >>.
Il cambio di voce da inviperito a distaccato fu scioccante.
<< Mi scusi, perché non mi risponde? >> la mia voce si alzò in una maniera mostruosa.
<< .. Testimonianze dei rapporti tra Cartagine e Roma si ritrovano già dal 509 a.C. .. >> la sua voce pareva quella di una cornacchia e la sua indifferenza innescarono un moto di disprezzo nei suoi confronti e la feroce voglia di scendere giù e strozzarla.
<< Mi può rispondere, per favore? >> alzai di nuovo la voce.
I sguardi annoiati si ridestarono e le poche penne che prendevano appunti si fermarono.
Richard fece scivolare un pezzo di carta sul banco e lo lessi.

Non farlo.

La donna accese in computer e mentre continuava a parlare cominciò a proiettare sul grande schermo immagini di inscrizioni e pitture cartaginesi.
Accartocciai con violenza il foglietto.
<< PERCHE’ CONTINUA AD IGNORARMI? >>. Fui sbalordito da me stesso. L’urlo rimbombò nell’aula nera.
Ma niente.
La voce monotona continuava a parlare incessantemente e non dava segni di fastidio.

Smettila Alexander.

Quel secondo foglio fece la fine del primo.
Mi girai e vidi tutti gli occhi puntati su di me.
A questo punto mi alzai e sbattei con forza le mani sul banco. In altre occasioni non avrei mai reagito così.
Ero finito in quel posto di merda e una vecchia stronza se la prendeva con mio padre.
E tutto questo senza un fottuto motivo.
Volevo ribellarmi a quel posto, a quel regime. Se rimanevo zitto e sorbivo passivamente tutto questo avrei infranto la promessa fatta a me stesso.
Combattere, non obbedire.

<< NON MI IGNORI, MI RISPONDA, CAZZO! >>.

Il silenzio regnò sovrano.
La Riformattatrice si sedette, inforcò gli occhiali, e prese un modulo da un cassetto.
Lo compilò per un paio di minuti.
<< Lauren, venga qui >>.

Il danno era fatto. Non dovevo tirarmi indietro.

Probabilmente poca gente aveva fatto casino ultimamente, perché tutti avevano un’aria stranita, come se avessero visto un qualcosa di impossibile avverarsi davanti ai loro occhi.
Probabilmente pochi si erano ribellati.

Mi avvicinai alla cattedra e vidi meglio il viso della donna.
La ragnatela rugosa attraversava pure il collo, le labbra screpolate e insanguinate erano contratte.
Gli occhi verdi mi trapassarono.
<< Non tollero disordine nella mia aula. Ora prenda questo e vada fuori dalla mia aula. Torni nella sua stanza. È esente dalle lezioni per oggi >> il tono tuttavia era ancora calmo.
Mi diede il foglio e mi indicò l’uscita.
I volti dei ragazzi non erano più quelli delle bestie rassegnate al macello.
Richard mi guardò con aria preoccupata e poi abbassò lo sguardo.

Uscì dall’aula, tremando un po’.

Primo giorno, prima lezione, primi dieci minuti e già fuori in punizione.
Un record.
Una cosa del genere era capitata solo quando Lucas aveva lanciato un banco all’inizio della lezione verso la professoressa.

Non lessi il modulo. Volevo tenermi la brutta sorpresa per dopo.

Con lentezza arrivai alla mia stanza.
Jesse era lì, con le chiavi in mano, sorridendo malvagiamente.
<< Ottimo lavoro Alexander. Un Mandato Punitivo il primo giorno? Fila in stanza prima che decida di punirti pure io >>.
Entrai nella stanza e sentii la serratura chiudersi a chiave.
Mi gettai a letto.
Avrei voluto chiedere a mio padre se conosceva quella donna.
Ma mi ricordai che esattamente quella mattina mi aveva lasciato fuori dal cancello senza nemmeno salutarmi.
La rabbia pervase il mio animo.

Quel giorno mi aveva insegnato tutto ciò che in teoria non avrei dovuto fare mai nel Collegio.
Chiedere.
Tutto ciò che Rachel mi aveva raccontato era vero.
Il Collegio era una sorta di prova per il Nuovo Governo.
Un élite di persone con il potere e una massa da controllare senza che questa battesse un ciglio di disapprovazione.
Un élite con tutto il potere per sé. Un Olimpo in terra.
I Riformattatori, ebbi in seguito le occasioni per confermare questa tesi, erano per tutti coloro che erano relegati nel Collegio come gli Dei greci che governavano a loro piacimento gli uomini, e li castigavano come volevano e per ciò che volevano.
Dei ma anche Mostri. Tiranni in miniatura, crudeli e bestiali, nelle sembianza più disparate.
La massa ignorante da controllare nonostante tutto, oggi aveva avuto un risveglio di coscienza.
Me lo sentivo.
Se per fuggire da quel posto avrei dovuto ribellarmi alle angherie dei Riformattori anche a costo di farmi punire ogni santo giorno, avrei perseguito ciò in ogni modo e con ogni mezzo possibile.

Non mi controllerete mai. Anche a costo di morire.
  
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