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Autore: giustino pavesino    19/01/2013    2 recensioni
[...]
«Tu, alza il culo da quella fottuta sedia, ora»
Non aspettavo altro.
Iniziai a canticchiare qualcosa nell'attesa della prossima mossa e non fui affatto sorpresa nel scoprire che, il ragazzo che poco prima mi aveva minacciato era proprio uno dei giocatori di basket.
«Sai, a me non piace aspettare» mi si piazzò davanti e incrociò le braccia.
Abbastanza alto, magro, biondo e con un bel fisico, cosa che mi fece divertire ancora di più.
«Sei qui da un solo giorno, fossi in te non rischierei»
Lo guardai inarcando un sopracciglio e mi venne istintivamente da ridere poiché non sapeva che a rischiare fosse lui.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2.

 

Ero in salone seduta al tavolo grande e rosso mogano quando sentii dei lamenti provenire dal piano di sopra.
Sbuffai e poggiai i palmi delle mani sul tavolo lucido alzandomi e posando la pila di libri dove poco prima rovistavo alla ricerca di qualcosa di decente da leggere.
Incurvai le labbra in un sorriso.
Avevo una nuova amica ora.
Una volta salite le scale poggiai la mano sulla maniglia e aprii la porta avvicinandomi a Cheaslin.
Aveva i capelli scombinati e fradici e i vestiti erano ridotti a pezze, così ne presi un paio puliti dalla stanza affianco – se non la mia – e glieli lanciai.
Mi piegai sulle ginocchia e la fissai per qualche secondo.
«Oggi parlavano tutti di te, a scuola» sussurrai.
«Non facevano altro che vociferare “Dov'è Cheaslin?”»
Le sorrisi compiaciuta e mi lasciai scappare una risatina.
«Facevano così...» mi avvicinai al suo orecchio e lo sfiorai.
«Pena?»
Di tutta risposta lei rabbrividì e si toccò il collo stringendo i denti.
«Fa male?»
Mi guardò a malo modo e con i piedi buttò i panni nella parte opposta della stanza.
«Fammi uscire di qui» ringhiò, inarcai un sopracciglio.
«Devo potermi fidare» feci spallucce e mi alzai sospirando.
La porta d'ingresso sbattè e sentì il rumore delle buste della spesa mentre venivano poggiate sul marmo del bancone della cucina.
Rumore di... plastica?
«Jenny, sei a casa?» mia zia.
«Sì, c'è un'amica» afferrai un polso alla ragazza che si trovava davanti a me e la costrinsi ad alzarsi.
Avvicinai l'indice alle mie labbra come per farle cenno di star zitta e me la trascinai giù per le scale.
«Oh, ciao, tu sei?» mia zia le tese una mano e le sorrise.
«Buonasera» balbettò piano lei.
Ma questa è scema?
«Zia, lei è Cheaslin» le diedi una spinta da dietro e la incitai ad allungare la mano.
«Noi ora usciamo, vero?»
Incastrai i miei occhi nei suoi e le mie pupille si dilatarono sempre di più lasciando meno spazio all'iride azzurra.
«Giusto» annuì lei.
Afferrai la giacca nera con qualche borchia sui lati dall'appendi panni e la indossai, infilando le mani nelle tasche.
«Torno per cena» esordii dalla soglia della porta.
«A dopo tesoro, ciao cara» mia zia si affacciò dalla porta della cucina e alzò la testa come cenno di saluto.
Dopo neanche cento metri Cheaslin tentò di scappare ma la fermai per un braccio strattonandola e piazzandomela davanti.
«Sta a sentire» iniziai, fissandola nuovamente negli occhi.
«Tu non hai mai visto nulla»
«Nulla» farfugliò una vollta essersi ripresa.
«Posso andare a casa?» domandò poi, le lanciai un'occhiataccia.
«No» risposi seccata alzando gli occhi al cielo.
Me la misi sottobraccio ed iniziai a camminare.
Poco dopo chiusi gli occhi a due fessure e focalizzai l'insegna appesa su un locale non molto illuminato che si trovava a dieci minuti da casa.
«Avanti» le indicai con lo sguardo il bar e lei mi sorpassò tenendomi aperta la porta di vetro.
Appena entrai fui travolta dall'aria calda e densa che si respirava lì dentro e tossì portandomi la mano serrata alla bocca.
«Cosa vuoi?» le feci segno di sedersi e mi avvicinai al bancone.
«Cappuccino»
«Due cappuccini, allora» diedi i soldi alla cassa e pochi secondi dopo afferrai le due tazzine dirigendomi al tavolo.
Gliene porsi una e lei fece per mettermi fra le mani i soldi ma la bloccai.
«Mi restituirai il favore dandomi delle informazioni» le feci l'occhiolino e mi sedetti anch'io.
«Cosa vuoi sapere?» afferrò la tazza e avvicinò le labbra ad essa sorseggiando il cappuccino.
«Quanta fretta» feci lo stesso e poi la poggiai sul tavolino di metallo.
«Parlami di tutti» sfilai la giacca e la poggiai sullo schienale della sedia.
«Della scuola, intendo»
«So già cosa vuoi sapere» sbottò, visibilmente irritata.
La guardai aspettando che continuasse ma non lo fece, e a quel punto quella irritata fui io.
«Justin, non è così?» incrociò le braccia ed evitò il mio sguardo.
«Non so nemmeno chi sia» ripresi a bere il mio cappuccino e fui tentata di buttarglielo letteralmente addosso.
«Quello che ti ha parlato stamattina»
Ah.
«Quello che mi ha “minacciata” intendi dire?» lasciai che i miei piedi scivolassero sul pavimento e mi misi comoda.
Ci sarà sicuramente tanto da parlare.
«Si fa solo rispettare» mi guardò infastidita e tornò a giocherellare con il laccetto attaccato al suo cellulare.
«Oh, e in che modo?»
Mi interessa davvero?
«E' uno poco di buono» trascinò la mano sul tavolo e si alzò infilandosi la giacca che si era precedentemente tolta.
I soldi, ecco cosa ha messo sul tavolo.

 

*
 

Trascorsi almeno un'altra ora in quel bar e quando uscii sarei voluta correre di nuovo lì dentro per il freddo che c'era.
Mi strinsi nella giacca e camminai piano verso casa.
Avrei potuto raggiungerla anche in pochi secondi ma preferì farmi una passeggiata per poter riflettere più a lungo, poiché l'ora trascorsa da sola nel locale non mi bastò.
E' uno poco di buono”
Dovrei avere paura? Avanti, potrei farlo fuori in qualsiasi momento.
Se Cheaslin cercò di terrorizzarmi non ci riuscì affatto, e molto probabilmente era solo una tattica per tenermi lontana da lui.
Ad un certo punto, però, fui distratta da qualcosa.
Odore metallico.
Sangue.
Cercai di allontanarmi il più possibile ma mi bloccai quando sentì dei gemiti provenire da non molto lontano.
Chi altro poteva essere se non qualcuno di ferito?
Restai immobile per qualche minuto.
Cosa faccio?
Alla fine mi decisi e svoltai il vialetto proprio da dove provenivano i lamenti.
Quando fui più vicina sentì i canini farsi man mano appuntiti fino a fermarsi e la pelle trasformarsi, mi maledii per aver preso quella scelta e mi battei una mano sulla fronte.
Feci per andarmene.
«Aspetta»
Oh, al diavolo.
Mi toccai la tempia e scossi la testa, tornando alla normalità.
Probabilmente la ferita è stata tamponata.
Mi avvicinai di più, e da quel poco che riuscì a vedere grazie all'unico lampione dalla luce bianca e opaca che si trovava in zona, il ragazzo mi tese la mano in cerca di aiuto, fece cenno di avvicinarmi e la ferita era circondata da un pezzo di stoffa.
Socchiusi gli occhi mettendo a fuoco e l'osservai più attentamente.
Justin?
«Senti, fa uscire i tuoi amici che saranno sicuramente nascosti da qualche parte e giuro che mi fingerò sorpresa di questo scherzo» portai le braccia al petto e lo guardai aspettando che facesse quanto gli avevo detto.
«Sta zitta e aiutami» si staccò dal muro e fece per alzarsi, barcollò e ritornò alla posizione precedente.
Inarcai un sopracciglio e mi girai.
«Credo che dovrai cavartela da solo»
«Scusa» sbuffò lui.
«Fingerò di non averti sentito, solo perchè fai pietà» lo tirai per la mano e lo aiutai ad alzarsi.
Mi circondò le spalle con un braccio ed alzò una gamba zoppicante.
«Per pietà intendi dire tenerezza?»
«Togli quel braccio» cercai di deviare il discorso e lo guardai disgustata.
Poi ci pensai.
«Solo perchè sennò saresti di nuovo con il culo per terra» sospirai.
Percepii le sue labbra incurvarsi in un sorriso e farfugliare un “grazie”.
Stavo davvero aiutando "un poco di buono"? Oh, che fine, Jenny.

 

Aloha!
yo, eccomi con il secondo capitolo!
oggi sono particolarmente fusa quindi spero che nonostante tutto ne sia uscito fuori qualcosa di abbastanza leggibile
inoltre ieri ho aggiunto il banner poco dopo aver pubblicato il primo capitolo e spero sia abbastanza decente
ringrazio infinitamente martinahud e midirection per aver recensito e grazie anche a tutte voi che vi siete fermate a leggere
spero che questo capitolo vi sia piaciuto e non vi abbia annoiato
potreste lasciarmi una recensione? non pretendo cose chilometriche (poi se lo fate meglio ancora), mi basta una piccola recensione in cui mi dite cosa ne pensate e se valga la pena che io continui
se sarà così, io continuerò
un bacio,
Jade

  
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