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Autore: _TheDarkLadyV_    19/01/2013    2 recensioni
“Ma Cristo Santo, tu sei fottutamente innamorato brutto idiota che non sei altro quindi che cosa aspetti? Che se ne ritorni a casa sua a New York a trombarsi qualcun altro?”- sbraita Shannon. Fissandolo mi chiedo che cosa stessero facendo la delicatezza e l'eleganza quando mio fratello nasceva. Davvero per me resterà un mistero.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto, Tomo Miličević
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ho le mani gelate, sto tremando di freddo e non ho fame. Ora due sono le cose: o sto per prendermi una bella febbre o è l'effetto da " adolescente alla prese con la sua prima cotta" che mi sta facendo Jared. Trovo difficile pensare che sia la febbre visto che in vita mia l'ho avuta solo a dieci anni. Quindi devo dedurre che la risposta esatta sia la seconda opzione e io non so se darmi della stupida o della deficiente.
Continuo a stare al suo passo silenziosa mentre ogni tanto gli lancio qualche occhiata cercando di non catturare la sua attenzione. Ma proprio nel momento in cui penso di essere passata inosservata i suoi occhi di ghiaccio mi bloccano, come se mi avesse scoperto con le mani nel sacco e io arrossisco. Possibile che questo giorno non abbia voglia di finire? È assurdo pensare al fatto che abbia passato la maggior parte della giornata con lui, e ciò che mi preoccupa è che non lo sto odiando. Piuttosto mi appare come un vecchio amico che non vedevo da tanto tempo, la cui compagnia mi sta rallegrando, senza contare i batticuori ad ogni sua parola. Ma sono ancora Sasha Preverett? Ora ho i miei dubbi.
" Qualcosa non va?"- mi chiede gentile mentre mi sorride. Scuoto la testa stringendo la sciarpa al collo.
" Sto bene. Ho solo un pò di freddo."
Continua a guardarmi mentre io cerco di non farlo. Perché è così difficile?
" Perchè stai cercando di evitare il mio sguardo?"
Perché sei così sfacciato?
Obbligatoriamente lo guardo negli occhi irritata.
" Cosa dici? Io ti sto guardando!"- esclamo seccata.
" Lo stai facendo solo ora che te l'ho fatto notare."- continua con il suo sorriso sghembo.
" Sei irritante Leto."
Jared ride mentre io mi allontano un pò da lui leggermente infastidita.
" Posso sempre tornare da mio padre."- butto lì come fosse niente e a braccia conserte. A quelle parole si blocca e cambia immediatamente espressione.
" Okay, scusami. Irritarti era l'ultima cosa che volevo fare."
" Bene!"-esclamo avvicinandomi di nuovo a lui. Restiamo in silenzio e io ne approfitto per pensare a quella reazione. Sembra davvero che gli dispiacesse il fatto che potessi andare via. Devo crederci?
" Hai avuto notizie di Chuck?"- mi chiede cambiando argomento.
" No. L'ho chiamato, ma non risponde."
" Evidentemente avrà avuto qualche distrazione."
Mi guarda malizioso e io alzo gli occhi al cielo.
" Immagino. Voi uomini pensate solo a quel tipo di distrazione."- sottolineo senza guardarlo.
Lui sorride, ma io no. Sono davvero preoccupata di Chuck e il fatto che Jared mi abbia ricordato di lui mi fa restare seria. Improvvisamente la sua mano afferra la mia. È calda, più grande rispetto alla mia, e ciò mi fa sentire ad un tratto tranquilla, ma allo stesso tempo sono piacevolmente sorpresa. Il mio cuore ha perso un battito, ma riesco a simulare indifferenza mentre sposto i miei occhi dalle nostre mani al suo volto che mostra tutta l'affettuosità che non ho mai visto in tutto il tempo che siamo stati insieme. O forse noto questo dettaglio perché è da tanto tempo che non ho a che fare con lui.
" Devi stare tranquilla. Non gli è successo niente."
Annuisco un pò incerta. Ma vedendo il suo sorriso istintivamente sorrido anche io. Per una persona normale è difficile non sciogliersi come la neve al sole vedendo quegli occhi e quel viso così belli. E cercare di mantenere uno sguardo serio e impassibile è l'ultima cosa che in questo momento riuscirebbe a fare persino Sasha Preverett.
" Sono sicuro che domani lo troverai in ufficio a parlare con qualche suo collega della distrazione non nascondendo nessun particolare."- il suo tono è così dolce che quasi resto senza parole, ma fortunatamente ancora non mi rincretinisco del tutto.
" Io domani lo ammazzo!"- esclamo arrabbiata.
" Ah già! Dimenticavo te e i tuoi modi di fare eleganti quanto quelli di un camionista.."- dice lui tranquillamente. Ci guardiamo ed entrambi scoppiamo a ridere.
Sasha oggi stai ridendo troppo con questo tizio: ti prego non farlo più!
Ridendo e scherzando arriviamo al parco dove troviamo un gruppetto di ragazzini che giocano a calcio. Dopo essermi distratta guardandogli, decido di spezzare il silenzio che si è creato.
" Ancora non so niente di te. Cosa fai quando non sei immerso nel lavoro?"
" Non faccio nulla di particolare. Ciondolo per casa come un cadavere, specialmente quando non voglio fare nulla e quando ne ho voglia partecipo a qualche festa, ma solo se mi interessa o ci va qualche amico."- si ferma un attimo e mi guarda. Sorride malizioso mentre chiede: " oppure volevi sapere se me la facevo con mezza Los Angeles?"
Ma possibile che deve ricondurre tutto al sesso?
Scuoto la testa e dico: " non mi interessa sapere con chi te la fai."
Prima che possa dire qualcosa viene colpito quasi in pieno volto dal palla dei ragazzi che immediatamente si allarmano e guardano nella nostra direzione. Un ragazzo minuto e di colore è il primo ad avvicinarsi a Jared sfidando la sorte. Deglutisce e si scusa dicendo: " ci scusi signore. Non volevamo colpirla."
Jared prende la palla e fissa il ragazzino raggiunto quasi subito da un suo amico in attesa del verdetto. Vorrei scoppiare a ridere per la faccia contrariata di Jared, ma sto cercando in tutti i modi di contenermi, anche per educazione. Credo che la sua rabbia non sia dovuta tanto al colpo quanto al fatto che sia stato chiamato " signore". È l'aggettivo che lo fa sentire vecchio e lui odia sentirsi un vecchio. Continuo ad osservare Jared che improvvisamente cambia la sua espressione mostrando un piccolo sorriso e porgendo la palla al ragazzino dice: " per questa volta siete perdonati. Ma alla prossima ve lo buco. Okay?"
Nonostante la calma e la serenità della sua voce, i ragazzi capiscono che è meglio scappare e così fanno dopo aver salutato garbatamente. A quel punto non riesco più a trattenermi e finalmente do libero sfogo alla mia risata. Lui mi guarda con un'espressione fra l'irritato e il sorpreso.
" Scusa..io..non.."- ma non riesco a terminare la frase per via delle risate. Cerco di calmarmi sotto il suo sguardo quasi offeso e quando torno seria lui dice: " hai finito?"
" Adesso sì. È stato divertente ridere di te."- rispondo soddisfatta. In quel momento lo squillo del mio cellulare interrompe quella piccola scenetta. Il nome di LaToya lampeggia sul display.
" Pronto?"
" Dove ti sei cacciata?"
" Arrivo."- rispondo secca. In quel momento Jared inizia a canticchiare. Lo guardo, ma lui si limita a sorridere mentre si avvicina un pò di più.
" Con chi sei?"
Possibile che mia sorella deve essere così impicciona? È tutta suo padre. Immagino che dovrò aspettarmi il terzo grado dal boss quando torno a casa.
" Ho detto che sto arrivando."- taglio corto, bloccando ogni altro tentativo di LaToya di fare domande inopportune. Chiudo la chiamata, ma proprio nel momento in cui sto per mettere il telefonino in tasca Jared provvede a rubarmelo e si allontana. Sbigottita e allarmata mi avvicino esclamando: " che stai facendo?"
Lui mi impedisce di vedere le sue manovre e inutilmente cerco di riprenderlo. Ad un tratto si gira verso di me e dice: " noto che non hai più il mio numero."
La sua affermazione è seguita da uno sguardo fulminante che quasi mi intimorisce. Ma questo non mi impedisce di guardarlo arrabbiata e avvicinandomi di più chiedo: " come ti permetti?"
" Di prendere il tuo telefono? Oh fammi pensare..."- si finge pensieroso e dopo due secondi torna a guardami serio.- " forse perchè a volte le azioni non hanno un significato specifico. Spesso si fanno perché dettate dall'istinto. Ed è quello che ho fatto io adesso."
Non so cosa rispondergli. È già tanto se riesco a fare qualche movimento senza andare in fiamme.
" Ridammelo."- ripeto minacciosa.
" Aspetta un secondo."
Si gira e traffica di nuovo con quel dannato aggeggio.
" Che cazzo stai facendo, Leto?"- gli chiedo cercando di capirlo dalla sua spalla.
Mi porge di nuovo il telefonino soddisfatto e dice: " ho provveduto a registrare di nuovo il mio numero."
Prendo il telefonino e guardo scioccata la rubrica.
" L'hai aggiunto addirittura alla lista dei preferiti!"- esclamo scioccata mentre lui continua a sorridere.
" Sai che non ti chiamerò, nè tanto meno ti manderò un messaggio, vero?"
" Io dico che non devi essere sicura di niente. Le cose possono sempre cambiare."
" Smettila con questi pseudo aforismi e frasi ad effetto."
Lui ride e dice: " bene Preverett, le nostre strade a quanto pare devono dividersi. Ci si vede."
" Non è detto."- sbotto, cercando di ostacolare la sicurezza di quelle parole.
" Io dico di sì."
Sorride e dopo avermi fatto l'occhiolino va via lasciandomi sola.
Non sopporto il fatto che sia così deciso.


Fortunatamente al mio ritorno a casa non c'è stata nessuna domanda impertinente nè da parte di mio padre nè da parte di LaToya, ma non nascondo il fatto che ci siano state da parte loro delle occhiate curiose. Quelle di mio padre erano più somiglianti a fulmini. Ed è in questi casi che vorrei sparire e ritrovarmi nel mio appartamento a New York a cui non devo dare spiegazione a nessuno delle mie azioni, soprattutto quando sono io stessa a non averne. Quando sono qui a Los Angeles è come se fossi osservata fino alla nausea. Beh più che logico se si tratta di mio padre.
E proprio quando penso di essermi salvata, ecco che arriva LaToya in camera mia, si siede sul letto e dai suoi movimenti capisco che non ha nessuna intenzione di lasciarmi sola. La cosa che mi consola è che almeno non è papà!
" Insomma?"- mi chiede giocherellando con il cuscino. Infilo la maglia del pigiama e lego i capelli mentre la guardo.
" Insomma cosa?"
La Toya alza gli occhi al cielo e chiede: " con chi eri?"
" Con nessuno."- rispondo frettolosamente mettendo nel cassetto la pistola. La sento sbuffare divertita e quando la guardo vedo che scuote la testa con l'aria di una che la sa più lunga di me.
" Sasha è inutile che mi nascondi le cose. Ho sentito una voce maschile al telefono quindi non puoi essere stata sola in giro per Los Angeles."
Voglio strozzarla.
" Era un passante."- le dico con noncuranza nonostante la mia voce appaia incerta.
" Sasha?"
" Sei seccante LaToya. Davvero!"- esclamo arrabbiata stringendo i pugni.
" Ho diritto di sapere che combini quando io non ci sono!"
Mi invita a sedermi vicino a lei e dopo qualche istante di esitazione la raggiungo. Sospiro e dico: " ero con Jared."
Le spalanca gli occhi e fissandomi come se stesse vedendo un fantasma dice: " quel Jared?"
" LaToya smettila di fare la commedia. Ne conosci altri che si chiamano Jared a parte il tuo migliore amico?"- le dico irritata. Ho sempre odiato questi atteggiamenti idioti, da tipiche ragazze senza cervello che starnazzano appena sentono una notizia improvvisa.
" E lui è..insomma..è ancora vivo?"
" Sì."
Spalanca ancora di più gli occhi e dice: "ma.."- blocca l'euforismo che odio riprendendo a parlare con un tono normale.- "mi dici che ci facevi con il tuo ex in giro e come lui si sia salvato dopo essere stato al tuo fianco?"
" Ti giuro che non lo so nemmeno io."
Le racconto tutto, anche perché sarebbe inutile non farlo visto che con qualcuno dovrò pure sfogarmi. E siccome conosco mia sorella e la sua indole da impicciona parlare con lei mi porta a sentirmi più leggera.
" Sasha non è che ci stai ricascando?"- mi chiede seria dopo aver ascoltato tutto quello che avevo da dire. La guardo, anch'io seria, e dico: " credo di non esserne mai uscita.."


Con passo deciso entro in centrale. Sono arrabbiata e c'è solo una persona che può aver causato questo e si trova nel suo ufficio seduto tranquillamente a parlare con il piccoletto perennemente imbarazzato. Qualcuno mi saluta e io rispondo con educazione, mantenendo sempre la mia espressione dura. Con forza esagerata apro la porta facendo sussultare i presenti che mi guardano scioccati, ma a me poco importa. Mi avvicino alla scrivania e sposto tutta la mia attenzione su Chuck e puntandogli un dito contro lo minaccio.
"Dammi almeno cinquanta buoni motivi per non ammazzarti."
" Ehm io..vado..vado via."- balbetta il piccoletto scomparendo dalla circolazione. Chuck non ha vie di scampo e alzando le mani dice: " scusami, scusami,scusami. Ho avuto un contrattempo: mia madre si è presentata a casa facendomi una sorpresa e non ho potuto liberarmi di lei. E non ho fatto in tempo ad avvisarti."
Sbatto le mani sul tavolo e mi siedo.
" Ma ti pare normale il tuo comportamento?"
" Hai tutte le ragioni del mondo Sasha per ammazzarmi."
" Io non ti ammazzo. Ti polverizzo!"- urlo.- " hai uno straccio di idea di come sia stata in ansia per te che non rispondevi a quel fottuto cellulare? Eh? Avevo pensato al peggio!"
" Ti prego calmati! Come vedi sono qui, vivo e vegeto."- conclude sorridendo. Lo fisso e cerco di contare fino a dieci per evitare davvero di ammazzarlo e per calmarmi. Passiamo i seguenti minuti in silenzio. Poi Chuck si alza e avvicinandosi alla sedia dove sono seduta mi posa una mano sulla spalla e dice: " Ecco così va meglio. Lo so, sono imperdonabile, ma tu non conosci mia madre. È un'arpia, nel vero senso della parola."
Continuo a non parlare finendo la mia conta mentalmente.
" E dai Sasha!"
" Chuck, non sfidare la morte."- sbotto minacciosa. Lui si allontana e con aria sconfitta torna a sedersi sulla poltrona di fronte a me.
" La prossima volta ti ammazzo per davvero."- dico dopo essermi calmata del tutto. Lui sorride e annuisce dicendo: " ti autorizzo a farlo."
Annuisco sorridendo e poi schiarisco la voce per cambiare argomento.
" Se io ti dicessi che l'uomo misterioso è Hiroaki Kurosawa, tu cosa mi risponderesti?"- chiedo schietta con gli occhi puntati su un Chuck completamente sconvolto. Un lampo di luce attraversa i suoi occhi mentre si alza dalla poltrona.
" Lo sapevo!"- esclama battendo la mano sul tavolo.- " sapevo che c'era qualcosa di più sotto."
" Bisogna preoccuparsi, vero?"
Mi guarda pensieroso e da quell'espressione io capisco che non bisognerà prendere tutto alla leggera.
" Non so risponderti Sasha. Quando c'è Hiroaki Kurosawa di mezzo si sa che è impossibile dire con precisione cosa possa succedere. Dobbiamo studiare con precisione la situazione e non omettere nessun dettaglio. Anche il più superfluo sarà importante. Tappetto, come lo chiami tu, è un pazzo anche se sembra un uomo distinto."
Annuisco seria e aggiungo: " come agiremo?"
" Per il momento è presto dirlo con precisione. Oltre a te avevo spedito in esplorazione Robert e Jane. Dopo le loro scoperte potremo metterci al lavoro."
" Va bene capo."
" Mi dispiace che tu sia coinvolta. So che Tappetto ti spaventa molto di più di quello che vuoi farmi credere. E non scalpitare perché è così."
Blocco la mia protesta e sbuffo sonoramente. È vero quel tizio mi intimorisce, ma è il mio lavoro, quindi non posso permettermi di mostrare così tanto i miei sentimenti. Devo lavorarci sopra su questa cosa.
" Touchè.."- sospiro alzando le mani. Lui sorride e prendendo la mia mano nella sua dice: " tranquilla, le cose andranno bene, perché siamo la squadra che spacca il culo a tutti. Ora io ti consiglio di scendere giù nella palestra e sfogare la tua tensione con un bel tiro al bersaglio come solo tu sai fare."
" Mi hai dato una bella idea."
Esco dal suo ufficio e mi avvio verso la palestra dove i "nostri" si allenano sia psicologicamente che fisicamente. Io preferisco prendere una pistola e colpire a più non posso la sagoma che si presenta di fronte a me. Saluto qualche collega, prendo le cuffie e sistemo gli occhiali. Scelgo la pistola e fissando la sagoma inizio a sparare centrando in maniera impeccabile il bersaglio. Ad un tratto sento qualcuno dietro le mie spalle e sobbalzo per la paura.
Una paura invano visto il soggetto.
" Ma che cazzo! Jared così mi fai venire l'infarto!"- esclamo arrabbiata quando il mio cuore decide di nuovo di funzionare con regolarità. Un momento..Jared Leto? Possibile che questo tizio deve essere presente in tutti i miei vari spostamenti? Così non mi concentro come si deve, dannazione!
" Anche io sono felice di vederti."
Accenna un sorriso mentre le sue mani sono ben nascoste nelle tasche dei pantaloni e si avvicina alla colonna da cui si guarda intorno incuriosito.
" Carino questo posto."- commenta posando la sua attenzione sulle pistole.
" Come mai da queste parti?"- gli chiedo riprendendo la mira, senza però sparare.
" Ero da queste parti e ho pensato di venire a salutare Chuck."
Lo fisso e inizio a sorridere.
" Che c'è non mi credi?"
" E allora perché sei qui con me ora?"
" Okay, la verità è che volevo vederti."
" E come mai questa scelta?"
" Perché devi sempre fare domande Preverett?"- mi chiede esasperato. Scrollo le spalle e riprendo il mio allenamento, ma prima di sparare noto Jared con una pistola in mano. Allarmata metto da parte la mia e avvicinandomi a lui esclamo: " che stai facendo?"
"Voglio provare anche io."
"Fermo fermo fermo! Potresti uccidere tutti tranne il tuo bersaglio per come la stai usando. Prima di tutto metti le cuffie perché potresti avere dei problemi alle orecchie dopo lo sparo."
Gli infilo le cuffie che appartengono a Chuck e gli occhiali. È divertente vederlo nei panni di pseudo poliziotto. Vado dietro di lui e inizio a sistemare la sua posizione, toccando le sue spalle e il suo busto. Okay, credo di aver perso per dieci secondi i lumi della ragione. Forza Sasha resisti!
"Adesso prendi la mira..così..ecco. Ora spara."- sussurro al suo orecchio con tono autoritario. Lui spara due colpi e riesce a fare centro. Lo vedo sorridere trionfante. A quel punto si gira verso di me e la distanza fra di noi ad un tratto diventa estremamente piccola. Si toglie gli occhiali e la stessa cosa faccio io.
"E' davvero eccitante il tuo lavoro."- sussurra riducendo ulteriormente la distanza da me. Non so cosa fare: una parte di me vorrebbe baciarlo, togliergli il fiato e bearmi di nuovo di quelle labbra e dei suoi tocchi; l'altra parte, invece vorrebbe scappare e lasciare le cose in sospeso, perché ha paura.
Ed è la paura di una ragazza dal cuore spezzato a vincere. Sorrido e mi allontano.
"Lo so. È per questo che mi piace farlo."
Jared si avvicina e imita i miei movimenti, mettendo al suo posto la pistola.
" Per essere la prima volta sei andato anche bene."- continuo senza guardarlo. Non ci riesco. In quel momento nella stanza entrano due ragazze, giusto le uniche due di tutto il corpo poliziesco che non sopporto. Ci osservano con aria sorpresa e le mie budella iniziano ad attorcigliarsi per via del nervosismo che uscita la loro presenza. Jared capisce immediatamente il mio cambiamento d'espressione e avvicinandosi di più sussurra: " scommetto che se ora ti baciassi quelle due morirebbero di invidia."
Lo guardo scioccata.
" Certo che sei incredibile."
" L'ho capito che non le sopporti, sai? E loro non sopportano te, soprattutto la biondina che continua a fissarmi."
Continua ad avvicinarsi incurante sia della mia ebollizione interna e della presenza delle due che hanno occupato i nostri posti.
" Jared smettila."
Lo fulmino con gli occhi e lui decide finalmente di lasciarmi respirare. La sua vicinanza sta sconvolgendo il mio cervello e la cosa non mi piace.
" Qui ci sono occhi e orecchie indiscrete andiamo via."- gli dico prendendolo bruscamente per un braccio. Che volete farci, come dice Jared ho i modi di fare di un camionista. Salutiamo Chuck e usciamo fuori. Non ho mai amato l'aria come in questo momento.
"Allora come utilizzeresti tu un pomeriggio infruttuoso come questo?"- chiede allegramente sfregandosi le mani.
"A casa, sul divano con un bel libro e una tazza di the bollente?"- rispondo senza mostrare emozioni.
"Sbagliato!"
Lo guardo confusa mentre lo vedo avvicinarsi ad una moto che conosco fin troppo bene e che di sicuro non appartiene a lui, ma a Shannon.
"Che vuol dire?"- chiedo indicando la moto. Jared per tutta risposta mi sorride.
"Shannon mi ha lasciato la sua moto. Quindi andremo a farci un giro."
Come al solito mostra un tono autorevole e che non ammette repliche.
"Leto, stai correndo troppo."
"E non sai cosa ti aspetta sulla moto."- conclude spingendomi verso la moto. Mi chiedo solo perché deve succedermi questo.
   
 
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