Libri > Il Signore degli Anelli e altri
Segui la storia  |       
Autore: Rubysage    08/07/2003    1 recensioni
Guardati le spalle, Legolas! Tuo fratello ti odia e cercherà di distruggerti anche a costo di risvegliare il Male che dorme! Vecchi e nuovi amici si schiereranno al tuo fianco e ti accompagneranno in quest'ultima, terribile avventura...azione, dramma, colpi di scena e il giusto pizzico di sentimento per una storia FINALMENTE CONCLUSA dopo 17 anni!
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Legolas, Nuovo personaggio
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
7

7. La “Locanda dei Tre Passi”

 

 

 

All your life you’ve never seen

A woman - taken by the wind

Would you stay if she promised you heaven

Will you ever win...

 

            Fleetwood Mac, “Rhiannon”

 

 

 

 

Rhiannon guardò fuori dalla finestra. Si stava facendo buio, ma gli ultimi avventori della “Locanda dei Tre Passi” non sembravano avere intenzione di andarsene. Sbuffando, pose sulla mensola l’ultimo bicchiere appena asciugato.

- E’ inutile che ve ne restiate lì a guardare, i vostri bicchieri non si riempiranno da soli. - disse, seccata, ai quattro uomini seduti al bancone.

Il primo dei quattro, un individuo dai lunghi capelli neri che evidentemente non vedevano l’acqua da molto tempo, rise. - Ci stai forse invitando gentilmente ad uscire, Rhiannon ? - disse - Non credo di essere in grado di trovare la strada da solo...perché non mi aiuti tu, mia cara ? Potremmo tenerci compagnia a vicenda per un po’... -

La ragazza lo guardò storto. - Scordatelo, Frey. - disse - Non mi piacciono quelli che puzzano di birra. Piuttosto che sentirmi il tuo fiato sulla faccia preferisco tagliarmi un dito...con questo. - Con un sorriso di sfida, la ragazza afferrò un coltello da cucina e lo tenne dritto davanti a pochi  centimetri dal naso dell’uomo.

Frey ammiccò. - Uhm...mi piacciono le donne audaci... -

- Rhiannon, piantala di giocare con i coltelli e finisci di riordinare. - disse sbrigativamente Potter Mayne, il proprietario della locanda, rovesciando gli sgabelli sui tavoli. - Quanto a voi, sarà meglio che le diate retta, prima che ci pensi io a buttarvi fuori con la scopa. Sbrigatevi a finire la vostra birra, è ora di chiudere. -

- Vuoi buttare fuori i tuoi ultimi clienti, Potter ? - disse Frey - E non dico ultimi per questa sera...se non sbaglio gli affari non vanno affatto bene per questo posto. -

Rhiannon guardò Potter raddrizzare la schiena e mettersi una mano su un fianco, appoggiandosi ad un tavolo con l’altra. Le piaceva quando faceva così ; lo immaginava giovane, quando il suo viso liscio e abbronzato doveva aver riscosso un grande successo con le donne. Ma con il passare degli anni la fatica e le sofferenze della vita gli avevano reso la pelle sottile e le guance cadenti, e i corti capelli bianchi delimitavano una fronte molto ampia e solcata da profonde rughe, uno strano contrasto con gli occhi nerissimi e vivaci, in cui sembrava che l’ardore della gioventù convivesse con la saggezza della vecchiaia.

Dagli una bella lezione, Potter, pensò la ragazza. Fagli sentire una delle tue frasi famose, quelle con cui hai vinto più di una discussione ed evitato più di una rissa !

Ma l’aspettativa di Rhiannon fu delusa. Il vecchio sospirò e tornò a testa bassa dietro al bancone, con gli occhi della ragazza che lo seguivano passo dopo passo.

- Che c’è, ti sei mangiato la lingua per la fame ? - disse l’uomo dai capelli neri in tono provocatorio. Il più giovane dei quattro, un ragazzino ancora imberbe ma già iniziato ai piaceri della birra, si lasciò sfuggire una risata.

Potter sospirò e si appoggiò al bancone, guardando l’uomo negli occhi. - Facciamo così, Frey... - disse - Se non ti prendo a schiaffi non è solo perché non ho voglia di ripulirti la faccia dal lerciume che la ricopre... - Frey arrossì, mentre il giovane scoppiò a ridere buttando indietro la testa e lasciando ondeggiare i capelli bruni. - ...ma perché preferisco dirti che hai ragione. Sì, per la prima volta nella tua miserabile vita hai ragione...cosa ne dici ? -

- Dico che non avrei mai immaginato che ti saresti ridotto a dar corda ad un ubriacone solo per il quieto vivere, Potter ! - esclamò Rhiannon aggrottando le sopracciglia.

- A parte il fatto che non stavo parlando con te - puntualizzò Potter - Questo ubriacone ha detto una sacrosanta verità. Forse non te ne sei mai accorta, o forse non hai mai voluto dirmi niente per non ferirmi...ma le cose stanno andando decisamente male in questi ultimi tempi. I viaggiatori che fanno sosta da queste parti continuano a diminuire. Io speravo che la fine della Guerra dell’Anello riportasse la prosperità che la guerra stessa ci aveva tolto...e invece la paura continua a dilagare come una macchia d’olio. Ma avrei dovuto saperlo, Rhiannon. La guerra e tutto ciò che la segue non portano bene a nessuno. Temo che prima o poi la più vecchia locanda dei dintorni di Aldorath dovrà chiudere per sempre...ma tanto meglio così. Comincio ad essere stanco. - Nel sentire quelle parole, Rhiannon impallidì.

Frey ridacchiò. - Tanto meglio davvero ! - esclamò - E’ ora che questa topaia chiuda i battenti ! Così non potrai più propinare ai tuoi poveri clienti questo ignobile piscio di vacca invece delle squisitezze che ti scoli tu nel retrobottega, Potter ! -

- Parli proprio tu, che sei il mio miglior cliente ! - ribattè Potter - Ma dove credi di andare, se questa bettola chiuderà ? Insulti la mia birra e te ne scoli almeno tre boccali ogni sera ! Sei proprio un idiota ! -

- Lo sai perché questa si chiama “Locanda dei Tre Passi”, Frey ? - intervenne un vecchio dai lunghi capelli bianchi legati in una treccia - Perché quando ti alzi dal tavolo fai tre passi e ti ritrovi steso per terra ! E’ la birra di Potter, Frey...il vero “piscio di vacca”, come lo chiami tu, non fa quest’effetto, credimi ! -

Frey borbottò qualcosa di incomprensibile e ingurgitò l’ultima sorsata di birra, sbattendo il boccale sul bancone. Potter sorrise e inarcò un sopracciglio.

- Questa sera voglio essere generoso. Vi offro l’ultimo giro, amici, in nome dei bei tempi che non torneranno più... - disse. Poi raccolse i boccali dei quattro e si apprestò a riempirli di nuovo, ma si fermò quando si accorse che uno di essi era ancora mezzo pieno. Alzò la testa e guardò il proprietario del bicchiere ; era un giovane di nemmeno trent’anni, dai corti capelli castani, la barba incolta e un triste sguardo fisso nel vuoto.

- Che c’è, Val ? Non hai più sete ? - disse Potter. Il giovane non gli rispose e sospirò.

- E’ malato d’amore... - lo punzecchiò il vecchio - ...per la nostra bella locandiera dai capelli rossi. Non è vero, Rhiannon ? - Il ragazzino bruno scoppiò nuovamente a ridere, ma era talmente ubriaco che non sapeva nemmeno perché.

Persa nei suoi pensieri, Rhiannon non prestò la minima attenzione a quelle parole.

- Fatti gli affari tuoi, Finbar. Quanto a te, imbecille... - ribattè Val dando uno scappellotto al ragazzino che smise immediatamente di ridere - stasera hai bevuto anche troppo. Fila a casa. - Barcollando, il ragazzo uscì dalla locanda.

- Quello non sa nemmeno dove sono i suoi piedi, Val... - disse Finbar.

- Allora che si arrangi. Non ho certo intenzione di riportarlo a casa a spalle. -

- Non sei davvero un buon fratello maggiore, Valerius... - disse Potter - Di questi tempi un ragazzino rischia di fare brutti incontri, andandosene in giro da solo... -

- Yain è grande abbastanza per cavarsela, Potter. E poi siamo a due passi da Aldorath. Di certo non si perderà. -

- Sarà... - disse Potter, dubbioso - Ma io, se fossi in te, non sarei del tutto tranquillo. Qui siamo troppo vicini al Bosco Atro, e ultimamente corrono strane voci sugli Elfi... -

- Che c’entrano gli Elfi ? - domandò Rhiannon scuotendosi e interrompendo il flusso dei suoi pensieri - Viviamo tra Bosco Atro e Lothlorien da anni e nessun elfo ci ha mai dato grane. Abbiamo avuto problemi ben peggiori con certi clienti che si rifiutavano di pagare... -

- I tempi sono cambiati, Rhiannon... - disse Finbar - E le voci di cui parla Potter sono vere. Qualcosa di subdolo si è insinuato tra gli Elfi del Reame Boscoso...in giro si parla di un Re decaduto in cerca di vendetta e dell’orrore che sembra stia risvegliandosi a Dol Guldur... -

- Tu devi smetterla di frequentare altre bettole che non siano questa, Finbar. - disse Rhiannon - Chissà cosa ti hanno propinato per farti credere a queste idiozie... -

- Può darsi che lo siano, ragazza mia... - intervenne Potter - Io so solo che quando si tratta degli Elfi c’è poco da scherzare. Sono un popolo tanto meraviglioso quanto crudele... - La voce del vecchio si fece più cupa e profonda. - Ho combattuto sui Campi del Pelennor durante l’ultima, terribile battaglia contro Sauron, sette anni fa...ero lì, tra le schiere degli uomini di Gondor, e non dimenticherò mai quello che ho visto. Quegli enormi eserciti scontrarsi e massacrarsi senza pietà... -

Nella locanda non volava una mosca, e gli occhi di Rhiannon e dei tre uomini erano fissi su Potter Mayne.

Il vecchio locandiere rabbrividì.

- Augurati di non vedere mai un elfo in battaglia, Rhiannon. - disse.

Per qualche istante, nessun parlò.

- Vuoi sfuggire a tutto questo, Rhiannon ? Metterti al sicuro ? Io conosco il modo... - disse infine Val sospirando. Il giovane alzò gli occhi e incontrò quelli della fanciulla. - Sposami...io potrei portarti via da questo buco e... -

- E mi faresti finire in un buco peggiore ? - lo interruppe Rhiannon. La ragazza si appoggiò al bancone e si sporse verso Val, fissandolo con i suoi occhi verdi come l’acqua.

-  Val - disse - Quante volte mi hai chiesto di sposarti ? -

- Credo di aver perso il conto... -

- E quante volte ho accettato ? -

- Nessuna. - disse Val facendo spallucce e sorridendo amaramente.

- Quindi, cosa ti fa pensare che stavolta io possa cambiare idea ? -

- Beh, tentar non nuoce... -

- E invece nuoce ! - rispose seccamente Rhiannon sbattendo un mano sul bancone e raddrizzandosi - Non mi piace ripetere sempre le stesse cose. Un solo uomo ha avuto posto nella mia vita, e non ho intenzione di sostituirlo, chiaro ? -

- Oh, andiamo, Rhiannon ! - sbottò Val allargando le braccia - Non dirmi che stai ancora aspettando il ritorno del tuo bel principe in sella al suo cavallo bianco...qualsiasi posto è meglio di questo per una ragazza come te ! -

Potter guardò la sua aiutante, cercando di prevederne la reazione.

Era davvero bella, Rhiannon ; nonostante i suoi capelli fossero una nuvola rossa che le incorniciava il viso ovale e perfetto e i suoi occhi fossero chiarissimi, non aveva una pelle bianca e diafana, ma dorata e ricoperta di lentiggini che sembravano illuminarla. La sua bellezza era fiera, ma anche un po’ triste. Potter la conosceva bene, e sapeva quando era il caso di scherzare con lei. E quello non era decisamente il caso.

Rhiannon squadrò il giovane e strinse gli occhi. - Vorresti essere tu il mio principe, Val ? - sibilò.

- Lo sai.... -

- E allora torna quando sarai padrone di un regno...o quantomeno di un cavallo bianco. -

Detto questo, gli volse le spalle e tornò a riordinare i bicchieri.

Frey e Finbar risero, ma Potter non lo fece. Stava ancora guardando il viso di Rhiannon, i suoi occhi brillanti di rabbia. Quella sera, la ragazza non aveva proprio voglia di ridere.

- Fai come ti pare, Rhiannon - disse Val alzandosi e sbattendo sul bancone alcune monete - Resta pure qui ad asciugare bicchieri per tutto il resto della tua esistenza... -

Detto questo, se ne andò.

- Voialtri potreste imitarlo, che ne dite ? - disse Potter.

Finbar si alzò sospirando e batté una mano sulla spalla di Frey. - Andiamo, amico. E’ ora di tornare a casa. - Detto questo, i due pagarono e uscirono.

Potter prese uno straccio e finì di pulire il bancone, mentre Rhiannon sbatteva furiosamente caraffe e bicchieri puliti in un piccolo armadio.

- Quello tornerà alla carica, vedrai... - disse Potter, alludendo a Val.

- Che torni pure. Saprò bene come accoglierlo. -

Potter si fermò a guardare la ragazza muoversi a scatti, come per sfogare la rabbia che portava dentro di sé.

- Prima o poi dovrai deciderti, Rhiannon... - disse il vecchio locandiere sospirando - Non avrai davvero intenzione di passare qui dentro tutta la tua vita... -

- E’ la mia vita, Potter ! - sbottò Rhiannon voltandosi di colpo - E tu non sei mio padre, quindi non dirmi cosa devo o non devo fare ! -

Sbattè gli sportelli dell’armadio e andò a chiudere gli scuri delle finestre.

- Non ti servo più ? Se vuoi che me ne vada non devi fare altro che dirmelo. -

- Oh, per il cielo... -

La ragazza si mise le mani nei capelli e si accucciò per terra traendo un profondo respiro. Potter scosse il capo e andò a sedersi accanto a lei.

- Non dico queste cose per me, Rhiannon...le dico per te... -

Rhiannon si prese le ginocchia tra le braccia e guardò Potter con disappunto.

- Val è un bravo ragazzo. D’accordo, forse è un po’ troppo insistente, ma ti vuole bene e potrebbe darti una vita migliore. E poi ha anche un bell’aspetto...insomma, preferiresti uno come Frey, capace di uccidere le mosche con una fiatata ? -

Rhiannon si concesse un fugace sorriso, che cancellò immediatamente.

- Non voglio uno come Frey, ma non voglio nemmeno Val. Sto bene qui, Potter, non mi importa di trascorrere il mio tempo cucinando o lavando pavimenti ! E’ la mia vita, ormai. Ogni volta che provo a cambiarla non faccio altro che peggiorare le cose...pensavo che tanto valesse rimanere al punto di partenza, così nessuno avrebbe potuto portarmi via quel poco che avevo guadagnato. E invece adesso mi toccherà ricominciare da capo...per l’ennesima volta. -

Potter sospirò e appoggiò la testa al muro.

- Mi dispiace, Rhiannon. - disse.

- Oh, dispiace anche a me, e non sai quanto... - ribattè la ragazza.

- Dico davvero. Ma non ho altra scelta, dannazione ! I clienti sono pochi e gli affari vanno male. Non posso contare solo su gente come Finbar e Frey... -

- Per loro questo posto è come una casa, Potter. Qui trovano calore e comprensione, non si limitano ad annegare i loro dispiaceri in un boccale di birra ! Che ne sarà di loro ? -

- Non avranno difficoltà a trovare un altro posto come questo, puoi starne certa. Ad Aldorath ci sono bettole in ogni angolo. -

Rhiannon si alzò. - D’accordo, Potter. E io ? Cosa farò io ? Dove pensi che possa andare ? - Levò una mano e indicò fuori dalla finestra. - Lui non tornerà a prendermi, Potter...se n’è andato per sempre, ormai ; l’ho capito e mi sono stancata di aspettarlo. E anche Roslyn se n’è andata. Se anche tu mi mandi via, cosa mi resta ? -

Il vecchio locandiere si alzò a sua volta. - Non ho mai avuto molto da offrirti, Rhiannon, lo sai. E adesso posso fare ancora meno. Se tu ti decidessi a trovare un marito... -

- Oh, maledizione, finiscila ! - lo interruppe la ragazza - Non ho bisogno di nessuno, quante volte te lo devo ripetere ? ! -

Potter la guardò, rassegnato. - Non sei ancora riuscita a dimenticarlo, vero ? -

Rhiannon tacque e respirò profondamente, senza staccare i suoi occhi da quelli del vecchio.

- Sono affari miei, Potter. - disse - E non devo renderne conto a nessuno, tantomeno a te. -

La ragazza afferrò il secchio che si trovava vicino alla porta.

- Dove vai ? - disse Potter.

-  A prendere l’acqua. - rispose Rhiannon aprendo la porta e sbattendola dietro le sue spalle.

- Adesso ? - disse Potter cercando di fermarla - Ma è già buio, Rhiannon, aspetta... -

La ragazza lo ignorò e lui non potè fare altro che restare a guardarla mentre si allontanava verso la foresta. Era preoccupato per lei, ma d’altro canto non poteva impedirle di sfogarsi.

E di questo Rhiannon aveva veramente bisogno.

 

 

Galien aveva camminato per quasi due giorni ed era veramente esausto. Si sedette dietro ad un grosso cespuglio, ansimando, e capì che non sarebbe stato in grado di proseguire oltre ; le sue gambe erano deboli per la fame, e il sonno si stava impadronendo di lui.

Si guardò intorno, incapace di riconoscere il luogo in cui si trovava ; del resto, aveva girovagato a caso per tutto quel tempo, e non aveva nemmeno la più pallida idea di dove stesse andando, né di dove sarebbe potuto andare. In quei due giorni aveva cercato di evitare le strade più frequentate, per non rischiare di imbattersi nei soldati di Eredhil, ed era più che deciso a continuare a farlo fino a quando non fosse stato ben lontano dai confini del Bosco Atro. Poi avrebbe pensato a cosa fare. Forse avrebbe cercato la strada per Erebor, il regno dei Nani, alla ricerca di Gimli, il grande amico di suo padre...o forse avrebbe chiesto aiuto a Re Elessar, di cui ricordava il viso severo ma buono. Sì, forse poteva ancora contare su qualcuno...se solo fosse riuscito a trovarlo...

Ma, in quel momento, era solamente stanco, sporco e affamato, e non riusciva a pensare ad altro che al suo stomaco che brontolava. Tutto ciò che aveva potuto mangiare erano stati alcuni frutti e un pezzetto di pane, rubato dal davanzale di una finestra sul quale era stato messo a raffreddare, mentre attraversava furtivamente i villaggi di confine con il Bosco Atro.

Si frugò nelle tasche per verificare se contenessero ancora qualche frutto che aveva tenuto da parte, ma le trovò desolatamente vuote. Represse un singhiozzo e si accoccolò tra le fronde del cespuglio.

Dove sei, Adar... ? Ho paura...ti prego, vieni a prendermi e riportami a casa...

Si sfregò gli occhi con le manine graffiate e si strinse nelle braccia.

Poi si addormentò.

 

 

Si svegliò poco più tardi, sentendo uno strano rumore di rapidi passi e di ramoscelli spezzati. Galien si sedette di scatto e si accucciò dietro il cespuglio, mettendosi in ascolto e cercando di non fare il minimo rumore.

Ai passi seguì ben presto un borbottio rabbioso, ed apparve tra gli alberi una fanciulla dai capelli rossi come il fuoco e dall’espressione furibonda che imprecava mentre camminava speditamente reggendo il manico di un secchio che ondeggiava avanti e indietro.

- Dannazione a Valerius... - disse tra sé e sé la ragazza a denti stretti - E anche a Potter ! Che si facciano gli affari loro una buona volta ! ! “Se tu ti trovassi un marito...” Stupidi idioti ! Un marito è l’ultima cosa di cui ho bisogno, adesso ! Non mi serve nessuno che pensi per me, sono abbastanza grande per cavarmela da sola ! ! -

Nonostante i continui improperi, Galien si sentì istintivamente più tranquillo alla vista di quella strana ragazza che parlava per conto suo. Incuriosito, il bambino tese le orecchie e continuò a seguirla con lo sguardo mentre lei gli sfrecciava davanti a testa bassa.

Certo che, se continua così, andrà a sbattere contro un albero... pensò Galien.

Infatti non si sbagliò. Persa nei suoi mugugni, la fanciulla prese male le misure e non si inchinò abbastanza per evitare di picchiare la testa contro un ramo un po’ troppo basso.

- Ahi ! Maledizione, MALEDIZIONE ! Anche tu ce l’hai con me, stupida foresta ? ! - esclamò Rhiannon portandosi una mano alla fronte.

Galien si lasciò sfuggire una risata, ma si tappò subito la bocca con una mano, temendo di essere scoperto. Troppo tardi, però.

Dopo aver sentito quello strano rumore, Rhiannon si azzittì e si guardò intorno, quasi spaventata.

- Chi...chi è là ? ! - disse con voce incerta.

Galien, terrorizzato dall’idea che la ragazza lo vedesse, restò immobile a guardarla.

- Chiunque tu sia, vieni fuori ! Non mi fai paura ! -

Galien smise di respirare e si guardò disperatamente intorno alla ricerca di una via d’uscita. Si girò piano per scappare, approfittando della copertura che il cespuglio gli offriva...

- E tu chi saresti ? ! -

Galien sussultò nel trovarsi di fronte il viso di Rhiannon, che lo guardava sorpresa. Con un’esclamazione di stupore, il bambino ricadde seduto e, con le gambe tremanti, cercò di indietreggiare. Ma dietro di lui si trovava il cespuglio che gli impediva la fuga, così Galien, con il cuore in gola, rimase a guardare la misteriosa ragazza con gli occhi spalancati dal terrore.

- Non preoccuparti, piccolo, non ti farò del male... - disse Rhiannon, confusa, cercando di assumere un tono di voce pacato. Galien deglutì, incapace di staccarle gli occhi di dosso.

- Sei un elfo... - aggiunse la ragazza, notando le piccole orecchie a punta che sbucavano da sotto i capelli del bambino - Vieni dal Bosco Atro ? Che cosa ci fai fuori dai confini da solo, ti sei perso ? - Il bambino tacque e non si mosse.

- Beh, non aver paura, vedrò di portarti a casa in qualche modo. -

- NO ! -

Stupita da quell’esclamazione, la ragazza vide gli occhioni azzurri del piccolo elfo riempirsi di lacrime disperate.

- Per favore...non portarmi indietro...mi faranno del male...per favore... -

Rhiannon lo guardò senza capire, turbata dalla sua espressione. Mille interrogativi le turbinavano in mente, ma capì che, in quel momento, l’unica cosa da fare era tranquillizzare quel bimbo spaventato.

- Non ti porterò indietro, se non lo vuoi. - disse - Te lo prometto. -

Galien non rispose, ma qualcosa, nel suo cuore, gli diceva che la ragazza non stava mentendo.

- Io mi chiamo Rhiannon. - gli disse con voce calma, senza avvicinarsi a lui - E tu ? -

- Galien... - sussurrò il bambino.

Rhiannon sorrise. - Dov’è tua madre, Galien ? -

- Morta. -

- Oh...mi dispiace. - La ragazza lo guardò con dolcezza, sinceramente addolorata per ciò che poteva essere capitato al piccolo. - E tuo padre ? -

Galien alzò le spalle. - Non lo so... -

L’espressione di Rhiannon si fece pensierosa e confusa. Cosa poteva essere capitato di così terribile a quel bambino per essere costretto a fuggire dal suo regno ? Lo guardò di nuovo ; respirava affannosamente ed era quasi incapace di muoversi ; aveva i capelli spettinati, i pantaloni strappati e la tunica macchiata, e il suo visetto era sporco di fango e polvere. Per un momento le ricordò la piccola Roslyn, quando la guardava con i suoi occhioni da cerbiatta impaurita, e lei non poteva fare altro che prenderla tra le braccia e stringerla a sé, per farle capire quanto le volesse bene...

Ma Roslyn non c’era più, e al suo posto si trovava quel piccolo elfo, un altro cucciolo spaventato che non aveva più nessuno che si prendesse cura di lui.

Sentì che doveva assolutamente fare qualcosa...

- Hai fame, Galien ? - domandò.

- Un po’... -

- Allora vieni con me. Forse è rimasto ancora un po’ di pane e latte nella dispensa...e magari qualche biscotto. Ti piacciono i biscotti ? -

Galien annuì, e nei suoi occhi sembrò riaccendersi un po’ di speranza.

- Forza, allora. Andiamo a casa. -

Il bambino rimase immobile ancora per un momento, mentre scrutava la ragazza nei suoi occhi color del mare. Rhiannon non sapeva perché, ma lo sguardo di Galien, in quel momento, la inquietava. Non poteva immaginare che l’elfo stava leggendo nel suo cuore...

Piano piano, Galien tese una manina tremante verso la ragazza, e lei, sorridendo, la prese nella sua, aiutando il bimbo ad alzarsi.

- Credo che tu abbia bisogno di un bel bagno e di qualche vestito pulito...vedrò cosa posso fare. Riesci a camminare ? -

Galien le sorrise e annuì. Sì, forse aveva trovato qualcuno di cui potersi fidare...

 

 

 

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Il Signore degli Anelli e altri / Vai alla pagina dell'autore: Rubysage