I raggi di sole cercavano spazio fra le sbarre di ferro della finestra,creando figure insolite sulle mura bianche.Gli occhi di Vivian si aprirono,lasciando trasparire ancora quella tristezza che l'affliggeva da troppo tempo. Si strofinò gli occhi,balzando in piedi. Dopo alcuni minuti si rese conto di aver dormito in jeans,ma realizzò che non le importava. Perchè doveva interessarsi al suo abbigliamento,quando stava vivendo  un incubo? Si svestì,restando con una cannottiera nera che le fasciava il corpo minuto e tagliuzzato. Purtroppo in quella camera non c'era  uno specchio,quindi la ragazza non potè vedere il mostro che era diventata. "Almeno qui non vengo picchiata." pensò Vivian,dopo essersi infilata una vestaglia color smeraldo. Legò i capelli rossi in una coda disordinata,per poi precipitarsi davanti alla porta. Cercò di aprirla,ma si rese conto che era chiusa a chiave. Tentò di forzare la maniglia,ma con scarso risultato. Si ritrovò appollaiata sul pavimento ghiacciato,mentre beveva le sue stesse lacrime che ormai avevano trovato riparo fra le sue ciglia. Piccoli ed acuti colpi la risvegliarono dai suoi pensieri bruschi,facendola sussultare. L'infermiera del giorno prima aveva aperto la porta,rivolgendole un sorriso irritante (che come la sua voce) innervosiva la ragazzina. -Beh,muoviti,in mensa c'è la colazione.- sussurrò con disprezzo. Vivian annuì,e si precipitò fuori. Dopo vari tentativi,entrò in una sala enorme,dai colori vivaci. E anche se quei colori sembravano essersi staccati dall'arcobaleno,traspariva una tristezza assordante. Tanti tavoli di legno erano distribuiti sul pavimento giallo ocra,e tanti ragazzi con i volti stanchi assaporavano una poltiglia biancastra,che si presumeva fosse latte. La ragazzina si guardò intorno,cercando un tavolo vuoto,ma purtroppo erano tutti pieni. Fu allora che notò che in effetti un posto c'era,in fondo alla mensa. Vi sedevano una ragazzina dai capelli biondo cenere che sorrideva armoniosamente ad un ragazzino dagli occhi color dell'oceano. Si avvicinò,dopo che le ebbero consegnato la sua colazione,che consisteva in latte freddo e tre biscotti al burro. I due la squadrarono con aria investigatrice,per poi accoglierla con un largo sorriso. -hey,tu devi essere la nuova,puoi sederti qui,se vuoi- la voce della ragazza appariva gentile,e Vivian si rese conto che era davvero molto bella. Il ragazzo,dal canto suo annuì,sistemandosi i capelli castani con dei dolci riflessi neri. -vi ringrazio- sussurrò la ragazza,sedendosi mentre impugnava un biscotto sgretolato. -mi chiamo Gregor,e lei è Mitchie.- esclamò con fare allegro il tipo,indicando a sua volta la ragazzina dai lunghi capelli. D'un tratto gli occhi dei due si posarono sulla porta principale,come se avessero appena visto un fantasma. -Greg,guarda,è lui,è Jake. - Mitchie richiamò lo sguardo di Gregor,che si precipitò a sussultare. -non ci credo,è tornato.- disse a sua volta il ragazzo,portandosi una mano sotto al mento,con fare pensoso. Vivian si girò,e fu lì che lo vide. Un ragazzo dai capelli scuri,che sconvolse completamente il cuore della ragazza. Un sorriso incerto delineava il suo volto incantevole e la sua corporatura robusta lasciava trasparire che fosse un tipo forte. Due infermiere lo tenevano per le braccia,per poi spingerlo in un tavolo sorvegliato da un agente di polizia. -Chi è lui?- chiese d'un tratto Vivian ai due suoi nuovi amici,che abbassarono lo sguardo,quasi tristi. -E' Jake Allen,è..- -un nostro amico.- tagliò corto Gregor zittendo la sua amica. "Jake,Jake Allen." Pensò fra sè e sè la ragazza,mentre un sorriso sognante le si formò in volto.