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Autore: NarniaWardrobe    20/01/2013    2 recensioni
"Io voglio solo che tu sia felice, Debby." disse. Mi voltai verso di lui e ci guardammo negli occhi.
"Anche io, solo che..." tentennai "vorrei che noi fossimo felici insieme." mi buttai.
Lui non mi rispose. Rimase fermo a guardare il mare che si muoveva, lentamente, con un leggero venticello che portava il suo odore salato fino a noi, creando un fruscio delicato.
Il sole gli batteva in faccia, schiarendo ancora di più gli occhi magnifici di Louis.
Sulle sue labbra si formò un piccolo sorriso dolce. "Io sono già felice, con te." mi abbracciò.
Io mi strinsi a lui più che potevo.
Era tutto fottutamente perfetto.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
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 (4)
Stupid boy.



Harry era lì fermo, con un sorriso malizioso stampato sulle sue stupende labbra.
Louis se ne andava, era sempre più lontano e non stavo facendo niente per raggiungerlo. Ero incantata sugli occhi di Styles.
Ma ripensai a Lou.
“Non posso.” sussurrai talmente piano che neanche le formiche secche potessero sentirmi.
Scansai quel figo e lo buttai a terra, calciando la sabbia per ricoprirlo.
A quanto pare Tomlinson aveva assistito alla scena perchè stava ridendo. Era un'emozione durata poco: al contatto visivo con i miei occhi si fece serio, si girò e se ne andò.
Mi ero spappolata un piede, avevo impedito a Hazza di procreare fracassandogli le palle e lui mi ringraziava così?
In altri paesi si diceva 'bye', 'ourevoir'... ma io dissi semplicemente “Addio coglione!”
Corsi verso Louis, come una mandorla danzante.
I miei paragoni fighissimi.
'Corri, corri, corri. Cazzo, corri!' pensai.
Lousi accorse della mia presenza e cominciò a correre per allontanarsi da me.
Voleva allontanarsi da me.
Lo raggiunsi e mi lanciai su di lui, buttandolo a terra e stringendolo in un forte abbraccio.
Lui si rialzo con la velocità della parlata di Harry e l'agilità di un cocomero.
“Ti prego, non andartene.” gli presi il braccio. “Harry non è nessuno.”
Scosse la testa.
Era finita.

Stappai una bottiglia di raffinatissimo, costosissimo e purissimo latte, e me ne versai un po' in un pentolino, mettendolo a scaldare. Ci aggiunsi un po' di caffè.
Presi una scatola di biscotti dal nascondiglio segreto di Niall, la dispensa, e andai sul divano.
I ragazzi erano andati a cena con dei loro amici. Come minimo questi amici avevano la quarta di tette.
Accesi la televisione. Sul primo canale che apparse sulla scatola magica, si trattava di problemi di cuore. “Joannha e Luca stanno litigando. Lui vorrebbe mettere in gatto in una cuccetta blu. Lei la vorrebbe rosa. Ce la faranno i nostri eroi a riappacificarsi?” cambiai.
“La tua cagna non vuole lasciare il suo fidanzatino per trasferirsi in un'altra città? Contattaci al numero verde!” ricambiai.
“Cazzo, ma è possibile che un cane ha il fidanzato e io no?” strillai.
Louis. Louis. Louis.
C'era solo lui nella mia mente.
Presi un biscotto e lo guardai bene. Lo mangiai. Buono.
Guardai la marca. 'Louis mania'. Li buttai via.
Ma prima ne presi ancora uno.

Basta, questa situazione era imbarazzante. Ero in pigiama, sabato sera, a piangermi addosso perchè lui non mi aveva cercata.
Mi presi un paio di semplici jeans, una felpa della Duff Beer grigia con la scritta fucsia fluo. Un paio si scarpe nere con tacco alto argentato. Una collana con un gufo con un po' di diamanti finti. Un po' di matita nera, un po' di mascara... E il cesso era rimasto.
Uscii, senza pensare.
Mi diresse vero casa Tomlinson.
Erano le nove e mezza di sera. Louis sarebbe stato in casa, no? Spero.
Suonai al campanello.
La sua casa era stratosferica.
Era una villa bianca, circondata da un muretto e una siepe. Aveva un cancello nero con delle decorazioni nere. Dentro aveva un giardinetto con una piscina e altre due più piccole per l'idro massaggio. Aveva qualche palma e moltissimi fiori rossi, rosa e gialli.
Mi aprii una donna, sua madre, Rose. Si chiamava come quella là del Titanic. A proposito, se Lou non fosse stato lì, il Titanic sarebbe affondato un'altra volta.
Mi accolse con un sorriso e mi fece accomodare, poi se ne andò in cucina chiudendo la porta.
Dalla camera di Louis sentivo provenire delle risate... non era solo quel puttano.
Salii le scale e bussai alla porta. Sentii un debole “arrivo” e Lou aprì la porta.
La sua allegria si spense e arrossì. “Che ci fai qui?” abbozzò un leggero sorriso.
Cercai di guardare nella sua stanza, ma lui mi bloccava la visuale di proposito.
Lo spinsi ed entrai.
“Ciao!” squittì la puttana di turno. Sorrise. Puttana. Aveva una maglietta rossa scollata che lasciava scoperto l'ombelico. Dei pantaloncini neri che metterli o non metterli era uguale e delle scarpe alte 30 centimetri rosse. Occhi pesantissssssssimamente truccati e labbra fucsia più fluo della mia felpa. Orecchini rossi.
Topix the bitch era tornata.

FUCK YEAH. 

UUUH. Dai questo era tragicomico.
Comico ma tragico.
Tragico ma comico.
Tromico ma Cagico.
Ok, ciao pepiesssss. Questo è un capitolo pieno di KABOOM.
Dai, Topix è tornata... mi mancava tanto c':
Non vi anticipo niente, solo che il prossimo capitolo sarà pieno di emozionantissimi colpi di scena.
Vi lascio e scusate il ritardo! Al prossimo capitolo asdfghjkl
Twitter: @dugongox 
#havefun

  
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