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Autore: sfiorisci    20/01/2013    4 recensioni
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"Come la chiamiamo?- gli chiese Rena
-Celeste, perchè ha il potere del cielo-"
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3



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«Siamo felici che tu abbia accettato il nostro invito.» le dissero le gemelle quando le incontrò.
«Grazie a voi per avermi invitato.» rispose Les felice. Era convinta che suo nonno non glielo avrebbe mai detto se si fosse trattato di qualcosa che sarebbe finito male…
Dopo aver parlato con Rachel e Diana, andò da Rick, per chiedergli del diario di suo nonno.
«Diario?» ripeté Rick come se dovesse ricordarsi di qualcosa. Frugò nel suo studio fra le cartacce che aveva sulla scrivania, poi passò a setacciare i cassetti.
«Mi sembra che tuo nonno mi abbia lasciato un suo diario poco prima di morire, dicendomi che avrei dovuto custodirlo… dove l’avrò messo?» si chiese impaziente. Continuò a cercare fino a quando non lo trovò, era nell’ultimo cassetto della sua scrivania, sepolto da cartelle e altre carte.
«Eccolo.» le disse porgendoglielo. Lo osservò attentamente: aveva la copertina marrone, era molto grande e pesava parecchio, ma la cosa che di più colpì Les fu il grande lucchetto posto al lato del diario, in modo tale che non si riuscisse ad aprire.
«Come mai ora ti interessi alle cose di tuo nonno?» le chiese Rick vagamente preoccupato.
«Ho fatto un sogno strano.» rispose semplicemente lei.
«Che tipo di sogno?» insistette lui.
«C’era una battaglia e mio nonno combatteva. Poi mi sono ricordata che la nonna da piccola mi parlava sempre di un diario che il nonno scriveva, prendendo appunti su tutto ciò che scopriva.» Les non aveva propriamente mentito: spesso sognava la passata battaglia, partecipando nel corpo di qualche ignara persona ai combattimenti cruenti e poi sua nonna le aveva parlato sul serio del diario.
«Come si apre?» chiese a Rick mostrandogli il lucchetto.
«Non lo so. Come puoi ben vedere non ci sono serrature e non so proprio cosa potrebbe far scattare il meccanismo di apertura.» parlava come se lui avesse già provato ad aprirlo, in passato.
«Grazie lo stesso, Rick.» disse Les uscendo dal suo ufficio.
«Les?» la chiamò lui all’ultimo minuto.
«Si?» chiese lei. Gli occhi marroni di Rick scrutarono quelli celesti come il cielo di Les. Lei sapeva di non potergli mentire, era quasi come un padre per lei e a dire le bugie non era stata mai tanto brava…
«Spero che tu sappia cosa stai facendo.» detto questo la congedò dal suo ufficio.
 
Più tardi Les ripensò alla conversazione con Rick: era ovvio che lui non si era bevuto la storia dei sogni e del ricordo, ma lei, per quanto lo desiderasse, non poteva ancora parlargli degli strani sogni e di suo nonno. Quella sera cercò di prendere sonno il più in fretta possibile per poter parlare con suo nonno. Aveva molte cose da chiedergli, per esempio come si apriva la serratura del diario, quando avrebbe potuto raccontare la verità a tutti… Eppure quella notte suo nonno non venne fra i suoi sogni.
Les, avvolta nel torpore delle coperte, sognò la vecchia casa in cima alla collina di sua nonna, il venticello leggero che soffiava in continuazione, la grossa croce al lato della casa per scacciare gli spiriti maligni e l’aglio appeso alle finestre che sua nonna metteva sempre con la scusa che “protegge dai demoni cattivi”.
Sognò di aprire la porta dell’ingresso ed entrare in quella casa dal profumo a lei così familiare, anche se stranamente vuota. Invece di chiamare sua nonna andò al piano di sopra, nella stanza in cui dormiva da bambina. Aprì il grande armadio da parete, ma non vi trovò nulla al suo interno, allora attraversò la stanza per andare ad aprire la finestra. Il vento continuava a tirare, come se le volesse dire qualcosa, come se la volesse avvisare di un pericolo imminente, ma Les non capiva le sue parole; al contrario, aprì le braccia e si mise in piedi sul davanzale. Il vento si era trasformato in una bufera che le gridava “Scendi! Scendi!”, ma lei non sentiva, in preda a chissà cosa. Si sentiva felice e al caldo, poi lo fece. Con un solo passo cadde dalla finestra mentre sentiva il vento chiamare il suo nome.
 
Les si svegliò di soprassalto, come se fosse caduta nel sogno. Si ritrovò nel suo letto con il cuore che le batteva forte, gettò uno sguardo fuori dalla finestra e vide la luce del sole entrare della finestra della sua stanza. Era sabato, perciò non aveva lezione, inoltre quella sera sarebbe andata a dormire da Rachel e Diana. Cercò di non pensarci e si diede da fare con un sacco di cose: fece i compiti che aveva per lunedì, si fece un lungo bagno caldo e si pettinò per bene i capelli, fino a quando Jean non la venne a chiamare per il pranzo; il sabato e la domenica mangiavano sempre insieme.
Durante il pranzo, parlarono del più e del meno, Jean si complimentò con Les per aver accettato l’invito delle due ragazze e trascorsero insieme un’oretta piacevole. Finto di mangiare Les si offrì di sparecchiare e di lavare i piatti per tenere la mente occupata, quando finì iniziò a leggere un libro di storia. Quando terminò il libro (era piuttosto corto) cercò di addormentarsi per sognare suo nonno e chiedergli qualche consiglio, ma non ci riuscì, anche perché non riusciva mai ad addormentarsi di pomeriggio. Alle sette era pronta per andare nella stanza di Diana e Rachel; si fece dire da Rick quale era e si avviò.
«Benvenuta.» la accolse Rachel aprendole la porta. La loro stanza era molto diversa da quella di Les: era formata da due stanze aperte l’una sull’altra e un piccolo bagno nella camera da letto.
«È molto bella la vostra stanza.» disse Les mentre si guardava in giro.
«Grazie.» le rispose una sorridentissima Diana uscendo dalla camera. Parlarono della scuola, dei loro voti, degli insegnanti, delle materie che studiavano (con un approfondito resoconto del perché la ginnastica era una materia inutile secondo Rachel), dei loro compagni di classe dei loro amici. Quando Diana parlò di Douglas e del fatto che fosse il suo ragazzo il volto di Rachel si rabbuiò e così cambiarono argomento. Che ci fosse stato qualche problema di cuore fra le gemelle? Quando, molto tardi, venne l’ora di andare a dormine sistemarono tre sacchi a pelo per terra e vicine presero sonno. Les voleva cercare di restare sveglia, per evitare di terrorizzare qualcuno con i suoi incubi, suo malgrado fu la prima ad addormentarsi, anche troppo velocemente. Sperava di sognare suo nonno, invece quello che accadde quella notte le cambiò la vita per sempre.
 
Non sapeva dire di preciso cosa fosse, un fantasma, forse? Fluttuava fra i corridoi della scuola senza trovare nessuno, guardò fuori dalla finestra e vide la luna, ecco perché le sembrava tutto così silenzioso, era notte. Sentì un rumore di una serratura, la porta si aprì e entrarono due persone. Anche se erano molto più giovani Les li riconobbe all’istante: erano Rick e Jean. Probabilmente era la prima volta che mettevano piede nella scuola, prima che loro due si sposassero, prima che decisero di aprire una scuola… parlarono di come quel posto era perfetto per le loro aspettative e la scena cambiò immediatamente.
Ora erano nel giardino interno, intenti a festeggiare il loro matrimonio. Jean era bellissima tutta vestita di bianco e con un bouquet di rose, mentre Rick era elegantissimo in uno smoking nero. Les scorse anche se stessa nella folla: aveva un piccolo abito bianco e teneva la mano di sua nonna, che indossava uno splendido abito verde smeraldo. Vide tutta la cerimonia e pensò che magari suo nonno le aveva mandato quel sogno per farle ricordare qualcosa di importante che era successo quel girono, ma non era così.
La scena passò e Les era ancora ferma lì, nel giardino in cui era stato celebrato il matrimonio. Capiva che qualcosa intorno a lei si muoveva, che la scuola veniva formata, arrivavano gli alunni, arrivava lei… allora perché non si spostava da lì? Rimase a fissare l’unica cosa interessante del giardino: un mosaico fatto nel pavimento che rappresentava l’acqua, il fuoco, la terra, l’elettricità e l’aria. Il disegno era molto soggettivo, sembrava quasi muoversi in una ruota perfetta… poi si rese conto che non era la sua immaginazione, il mosaico si stava muovendo sul serio! Vide uscire fuori una creatura terrificante, fatta di fumo e con due grossi occhi gialli che galleggiavano. In qualche modo sentì che a creatura stava sogghignando davanti a lei, che potesse vederla? O forse era solo il fatto che era finalmente libera? La creatura si mosse e Les la seguì, anche se non voleva; le sue gambe sembravano dotate di forza di volontà…
Vide che andava in cerca di qualcosa, o meglio di qualcuno, la vide andare in tutte le camere della scuola per trovare la persona che stava cercando, fino a quando si fermò, in infermeria. Sorrise di nuovo e si incamminò dentro, fino a raggiungere quattro ragazzi che parlavano, si stava avvicinando sempre di più quando qualcosa la bloccò. Rick era appena entrato in infermeria e stava parlando con una persona. Les si accorse che la persona con cui Rick voleva parlare era lei… che allora il demone avesse intenzione di uccidere lei?
Ci fu ancora un salto nel tempo fino ad arrivare a quella sera, quando si era addormentata dalle gemelle. Vide il demone attraversare la porta senza aprirla e sorridere di nuovo vedendo il suo corpo a dormire beato. Per qualche strane ragione Les sentiva che le cose accadute in quel momento erano reali, che doveva svegliarsi, altrimenti non sarebbe riuscita a vivere… cominciò ad agitarsi nel sonno, ma la creatura non ci faceva caso. Si avvicino sempre più vicino a lei: Les sapeva che doveva svegliarsi, lo sapeva, se non voleva morire, doveva farcela.
 
Finalmente si svegliò. E lo vide. Davanti a lei, come in un incubo il mostro la stava avvolgendo, con gli occhi gialli che brillavano di compiacimento. Quando Les si svegliò, lui ritrasse quelle che forse erano mani e lei urlò fortissimo, fino a farlo andare via. Le gemelle si svegliarono e cercarono di calmarla, ma lei continuò ad urlare. Andarono a chiamare Rick e Jean e quando finalmente li vide Les riuscì a capire tutto. Il suo sogno, suo nonno, ciò che aveva visto, la creatura.
«È un portale, è un portale!» gridò. Prese Jean e Rick per le mani e li portò nel cortile interno.
«È un portale!» ripeté di nuovo indicandogli il mosaico.
«Les, cosa stai dicendo?» chiese Rick preoccupatissimo. Allora Les raccontò tutto, descrivendo l’orribile creatura che, ora ne era certa, era un demone.
   
 
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