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Autore: Rubysage    08/07/2003    1 recensioni
Guardati le spalle, Legolas! Tuo fratello ti odia e cercherà di distruggerti anche a costo di risvegliare il Male che dorme! Vecchi e nuovi amici si schiereranno al tuo fianco e ti accompagneranno in quest'ultima, terribile avventura...azione, dramma, colpi di scena e il giusto pizzico di sentimento per una storia FINALMENTE CONCLUSA dopo 17 anni!
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Legolas, Nuovo personaggio
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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8. Tra volti amici

 

 

Son, he said, grab your things,

I’ve come to take you home...

 

                        Peter Gabriel, “Solsbury Hill”

 

 

- Niente da fare - disse Potter - Il marmocchio non può rimanere qui. Con tutti i problemi che abbiamo, quello è l’ultimo che ci serve. -

Galien non aveva ancora toccato cibo ; la tazza di latte e le grosse fette di pane imburrato che aveva davanti a sé erano il primo vero pasto che si fosse concesso dal giorno della sua fuga, eppure il bambino non sembrava di averlo degnato della minima attenzione. Seduto su uno sgabello quasi più alto di lui, faceva dondolare le gambe e tendeva le orecchie per captare la concitata discussione tra il vecchio e la ragazza, nella stanza accanto.

Rhiannon sbuffò. - Benissimo. Dimmi cosa devo fare, allora. -

- Rhiannon... -

- Devo buttarlo fuori ? -

- Maledizione, io non... -

- Darlo in pasto ai lupi ? Venderlo a qualche bottegaio senza scrupoli che lo ammazzerà di lavoro ? Conosci la gente di Aldorath, Potter...non sa nemmeno cosa significhi provare pietà per una donna...figuriamoci per un bambino. -

Potter sospirò. - Non sarebbe molto più semplice riportarlo dai suoi genitori ? - disse.

- Quali ? Ha detto che sua madre è morta, e non sa dove sia suo padre. -

- Ma avrà pure qualcuno che si prenda cura di lui, dannazione ! Dammi un solo motivo per cui non hai intenzione di riportarlo indietro ! -

- Vuoi un motivo ? Guardalo. - Rhiannon indicò Galien, seduto al tavolo, che osservava con attenzione lo strano posto in cui era capitato. - E’ un elfo, Potter...un bambino. E, dai suoi vestiti, non mi sembra un bambino qualsiasi. Potrebbe essere un nobile, o qualcosa del genere, ma questo non mi interessa. Se un elfo ha paura di tornare tra la sua gente, un motivo ci sarà. -

Il vecchio tacque, guardando Galien.

- Ha davvero paura, Potter...glie l’ho visto in faccia. Non immagini il terrore che c’era nei suoi occhi mentre mi supplicava di non riportarlo indietro...forse qualcuno lo cerca e vuole fargli veramente del male... -

- E’ proprio questo che mi preoccupa, Rhiannon... - ribattè Potter - Non hai sentito quello che ha detto Finbar poco fa ? Se qualcuno cerca questo bambino e lo trova qui, noi potremmo passare dei guai seri. Non si scherza con gli elfi, mi sembrava di essere stato chiaro. Meno che mai quando non sono animati da buone intenzioni. E questa è una locanda, Rhiannon...la gente che la frequenta, anche se è poca, ha la lingua svelta, dopo il secondo boccale di birra...e se qualcuno lo vedesse... -

- Non mi dire che hai paura di proteggere un bambino che ti chiede aiuto... - disse Rhiannon, con un filo di disgusto nella voce, incrociando le braccia.

Potter sbuffò. - Sì, ho paura. - disse - Ma non per me, se è questo che intendi. -

Rhiannon lo guardò con aria interrogativa. - Cosa diavolo vuoi dire ? -

- Io sono vecchio, ormai. Non temo più niente, perché so che la campana sta battendo gli ultimi rintocchi per me. E’ quello che sarò costretto a lasciare che mi spaventa. - Camminò lentamente verso la finestra, mentre Rhiannon lo seguiva con lo sguardo. - E’ per te che ho paura, Rhiannon. -

La ragazza alzò gli occhi verso il soffitto. - Per il cielo, Potter...risparmiami la predica da saggio padre di famiglia ! -

L’uomo la ignorò. - Hai già passato abbastanza guai per andarti a cacciare in altri ancora più grossi. La gente come noi non ha grandi possibilità di difendersi dagli attacchi di chi è più potente...e non parlo solo in senso fisico. - 

- Ti capisco sempre meno... -

- Parlo di sentimenti, Rhiannon. Dei tuoi sentimenti. E un pochino anche dei miei. -

Rhiannon tacque e abbassò lo sguardo, mentre qualcosa iniziò a bruciare nel suo petto.

- E’ a Roslyn che ti riferisci, vero ? - disse con voce bassa. Potter annuì.

- Credi che io non l’abbia ancora superato ? E’ questo che credi ? -

- Non l’ho superato nemmeno io, Rhiannon...come puoi averlo fatto tu ? E’ ancora troppo presto, e io penso che la vicinanza di questo bambino possa... -

- Roslyn era mia figlia, Potter, non tua. - lo interruppe bruscamente Rhiannon - Capisco quanto tu ti fossi affezionato a lei, ma non puoi comunque capire quello che ho provato...e che provo tuttora. Tu pensi che io voglia tenere qui quel bambino per...per sostituirla ? Come puoi credere ad una cosa simile ? -

Potter non rispose. Rhiannon gli si avvicinò, tirandosi indietro i capelli con una mano.

- Può darsi che tu abbia anche ragione...che io mi stia prendendo a cuore Galien per dare sfogo al mio “desiderio” di tornare madre ancora per un po’...ma dimmi, Potter... - La ragazza si piantò davanti all’uomo e lo fissò con i suoi occhi verdi. - E’ così sbagliato cercare di dare un po’ d’amore e protezione a qualcuno che ne ha davvero bisogno ? -

Potter distolse il suo sguardo, non riuscendo a reggere quello profondo e inquisitore della ragazza. Non aveva ancora capito come, ma con gli occhi Rhiannon riusciva a scavare nella sua anima e a ribaltare tutti i suoi stati d’animo. Si era sempre detto che quegli occhi non appartenevano al popolo degli Uomini...probabilmente qualcuno dei suoi antenati era un elfo...ma questo non aveva importanza.

- Non lo vedrà nessuno, Potter, te lo prometto. - disse Rhiannon - Anche se siamo vicini ad Aldorath, restiamo comunque fuori dal villaggio. Il bambino non dovrà fare altro che restarsene nel retrobottega durante gli orari d’apertura. Baderò io a lui, non ti preoccupare. Non darà alcun fastidio. -

Il vecchio sbuffò con le narici e lanciò un’occhiata alla ragazza. Poi, senza dire nulla, uscì dalla cucina e andò da Galien, mettendosi di fronte a lui, dall’altra parte del tavolo, a braccia conserte.

Il bimbo alzò gli occhi, e guardò Potter con aria tranquilla.

- Senti un po’, piccoletto - disse l’uomo - Non so quali siano le tue abitudini, ma sappi che qui non siamo in una reggia. Al mattino ci si alza presto, si fa colazione alla svelta e si dà una mano a fare le pulizie ; quello che avrai intenzione di fare per il resto della giornata non mi interessa, basta che tu non ti cacci nei guai o, peggio, ci faccia finire anche noi. Finchè resterai qui, queste sono le regole. Siamo d’accordo ? -

Galien sorrise. - Sì. - disse.

- Molto bene. Ora sbrigati a finire il latte, i bambini come te devono andare a letto presto, la sera. -

Rhiannon incrociò le braccia e guardò Potter sogghignando, mentre il vecchio saliva le scale e si dirigeva nella sua stanza.

- Grazie, Potter... - disse ad un tratto Galien. L’uomo si fermò a metà scala e rimase un momento interdetto.

- Prego. - rispose poi, ricominciando a salire.

Rhiannon scosse la testa e si avvicinò a Galien, che aveva finalmente cominciato a mangiare di gusto. - Non preoccuparti, piccolo. - disse sorridendo - Potter fa sempre del suo meglio per sembrare un vecchio scorbutico con tutti, e forse un po’ lo è...ma io lo conosco bene, ed è un uomo buono. -

Galien si voltò verso la ragazza. - Lo so. - rispose.

Rhiannon sorrise e gli scompigliò i capelli.

 

 

- Beh, è un po’ grande, ma in mancanza di meglio... - disse Rhiannon guardando Galien con aria perplessa. Non avendo altro a disposizione, aveva fatto indossare al bambino una vecchia camicia che Potter gli aveva ceduto ; ma l’orlo e le maniche gli arrivavano sotto le ginocchia, e Galien era così buffo che la ragazza riuscì a malapena a reprimere una risata.

- A me piace - disse il piccolo elfo, serio, guardandosi allo specchio - E’ morbida e comoda. -

- Sicuramente più dei tuoi vestiti, almeno per dormire... -

Rhiannon guardò la camicina color avorio, la tunica ricamata e i pantaloni chiari che aveva in mano, ora sporchi, sgualciti e strappati. - Ora darò una bella lavata alla tua roba e la metterò ad asciugare davanti al camino, almeno domattina la troverai pulita...poi vedrò di rimediarti qualcosa, va bene ? - disse.

Galien non rispose e rimase un momento a guardarsi allo specchio.

- Mi piace questa. Profuma di buono. - disse. Poi si voltò verso la ragazza e sorrise. - Anche questo posto ha un buon odore...non l’avevo mai sentito prima. Quando ero a casa mi piaceva il profumo dei fiori e della rugiada sull’erba...ma questo odore è ancora migliore... -

Rhiannon lo guardò, sorpresa. - Un buon odore, dici ? E io che non vedo l’ora che arrivi il momento di chiudere per non sentire più la puzza della birra e del fumo... -

- Non è quello che intendo. E’ un odore caldo, che ti avvolge come una coperta...è l’odore del vecchio legno grezzo, delle braci nel camino, delle pietre che potrebbero raccontare tutte le storie che hanno visto svolgersi tra loro... -

- In effetti questo posto ha visto tempi migliori... -

- Forse. Ma mi piacerebbe che i muri potessero parlare per raccontare di quei tempi. Sai... - Galien sbadigliò. - Mi sento al sicuro, qui... -

Rhiannon sorrise amaramente, domandandosi cosa potesse aver passato quel povero bambino.

- Forza - disse prendendolo in braccio e mettendolo a letto - E’ ora di dormire. Se avessi bisogno di qualcosa, non devi fare altro che bussare alla parete dietro il letto...io dormo nella stanza accanto. Sarò da te in un baleno. -

- Grazie. - disse Galien mentre Rhiannon gli rimboccava le coperte.

- Di niente... - rispose la ragazza baciandogli la fronte - Dormi bene, cucciolo d’elfo. -

Poi si alzò e si diresse lentamente verso la porta.

- Rhiannon... - chiamò timidamente Galien.

- Cosa c’è ? -

Il bambino si strinse nelle spalle, raggomitolandosi sotto le coperte. - Non...non potresti cantarmi una canzone ? Adar lo faceva sempre per farmi addormentare... -

Rhiannon lo guardò, intenerita, ma i suoi occhi si velarono improvvisamente di malinconia, come se un ricordo troppo vicino tornasse piano alla superficie lacerandole il cuore. Tornò verso il letto e accarezzò i capelli del bambino.

- Ti mancano molto i tuoi genitori, vero ? -

Galien annuì.

- Ti aiuterò a cercare tuo padre...e lo troveremo, vedrai... -

Il piccolo elfo, quasi tranquillizzato da quelle parole, socchiuse gli occhi. Poi Rhiannon inspirò profondamente e iniziò a cantare con voce dolce e sommessa :

 

Un vecchio e un bambino si preser per mano

E andarono insieme incontro alla sera,

La polvere rossa si alzava lontano

E il sole brillava di luce non vera,

L’immensa pianura sembrava arrivare

Fin dove l’occhio di un uomo poteva guardare,

E tutto d’intorno non c’era nessuno

Solo il tetro contorno di torri di fumo.

 

Rhiannon non si accorse della presenza discreta di Potter ; nascosto dietro ad uno stipite della porta, l’uomo ascoltava la malinconica canzone che lui stesso aveva insegnato alla ragazza, e il suo cuore si strinse. Rhiannon aveva amato quella canzone fin da quando lui l’aveva cantata la prima volta alla piccola Roslyn, e anche per la bambina era stato lo stesso...

 

I due camminavano, il giorno cadeva

Il vecchio parlava e piano piangeva

 

Anche in quell’istante il vecchio Potter sentì le lacrime affiorare ai suoi occhi...

 

Con l’anima assente, con gli occhi bagnati

Seguiva il ricordo di miti passati...

 

Non avrebbe voluto rivivere quei momenti, la ferita era ancora troppo fresca...e Rhiannon come doveva sentirsi ?

 

I vecchi subiscono l’ingiuria degli anni,

Non sanno distinguere il vero dai sogni,

 

E’ vero, Rhiannon...per tutta la vita ho rincorso sogni che non si sono mai avverati...e quando ormai credevo che nemmeno nei miei sogni avrei potuto avere una vita felice, ecco che siete arrivate tu e Roslyn. Non avevate niente quando bussaste alla mia porta...eppure mi avete donato una gioia che mai avrei immaginato di provare...

 

I vecchi non sanno nel loro pensiero

Distinguere nei sogni il falso dal vero.

 

...ma Roslyn non c’è più, Rhiannon...se n’è andata per sempre. E tu non puoi cercarla in questo bambino...

 

E il vecchio diceva, guardando lontano,

Immagina questo coperto di grano

Immagina i frutti, immagina i fiori

E pensa alle voci, e pensa ai colori,

 

E se fosse un segno del cielo ?  si disse poi il vecchio asciugandosi le lacrime che, quasi senza che lui se ne accorgesse, avevano cominciato a scendere, bagnandogli il mento ruvido e cadendo sulla sua camicia. Se fosse stata proprio Roslyn a mandarlo, per ricordarti di non perdere mai la speranza... ? Per ricordarti che, anche quando credi di aver perso tutto, puoi sempre scoprire di avere ancora qualcosa da dare...perché ci sarà sempre qualcuno ad aver bisogno di te...ed è questo che ti tiene in vita, Rhiannon...che ci tiene in vita...

 

E in questa pianura, fin dove si perde,

Crescevano gli alberi e tutto era verde

Cadeva la pioggia, segnavano i soli

Il ritmo dell’uomo e delle stagioni.

 

Ma forse sono solo un vecchio sciocco, Rhiannon...io non posso leggerti nel cuore e nemmeno lo voglio...perché ho paura di cosa potrei trovarci. A cosa pensi, ragazza, mentre canti la canzone di tua figlia a quel bambino ? Cosa pensi che provi lui di fronte a versi che non può capire perché non gli appartengono ?

 

Il bimbo ristette, lo sguardo era triste

E gli occhi guardavano cose mai viste

 

Potter scosse il capo e cacciò quei pensieri, mentre tornava stancamente nella sua stanza.

Rhiannon vide che Galien aveva chiuso gli occhi e che il suo respiro era diventato profondo e regolare. Allora la sua voce si abbassò, fino a quando divenne un lieve sussurro...

 

E poi disse al vecchio, con voce sognante,

Mi piaccion le fiabe, raccontane altre...

 

La ragazza baciò di nuovo la fronte del bambino e si allontanò senza fare rumore. Nella piccola stanza non si avvertiva più alcun suono se non quello dei grilli che, fuori dalla finestra, lasciavano che le loro canzoni si alzassero sopra gli alberi e raggiungessero la luna.

- Buonanotte, Galien... - sussurrò malinconicamente, chiudendo la porta.

E buonanotte anche a te, mia piccola Roslyn...

 

 

 

Spero che i fans di Francesco Guccini non si offendano troppo per lo scempio che ho fatto della sua splendida “Il vecchio e in bambino”, ma è una canzone legata ad un piccolo, vecchio ricordo.

Il capitolo e la canzone sono dedicati a Cristina.

 

 

 

  
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