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Autore: vampirettafolle    20/01/2013    1 recensioni
Il risveglio dopo una notte di sesso selvaggio o dopo una sbornia è indifferente. Ossa a pezzi e mal di testa. Però nel caso del sesso il ricordo della notte prima allevia qualsiasi male. Il vomito della sbornia no.
...
Immaginavo che Edric fosse andato a letto con parecchie donne. Sapevo che non avrebbe mai intrapreso una relazione con un’anonima ragazza come me, ma che fosse un puttaniere stronzo che non ha neppure le palle di dirti al risveglio ‘è stato bello , ma addio’ proprio no.
Gliela avrei fatta pagare non solo a nome mio, ma anche di tutte quelle che sono state fregate come me.
Tratto dal Capitolo 2.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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BO5


Capitolo 5 Come d’incanto


Lo devo ammettere, è stato un appuntamento perfetto. Beh, non è che io sappia veramente come dovrebbe essere un appuntamento ‘perfetto’. Non ho molti termini di paragone, se non quelli accumulati dai film, libri o mie personali fantasie. Ma non devo lasciarmi andare. È stato dolcissimo  è vero, ma la scommessa è ancora aperta. E lui è un ottimo attore, potrebbe aver recitato ieri sera. Non devo dare niente per scontato.
Questa sera è il suo turno. Sono proprio curiosa di sapere come mi sorprenderà. E anche un po’ impaziente di passare un’altra serata divertente in sua compagnia. In fin dei conti, credo di essere la prima donna che esce dalla camera da letto con Edric Ward.
D’altronde non c’è niente di male se approfitto della sua amicizia per divertirmi come non mai, no?! La vibrazione di un cellulare al mio fianco mi fa scattare dal divano sul quale sono sdraiata mentre mi faccio del male vedendo il film ‘I love shopping’.
“Ehi Jamey, che mi dici di bello?”rispondo allegra.
“Veramente sono io che dovrei farti questa domanda” risponde in modo serio.
“Oh Jamey ancora? Sono stata prudente, ho passato una piacevole serata torturandolo un po’ ”rispondo un po’ seccata per la sua insistenza. Capisco che ci tenga a me. Che, come un fratello maggiore,anche se io sono più grande di lui all’anagrafe, voglia proteggermi. Ma ora è davvero paranoico. Se non sapessi che ha cura di me come un’amica penserei che sia geloso.
“Quindi avete trascorso la serata facendo una piacevole cena a lume di candela, vi siete tenuti la mano, scambiati parole dolci e dati il bacio della buona notte?”
Mi alzo dal divano e mi avvio al frigo per prendere il succo alla pera che adoro tanto. Quando mi irrito mi viene una gran sete. Ed ora sono proprio irritata dalla poca stima che Jamey sta dimostrando nei miei confronti.
“Senti Jamey, io non ho voglia di litigare con te. Il motivo di queste uscite te l’ho spiegato. E poi non hai alcuna ragione di essere cosi ossessivo. Non sono tua”
“Bene” risponde secco. Dall’altro capo del telefono si sente un gran frastuono, probabilmente è sul set.
Sospiro rassegnata. Meglio che mi scusi subito con lui. È capace di tenere il muso più di una donna.
“Jamey senti…”
“Ehi bellissima!!!”una voce più squillante di quella del mio amico mi chiama.
“Edric?!”perché risponde dal cellulare di Jamey?
“Si si…Gioacchino sta buono, sto parlando con una bellissima ragazza dal tuo telefono…”mi viene da ridere. Solo il pensiero della faccia di Jamey…
“Occhi lucenti ti devo fare una proposta indecente” che sbruffone. Non mi stancherò mai di ripeterlo.
“Non farò sesso con te in cambio di soldi” ribatto decisa, cercando di non ridere.
“E va bene Demi Moore…ma la mia proposta non riguarda il sesso” sento le bestemmie di Jamey dall’altro capo del telefono ”alle 4 fatti trovare pronta. Indossa abiti comodi”
“Frena frena Robert Redford, dove andiamo e perché vieni da me, lo sai che non devi più mettere piede in questa casa!”
”Tesoro non…ehi” sento dei rumori nella cornetta.
“Utilizza il tuo cellulare” Jamey è ritornato. Questa è la prima volta che lo sento gridare. È sempre stato una persona molto calma e affabile. Però la storia di Edric e me lo ha trasformato in un ragazzo diffidente e angoscioso. Mi sento un po’ in colpa. Non avrei dovuto coinvolgerlo.
“Jamey?” domando timorosa e con una voce dolce come il miele ”Scusami per essere stata scontrosa prima, tu… lo sai che ti voglio bene perciò non litighiamo” sento un sospiro dall’altro lato.
“Scusami tu tesoro, ora per farmi perdonare sai che faccio? Ti ripasso il bastardo impossibile che vuole finire di parlare con te” dal suo tono capisco che lo fa solo per me. Non di certo per Edric. Ha perso completamente fiducia in lui come persona, nonostante lo apprezzi molto come artista.
“Allora, ritornando a noi” mi richiama Edric con voce argentina ”tu fatti trovare pronta per quell’ora, al resto ci penso io”
“Guarda che se mi fai un brutto scherzo, sappi che non dedicherò un solo articolo alla tua brutta faccia, ma un numero intero della rivista” lo minaccio con decisione, anche se il suo buon umore ha contagiato anche me. Ma è meglio che faccia capire chi ha il coltello dalla parte del manico.
“Oggi realizzerò il tuo sogno di bambina” e con questa criptica frase chiude la chiamata.
Ma che avrà voluto dire?
Alle quattro in punto si presenta alla mia finestra. Si. alla finestra. Si è precipitato al mio appartamento con un elicottero privato richiamando alle persiane tutti i vicini curiosi e non.
salgo di corsa le scale che mi portano al terrazzo del condominio  impaziente sul da farsi. Spero solo che Edric non mi abbia sorpresa con l’elicottero solo per mostrare la sua sfacciata ricchezza. Ma quanto caspita guadagnerà?
“My lady è pronta per ritornare bambina?”
“Che scherzo è questo?” appena ho aperto la porta del terrazzo mi sono ricomposta e mi sono avviata verso di lui come se non mi toccasse minimamente un elicottero privato su un palazzo pubblico.
“Ti porterò in un posto dove l’età che hai non ha più valore” con un balzo sale sull’elicottero che continua a far ruotare le sue eliche tenendosi pronto alla partenza. Edric mi tende la mano sinistra mentre con  l’altra si sostiene in equilibrio sull’elicottero. La sua camicia celeste mezza aperta sul petto svolazza allegra sul suo torace scolpito. Mi sta letteralmente abbacinando con la sua postura perfetta, il sorriso smagliante e i capelli al vento.
“Ti fidi di me?” mi domanda sporgendosi ancora di più verso di me. Mi sento tanto la principessa Jasmine di  Aladdin. Forse l’elicottero è il nostro tappeto volante. E poi voleremo sul mondo intonando dolci note d’amore. Stop. La mia fantasia è partita per la tangente. Concentriamoci sul fatto che non ho la più pallida idea di dove mi stia portando. Potrebbe essere uno scherzo di cattivo gusto.
“Accetto solo se mi dici dove mi porti”
“Nel suo castello principessa” afferra la mia mano e mi trascina all’interno. Appena chiude lo sportello l’elicottero decolla allontanandosi sempre più dal mio condominio e dagli sguardi curiosi dei vicini.

È un pazzo. Il suo elicottero, che scopro gli è stato prestato da Jhon Travolta, ci porta all’aeroporto di New York per un volo diretto  a PARIGI. Dopo meno di due ore di viaggio ci aspetta fuori dall’aeroporto un taxi, che ci porta niente di meno che a …DISNEYLAND PARIS. Oh mio dio. È da quando avevo cinque anni che scocciavo mia madre affinché mi ci portasse. Naturalmente la risposta era ‘vediamo l’anno prossimo’. Ma era un anno che non arrivava mai.
“È da quando avevo cinque anni che mettevo in croce  i miei per portarmici” esordisce Edric all’improvviso, interrompendo il mio flusso di pensieri che mi ha portato a spiaccicare la faccia al finestrino del taxi.
“Anche io“ rispondo senza aggiungere nient’altro. Non so che dire, sono proprio colpita.
“È la mia prima volta e spero che sia anche la tua” pronuncia questa frase con un sorriso talmente dolce che sento i denti del giudizio voler uscire fuori per ammirare questa bellezza ultraterrena che è Edric. Mi tende la mano per uscire dal taxi.
“Ci divertiremo tutta la notte e domani cenerentola tornerai a casa prima di perdere la scarpetta”
Ci dirigiamo mano nella mano verso la reception dell’hotel. Oggi sfrutterò a dovere la scommessa per godermi a pieno i privilegi di frequentare Edric Ward. D’altronde è solo un gioco, no?

Il primo luogo che frequentiamo è  le Passage Enchanté d'Aladdin. Visitiamo la città incantata di Agrabah ed ammiriamo le scene in miniatura che illustrano l'emozionante storia di Aladino e del suo amico genio. Sembra di essere nel bel mezzo del mercato di Agrabah. Ho comprato un divertente turbante blu per Jamey; sarà perfetto come mio personale Aladin. Subito dopo Edric decide di visitare Adventurland. Saliamo sul veliero di the Pirates of Carrabien. Il pirata che è in lui si mostra immediatamente. Corre subito a poppa e chiede a dei turisti di farci una foto. Io naturalmente non voglio salire, ho paura di cadere in acqua. Ma lui mi afferra come un sacco di patate e mi posiziona davanti a lui riproducendo la scena di Titanic che ha poco a che fare con i pirati. Non resistiamo e decidiamo di affrontare the Tample of the Peril di Indiana Jones. Non ho fatto altro che gridare per tutta la corsa. Le montagne russe non sono il mio forte. Invece Edric si sta divertendo come un bambino in un…parco divertimento. “Ti prego Edric, andiamo a Fantasyland” lo prego con le mani giunte e il broncio. Ormai la scommessa è passata in secondo piano. Ci comportiamo oggi come due veri amici.
“Facciamo un giro sul Mad Hatter’s tea cups” mentre ci avviamo ammiro le famiglie che tutte insieme si divertono felici.
“Edric, grazie. Credo che sia la giornata più bella della mia vita”
”Anche la mia. Sai la mia famiglia non mi ci ha mai portato, perché è sempre stata occupata dai vari hobby o meglio talenti dei miei fratelli. E una volta diventato grande pensavo che ci potessi andare da solo, con qualche amico, ma a quel punto ero io quello impegnato. Ma ti devo ringraziare anche io. Grazie a te ho coronato il mio sogno di bambino” mi fermo un attimo a riflettere.
“Edric, ma perché ti confidi con me? Io sono il tuo peggior nemico” non capisco il suo atteggiamento. Mi confonde. Non riesco a credere che l’Edric che mi ha lasciata da sola quella mattina sia lo stesso di ieri sera sotto la pioggia e di adesso nel parco. Saliamo su una tazzina rosa e Edric inizia a girare per prendere velocità.
“Credo perché sei l’unica che conosce le due facce di Edric Ward” mentre mi risponde fa la linguaccia ad un bambino nella tazzina azzurra accanto.”Tu sei l’unica che ha voluto conoscere l’altro Edric. Tutti gli altri a priori non hanno voluto oppure hanno fatto finta di niente” ”E perché mai?” chiedo, ormai curiosa per la piega che il discorso ha preso.
“Non credo che sia più conveniente un attore bastardo e donnaiolo che uno dolce e buono?” ”Allora lo stupido sei tu, non gli altri. Devi imporre il tuo vero te stesso. Anche se io non sono cosi sicura che sia questo ancora” mi guarda con la fronte corrucciata e poi scoppia in una fragorosa risata.”Oh Brenda, non viviamo tutti nel paese delle meraviglie” e continua a ridere nonostante abbia messo il broncio perché ride della mia ingenuità.
Siamo tornati in hotel. Edric ha detto che ha preparato una fantastica sorpresa per la mia prima e ultima notte a Disneyland. Arrivata in camera trovo un enorme scatolone bianco sul letto accompagnato da un biglietto e una rosa rossa. Apro il biglietto trepidante:
Questa rosa incantata ti indicherà dove trovarmi.
Edric
Non ho la più pallida idea di che significhi questo messaggio che passa subito in secondo piano quando noto il contenuto del pacco. È un vestito da sera. Dorato. Stretto, stile sirena e con morbide manichine che avvolgono le mie spalle. Ci sono anche un paio di sandali impreziositi da brillanti e uno splendido collier di diamanti. Oh mio dio, Edric mi vuole morta. Nessuno ha mai fatto cosi tanto per me. Neppure nelle mie fantasie.
Sistemo tutto sul letto riflettendo sulla rosa ‘incantata’ che accompagna il messaggio. Ma il panorama che si vede dal balcone della mia suite mi distoglie totalmente dall’enigma. Si vede il castello della Brenda e la Bestia…castello? Bestia?  Rosa incantata? Ora conosco la meta della mia serata.
Una carrozza mi aspetta fuori l’hotel e mi conduce al mio castello. Era una vita che sognavo di dirlo. Arrivata a destinazione, due maggiordomi mi conducono da un’entrata secondaria ad una bellissima stanza al primo piano. Finalmente dopo un quarto d’ora mi consentono di uscire e lì il mio cuore si ferma. Edric vestito di tutto punto in una giacca di velluto blu è uscito esattamente dalla stanza opposta alla mia. Con un gesto della mano mi invita a intraprendere insieme la scalinata che ci porterà nella scintillante sala da ballo gremita di spettatori. Siamo noi l’attrazione? Scendiamo mano nella mano, sorridenti, la splendente scalinata. Siamo in una bolla. Dove io sono Belle e lui la Bestia. Vuole che faccia uscire il principe che è in lui?!
Mi invita a ballare e, titubante per l’emozione, accetto. È bellissimo. Tutti intorno a noi applaudono. Ci sono tutti, Gaston, Lumiere, anche Chicco!! È la mia favola preferita questa.
“Come fai a sapere che adoro questa favola?” chiedo emozionata.
“Perché è anche la mia. Viene prima della Carica dei 101 e gli Aristogatti” sorride raggiante ondeggiando perfettamente. Dopo aver volteggiato per un tempo interminabile e aver goduto della compagnia di altri ballerini, Edric mi riporta al primo piano dove c’è una saletta tutta per noi con la nostra cena.
“Oh Edric, non avrei mai pensato che potessi organizzare una cosa simile”
“Devo dire la verità, sei tu che mi ispiri e poi è divertente e piacevole passare del tempo con te” uh una dichiarazione in piena regola. Faccio finta di non capire. Non voglio rovinarmi  e rovinargli la serata. Certo, sono attratta da lui, ma sono ancora troppo ferita.
“Sai che questo non basterà per farti perdonare” ”Infatti stasera non cerco il tuo perdono, ma cerco di farti felice” e va bene questa gliela devo. Come sa usare lui le parole non le sa usare nessuno.”Perciò mia Brenda divertiamoci. La notte è nostra e le stelle sono tue” terminata questa frase il cielo si costella di fantastici giochi di luci colorate. Miriadi di fuochi d’artificio riempiono il manto scuro della notte:
Quando sembra che non succeda più ti riporta via, come la marea, la felicità
Questa frase appare nel cielo e mi colpisce dritto nel cuore.
“Edric è bellissimo grazie” lo abbraccio di slancio. In questo momento non mi interessa di niente. Le bugie, l’umiliazione, la scommessa. Dimentico tutto questa sera. Quello che sta succedendo ora è la realtà non una farsa. Sono felice e purtroppo grazie a lui.
Ricambia l’abbraccio cullandomi in una lenta danza dettata dal suono dei fuochi d’artificio e dalle urla di gioia dei turisti. ”C'è una bestia che si addormenterà ogni volta che, Brenda come sei, le sorriderai”canticchia al mio orecchio. Mi discosto appena per guardarlo in volto.
”Oggi sei stato perfetto”
”Quindi se ti chiedo di darmi il bacetto che mi spetta ogni qual volta ti sorprendo perdo punti?” sorride beffardo. Ma ho capito che lo ha detto per sdrammattizare.
Mi metto in punta di piedi e poggio delicatamente le mie labbra sulle sue. Non ricambia subito, stupito dal mio gesto, ma si riprende alla svelta e non si lascia scappare l’occasione. Mi avvolge con le sue braccia  e le sue labbra. Ci assaporiamo lentamente e dolcemente. Credo che entrambi vorremmo che questo momento non smettesse mai.
Sono io la prima a staccarsi.
”Devo andare, domani mattina si torna alla realtà presto” mi guarda non deluso, ma triste.
”Vai” sciolgo le nostre mani che combattono per restare ancora un attimo unite e gli volto le spalle. Poco prima di chiudere la porta sento lo squillo di un cellulare. Quello di Edric.
“Pronto?” risponde con una voce lontana.”Capisco” una pausa e un sospiro.
”No Ethan, l’ho lasciata andare” ancora una snervante pausa.
”L’ho lasciata andare perché l’amo”.
Il mio cuore perde un battito e questa volte ne conosco il motivo.
È ancora troppo presto per porre fine alla scommessa e frequentarsi come due normali amici?






Note:
Come d'incanto diretto da Kevin Lima.
Non fatevi ingannare dalle apparenze, forse entrambi vi possono sembrare incoerenti, ma abbiate pazienza che niente è come sembra e soprattutto ne devono ancora succedere delle belle.
Grazie a tutti voi che leggete questa piccola storiella.
   
 
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