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Autore: warmmyheart    20/01/2013    1 recensioni
"Isole di bellezza in un mare di squallore"
La storia di due ragazzi; le loro vite si intrecciano, impareranno a volersi bene, e insieme affronteranno questo mondo, che spesso è pieno di pericoli che da soli non si vedono e allora il sostegno di un amico vale più di tutto l'oro della terra.
-Precisazione: ogni capitolo è fatto da due parti, la prima è raccontata da lei, la seconda da lui.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Elettra.
Se inizi con “beh” è perché c’è di mezzo un ragazzo.”

 

Verso le cinque torno a casa, ho da studiare per un paio di verifiche. Scar sembra dispiaciuto, ma quando gli dico che la prossima volta sarò io a scegliere dove andare, si lascia scappare un bellissimo sorriso.
Quando arrivo a casa trovo mia madre.
- Ele, finalmente sei tornata.
- Sono solo le cinque, mamma.
- Ha chiamato Gaia, un’ora fa.. Dice che vi dovevate incontrare. Ma non ti sei fatta viva, e al telefono non rispondi. Le ho detto che mi avevi avvisato che stavi fuori a pranzo, ma non sapevo né dove, né con chi..
- Oh, cavolo.. Me ne sono dimenticata, completamente..
- Mi è sembrata molto arrabbiata. Ha chiesto se disturbava se veniva stasera, le ho detto di no. Dovrai trovare una scusa molto credibile.
Bevo un lungo sorso d’acqua, un po’ preoccupata, e mi chiudo in camera a studiare.
- Ele! Allora non sei morta! - dice Gaia abbracciandomi, appena le apro la porta.
- Certo che no, Gà.. Scusami, se non mi sono fatta sentire..
- Oh, non fa nulla, mi sono solo preoccupata un po’!
- Ma, mia madre ha detto.. Che eri incazzata, insomma..
- Sì, prima lo ero, però ho capito che c’era una ragione importante, sennò non mi avresti dato buca così spudoratamente. Però avresti dovuto avvisarmi!
- Sì, è vero, scusami..
- Non sai cosa mi sono inventata per trovarti. Al cellulare non rispondevi.
- Oh, è vero, ho una decina di chiamate perse, ma le vedo solo ora! Scusami Gà!
- Eh, ormai. Vabè, allora ho chiamato a casa, zero risposte. Poi ho trovato in rubrica il numero di tua sorella. Fai che erano le tre e mezza.. L’ho chiamata e dopo uno squillo mi ha riattaccato. Allora ho aspettato un momento.. E mi è arrivato questo messaggio.
Mi mostra il cellulare.
“Sks ma 6 paxa?!?!”!?”1’ ciè nn e k puoi kiamrm ksì qnd vuoi prk kmq ho 1 vt ank io e kmq ero a skqcola!!!!!”!!11!!!1 stpdaa!!!21!! kmq vbb ormi dmm qll k vuoi tnt m ai ftt inkzzr!!!!!!!!!!!!”
- È stata davvero mia sorella a scriverti questo obbrobrio? - chiedo, inorridendo.
- Eh, pare di sì.. Comunque, non sono riuscita a tradurre proprio tutto quello che c’è scritto, ma mi pare di aver capito che era a scuola e non poteva rispondere, così ho lasciato perdere perché anche a mandarle un messaggio avrebbe risposto con tutte queste “abbreviazioni” e un’altra traduzione mi avrebbe fatto venire il mal di testa. Quindi mi sono ricordata che una volta mi avevi chiamata dall’ufficio di tua mamma e avevo salvato il numero. Chiamo, e mi dicono di cercarla sul cellulare perché già era andata via. Allora cerco in rubrica il numero di tua mamma, ma mi rendo conto di non averlo, allora richiamo l’ufficio e chiedo se gentilmente potrebbe darmelo. Finalmente riesco a contattare tua mamma, che era a fare la spesa, e mi dice che tu semplicemente le avevi detto che saresti stata fuori a pranzo, non sapeva i dettagli. Cosa faccio allora? Provo a richiamarti sul cellulare ma ovviamente, nessuna risposta. Allora ritento con tua sorella, stavolta mi risponde. Mi urla dietro un paio di insulti - devo ammettere che tua sorella è proprio fastidiosa, delle volte! - e mi dice che degli affari di sua sorella non gliene frega un emerito cazzo.
- Mh, cortesia portami via.
- Volevo dirlo io ma mi sembrava di non essere troppo educata.
- Ah, fai pure, mia sorella è la persona più fastidiosa che conosca.
- Comunque, ho concluso che, o eri stata investita da un tram, o eri stata rapita da uno stupratore, o un serial killer t’aveva ucciso, oppure avevi un motivo abbastanza serio per darmi buca. E dato che sei qui di fronte a me vuol dire che nessuno ti ha ammazzato, quindi esponimi pure questo motivo abbastanza serio.
- Beh..
- Se inizi con “beh” è perché c’è di mezzo un ragazzo. Ho ragione?!
- Hai ragione. Si chiama Oscar, detto Scar.
- Esci con uno che si chiama Cicatrice?!
- Sì, vabè, ne ha una grandissima sul petto, fa figo dai.
- E quando l’avresti conosciuto?
- Stamattina.
- Stamattina?!
- Sì, stamattina, prima di entrare a scuola, mi ha fermata, si è presentato, mi ha invitata a uscire, e io ho accettato.
- Ma avrebbe potuto essere un maniaco! Uno stalker!
- Beh, non mi è sembrato esserlo. Mi sono fidata della sua apparenza.
- Comunque, cos’è successo?
- Niente, siamo andati a mangiare, mi ha portato in un parco..
- Dove?
- Mi ha implorato di non dirlo, è il suo posto preferito e non vuole che troppe persone inizino a frequentarlo.. Però non è male, come parco. È tenuto bene.
- E.. Ti piace, questo Scar?
- No, non credo.. A parte che è troppo presto per dire se mi piace o no. Comunque, mi sembra l’inizio di una buona amicizia, non di.. una storia.
- Oh. Mi deludi, cara Elettra.
Le tiro un cuscino in faccia.
- Chiamami Ele!
Gà ride. Forse mi ha già perdonata.

 



- Oscar.
“Mi ha appena dato un “secondo appuntamento”!”

 

Elettra mi saluta dicendomi che la prossima volta sceglierà lei dove andare. Cazzo, mi ha appena dato un “secondo appuntamento”. Vuol dire che il primo è andato bene!
Intanto che torno a casa realizzo di non averle chiesto il numero di telefono. Ancora penso a come rintracciarla, quando per strada incontro una mia vecchia amica, compagna delle medie.
- Oscar! Sei tu vero?
Alzo lo sguardo, in quel momento intento a scrutare i piedi delle persone attorno a me, e vedo Olimpia.
- Olli! - esclamo.
- Cavolo è una marea di tempo che non ci sentiamo! Come stai?
- Bene, benissimo, tu?
- Me la cavo. Ascolta, hai qualcosa da fare?
- Veramente devo andare a fare la spesa, mia sorella ha appena chiamato, non c’è assolutamente niente da mangiare in casa.
- Ti spiace se vengo con te? Tanto non ho impegni fino a stasera, e di andare a casa non ne ho voglia.
- Certo, vieni pure.
- Così mi racconti come mai tutto va “benissimo”!
Tra uno scaffale di conserve vegetali e uno di pacchi e pacchi di pasta, mi racconta brevemente cos’è successo in questi ultimi.. anni. È da quando eravamo in seconda superiore che non ci vedevamo, e ora siamo - è, io sono ancora fermo alla quarta - in quinta, quindi è passato davvero tanto tempo. Lei non è cambiata per niente. Neanche caratterialmente. È sempre il solito grilletto iperattivo che non smette un attimo di parlare.
Eravamo grandi amici, anni fa. Chissà come mai ci siamo persi di vista. Non mi ricordo di aver mai litigato, o almeno, non tanto da chiudere i rapporti. Più ci penso, meno mi viene in mente il momento in cui abbiamo smesso di frequentarci. La cosa strana, è che quando le chiedo se si ricorda, anche lei risponde di non aver idea del perché la nostra amicizia è stata archiviata.
Le parlo di Elettra. Olimpia insiste perché gliela faccia conoscere.
- Ehm, te presenterei anche ora. Peccato che non abbia il suo numero.
- No?! Davvero?
- Eh già, mi son dimenticato di chiederglielo.
- Caspita. Ascolta facciamo così, tu domani la vedi, le chiedi il numero, e anche di uscire. Poi concordi il giorno, e mi mandi un messaggio.
- Oh, perfetto. Il tuo numero è sempre lo stesso?
- Mai cambiato.
All’uscita del supermercato faccio per salutarla, ma lei si autoinvita a cena da me. È sempre stato nel suo carattere, autoinvitarsi dappertutto. Ero talmente abituato ai suoi autoinviti che non ci facevo più caso, ora invece mi lasciano un po’ stranito. Comunque le dico che non ci sono problemi, a cucinare per quattro e non per tre.
Appena metto piede in casa mi rendo conto di aver lasciato la moto davanti a scuola. Sospiro e esco di nuovo, lasciando Olimpia a casa con Giorgia, felice di non essere per una sera l’unica donna in casa.
- Allora, io ti ho raccontato di Elettra. Tocca a te raccontare. Su, ti ascolto.
Il viso di Olimpia diventa grigio. Abbassa lo sguardo, e la frangia le copre completamente gli occhi.
Con voce flebile inizia a raccontare del suo ragazzo, di quanto erano felici insieme, o almeno, di quanto lei era felice di stare insieme a lui.
- Sabato scorso sono stata invitata a una festa a casa di amici, ma avevo un altro impegno. Questo impegno era finito presto, così sono passata a casa di questi amici, ho cercato la mia migliore amica, ma non l’ho trovata. Ho chiesto a un paio di persone se l’avessero vista, dicono che era salita per fumare qualcosa. Quindi quasi spontaneamente salgo, sento delle voci, delle risate venire da una stanza, apro appena la porta per vedere e chi c’è? La mia migliore amica, col mio ragazzo.. Che.. facevano.. sesso.
Pronuncia queste parole con voce spezzata.
Non ho la minima idea di cosa fare. Olimpia, seduta a gambe incrociate sul bordo del letto di mia sorella, inizia a piangere fissandosi le scarpe.
Cerco di pensare a qualche parola di conforto ma ovviamente non mi viene in mente nulla.
Per fortuna proprio in quel momento di profondo imbarazzo mia sorella viene in mio soccorso. Dalla porta semichiusa ha intravisto Olimpia piangere, e mi fa dei gesti strani. Dopo vari tentativi capisco il suo suggerimento. Mi siedo di fianco a lei e l’abbraccio. Lascio che la sua testa si appoggi sulla mia spalla e le accarezzo i capelli. Lei tira su col naso e sembra calmarsi.
- Scusami se oggi sono stata invasiva.. - sussurra piano. - Ma avevo quasi paura di stare da sola..
La tranquillizzo e lei smette di piangere. Finalmente tira su il viso e mi guarda con i suoi begli occhi verdi. Il trucco le è sbavato su tutta la faccia.
- Oh, ti ho lasciato il mascara sulla maglietta! Scusami.. - dice, ridendo, ma con gli occhi ancora lucidi.
- Figurati, l’importante è che tu stia bene..
Ok, che frase del cazzo. Devo assolutamente consultare una guida su cosa rispondere alle ragazze in determinate situazioni.
- Si è fatto tardi, torno a casa, magari i miei si preoccupano.. Ci vediamo domani, sono ansiosa di conoscere la tua Elettra!
Quando esce di casa ha gli occhi allegri, e questo mi rassicura. Forse quella mia frase del cazzo ha avuto effetto su Olimpia.







Hei bellezze c:, questo è il mio primo commento e non so bene cosa scrivere, ma volevo spiegarvi qualcosa quindi lo faccio.
Questa storia non è la prima che scrivo, ma è la prima che ho il coraggio di pubblicare.. Significa molto per me, quindi mi farebbe tantisssimo piacere se mi lasciate una recensione, positiva o negativa, qualsiasi cosa, per sapere cosa ne pensate, anche solo due parole per farmi sapere se vi piace! *-*
Spero tanto di leggere i vostri commenti, davvero, ci tengo :3
Un grazie enorme a chiunque recensirà, ma anche solo a chi legge o mette la storia nei seguiti o ricordati **

- E.
  
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