Per le due ragazze le vacanze passarono
lentamente. Hermione la trascorse soprattutto in compagnia di Draco e fu
costretta a studiare di notte o nei momenti in cui era da sola, perché
altrimenti gli altri si sarebbero insospettiti nel vederla studiare in estate.
E la cosa le dava ai nervi perché quell’anno avrebbe avuto anche i M.A.G.O. e
non poteva prepararsi perfettamente! Il contrario era successo a Pansy: verso
il dieci agosto, Harry le chiese come mai non aveva ancora aperto mezzo libro,
e così fu costretta a stare ore ed ore nella sua camera a fare finta di
studiare quando poi pensava a tutt’altro. Non riusciva a pensare al fatto che
per i prossimi cinque mesi avrebbe dovuto passarli tra i libri! Insomma,
avrebbe sprecato metà del suo ultimo anno ad Hogwarts a fare la secchiona
piuttosto che divertirsi a fare la bulletta con i piccoli del primo anno e a
pomiciare con Draco! Il solo pensiero la fece rabbrividire. Ma il primo
settembre arrivò e i guai per entrambe iniziarono per davvero. Fortunatamente,
la colorazione ai capelli di Pansy svanì il giorno prima della partenza per
Hogwarts ed ella ringraziò il cielo, perché avrebbe preferito rimanere a casa
Weasley piuttosto che andare in giro per i corridoi conciata così, e
soprattutto non aveva voglia di ascoltare la ramanzina di Hermione. Quando
quest’ultima vide i suoi amici sull’ Espresso per Hogwarts provò una stretta al
cuore perché si ricordò che non poteva andarli a salutare, e li osservò ridere
e scherzare con Pansy, la quale non fu brava come lei nel trattenersi e appena
vide Draco gli saltò addosso. “Dracoooo!” urlò, e gli gettò le braccia al
collo. Il ragazzo subito la allontanò, con un’aria disgustata e sorpresa allo
stesso tempo, dicendo: “Granger, ma che ti prende?!” Pansy arrossì,
ricordandosi solo in quel momento di avere le sembianze della ragazza più
detestata dal suo fidanzato. Hermione decise di intervenire. “Oh, Draco, io e
la Granger abbiamo fatto una scommessa e abbiamo deciso che nel caso lei avesse
perso avrebbe dovuto abbracciarti, e ha perso…” inventò, stava diventando
davvero brava a dire bugie! Draco parve convinto, lanciò un’occhiataccia a
quella che credeva essere Hermione e prese per mano quella che invece credeva
essere la sua ragazza. Quella vista fece bollire di rabbia Pansy. “Hermione, ma
che ti prende?” chiese Ron, ma non ascoltò la risposta perché aveva
appena avvistato Lola e la andò a salutare. Per le due ragazze fu una cosa
stranissima doversi sedere a tavoli diversi da quelli occupati negli ultimi sei
anni. Un ragazzo che Hermione non conosceva le si avvicinò. “Ciao, Pansy!
Draco…” gli strinse la mano con grande rispetto per poi tornare a rivolgersi
alla ragazza. “Che corsi frequenterai quest’anno, Pansy?” Hermione non sapeva
che rispondere. “Oh, quelli… quelli che frequentavo l’anno scorso” azzardò. Il
ragazzo sorrise. “Oh, mi fa piacere, così potremo vederci molto spesso!”
gongolò il Serpeverde, mandando su tutte le furie Draco. “Ehi, Greyspell vai a
provarci con la ragazza di qualcun altro, intesi?” disse, mettendo in fuga il
ragazzo. Poi se la prese con Hermione. “Ma dico io, Pansy, quello ci prova con
te e tu ci stai pure?” “Ma no, Draco, non avevo capito le sue intenzioni,
ho solo risposto!” “Cosa? Pansy, Greyspell ti corteggia da quando stavamo
al terzo anno e mi dici che non avevi capito le sue intenzioni?” Hermione
abbassò il capo. Come ribattere? “Oh, ma perché quello era Greyspell? Non lo
avevo riconosciuto con tutti quei brufoli…” buttò lì, e ringraziò il cielo
quando il Preside scelse quel momento per annunciare l’inizio del banchetto. Al
tavolo di Grifondoro le cose non andavano meglio. Pansy si era seduta vicino
Neville perché i “suoi” migliori amici erano seduti rispettivamente vicino
Ginny e Lola, la quale aveva cambiato posto lasciando il solito gruppetto di
amiche. Alla sua sinistra c’erano Calì e Lavanda, la quale guardava Ron e Lola
che parlavano allegramente con un’aria assassina. Pansy non riuscì a
trattenersi. “Ti dà fastidio, eh? “Lavanda, che stava bevendo un bicchiere di
succo di zucca,cacciò gli occhi fuori dalle orbite ed evitò per un pelo di
affogarsi. “Senti un po’, Hermione, sei tu quella che mi sta dando fastidio,
intesi? Non so cosa ti ho fatto, ma mi stai proprio scocciando, sei diventata
invadente e pettegola!” Pansy decise di affrontarla. Sapeva che Lavanda aveva
sempre infastidito un po’ Hermione, così decise di finirla. “Sono anni che mi
scocci, scusa eh, ora non posso nemmeno ricambiare? Stai sempre in mezzo, mi
sparli dietro… E poi sei irritata con me perché dopo Ron nessuno più ti viene
dietro, anche perché eri tu ad andarci dietro, e invece io ho la fila dietro di
me!” Lavanda divenne paonazza, le guance diventarono rosse di fuoco. “E’ così
che la pensi?” sbraitò. “Tu non sai cosa… Non sai niente di me! Quante volte ho
pianto a causa tua quando mi rubasti il mio unico grande amore, piccola
vipera…” “Oh, grazie, è un complimento detto da te, vecchia fattucchiera
da quattro soldi! E poi io non ti ho rubato niente, sei tu che sei così
insicura di te stessa, sai di non valere niente che immaginavi che ti tradisse,
ma non era niente vero…” Intanto l’atmosfera si stava riscaldando, tutti
le guardavano e seguivano le conversazioni. La voce di Lavanda era ancora più
acuta del solito. “Ah si? E allora che ci facevate nello stesso dormitorio
quella sera?” “Gli avevo prestato un libro! Sei così ossessiva che pensi
solo a male!” rispose Pansy, facendola scappare dalla tavola, piangendo. Tutti
guardavano Pansy con la bocca aperta, Harry, Ron, Ginny, Lola, Neville e Calì
compresi. Hermione Granger che affrontava in quel modo Lavanda Brown? La
notizia fece il giro della scuola in poco tempo. Poi l’atmosfera fu alleggerita
da Silente, che annunciò alla scuola che il trentuno dicembre ci sarebbe stato
un ballo in onore dei 1010 anni di Hogwarts. Hermione e Pansy si guardarono: il
loro ultimo giorno in simbiosi lo avrebbero trascorso tra un ballo e l’altro.
Come di consueto, dopo cena e dopo aver guidato i piccoli del primo anno nelle
rispettive sale comuni a causa del loro dovere di prefetto, le ragazze salirono
nei rispettivi dormitori. Hermione fu costretta a fare la simpaticona con
Millicent, Julie, Anne e Amanda. “Allora Pansy, cosa hai fatto quest’estate con
Draco?” chiese Anne mentre si infilava la camicia da notte, con un sorriso
malizioso. “Oh, abbiamo passato un sacco di tempo insieme e mi ha chiesto di
sposarlo” disse Hermione. Le tre ragazze si immobilizzarono. Poi la guardarono
con gli occhi fuori dalle orbite. “No! Pansy, non puoi aver detto di si, no! Ti
rovinerai la vita!” Hermione scosse il capo: lo sapeva meglio di loro, ma era
stata Pansy a decidere. “Ragazze, fatevi gli affari vostri!” sbottò, con finto
tono irritato, e iniziò a pettinarsi i capelli. Le amiche le rivolsero un ultimo
sguardo prima di ritornare a fare quello che stavano facendo prima
dell’eclatante notizia. Pansy invece se la stava godendo un mondo: Lavanda
aveva così vergogna per il modo in cui era stata affrontata che aveva
chiesto a Ginny di fare cambio dormitorio. Ormai la ragazza era diventata un
mito, a tal punto che Calì le rivelò che Lavanda non stava più tanto simpatica
nemmeno a lei. Le tre ragazze se la spassarono un mondo quella notte,
organizzando un pigiama party e invitando altre ragazze tra cui Lola e altre
del quinto e del sesto anno tra cui anche Tiffany, la cugina di Luna.
L’argomento principale, oltre alla discussione tra la Granger e la Brown, era
il ballo.”Allora, con chi ci andrete?”chiese Lola mentre beveva un sorso di
Burrobirra dalla bottiglia di Pansy. “Ovviamente io con Harry!” annunciò Ginny
entusiasta, passandosi una mano tra i capelli, togliendosi da davanti agli
occhi la frangia. Le altre dissero un vago “Boh!”, e Pansy si ricordò di dover
chiedere a Hermione con chi voleva andarci. Non sapeva perché, ma notò che
Tiffany la guardava sempre e quando le parlava aveva il sorriso sulle labbra.
Alle quattro del mattino, tutte tornarono nei loro dormitori e il giorno dopo
iniziarono le lezioni. Entrambe dovettero incontrarsi per dirsi quali corsi seguire
e a Pansy venne il mal di stomaco al solo pensiero di dover frequentare tutti
quei corsi. Ma c’era qualcosa di diverso ormai: nessuna delle due riusciva a
comportarsi come l’altra. “Troppo forte, Hermione! Un altro po’ e il
bambino ci rimaneva sotto!” commentò Ron tra una risata e l’altra, e batté il
cinque con quest’ultima. “Eh, lo so! Ma la prossima volta imparano questi
mocciosetti a prendersi i posti migliori in sala comune! Buuu!” fece infine
vicino ad un altro bambino che la stava guardando, facendolo correre il più
lontano possibile da lei. Ma Harry non parve convinto. “Hermione, ma cosa ti è
successo? Insomma, l’anno scorso eri la prima a difendere i piccoli del primo
anno, non potevamo nemmeno cacciarli dalle poltrone che subito ci rimproveravi…”
Pansy fece spallucce, pensando un po’ prima di rispondere. “Harry, vedi, questo
è l’ultimo anno che passiamo qui, e personalmente voglio godermelo. E ho anche
deciso di studiare di meno, insomma, non serve a niente starsene lì a studiare
quando fuori da quelle mura c’è qualche bel ragazzo che ti aspetta!” Questo
discorso fece rimanere i due ragazzi a bocca aperta; si guardarono, come se
fossero sicuri di non aver udito bene. “Hermione, ma stai bene?” chiese Ron
posandole una mano sulla fronte come per verificare se avesse la febbre, e la
ragazza rise. “Certo! Ehi, bella questa canzone! Chi l’ha messa?” chiese,
ascoltando una canzone che proveniva dal fondo della sala comune, allegra e con
un ritmo spensierato. “Io!” disse un ragazzo, avvicinandosi. Pansy non lo aveva
mai visto prima, era alto, biondo con gli occhi verdi ed indossava dei jeans
chiari e una camicia azzurra sbottonata. Quella vista fece imbambolare Pansy.
Tuttavia si riprese quando il ragazzo le porse la mano. “Piacere, io sono
Robert McGranitt” “Io sono P.. Cioè, Hermione Granger! Piacere mio! Hai
detto McGranitt?” Il ragazzo sorrise. “Si, sono il nipote di Minerva
McGranitt!” Pansy lo guardò meglio: non avevo proprio preso da sua zia…! Poi le
venne in mente una domanda: che ci faceva lì il nipote della sua insegnante di
Trasfigurazione? Non era mai stato ad Hogwarts prima… come se le avesse letto
nel pensiero, Robert disse: “Sono qui perché sono un tirocinante, ho finito la
scuola l’anno scorso ma non ho studiato qui perché c’era mia zia, e quindi
avrebbero pensato che mi trattasse meglio del dovuto, così ho frequentato una
scuola privata della mia città. Ora però rimarrò qui tutto l’anno per il
tirocinio, voglio diventare insegnante di incantesimi. Assisterò alle lezioni
del professor Vitious. Ma hai detto che fai di cognome Granger?” Pansy annuì.
“Mia zia mi parla spesso di te, dice che sei bravissima! Comunque, vieni a
ballare questa canzone prima che finisce!” Pansy non se lo fece ripetere due
volte, si recò nella parte della sala più isolata e lei e Robert iniziarono a
ballare. Harry e Ron rimasero a guardare quella scena imbambolati, ed entrambi
bofonchiarono:” Non è lei!”. Intanto, attorno a Pansy e Robert si era formata
la folla ed altre persone iniziarono a ballare. Pansy si scatenò, salì su un
tavolo ed iniziò a ballarci su, ridendo per le lodi ricevute da tutti i
ragazzi. “Hermione sei grande!” urlavano in coro. “Bis! Bis!”. Nello
stesso momento, a qualche piano di distanza, la vera Hermione era seduta su una
panca della biblioteca intenta a tradurre una lettura di Antiche Rune. Ormai
era lì da tre ore, e tutte le ragazze che la conoscevano la guardavano
strabiliate. “Amore, ma che fai? Studi? Sei lì da tutto il pomeriggio!”
Hermione alzò a forza lo sguardo dal suo dizionario. Si ritrovò davanti il
“suo” ragazzo, e con suo dispiacere quella vista la fece sentire meglio. “Lo so
Draco,ma ti ho già detto che quest’anno voglio andare meglio a scuola. Credimi,
è una tortura per me, ma voglio avere buoni voti ai M.A.G.O.” Draco aprì bocca,
ma subito la richiuse. “Ok, io sto un po’ qui” disse, e le si sedette vicino.
Era una cosa strana per Hermione, avere qualcuno che la osservasse mentre
studiava, le era capitato solo con Viktor, ma allo stesso temo le fece molto
piacere. Alle otto finì la traduzione e i due si recarono nella sala comune di
Serpeverde; mentre scendevano le scale che conducevano al piano terra
incrociarono Pansy e Robert che ridacchiavano. Le due si guardarono, poi il
cuore di Hermione iniziò a galoppare forte: ma cosa saltava in
mente a Pansy? Andarsene in giro con quello sconosciuto, anche se carino, e
molto… Al loro arrivo nella sala comune, molte ragazze accerchiarono Hermione.
“Pansy, ma dov’eri?” chiese Julie. “In biblioteca” “In biblioteca?
E che ci facevi lì?” chiese Millicent, come se Hermione avesse detto che era
andata a visitare uno zoo safari. “Studiavo! Sapete quella cosa che inizia con
s…” rispose seccata Hermione, e Amanda scoppiò a ridere. “Pansy, ti hanno vista
le altre ragazze e hanno detto che non ti inviteranno al loro prossimo pigiama
party e nemmeno ai seguenti… ma vuoi diventare vecchia prima del tempo?”
chiese, con un’occhiata maligna. “Fatti i fatti tuoi, idiota” sibilò Draco, e
lui ed Hermione presero posto su una poltrona il più lontano possibile da
loro. Draco la abbracciò. La ragazza si lascò stringere con dolcezza,
anzi, anche lei lo abbracciò. “Mi dispiace che ti abbiano esclusa” mormorò
Draco, ma Hermione scrollò le spalle.” Fa niente. E’ tempo di crescere,ormai!
“. Ma dentro di sé sentiva una grande inquietudine. Quell’anno era iniziato da
schifo, già solo per il fatto di dover frequentare i Serpeverde, ma soprattutto
perché sentiva il cuore battere sempre più forte per quel ragazzo che in quel
momento la teneva tra le sue braccia. Tutte le sere si ripeteva “Io odio
Malfoy”, ma funzionava sempre di meno, e stare in sua compagnia le piaceva
sempre di più. Cosa fare? Lasciare perdere ovvio… ma in cuor suo Hermione
sapeva che ci sarebbe riuscita molto difficilmente.