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Autore: breakdown    20/01/2013    0 recensioni
«Senti», cominciai, incerta. «so che pensi che io sia una stupida, ma ti assicuro che non è così. E' solo che..»
Avrei voluto fermarmi, ma quando La Bocca Pazza cominciava a parlare non la smetteva più. Fortunatamente lui mi interruppe.
«Sì, penso che tu sia stupida perché..» Il suo sguardo si addolcì. «Sei stupida perché non credi nell'amore.»
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Sorrisi nell'udire il risuonare ritmico e lento dei suoi passi alle mie spalle. L'avrei riconosciuto tra mille, il suo.
Lunghe dita affusolate poggiarono delicatamente sulle mie palpebre, oscurandomi la vista. La mia mente mi fece rivivere una marea di ricordi piacevoli che si sono susseguiti nel tempo, soffermandosi particolarmente sull'immagine del suo sorriso etereo. Se stessi per morire, il mio ultimo desiderio sarebbe quello di rivedere, per un'ultima volta, quel sorriso felice. Esatto, proprio quel sorriso che mi lasciò senza fiato, quella mattina a scuola, quando lo vidi per la prima volta. 
Sentii le sue dita scendere lentamente verso il basso, ripercorrendo i lineamenti morbidi del mio corpo fino a cingermi teneramente i fianchi. Mi rigirai con grazia tra le sue braccia e mi ritrovai all'altezza del suo petto. Dire che era alto come una quercia era fin troppo riduttivo. O forse ero io a essere troppo bassa. Chissà.
Affondai il viso nel suo petto caldo e confortevole e sollevai una mano, poggiandola all'altezza del suo cuore per sentirne il pulsare leggermente accellerato del battito cardiaco. 
«Non voglio perderti, Luca», sussurrai. «Non so se sarei in grado di sopportarlo.»
«Non permetterò che questo accada», disse, stringendomi più forte a sé.
Ci sedemmo sul bordo del letto e mi lasciai cullare lentamente tra le sue braccia. In quel momento mi sentivo al sicuro proprio come una bambina: piccola e indifesa e tremendamente a mio agio. Troppo a mio agio. 
Feci un profondo respiro, lasciando scorrere le dita tra le onde scure e brillanti dei suoi capelli. «Mi prometti una cosa?»
«Non posso promettere nulla se non che ti amerò per sempre, Klacchan.»
«Non potrei desiderare di più», dissi sommessamente.
«Ti toglieresti i vestiti per me?» domandò, stendendo le labbra in un sorrisetto malizioso.
Gli lanciai un'occhiata rapida e imbarazzata, deglutendo rumorosamente. «Ero seria.»
«Anche io», replicò con un tono di voce leggermente offeso. Ma il broncio non durò a lungo e il suo sorriso si estese ancora di più, scoprendo una schiera di denti bianchi e perfetti. Dannazione, com'era sexy.
Scossi leggermente la testa, divertita. «Sei un ragazzo pericoloso, Luca.»
«Avresti dovuto capirlo quando ti sei resa conto di desiderarmi.»
«Non penso sarebbe stato possibile», risposi, piegando leggermente la testa di lato. «Ero troppo impegnata ad ammirare il tuo corpo.»
In effetti aveva un corpo meraviglioso. Diciamo che lui era il ritratto della perfezione. Pelle liscia e abbastanza chiara che contrastava con i riccioli corti e scuri dei suoi capelli e grandi occhi color nocciola. Labbra perfette e sensuali, ottime da baciare. E le gambe.. oh, quelle erano qualcosa di spettacolare, fine e lunghe. Era come se tutti i migliori scultori mai esistiti sulla faccia della terra si fossero riuniti per dargli vita. 
Se la perfezione avesse avuto un nome, sarebbe stato il suo. Senz'alcun dubbio.
Mi avvicinai pericolosamente al suo viso finché il suo respiro non si mescolò col mio. Non ricordavo come le nostre bocche combaciassero perfettamente. Le nostre lingue s'intrecciarono immediatamente, donandomi mille brividi lungo la schiena. E senza nemmeno rendermene conto il suo nome si mescolò al sapore della sua saliva nella mia bocca.
«Luca.»
  
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