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Autore: _hariken    20/01/2013    3 recensioni
Puoi sentire i tuoi stessi battiti rimbombarti nella scatola cranica.
Genere: Angst, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Ti appoggi al lavandino con il braccio destro. Ti gira la testa.

Stai singhiozzando così forte che la tua cassa toracica non sembra nemmeno in grado di sopportalo.

Con le mani che tremano apri il rubinetto e alzi il volto verso le specchio.

Ti sembra quasi di sentirli ancora parlare.

Sei orribile. Sei diversa. Sei grassa. Sei stupida. Fai schifo. Dovresti suicidarti.

Altre lacrime scendono dal tuo viso.

Raccogli un po' d'acqua nei palmi e te la butti in faccia, cercando di smettere di piangere, o forse solo di nascondere le lacrime.

Ti dai della stupida, ti ripeti che forse loro hanno ragione, dovresti... dovresti suicidarti.

I tuoi occhi scivolano sulla lametta sul bordo del lavandino.

La afferri, ma le tue mani tremano così tanto che ti ferisci un dito.

Con fatica ti tiri su la manica della felpa.

Fai una smorfia di disgusto. O forse di dolore.

Guardi ogni singolo taglio che ti sei inflitta.

La cosa impressionante è che ricordi il motivo di ognuno di essi.

E l'ultimo che hai fatto, il più profondo, il più vicino al palmo...

Non hai più paura di essere scoperta.

Sempre tendendo la lametta in mano ci passi il polpastrello sopra.

Soffi fra i denti per il dolore.

Alzi di nuovo il volto e guardi il tuo riflesso. Sorridi.

Non sei brutta, sei normale.

Potresti anche crederci, se non ti avessero ripetuto il contrario per anni e anni.

Il tuo sorriso tremula un po' e il tuo viso è di nuovo percorso da una lacrima.

Ma questa è l'ultima, lo prometti.

Abbassi lo sguardo.

Premi la lametta, poco più in su dall'ultimo taglio.

Senti la pelle aprirsi per farle spazio. Senti il dolore, senti la paura farsi strada dentro di te.

Puoi sentire i tuoi stessi battiti rimbombarti nella scatola cranica.

Percepisci il sangue colarti dal polso.

Non riesci a rendertene conto, ma scivoli contro il mobiletto dietro di te e ti lasci cadere sul pavimento.

Non avresti voluto farlo, non volevi che finisse così.

Ma è colpa tua, sei debole, sei inutile. Continui a ripeterlo nella tua testa, come una litania.

Senti le palpebre farsi più pesanti.

Ti dici che andrà tutto bene, fra poco sarà tutto finito, anche il dolore.

Inizi a perdere conoscenza, senti la testa leggera.

Vorresti tirarti su, ma il pavimento è scivoloso.

Con le ultime forze tiri su una mano e l'avvicini al volto.

E' rossa e bagnata.

Sangue. Il tuo sangue.

 

   
 
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