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Autore: defyingravity13    20/01/2013    1 recensioni
"Arriva un momento in cui con la quotidianità, persone che sono balzate rumorosamente nella tua vita, vengono accantonate in un angolo della tua mente. Ogni tanto né riporti a galla i ricordi, ma tutto resta lì. Anche se a volte ti sembra di averle accanto, di non essertene mai separata del tutto, esse restano solo nella tua memoria. Girando un angolo, camminando in strada non ti aspetteresti mai di vederle comparire tra la folla. Eppure, nuovamente a più di mille chilometri da casa, lo avevo rivisto."
Claire e i suoi amici partono per un viaggio presso le soleggiate e caotiche spiagge della California. Lei e Andrew, il suo migliore amico da una vita, avranno finalmente l'opportunità di dichiarare i propri sentimenti, ma qualcosa, o meglio qualcuno proveniente dal passato di lei, renderà le cose un pò più difficili del previsto.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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"Puoi dimenticare i ricordi ma non le persone. Quelle ti si appiccicano agli occhi, come sabbia sulle mani" 

Capitolo 1

Phoenix, Arizona 28 giugno 2013

Ecco, finalmente il giorno della partenza era arrivato. Sognavo questo momento da anni ormai, ma non avendo l’età non ero mai uscita al di fuori dei confini dell’Arizona. Le mie estati si traducevano in villeggiature con i miei genitori o in lunghe passeggiate in centro con gli amici più cari.  Lasciavo che il tempo mi passasse davanti e ben presto era già il momento di ritornare tra i banchi di scuola. Questa volta, però, era diverso. Al rientro ci aspettava il nostro ultimo anno, quello del fatidico diploma. Avremmo dovuto lavorare sodo, soprattutto per le aspirazioni che avevamo, e quella sarebbe stata l’ultima estate da passare insieme. Dovevo ammettere che non mi sarei mai aspettata la scelta di una meta così ambiziosa, eppure eravamo riusciti ad ottenere un biglietto per le soleggiate coste della California.

La mattina della partenza ero scoppiettante, ma come sempre anche molto in ritardo. Chiusi la valigia mentre mia madre era già in auto, e guardandomi attorno ebbi la conferma di aver preso tutto il necessario. Nella mia stanza non restava che un armadio semivuoto e una scrivania piena di fogli dalla calligrafia incomprensibile. Sorrisi nel notare che, nonostante stessi per partire, il disordine continuava a regnare in quella piccola camera. Evelyne doveva avermi certamente chiamata un centinaio di volte, ma presa dall’ansia di andare non diedi nemmeno un’occhiata al display del cellulare.                                                                                           
 Mia madre mi aspettava con il viso già rivolto verso la strada e il motore della macchina spento.  Sapeva benissimo che anche quella mattina non sarei arrivata in tempo.   Sistemai le mie cose nel bagagliaio e mi sedetti al posto del passeggero.                                                                                                                                       
 -Buongiorno!-  esordii dandole un piccolo bacio.                                                                                                        
-Claire non hai nemmeno fatto colazione, potevi svegliarti almeno dieci minuti prima - Il suo tono era stranamente rilassato mentre metteva in moto l’auto.                                                                                                 
 -Si hai ragione, la prossima volta cambierò l’orario della sveglia- conclusi utilizzando la solita vecchia frase. Mia madre se ne accorgeva sempre, eppure mi regalava ogni volta un tenero sorriso.                                                    
La mia fortuna stava nel fatto che la nostra casa non era lontana dal centro. Avevo la possibilità di raggiungere  tutto in pochi minuti, compreso l’aeroporto. Bastarono infatti circa venti minuti per giungere lì, tempo che passai al telefono con Evelyne per tranquillizzarla sul fatto che stessi per arrivare. Appena scesi dalla volvo rossa di mamma, lei era già lì e mi corse incontro per incitarmi a sbrigarmi.                                                                                                                                     
-Manca ancora un quarto d’ora -dissi mentre lei già scaricava le mie cose.                                                                           
-Si ma dobbiamo fare ancora un sacco di cose-Era ansiosa come al solito.                                                                      
L’aiutai a prendere ciò che rimaneva nel bagagliaio e salutai in fretta mia madre. Notai che continuava a guardarmi mentre sparivo all’interno dell’aeroporto, aveva un ‘espressione nuova.  Un misto tra la nostalgia che avrebbe provato in seguito e la gioia di vedere sua figlia crescere. Mi fece tenerezza e pensai a tutti i fazzoletti che le avrei dovuto comprare per il mio diploma.                                                                                               
 Il resto dei ragazzi era già in fila per il cheek in e non ebbi la possibilità di avvicinarmi a loro. Io ed Evelyne rimanevamo in fondo alla coda ma da lì riuscivo a riconoscerli perfettamente. Vedevo la folta capigliatura di Michael, i biondi ricci di Eleonor e anche la chioma corvina di Andrew. Si anche Andrew avrebbe preso parte alla nostra vacanza. Quando lo avevo saputo avevo subito pensato che sarebbe stata la perfetta opportunità per confessargli finalmente ciò che provavo, e ancora adesso continuavo a crederlo possibile.  Era più di un anno che lo guardavo sotto una luce differente, ma non avevo mai trovato l’occasione giusta per dichiararmi. Faceva parte della nostra cerchia già da un bel po’ e non volevo che un suo rifiuto mettesse a dura prova l’armonia che avevamo creato. Negli ultimi tempi, però, mi sembrava diverso. Era più disponibile nei miei confronti, era attento a ciò che mi accadeva e addirittura ricordava ciò che avevo indossato il giorno precedente.                                                                                                                                                                
 Mentre queste supposizioni si susseguivano nella mia mente, la fila scorreva e ben presto toccò a noi presentare i documenti.  Il resto fu una serie di azioni di routine che si concluse col nostro imbarco. “Allacciare le cinture” disse la voce all’interfono e con semplici gesti allungai le due cintole ai miei lati sino a congiungerle tra loro. L’aereo iniziò la sua fase di decollo ed io mi preparai a guardare per l’ultima volta i deserti territori dell’Arizona.     


Buonasera! Questa è la prima fanfiction che pubblico su EFP. Mi hanno parlato molto di questo sito, e l'idea di avere uno spazio per poter pubblicare le proprie storie mi ha incuriosita molto. Non mi cimento spesso nell'elaborazione di racconti, mi piace maggiormente leggere, ma ho pensato che provare non costa nulla. Spero che con le vostre recenzioni possa correggere moltissimi aspetti di questo campo e naturalmente che la storia vi piaccia. :)

  
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