(Fourth Chapter)
stupid.
«Allora,
ce l'hai fatta?» chiesi per l'ennesima volta, spazientita.
Pixie
mi lanciò un'occhiataccia, tornando poi a smanettare al mio
portatile. Lavorava con codici html, porte bloccate ed altri termini
scientifici di cui non avrei potuto neppure immaginarne l'esistenza.
«Fatto,
ecco a te.» disse dopo una buona mezz'ora, indicando
soddisfatta lo
schermo.
«Ti adoro.» strillai euforica, stampandole un bacio
scherzoso sulla guancia. Digitai il numero di Harry sul cellulare,
che poi avvicinai all'orecchio con mano tremante. Ero più
che
agitata, più che altro ero terrorizzata dal solo pensiero
che Zayn
scoprisse della chiamata, nonostante sostanzialmente non stessi
facendo nulla di male.
«Pronto?»
Tappai
la cornetta col palmo della mano e feci un respiro profondo,
accompagnata dalla risata perforante e inopportuna di Pixie.
«H-Harry,
sono io – iniziai, mordendomi con insistenza il labbro
inferiore –
Ariel»
«Ariel!
- esclamò lui dalla parte opposta della cornetta, con tono
visibilmente sorpreso – L'avevi tenuto il numero,
allora..»
«L'avevo
tenuto – sospirai, gonfiando piccata le guance –
Harry, io ho un
ragazzo.»
«Lo
so.»
«Non
chiamarmi più.»
«Ma
sei stata tu a chiamarmi.»
La
situazione si faceva imbarazzante. «Ascolta, sei un ragazzo
fantastico o almeno così sembra, sei pure carino, ma ho un
ragazzo.»
ripetei, scandendo le ultime parole.
«Non
capisco, Ariel, non sono stato io ad averti chiamato, né
avevo
intenzione di farlo. Ho visto che hai un ragazzo, per questo volevo
lasciarti stare.»
«L'ho
visto quel sorrisino e quegli occhi dolci, ieri sera – lo
ripresi
subito – Non possiamo.»
Rimase
zitto una manciata di secondi. «Okay.» si
limitò a rispondere, per
poi appendermi in faccia. Rimasi per un attimo a fissare il display
con una smorfia tra il sollievo e la consapevolezza di aver
sbagliato, dopodiché lo riposi in tasca lasciandomi scappare
uno
sbuffo.
«Volevi
parlarci ancora con quello, vero? - diede voce ai miei pensieri
Pixie, tirandomi una pacca sulla spalla con fare solidale –
Va' da
lui, ti copro io.»
«Non
voglio che Zayn lo scopra.» sbottai acida, incrociando le
braccia al
petto.
«Che
io scopra cosa?»
Mi
voltai di scatto verso il ragazzo che mi fissava con sguardo
interrogativo, le braccia incrociate al petto.
«U-una
sorpresa per il tuo compleanno, amore – balbettai
prontamente,
cingendogli la schiena con le braccia – Mi dispiace.»
«Oh,
grazie tesoro.» sussurrò lui ricambiando
l'abbraccio.
Strizzai
gli occhi poggiando stremata il capo sulla sua spalla; sentivo un
macigno pesarmi sul petto, vedevo quell'abbraccio come un ovvio
errore nei confronti di Harry e dello stesso Zayn. Se davvero avevo
una cotta per il fattorino, non era giusto che stessi abbracciando il
mio ragazzo e che lo stessi tenendo all'oscuro di tutto. Ma, in
fondo, cosa sapevo di Harry? Quella era solo un'innocua cotta senza
fondamenti che sarebbe svanita di colpo da lì a poco non
appena lo
avessi conosciuto un po' meglio, cosa che non sarebbe comunque
successa.
Ma
non riuscivo comunque a non pensare ai suoi occhi, al suo sguardo, al
suo sorriso..
«Tesoro, cos'hai? - chiese all'improvviso, sciolto
l'abbraccio – Sei strana oggi.»
«Sono solo un po' stanca,
niente di che.»
«Sicura?»
«Sicura.»
assentii, posandogli un bacio sulle labbra. Sentii un conato di
vomito salirmi su fino alla gola, il che mi provocò una
leggera
smorfia.
«Ti
fa schifo baciarmi?» chiese corrugando le sopracciglia.
«Scherzi?
- mormorai posandogli delicatamente una mano sul petto – Non
sto
molto bene, scusami.»
«Hai
l'influenza, amore, va' un po' a riposare dai – propose,
lanciando
un'occhiata d'intesa alla mia amica – Noi ci occupiamo della
cena e
di tutto il resto, tu dormi un po'.»
«Forse è meglio –
accondiscendetti – Vado allora, fate i bravi e non fatemi
trovare
un porcile qua dentro.»
«Tranquilla
– rise sguaiatamente il ragazzo – Buon
riposo.»
Mi
trascinai fino alla mia – nostra – camera,
dopodiché mi lasciai
cadere di peso sul letto. Mi doleva dirlo – era infatti nota
e
fortemente criticata la mia sconfinata presunzione – ma ero
una
completa idiota. Una traditrice, sfasciafamiglie nel caso Harry ne
avesse una, nonostante ne dubitassi, un'egoista. Volevo forse far
soffrire il mio ragazzo, il mio unico e fidato confidente dai tempi
della culla, solo per soddisfare un capriccio? Non potevamo ordinare
le pizze da Pizza Express, quella sera?
Sbuffai
tuffando il viso nel guanciale. Zayn mi amava, io lo amavo, qual era
il problema? Omegle.
Feci
per scoppiare in un pianto liberatorio che sentii il cellulare
vibrare sotto la mia schiena. Lo afferrai, leggendo il nome di Pontia
sul display; schiacciai il tasto verde con uno sbuffo, cosa voleva
adesso quell'altra?
«Pon..»
«Ariel!
Menomale che ti ho trovato – mi anticipò col suo
solito timbro di
voce eccessivamente squillante – Stasera io e le altre
facciamo
un'uscita a sei, coi nostri ragazzi, vieni con Zayn? Puoi dirlo anche
a Pixie se ti va.»
«Uhm,
più tardi ti faccio sapere – la tagliai
lì – Okay?»
«Certo,
ma non troppo tardi eh!»
«Sì,
certo – mormorai negligente – A dopo,
ciao.»
Staccai.
Non avevo intenzione di abbandonare il mio letto per i successivi
venti anni, figurarsi di uscire con tre oche, tre cani bastonati e,
soprattutto, con Zayn. Non riuscivo a guardarlo, stringergli la mano,
baciarlo senza pensare a Harry.
«Sei
un'idiota, un'idiota.» continuavo a ripetermi.
Con
un rumore secco la maniglia si abbassò e lui
entrò – parli del
diavolo e spuntano le corna! -, mostrandomi un ampio sorriso. Si
sedette sulla punta del letto, per poi sdraiarsi piano alla mia
destra.
«Davvero
non devi dirmi nulla?» chiese, carezzandomi delicatamente una
guancia.
«Mi ha appena chiamato Pontia, ci ha invitati ad
un'uscita a sei.» spiattellai, poi maledicendomi mentalmente;
era
incredibile come non riuscissi a mentirgli e neppure a nascondergli
qualcosa, anche la più banale delle cose.
«Te
la senti?»
«Non
molto, ma se tu vuoi andare andiamo.» risposi.
«Non
ci tengo – rise – Non le sopporto per niente
quelle, scusa.»
«Neppure
io - scoppiai a ridere, forse per la prima volta in quella giornata
–
Allora stiamo a casa. Pixie!» urlai.
La
ragazza accorse prontamente, appoggiandosi con fare annoiato allo
stipite della porta. «Pontia ci ha inviato ad un'uscita a sei
con le
altre e i loro sgualdrini, noi non andiamo, voi?»
«Mh,
sì, voglio un po' prenderle per il
derrière.» rispose imperterrita,
sparendo poi in cucina. Risi.
«Ordiniamo
pizza, okay?» propose allora Zayn.
Sbuffai,
alzando comicamente gli occhi al cielo. «E l'alimentazione
sana?»
«Che
vada al diavolo – ridacchiò, alzandosi –
Vado a chiamare subito
allora, che è già tardi, non vorrei che ce le
portassero fredde.»
«Già,
vai.»
«Chiamo
la pizzeria della volta passata, erano squisite.»
esclamò
scomparendo dalla mia vista.
«Va
b.. Che!? - strillai, alzandomi di scatto tanto che per un momento
non vidi più nulla. Corsi in cucina, trascinandomi dietro il
plaid –
Zayn, no, quella pizzeria no!»
«Perché?
Erano la fine del mondo quelle pizze!» borbottò
digitando dei numeri
sulla tastiera del telefono.
«Zayn,
ti supplico – lo implorai, unendo le mani a mo' di preghiera
–
Quella pizzeria no.»
«C'entra
qualcosa quel ragazzo, il fattorino? - chiese, scuotendo
convulsamente il capo – Lo sapevo!»
«Zayn,
Zayn – cercai di tranquillizzarlo, prendendolo per mano
– Non ti
fidi di me?»
«Certo che mi fido – sospirò, sfiorando
la mia
fronte con la sua – Perché non vuoi,
allora?»
Pensa,
Ariel, pensa. «Costano tanto.» risposi determinata
mordendomi il
labbro inferiore.
Il
ragazzo scoppiò a ridere, «ce li abbiamo i soldi
per due pizze,
dai, fammi contento per una volta.» soffiò sulle
mie labbra.
«Okay..»
borbottai, chinando a terra lo sguardo. Avrei preferito andare
all'uscita con le ragazze, a quel punto, pur di non rivedere Harry e
di non rivivere una situazione imbarazzante come quella del sabato
precedente.
Quando,
una decina di minuti dopo, sentii il trillo insistente del campanello
quasi il cuore mi uscì fuori dal petto. Andò ad
aprire Zayn, io
rimasi ad origliare dalla cucina.
«Ecco le pizze.» La sua voce.
«Grazie,
ecco a lei - fece Zayn, burbero – 'Rivederci.»
«Grazie
a lei, arrivederci.» e andò via.
Non
aveva chiesto di me, ma dopotutto era plausibile. Volevo forse che
chiedesse di me a Zayn, che rovinasse tutto? Non volevo che Harry si
mettesse ancora tra noi, intralciando il nostro rapporto, ma che si
interessasse ancora alla sottoscritta?
«Sono ancora calde.» fece
Zayn abbozzando un sorriso.
«Mangiamo
subito allora.» sorrisi di rimando, sedendomi a tavola.
Stupida.
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Ma
quanto posso amarvi? Dieci recensioni al capitolo passato, è
tra le
seguite di settanta persone e tra le preferite di venticinque: grazie
di cuore ♥
Spero
che questo capitolo vi sia piaciuto; ringrazio la bellissima stupenda
meravigliosa ''This is Home'' degli Switchfoot, la mia costante fonte
di ispirazione **
Fatemi
sapere cosa ne pensate :D
Un
bacione :)