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Autore: harrys    20/01/2013    10 recensioni
Omegle era un sito, come dire, stupido.
Potevi chattare con gente anonima, scambiare opinioni e idee, ma per l'ottanta percento era costituito da maniaci e pervertiti provenienti da tutto il mondo; pur tralasciando l'ultimo dettaglio, Omegle rimaneva un sito infantile e poco interessante.
E se avevi la fortuna di capitare gente okay, rischiavi di cliccare erroneamente la x all'angolo della finestra e di terminare così la conversazione. Per sempre, perché anche con tutta la fortuna del mondo non saresti mai più riuscito a ritrovare la persona con cui stavi chattando tra trentamilacinquecento utenti online.
Omegle era un sito stupido visitato da gente stupida. Ma, si sa, in tutto esistono delle eccezioni.
-
«Non è possibile, Harry – replicai, abbassando lo sguardo – Il Destino, il Fato o come vuoi chiamarlo.. non esiste»
«Se il Fato non esistesse, - mormorò lui puntandomi gli occhi addosso – Noi non saremmo qui»
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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(Fourth Chapter)
stupid.

«Allora, ce l'hai fatta?» chiesi per l'ennesima volta, spazientita.
Pixie mi lanciò un'occhiataccia, tornando poi a smanettare al mio portatile. Lavorava con codici html, porte bloccate ed altri termini scientifici di cui non avrei potuto neppure immaginarne l'esistenza.
«Fatto, ecco a te.» disse dopo una buona mezz'ora, indicando soddisfatta lo schermo.
«Ti adoro.» strillai euforica, stampandole un bacio scherzoso sulla guancia. Digitai il numero di Harry sul cellulare, che poi avvicinai all'orecchio con mano tremante. Ero più che agitata, più che altro ero terrorizzata dal solo pensiero che Zayn scoprisse della chiamata, nonostante sostanzialmente non stessi facendo nulla di male.
«Pronto?»
Tappai la cornetta col palmo della mano e feci un respiro profondo, accompagnata dalla risata perforante e inopportuna di Pixie.
«H-Harry, sono io – iniziai, mordendomi con insistenza il labbro inferiore – Ariel»
«Ariel! - esclamò lui dalla parte opposta della cornetta, con tono visibilmente sorpreso – L'avevi tenuto il numero, allora..»
«L'avevo tenuto – sospirai, gonfiando piccata le guance – Harry, io ho un ragazzo.»
«Lo so.»
«Non chiamarmi più.»
«Ma sei stata tu a chiamarmi.»
La situazione si faceva imbarazzante. «Ascolta, sei un ragazzo fantastico o almeno così sembra, sei pure carino, ma ho un ragazzo.» ripetei, scandendo le ultime parole.
«Non capisco, Ariel, non sono stato io ad averti chiamato, né avevo intenzione di farlo. Ho visto che hai un ragazzo, per questo volevo lasciarti stare.»
«L'ho visto quel sorrisino e quegli occhi dolci, ieri sera – lo ripresi subito – Non possiamo.»
Rimase zitto una manciata di secondi. «Okay.» si limitò a rispondere, per poi appendermi in faccia. Rimasi per un attimo a fissare il display con una smorfia tra il sollievo e la consapevolezza di aver sbagliato, dopodiché lo riposi in tasca lasciandomi scappare uno sbuffo.
«Volevi parlarci ancora con quello, vero? - diede voce ai miei pensieri Pixie, tirandomi una pacca sulla spalla con fare solidale – Va' da lui, ti copro io.»
«Non voglio che Zayn lo scopra.» sbottai acida, incrociando le braccia al petto.
«Che io scopra cosa?»
Mi voltai di scatto verso il ragazzo che mi fissava con sguardo interrogativo, le braccia incrociate al petto.
«U-una sorpresa per il tuo compleanno, amore – balbettai prontamente, cingendogli la schiena con le braccia – Mi dispiace.»
«Oh, grazie tesoro.» sussurrò lui ricambiando l'abbraccio.
Strizzai gli occhi poggiando stremata il capo sulla sua spalla; sentivo un macigno pesarmi sul petto, vedevo quell'abbraccio come un ovvio errore nei confronti di Harry e dello stesso Zayn. Se davvero avevo una cotta per il fattorino, non era giusto che stessi abbracciando il mio ragazzo e che lo stessi tenendo all'oscuro di tutto. Ma, in fondo, cosa sapevo di Harry? Quella era solo un'innocua cotta senza fondamenti che sarebbe svanita di colpo da lì a poco non appena lo avessi conosciuto un po' meglio, cosa che non sarebbe comunque successa.
Ma non riuscivo comunque a non pensare ai suoi occhi, al suo sguardo, al suo sorriso..
«Tesoro, cos'hai? - chiese all'improvviso, sciolto l'abbraccio – Sei strana oggi.»
«Sono solo un po' stanca, niente di che.»
«Sicura?»
«Sicura.» assentii, posandogli un bacio sulle labbra. Sentii un conato di vomito salirmi su fino alla gola, il che mi provocò una leggera smorfia.
«Ti fa schifo baciarmi?» chiese corrugando le sopracciglia.
«Scherzi? - mormorai posandogli delicatamente una mano sul petto – Non sto molto bene, scusami.»
«Hai l'influenza, amore, va' un po' a riposare dai – propose, lanciando un'occhiata d'intesa alla mia amica – Noi ci occupiamo della cena e di tutto il resto, tu dormi un po'.»
«Forse è meglio – accondiscendetti – Vado allora, fate i bravi e non fatemi trovare un porcile qua dentro.»
«Tranquilla – rise sguaiatamente il ragazzo – Buon riposo.»
Mi trascinai fino alla mia – nostra – camera, dopodiché mi lasciai cadere di peso sul letto. Mi doleva dirlo – era infatti nota e fortemente criticata la mia sconfinata presunzione – ma ero una completa idiota. Una traditrice, sfasciafamiglie nel caso Harry ne avesse una, nonostante ne dubitassi, un'egoista. Volevo forse far soffrire il mio ragazzo, il mio unico e fidato confidente dai tempi della culla, solo per soddisfare un capriccio? Non potevamo ordinare le pizze da Pizza Express, quella sera?
Sbuffai tuffando il viso nel guanciale. Zayn mi amava, io lo amavo, qual era il problema? Omegle.
Feci per scoppiare in un pianto liberatorio che sentii il cellulare vibrare sotto la mia schiena. Lo afferrai, leggendo il nome di Pontia sul display; schiacciai il tasto verde con uno sbuffo, cosa voleva adesso quell'altra?
«Pon..»
«Ariel! Menomale che ti ho trovato – mi anticipò col suo solito timbro di voce eccessivamente squillante – Stasera io e le altre facciamo un'uscita a sei, coi nostri ragazzi, vieni con Zayn? Puoi dirlo anche a Pixie se ti va.»
«Uhm, più tardi ti faccio sapere – la tagliai lì – Okay?»
«Certo, ma non troppo tardi eh!»
«Sì, certo – mormorai negligente – A dopo, ciao.»
Staccai. Non avevo intenzione di abbandonare il mio letto per i successivi venti anni, figurarsi di uscire con tre oche, tre cani bastonati e, soprattutto, con Zayn. Non riuscivo a guardarlo, stringergli la mano, baciarlo senza pensare a Harry.
«Sei un'idiota, un'idiota.» continuavo a ripetermi.
Con un rumore secco la maniglia si abbassò e lui entrò – parli del diavolo e spuntano le corna! -, mostrandomi un ampio sorriso. Si sedette sulla punta del letto, per poi sdraiarsi piano alla mia destra.
«Davvero non devi dirmi nulla?» chiese, carezzandomi delicatamente una guancia.
«Mi ha appena chiamato Pontia, ci ha invitati ad un'uscita a sei.» spiattellai, poi maledicendomi mentalmente; era incredibile come non riuscissi a mentirgli e neppure a nascondergli qualcosa, anche la più banale delle cose.
«Te la senti?»
«Non molto, ma se tu vuoi andare andiamo.» risposi.
«Non ci tengo – rise – Non le sopporto per niente quelle, scusa.»
«Neppure io - scoppiai a ridere, forse per la prima volta in quella giornata – Allora stiamo a casa. Pixie!» urlai.
La ragazza accorse prontamente, appoggiandosi con fare annoiato allo stipite della porta. «Pontia ci ha inviato ad un'uscita a sei con le altre e i loro sgualdrini, noi non andiamo, voi?»
«Mh, sì, voglio un po' prenderle per il derrière.» rispose imperterrita, sparendo poi in cucina. Risi.
«Ordiniamo pizza, okay?» propose allora Zayn.
Sbuffai, alzando comicamente gli occhi al cielo. «E l'alimentazione sana?»
«Che vada al diavolo – ridacchiò, alzandosi – Vado a chiamare subito allora, che è già tardi, non vorrei che ce le portassero fredde.»
«Già, vai.»
«Chiamo la pizzeria della volta passata, erano squisite.» esclamò scomparendo dalla mia vista.
«Va b.. Che!? - strillai, alzandomi di scatto tanto che per un momento non vidi più nulla. Corsi in cucina, trascinandomi dietro il plaid – Zayn, no, quella pizzeria no!»
«Perché? Erano la fine del mondo quelle pizze!» borbottò digitando dei numeri sulla tastiera del telefono.
«Zayn, ti supplico – lo implorai, unendo le mani a mo' di preghiera – Quella pizzeria no.»
«C'entra qualcosa quel ragazzo, il fattorino? - chiese, scuotendo convulsamente il capo – Lo sapevo!»
«Zayn, Zayn – cercai di tranquillizzarlo, prendendolo per mano – Non ti fidi di me?»
«Certo che mi fido – sospirò, sfiorando la mia fronte con la sua – Perché non vuoi, allora?»
Pensa, Ariel, pensa. «Costano tanto.» risposi determinata mordendomi il labbro inferiore.
Il ragazzo scoppiò a ridere, «ce li abbiamo i soldi per due pizze, dai, fammi contento per una volta.» soffiò sulle mie labbra.
«Okay..» borbottai, chinando a terra lo sguardo. Avrei preferito andare all'uscita con le ragazze, a quel punto, pur di non rivedere Harry e di non rivivere una situazione imbarazzante come quella del sabato precedente.
Quando, una decina di minuti dopo, sentii il trillo insistente del campanello quasi il cuore mi uscì fuori dal petto. Andò ad aprire Zayn, io rimasi ad origliare dalla cucina.
«Ecco le pizze.» La sua voce.
«Grazie, ecco a lei - fece Zayn, burbero – 'Rivederci.»
«Grazie a lei, arrivederci.» e andò via.
Non aveva chiesto di me, ma dopotutto era plausibile. Volevo forse che chiedesse di me a Zayn, che rovinasse tutto? Non volevo che Harry si mettesse ancora tra noi, intralciando il nostro rapporto, ma che si interessasse ancora alla sottoscritta?
«Sono ancora calde.» fece Zayn abbozzando un sorriso.
«Mangiamo subito allora.» sorrisi di rimando, sedendomi a tavola.
Stupida.
__________________________

Ma quanto posso amarvi? Dieci recensioni al capitolo passato, è tra le seguite di settanta persone e tra le preferite di venticinque: grazie di cuore ♥
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto; ringrazio la bellissima stupenda meravigliosa ''This is Home'' degli Switchfoot, la mia costante fonte di ispirazione **
Fatemi sapere cosa ne pensate :D
Un bacione :)


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